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Valter Vecellio, La polveriera mediorientale, ed. Mamma Editori, 2001, p. 60, € 7,75.
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Con gli attentati dell'undici settembre alle torri gemelle di New York e al Pentagono, il conflitto araboisraeliano è divenuto questione di interesse mondiale, le sue deflagrazioni hanno raggiunto gli Stati Uniti e l'Asia centrale. Al fondo, la contesa su 20.700 chilometri quadrati, un lembo di terra grande poco meno della Lombardia: Israele. é terra usurpata? é stata regalata agli ebrei per tacere i sensi di colpa del mondo, seguiti all'olocausto e a secoli di antisemitismo? é terra confi scata agli arabi? Chi ha cacciato gli arabi dalle loro case? Come nascono i campi profughi? «Perché l'espressione "Terra Promessa" deve valere per tutti i popoli meno che per quello che l' ha inventata?» si chiedeva Herbert Pagani.
E ancora... Che ruolo giocarono Hitler, prima, e Saddam Hussein dopo, nello scacchiere mediorientale? Perché nel 1948 gli arabi rifiutarono la decisione ONU di costituire uno Stato arabopalestinese nelle antiche Giudea e Samaria, dette oggi Cisgi6rdania? Chi ha dato inizio ad una serie di guerre di cui ancora non si vede la fine? Perché la Giordania non può dirsi "Stato palestinese"? A questa e altre domande risponde Valter Vecellio, inviato speciale del TG2, in un'agile sintesi storica e tematica.
«Aiutati dagli occidentali, gli ebrei sono arrivati in Palestina da tutto il mondo e l' hanno fatta da padroni, conculcando i diritti secolari delle popolazioni residenti»: affermare questo comporta la negazione del diritto degl i ebrei ad una patria. Al fondo della questione mediorientale dobbiamo dunque chiederci se la costituzione di uno Stato nazionale ebraico abbia ragion d'essere.
Unico tra gli Stati nella storia, dopo persecuzioni millenarie, Israele coltivò l'illusione di potersi costruire una patria col denaro per acquistare la terra e con il riconoscimento internazionale, senza dover ricorrere a guerre di conquista. Una speranza presto dissolta.
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