Sette punti

sullo Stato d'Israele e i suoi diritti
  1. Lo Stato d'Israele
    Lo Stato d'Israele non è il frutto tardivo del colonialismo delle potenze occidentali, ma - al contrario - le sue difficoltà sono dovute al perdurare di atteggiamenti colonialistici europei che hanno favorito la nascita puramente strumentale di Stati arabi come Iraq, Siria, Giordania, Libano, Arabia Saudita, mentre hanno danneggiato la fondazione dello Stato ebraico.

  2. La legittimità dello Stato ebraico
    La legittimità nazionale dello Stato ebraico non nasce nel 1947 con la Risoluzione di spartizione 181 dell'Onu, ma nel 1920 con la Risoluzione di Sanremo stabilita dalle Potenze alleate vincitrici della Prima guerra mondiale.

  3. La Risoluzione di spartizione 181
    La Risoluzione di spartizione 181 dell'Onu non è la benevola dichiarazione che ha fatto nascere lo Stato d'Israele, ma - al contrario - è la malevola prevaricazione che ha causato l'illegale decurtazione di una parte consistente della terra che già apparteneva de jure allo Stato ebraico.

  4. L'Olocausto
    L'Olocausto non è la molla che ha spinto le nazioni, per rimorso e volontà di compensazione, a dare agli ebrei una nazione, ma - al contrario - è la tragedia che ha costretto l'Organizzazione Sionista e l'Agenzia Ebraica ad accettare, come sotto ricatto, la spartizione della loro terra perché era assolutamente urgente dare asilo alle migliaia di profughi ebrei scampati all'Olocausto che nessuno, a cominciare dalla Mandataria Gran Bretagna, voleva accogliere.

  5. Lo Stato palestinese
    Uno Stato palestinese, nel senso geografico del termine, esiste già, ed è lo Stato ebraico d'Israele. Uno Stato arabo palestinese non ha alcuna legittimità sulla terra che, fin dall'inizio delle trattative successive alla Prima guerra mondiale, è stata destinata dalle Potenze alleate vincitrici ad essere la sede della nazione ebraica.

  6. Il costituendo Stato arabo
    Il costituendo Stato arabo sulla Terra d'Israele non nasce con l'intenzione di vivere accanto allo Stato ebraico, ma - al contrario - con il solo scopo di arrivare a distruggerlo. Chi pensa di dar prova di moderazione parlando di "due stati per due popoli che vivano l'uno accanto all'altro in pace e sicurezza" contribuisce, che lo voglia o no, al raggiungimento dell'obiettivo arabo.

  7. Terra in cambio di pace?
    Per anni la politica d'Israele è stata "terra in cambio di pace". In realtà Israele ha ceduto "diritti in cambio di pace", e la pace non è arrivata. Né poteva arrivare per quella via, perché l'elemento primario del contendere non è la terra, ma il diritto. Tutti vedono la terra, ma per vedere dov'è il diritto bisogna leggere e studiare, se si vuole procedere secondo verità e giustizia. Se invece si vuole soltanto ottenere quello che si vuole con la forza e la real politik, studiare non serve: basta sparare, quando si può, e mentire, quando non si può. Ed è quello che fanno i nemici d'Israele.

Tutti questi punti possono essere sostenuti con argomenti storici e giuridici.