Inizio - Attualità »
Presentazione »
Approfondimenti »
Notizie archiviate »
Notiziari »
Arretrati »
Selezione in PDF »
Articoli vari»
Testimonianze »
Riflessioni »
Testi audio »
Libri »
Questionario »
Scrivici »
Notizie giugno 2012

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Terremoto: Israele dona a Mirandola quattro strutture mobili per neomamme

BOLOGNA, 29 giu - Lo Stato d'Israele dona a Mirandola quattro casette mobili che verranno utilizzate come ''Isola nido' per alcune neomamme delle aree terremotate ed i loro bambini, per creare un ambiente piu' confortevole rispetto alla tenda, e 50.000 euro. Questa donazione e' stata resa possibile grazie al generoso contributo del Signor Walter Arbib e del Keren Hayesod del Canada.
Per l'occasione sara' a Mirandola - lunedi' 2 luglio alle ore 9,15 presso ''Immagino area scuola media' di via Dorando Pietri - il vice premier di Israele e Ministro degli Esteri Avigdor Liberman, che ha ideato l'iniziativa. Il vice premier consegnera' anche una targa che verra' collocata nei locali destinati al percorso nascita dell'Ospedale di Mirandola, quando sara' ripristinato. Liberman incontrera' gli assessori regionali Paola Gazzolo e Giancarlo Muzzarelli.

(ASCA, 29 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rischio di attentati sul Golan

TEL AVIV, 29 giu - Israele ha elevato lo stato di allerta sulle alture occupate del Golan in seguito al deteriorarsi della situazione in Siria e a un relativo indebolimento delle forze armate regolari di Bashar al-Assad. Secondo la stampa odierna, l'intelligence di Israele ha notato l'''afflusso'' in Siria dall'Iraq e da altri Paesi di numerosi membri di gruppi estremisti sunniti, spesso legati ad al-Qaida e non esclude che una parte di essi possano tentare infiltrazioni nelle alture del Golan.

(ANSA, 29 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"Bravo Mario!" "Eccomi, mamma..."

Highslide JS
L'abbraccio dell'azzurro Mario Balotelli alla madre adottiva, la signora Silvia, ha coronato lo straordinario incontro con la Germania che apre all'Italia la finale degli Europei di calcio. Un'emozione per tutti gli italiani e un'emozione tutta speciale per gli ebrei italiani. Anche la redazione del Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it ha trascorso una serata con il fiato sospeso. In questi giorni è in distribuzione il numero di luglio di "Pagine Ebraiche" che scommette proprio su Balotelli nella fotonotizia di prima pagina, mostrando il calciatore alla vigilia degli Europei durante il suo viaggio della Memoria nel campo di sterminio di Auschwitz. "Mario Balotelli - si legge nel testo che accompagna l'immagine - cammina lungo le strade della Memoria nel corso della visita della Nazionale azzurra al campo di Auschwitz. Il simbolo dell'impegno di un cittadino che raccoglie in sé l'esperienza dell'immigrazione, dell'accettazione e del successo. Ma anche un omaggio alla madre adottiva, l'ebrea italiana che lo accolse bambino e la cui famiglia soffrì negli anni bui della Shoah".

(Notiziario Ucei, 29 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'antiebraismo cattolico sopito dal Vaticano II

di Francesco Margiotta Broglio

Il mese scorso Benedetto XVI ha riaffermato che il Vaticano II «non solo ha preso una posizione chiara contro tutte le forme di antisemitismo, ma ha gettato le basi per una nuova valutazione teologica del rapporto Chiesa-ebraismo», mentre, qualche giorno dopo, il cardinale Koch, presidente della Commissione per i rapporti con l'ebraismo, ha dichiarato che nel mondo di oggi «la piaga dell'antisemitismo sembra inestirpabile», che la Chiesa ha l'obbligo di «denunciare l'antigiudaismo e il marcionismo come tradimento della stessa fede cristiana» e che «il negazionismo non è ammissibile nella Chiesa, ma anche in una onesta visione storica».
   Posizioni molto chiare, ben diverse da quelle del cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra oggetto dell'analisi originale e, per alcuni aspetti pionieristica, di Elena Mazzini (L'antiebraismo cattolico dopo la Shoah, Viella, 2012, pp. 200, 25), che si affianca ai volumi di Zanini e di Di Figlia dei quali il «Corriere» ha già parlato (29 aprile e 15 maggio). Un'analisi che conferma che, se per gli anni della guerra si deve parlare di «rimozione psicologica» e di invisibilità di Auschwitz, per quelli del dopoguerra si deve riconoscere che la memoria dell'Olocausto è rimasta sostanzialmente marginale fino al processo Eichmann (1961) e alla guerra dei Sei giorni (1967) (Laqueur, Traverso). E dimostra che la Chiesa di Roma non sfugge fino al Concilio alla tentazione neo-antisemita: l'ebreo del genocidio diventa gradualmente sionista e israeliano grazie al comodo alibi che camuffa il razzismo da questione di politica internazionale. E non sfugge a quella rimozione delle leggi del 1938 che anche per la Santa Sede erano rimaste una «memoria estremamente imbarazzante», che non veniva integrata in quella della Shoah (A. Foa).
   L'autrice isola e discute i momenti che segnano continuità e discontinuità storiche della tradizione antiebraica cattolica esaminando per gli anni Cinquanta l'«Enciclopedia cattolica» e la «Civiltà Cattolica». Tra i lemmi della prima (razzismo, genocidio, ebrei, Israele, sionismo, antisemitismo) fa notare che solo nell'ultima voce una sola riga, «più allusiva che storicamente determinata», è dedicata alla Shoah e che se vi si legge che «l'antisemitismo… è contrario alla morale cristiana e comporta gravi pericoli per la fede», vi si osserva anche che «è lecito un antisemitismo nel campo delle idee, volto alla vigile tutela del patrimonio… della cristianità». Le interpretazioni della seconda, nota per la propaganda antisemita tra fine '800 e primi decenni del '900, si segnalano essenzialmente per la strenua difesa di Pio XII messo in discussione, negli anni Sessanta, da «Il Vicario» e da una serie di opere storiche: certo è che l'attenzione riservata alla Dichiarazione conciliare che segnò la svolta nel rapporto con l'ebraismo fu del tutto esigua.
   Particolarmente riuscito lo studio pionieristico della «letteratura del pellegrinaggio» degli anni Cinquanta e Sessanta — essenzialmente diari e testimonianze di ecclesiastici che utilizzano «stereotipie dell'antiebraismo per decifrare lo Stato d'Israele» e che, in alcuni casi, trasformano in antisionismo il tradizionale antisemitismo, evitando ogni riferimento allo Stato, ma richiamando spesso il conflitto arabo-israeliano. Seguono l'analisi del viaggio di Paolo VI in Terra Santa e dei commenti sulla stampa ebraica, lo studio dei riflessi della conciliare «Nostra Aetate» nella stampa cattolica (aperture religiose e dinieghi politici, con le posizioni anticonciliari del vescovo Carli) e della sua «ricezione» nella stampa ebraica. Per la Mazzini anche la «Nostra Aetate» non ha consentito una riflessione «incisiva e matura sull'antisemitismo cattolico» fino a quando la Chiesa non ha sciolto «il problema della sua posizione nei confronti di Israele». Un problema che resta, comunque, irrisolto per il molto che riguarda Gerusalemme e i Luoghi Santi, e che se ha mutato la retorica dell'antisemitismo, non ne ha completamente rimosso tutti i profili sistematici.

(Corriere della Sera, 29 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sfilano le sopravvissute all'Olocausto: è polemica

Un Concorso di bellezza sta suscitando grandi polemiche in Israele. Il contest non è qualsiasi: a partecipare all'evento sono state 300 donne dai 74 ai 79 anni sopravvissute all'Olocausto di cui 14 sono state selezionate da una giuria per entrare in finale. Gli organizzatori travolti dalle critiche, hanno dichiarato che il concorso era una celebrazione della vita e un omaggio alle circa 200mila persone segnate dalle tragiche esperienze della seconda guerra mondiale che vivono in Israele. Ma secondo i detrattori giudicare donne che hanno sofferto così tanto in base al loro aspetto fisico è inappropriato e perfino offensivo. "Per me suona come una cosa macabra", ha affermato Colette Avital, presidente di un gruppo israeliano che rappresenta i sopravvissuti all'Olocausto. L'organizzatore Shimon Sabag ha respinto le critiche, affermando che le vincitrici sono state selezionate in base alle loro storie personali di sopravvivenza e della vita dopo la guerra, mentre la bellezza fisica è stata solo un piccolo elemento della competizione.
"Stanno bene insieme, si sono divertite e ridevano durante le prove", ha detto Sabag. "Il fatto che così tante persone hanno voluto partecipare dimostra che è stata una buona idea". Alla cerimonia ufficiale che ha accompagnato la finale del concorso hanno partecipato circa 600 persone, tra cui due ministri del governo israeliano, Moshe Kahlon e Yossi Peled, lui stesso sopravvissuto all'Olocausto
"Ho il privilegio di mostrare al mondo che Hitler voleva sterminarci e invece noi siamo vivi, ci godiamo la vita", ha detto una delle finaliste, la 74enne Esther Libber, che da bambina fuggì dalla sua casa in Polonia, si nascose in un bosco e fu salvata da una donna polacca. Tutti i membri della sua famiglia furono uccisi. La vincitrice del concorso, la 79enne Hava Hershkovitz, è stata selezionata da una giuria composta da tre ex reginette di bellezza e uno psichiatra geriatrico specializzato nel trattamento dei sopravvissuti all'Olocausto. La Hershkovitz fu cacciata via dalla sua casa in Romania nel 1941 e passò tre anni in un campo di detenzione sovietico. "Sono molto orgogliosa di lei perché è la più bella donna in questa sala", ha commentato la nipote, Keren Hazan.

(la Repubblica, 29 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Egitto - 15 anni di prigione a un ex ministro per la vendita di gas a Israele

MILANO - Un ex ministro egiziano del petrolio, Sameh Fahmi, e l'uomo d'affari Hussein Salem sono stati condannati a 15 anni di prigione ciscuno nell'affare relativo alla vendita di gas naturale a Israele ad un prezzo inferiore a quello di mercato. La condanna e' stata emessa dal Tribunale criminale del Cairo
Cinque alti responsabili dell'Alta autorita' egiziana per il petrolio e gas sono stati condannati a pene dai 3 ai 10 anni, ha riferito una fonte all'agenzia Afp. Sono accusati di aver "esportato del gas verso Israele a prezzi inferiori a quelli del mercato internazionale, a detrimento dei fondi pubblici". L'Egitto ha deciso in aprile di rivedere tutti gli accordi di fornitura di gas, compreso con Israele, i cui contrattin di acquisto conclusi sotto l'ex presidente Hosni Mubarak erano molto criticati dall'opposizione. Secondo le stime, l'Egitto fornisce il 40% di gas consumato da Israele.

(Il Sole 24 Ore, 28 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Diminuiscono i cristiani a Gerusalemme?

Sergio Romano dice di sì, Emanuel Segre Amar dice di no e glielo scrive. Il noto articolista del Corriere della Sera allora risponde, ma lo fa usando la collaudata tecnica del "menare il can per l'aia". Alla fine però deve ammettere: sì, dal mondo arabo i cristiani fuggono, da Gerusalemme no.

La lettera del giorno

(Notizie su Israele, 28 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il deputato antisemita scopre di essere ebreo

Csanad Szegedi, europarlamentare ungherese del partito Jobbik, confessa le sue origini in una demenziale intervista: "Sono sconvolto, è una cosa difficile da accettare".

  
Csanad Szegedi
Noto agli ungheresi (e non solo) per le posizioni ultranazionaliste e ferocemente antisemite (una volta si presentò a Strasburgo vestito con l'uniforme della Guardia repubblicana magiara che durante la Seconda guerra mondiale spediva gli ebrei nei campi di sterminio), l'eurodeputato di estrema destra Csanad Szegedi ha dovuto confessare di aver fatto una sconcertante scoperta, una scoperta che gli ha cambiato la vita: le sue origini sono senza alcun dubbio ebraiche.
Sua nonna, Magoldna Klein, era chiaramente un'ebrea sopravvissuta dell'Olocausto e, quando ha iniziato la sua carriera di politico populista e xenofobo, non poteva non saperlo, ironizzano oggi i blog antirazzisti ungheresi, particolarmente allegri per questa grottesca nemesi.
"Non dico che la cosa non mia abbia sconvolto, ci vorrà un po' di tempo per digerirlo", ha http://www.globalist.it/QFC/NEWS_48879.jpg dichiarato in un'intervista tra l'inquietante e il demenziale rilasciata al quotidiano Barikad per poi arrendersi all'evidenza: "In ogni caso penso che essere ungherese significhi avere una certa responsabilità verso la patria e non una questione di razza". Peccato che recentemente un suo collega di partito (lo Jobbik) aveva conquistato i primi titoli dei giornali per essersi sottoposto a un test genetico(sic) che dimostrava come nelle sue vene non scorresse sangue "ebraico o Rom", ma solo sangue ungherese.
Come ha giustamente commentato il giornale on line Index.hu: "La morale di questa storia è che la stupidità non è legata al patrimonio genetico".

(globalist, 28 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Hamas critica Putin per la visita al Muro del Pianto

Aspre critiche da Hamas al presidente russo Vladimir Putin per la sua visita di due giorni fa al Muro del Pianto di Gerusalemme.
Secondo Sami Abu Zuhri, un portavoce di Hamas a Gaza, Putin "ha falsificato la Storia quando ha affermato che in quelle pietre è incisa la Storia ebraica": un riferimento alla convinzione degli archeologi che si tratti di un residuo perimetrale del Tempio di Gerusalemme distrutto dai Romani nel 70 d.C.
In realtà il "Muro Buraq", ha aggiunto Abu Zuhri (utilizzando il termine islamico), fa parte della Moschea al-Aqsa e dunque Putin "dovrebbe correggere le proprie affermazioni... ingiuste nei confronti dei diritti del popolo palestinese alla propria terra e ai propri Luoghi sacri".
La visita notturna di Putin al Muro del Pianto e ai suoi tunnel vicini (accompagnato fra l'altro dal rabbino capo degli ebrei russi) ha molto irritato anche il Movimento islamico in Israele, che ha stigmatizzato "le posizioni viscide e volgari a favore del regime israeliano giunte dall'orso russo, dopo che questi si è macchiato del sangue della nostra gente in Siria".

(ticinonews, 28 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Vice primo ministro di Israele in visita a San Marino

Franco Cavalli, San Marino Oggi: Il vice primo ministro di Israele sale sul Titano e pianta un ulivo / Mularoni: "Rapporti diplomatici molto buoni, contiamo di intensificare le relazioni"
Sarà una San Marino blindata quella che ospiterà il prossimo 2 luglio il vice primo ministro, nonché ministro degli Esteri di Israele Avigdor Lieberman. Si tratta di una visita ufficiale prestigiosa per San Marino che dovrà accogliere l'ospite garantendo massime misure di sicurezza. Da questo punto di vista è facile il paragone con quanto messo in atto l'anno scorso con la visita di Papa Benedetto XVI.
A parte comunque i rigorosi controlli e procedure di sicurezza, affidate anche agli stessi servizi israeliani e anche alle forze di polizia italiane, quello che è più importante è l'alto valore di una visita di questo livello. San Marino infatti punta a intesificare i rapporti con Israele, come conferma il segretario di stato agli Esteri, Antonella Mularoni. "I rapporti diplomatici tra i nostri due paesi sono molto buoni e con questo scambio di visite contiamo di intensificare le relazioni anche sul piano economico".
La visita di Lieberman infatti, segue quella altrettanto ufficiale avvenuta nell'ottobre scorso proprio in Israele, da parte del segretario Mularoni.

(Libertas.SM, 28 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Verso un boom dell’emigrazione di ebrei italiani in Israele

Atteso un picco nel 2012

di Massimo Lomonaco

GERUSALEMME - Il 2012 puo' essere l'anno boom dell'emigrazione ebraica italiana in Israele: se saranno confermati i dati dei primi cinque mesi, a fine anno saranno 200 gli ebrei italiani ad essere emigrati in Israele. Piccoli numeri, significativi tuttavia non solo in rapporto alla popolazione italiana piu' complessiva ma anche per motivi legati all'impatto dell'attuale crisi economica sul tessuto della societa' italiana.
Il dato e' stato rivelato dal demografo Sergio Della Pergola all'apertura a Gerusalemme della Conferenza 'L'Italia, gli italkim, e Israele', una sorta di proseguimento ideale del convegno organizzato lo scorso anno sul contributo degli ebrei italiani all'Unita' nazionale. Questa volta ad essere sotto la lente di ingrandimento e' stato l'apporto alla creazione e allo sviluppo di Israele da parte degli ebrei di origine italiana (gli Italkim appunto) stimati da Della Pergola in circa 15 mila che possono diventare oltre 25.000 se si comprende tutto il bacino in qualche modo legato all'Italia. Una emigrazione - va detto subito - ''qualificata'' che, nel corso della sua storia, ha visto la preminenza in alcuni settori della vita sociale ebraica come la scienze giuridiche con Guido Tedeschi, quelle demografiche con Riccardo Bachi, le scienze e altri campi.
Organizzata dalla Hevra' Yehudei Italia (la comunita' di origine italiana), dall'Ambasciata italiana, dall'Istituto italiano di cultura e con la partecipazione della Regione Puglia, la Conferenza (che chiude domani) ha scandagliato il contributo degli italkim, ispirato - e' stato detto da Simonetta Della Seta, esperto per gli affari culturali dell'Ambasciata - ad una concezione mazziniana del prevalere dei ''doveri sui diritti''.
Paradigmatica, ad esempio ma non solo, la vicenda politica di Enzo Sereni, ideologo del sionismo.
''In aumento gia' da alcuni anni - ha osservato Della Pergola, uno dei maggiori demografi israeliani - l'affluenza degli ebrei italiani ha avuto nel passato due picchi: dopo le Leggi Razziali del 1938 e dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967. Fenomeni che riguardano la societa' italiana e non Israele: il primo largamente spiegabile con il tradimento nazionale nei confronti di una minoranza italiana da sempre; il secondo invece interpretabile con il disagio degli ebrei italiani di fronte ad un mutato atteggiamento dell'opinione pubblica nei confronti di Israele in quel periodo''. Della Pergola ha ricordato a questo proposito episodi come l'attentato alla Sinagoga di Roma, la deposizione di una bara davanti il Tempio durante un corteo sindacale contro la guerra, la responsabilita' e le scelte dei media. ''Insomma - ha detto nel suo intervento il Direttore di Rcs libri Paolo Mieli, che si e' trovato d'accordo con Della Pergola - non si trattava piu' dell'obiezione politica nei confronti di Israele, c'era qualcosa di altro''. Oggi la motivazione sembra diversa e piu' legata, oltre ai motivi ideali, alla crisi. Ma - ha avvertito sempre Della Pergola - ''fenomeni come quello di Grillo possono suscitare insicurezza, portare ad avvertire 'cose gia' viste', pur con tutta la prudenza del caso''. Mieli (la Fondazione del Corsera ha pubblicato gli Atti del precedente convegno, presentati oggi) ha rimarcato la ''forte spinta propulsiva'' dell'ebraismo italiano; non e' un caso, ha aggiunto, che stando ai numeri la presenza degli ebrei di origine italiana in Israele sia quasi pari al numero di quelli residenti in Italia.

(ANSA, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ciligie israeliane a Teheran

ciliegie   
Saranno del nemico, ma sono così buone. Devono aver pensato questo i commercianti del mercato ortofrutticolo di Teheran quando hanno messo sui banchi quelle belle ciliegie rosse, Made in Israel. E sono andate via in un baleno, nonostante costassero 4500 toman al chilo, cioè un po' più di due euro. Il ministero del Commercio estero iraniano affronta questo grave caso politico negando che esista un qualsiasi tipo di scambio con il paese che il presidente Ahmadinejad promette di estirpare "come un cancro dal mondo", ma è un fatto che mele, arance e ciliegie Made in Israel sono arrivate quest'anno in gran quantità nei mercati di Teheran. Il ministero ammette però di non essere in grado di controllare tutta la filiera che fa arrivare i prodotti agricoli di importazione in Iran; nel 2009 per esempio sempre a Tehran scoppiò uno scandalo per le arance vendute al mercato con l'adesivo Made In Israel ben evidente sulla buccia. I ben informati dicono che lo "scambio commerciale segreto" fra Israele e Iran - due Paesi che sembrano sull'orlo della guerra - ammonti a diverse decine di milioni dollari l'anno e riguardi soprattutto sementi e prodotti per l'agricoltura. Teheran infatti compra apprezzati sistemi di desalinizzazione e di irrigamento agricolo Made in Israel con il sistema delle triangolazioni attraverso il mercato turco, dove le etichette delle attrezzature in ebraico vengono sostituite prima essere imballate di nuovo e inviate alla destinazione finale.

(la Repubblica, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Fiamma Nirenstein promuove un convegno sull'antisemitismo al Consiglio d'Europa

STRASBURGO, 27 giu - A Strasburgo durante i lavori dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, giovedì 28 giugno dalle 13,00 alle 14,00 ospitato dalla delegazione italiana, si svolgerà il seminario "The longest hatred" dedicato al tema dell'antisemitismo in Europa. L'analisi svolta dai maggiori studiosi del nostro tempo, i professori Robert Wistrich dell'Università' di Gerusalemme e Shmuel Trigano dell'Università di Parigi, e' mossa dall'intento di trovare strade sempre migliori per combattere L'odio più antico. "Credo che questa conferenza sia moralmente indispensabile proprio per le caratteristiche specifiche del Consiglio d'Europa. - spiega l'On. Nirenstein, Vice Presidenre della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, membro della delegazione italiana al CoE e promotrice dell'evento - Penso anche che il tema sia divenuto urgente, specie dopo le conclusioni non scontate del comitato d'indagine della Camera sull'antisemitismo italiano, il grido di allarme dell'OSCE e dell'ICCA (Interparlamentary Coalition for Combating Antisemitism), e specialmente dopo la strage di Tolosa. Sono sempre in crescita gli attacchi a persone e siti ebraici in un continente che, proprio per il suo passato, dovrebbe essere immune a questa forma di odio genocida". Lo comunica la deputata Pdl in una nota.

(AgenParl, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Scolanova, sarà rinnovata la concessione agli ebrei di Trani

A settembre la settimana d'arte, cultura e letteratura ebraica

Incontro a Palazzo di città tra la nuova amministrazione comunale (il sindaco Gigi Riserbato e l'assessore alla cultura Salvatore Nardò) ed una nutrita delegazione della comunità ebraica, composta da Shalom Bahbout (rabbino capo di Napoli e dell'Italia Meridionale), Pier Luigi Campagnano (presidente della Comunità ebraica di Napoli), Francesco Lotoro (responsabile della attività culturali della comunità ebraica di Trani e Puglia), Guido Regina (fondatore della comunità ebraica di Trani) e Dov Holzer (delegato di sezione). Motivo dell'incontro, la discussione del rinnovo della concessione della Sinagoga di Scolanova alla comunità ebraica, scaduta lo scorso anno ed affidata in proroga alla comunità in attesa della definizione del nuovo protocollo. Il sindaco di Trani ha manifestato la piena disponibilità dell'amministrazione a proseguire e rafforzare i rapporti con l'attivissima comunità tranese.
Barra dritta dunque per definire in tempi rapidi i dettagli del protocollo. All'orizzonte c'è già una data per firmare la nuova convenzione: il 2 settembre, giornata europea della cultura ebraica ed inizio della Lech Lechà, la settimana di arte, cultura e letteratura ebraica che si svolgerà in contemporanea in 10 città pugliesi e che vivrà a Trani gli eventi più significativi con la presenza di autorevoli esponenti dell'ebraismo internazionale.

(TraniWeb, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Germania - La circoncisione religiosa è reato

Insorge il Consiglio ebraico dopo la sentenza del Tribunale di Colonia

BERLINO, 27 giu. - La circoncisione di un bambino motivata da convinzioni religiose è un reato, è una lesione corporale passibile di condanna. Fa già discutere la sentenza del tribunale di Colonia che ieri ha stabilito che "il corpo di un bambino viene modificato in modo duraturo e irreversibile con la circoncisione".
Il Consiglio centrale degli ebrei di Germania ha reagito immediatamente alla sentenza, giudicando che si tratta di un "intervento gravissimo e senza precedenti nelle prerogative delle comunità religiose". La circoncisione "è un elemento essenziale della religione ebraica ed è praticato da migliaia di anni ovunque nel mondo", ha sottolineato il presidente del Consiglio, Dieter Graumann.
Secondo il tribunale di Colonia invece la circoncisione "è contraria all'interesse del bambino che dovrà decidere più tardi e consapevolmente della sua appartenenza religiosa", si legge nelle motivazioni della sentenza. "Il diritto del bambino alla sua integrità fisica" quindi "deve prevalere sul diritto dei genitori" in materia di educazione e di libertà religiosa. La sentenza del tribunale di Colonia riguarda un caso specifico, ma è destinata a fare giurisprudenza.
In Germania la circoncisione riguarda prevalentemente ebrei e musulmani. Ogni anno viene praticata su decine di migliaia di bambini su richiesta dei loro genitori. Nella religione ebraica l'intervento viene praticato entro l'ottavo giorni di vita.
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità nel mondo viene circonciso il 30% dei maschi sotto i 15 anni. Negli Stati Uniti l'intervento viene praticato quasi sistematicamente per motivi di igiene corporale.

(TMNews, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il futuro di Israele secondo Eric Schmidt

Essendo presidente del consiglio di amministrazione di Google, Eric Schmidt non poteva che guardare al futuro di Israele da un punto di vista tecnologico, e a suo dire avrà anche un forte impatto a livello mondiale.

Eric Schmidt
Al termine della sua visita in Israele della scorsa settimana, il presidente di Google, Eric Schmidt ha postato alcune riflessioni sul suo profilo Google+.
"Dopo un lungo viaggio attraverso i focolai di crisi in Asia, in Israele ho trovato un'atmosfera più rilassata, si sentiva molto tranquilla, molto simile alla Silicon Valley" ha scritto Schmidt nel suo post "Non voglio commentare la storia, il conflitto o le visioni opposte che esistono in questa regine, sono peraltro temi ben noti, o almeno ben coperti, anche se poco conosciuti. Visitare la piccola Città Vecchia di Gerusalemme, di importanza cruciale per tre religioni del mondo, è importante per capire perché le persone hanno combattuto nel corso dei secoli per questa terra"
"Israele ha poche risorse naturali e circa la metà del suo PIL è prodotto da imprese orientate all'esportazione. Il paese è semplicemente troppo piccolo e ha poche opportunità di collaborare nel commercio tradizionale con i suoi vicini. Israele è diventato uno snodo importante per l'high tech. Google ha importanti attività di ingegneria e di gestione vendite in Israele, i cui risultati sono sicuramente di livello mondiale"
Grazie alla ricerca universitaria e scientifica, sostenuta dal comparto militare, ha proseguito Eric Schmidt, Israele ha saputo sfruttare l'alta tecnologia come motore per l'innovazione. "Le particolari condizioni di sicurezza possono effettivamente aiutare il mondo dell'impresa, perché, come alcuni ci hanno raccontato, è diffuso un approccio del "vivere per l'oggi" in base al quale gli imprenditori sono più inclini ad assumersi rischi respetto agli altri paesi".
"Da piccolo paese Israele avrà un impatto di grandi dimensioni nella prossima fase dell'evoluzione delle tecnologie che tutti utilizziamo". Il livello di istruzione, ha concluso Schmidt, è ottimo anche se ci sono margini di miglioramento soprattutto nella collaborazione con l'esercito.

(Il Journal, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Visite guidate alla scoperta dei luoghi ebraici ad Acqui Terme

di Giovanna Galliano

ACQUI TERME - Da venerdì 6 luglio riprendono le visite guidate sull' itinerario Ebraico, volte a far conoscere i luoghi dell'ebraicità acquese, da quest'anno contrassegnati anche da indicatori stradali a tema installati dal Comune.
Le visite verranno effettuate ogni venerdì pomeriggio, fino al 28 settembre, dalle ore 16.30 alle 18.00 previa una prenotazione all'ufficio IAT (Informazione ed Accoglienza Turistica). L'itinerario, con partenza dallo IAT - palazzo Robellini, piazza Levi prevede la visita dell'ex-ghetto, oggi piazza Bollente, il centro storico - già sede di abitazioni e negozi della Comunità ebraica acquese e il cimitero. L'itinerario scelto è occasione di accostare fonti storiche di prima mano che favoriranno conoscenze approfondite della cultura e della storia ebraica e acquese.
Il 2 settembre prossimo, XII Giornata della Cultura Ebraica, sarà allestita alla Torre civica la mostra della Sinagoga: come fu, fino alla distruzione avvenuta nel 1971: l'architettura, la struttura, arredi ed oggetti preziosi oggi in Israele e ad Alessandria.". Per informazioni e prenotazioni tel. IAT 0144 322142

(acquese.it, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Accordo di cooperazione energetica tra Israele e Canada

TEL AVIV, 27 giu. - Canada e Israele hanno firmato un accordo di cooperazione energetica che permettera' una piu' stretta collaborazione nei progetti di sviluppo delle risorse e nella ricerca sulle fonti rinnovabili. Hanno firmato l'accordo il Ministro del Canada per le Risorse Naturali, Joe Oliver, e il corrispettivo israeliano, Uzi Landau, a Tel Aviv. Durante gli incontri precedenti la firma, le parti hanno discusso la possibilita' di cooperare nello sviluppo dei depositi di petrolio e gas non convenzionale recentemente scoperti in Israele. Secondo le stime del World Energy Council, infatti, il bacino di Shfela (sud-ovest di Gerusalemme) dovrebbe contenere fino a 250 miliardi di barili di shale oil mentre l'offshore israeliano supererebbe i 16 trilioni di piedi cubi di depositi di gas non convenzionale.

(AGI, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ferrara incontra Gerusalemme

Iniziativa del Comitato Dante Alighieri sostenuta da Provincia e Comune di Ferrara

  
Giovedì 28 giugno arriva a Ferrara una rappresentanza della Società Dante Alighieri di Gerusalemme. Scopo della visita è approfondire la conoscenza del patrimonio storico ebraico locale e le memorie di una comunità tra le più antiche d'Italia.
La visita rientra in un programma, promosso da Apt servizi, che porterà la delegazione di circa 50 persone, accompagnata dal presidente del comitato, David Patsi, a conoscere le città e i borghi dell'Emilia Romagna.
Il soggiorno ferrarese prevede nella mattinata la visita alla Sinagoga, al Ghetto, al museo e al cimitero ebraico, guidati dal Rabbino Luciano Caro, mentre nel pomeriggio in programma c'è il Castello Estense e la città rinascimentale.
L'iniziativa, che vede coinvolto il Comitato Dante Alighieri locale, è stata sostenuta da Provincia e Comune capoluogo, che ne hanno riconosciuto l'alto valore promozionale.
La visita, infatti, apre un programma culturale più ampio, che comprenderà un convegno e conferenze per far conoscere a Gerusalemme la città di Ferrara e l'Emilia Romagna.
Un secondo step della manifestazione dal titolo: "Gerusalemme incontra l'Alto Adige", prevede l'avvicinamento con la realtà culturale, storica e artistica della Provincia di Bolzano, con l'apertura di un canale di rapporti che prevede l'arrivo costante in Alto Adige di visitatori israeliani.
Le relazioni finora intrattenute prevedono che una prima delegazione di circa 50 persone giunga da Israele per visitare Ferrara e provincia, con un programma di nove giorni di permanenza.
"La presenza nella nostra città di una delegazione israeliana - dice l'assessore provinciale al Turismo, Davide Bellotti - nasce da un accordo culturale organizzato dall'Associazione Dante Alighieri e dall'impegno della sua presidente Gioia Pace".

(estense.com, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Su Grillo, Israele e il suocero iraniano

di Dimitri Buffa

"Ahmadinejad bbuono, Israele no bbuono". Per dirla alla Andy Luotto, se il comico Beppe Grillo dovesse mai andare al governo, questa sarebbe la sua welt und schauung. Grande consigliere il suocero iraniano Parvez Tajdik.
   Che sta alla politica estera grillina come Roberto Casaleggio sta a quella interna. Tutto il peggio del complottismo e delle leggende metropolitane riunite in un partito e in un programma elettorale: no tav, no inceneritori e adesso anche "no Israele". Insomma un bel problema per il nostro paese, uno dei tanti in cui ci ha spinto la politica degli annunci, della disonestà intellettuale, della prepotenza e degli imbrogli in malafede. Tanto del centro destra quanto del centro sinistra. Ed è bene che la gente lo sappia prima di votare per Grillo in Parlamento con percentuali, dicono i sondaggi, che superano il 20 per cento. A far scoprire le carte a Grillo è stato il giornalista israeliano Menachen Ganz, corrispondente da Roma per Yedioth Aronoth. In un'intervista riportata per sommi capi l'altro ieri da Francesco Battistini sul Corriere della Sera, il comico genovese non si fa pregare per mostrare tutto il proprio repertorio in materia di politica estera. Alcune cose collidono non solo con la logica ma persino con la ragione.
   Ad esempio Ganz fa ribadire al comico genovese un'affermazione, meglio un pezzo da circo, che lui spesso ripete durante i propri comizi show itineranti: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa».
   Si tratta oviamente di una falsità grossa come una casa: Memri, di Itamar Marcus, è un'agenzia di monitoraggio di tutto quanto viene scritto, pubblicato e trasmesso nella stampa e nella tv araba, persiana, turca, indonesiana e in genere di tutti i paesi islamici. Magari la gente conoscesse le cose per come le riporta Memri.
   In realtà Memri fa un servizio di contro informazione.
   E quanto alle traduzioni, mettendo Memri, per quel che riguarda i giornali il testo originale a fronte e per quanto riguarda le tv i sottotitoli, è veramente difficile ingannare il prossimo. Chiunque conosca la lingua originale può fare i dovuti raffronti. In realtà noi conosciamo quello che accade in Israele e nei territori gestiti da Hamas e dalla Anp solo per le cronache di giornali, agenzie di stampa, radio e tv che privilegiano le fonti palestinesi, che chiamano "miliziani" i terroristi e che non fanno distinzione tra un guerrigliero di Hamas ucciso in una rappresaglia e un bambino israeliano ammazzato in un attentato suicida. Per non parlare del modo "militante" con cui vengono trattati nell'informazione i bambini palestinesi usati come scudi umani. Ma a parte Memri, preoccupa la vicinanza all'Iran di Ahmadinejad della famiglia della moglie di Grillo, Parvin Tadjik. Ganz nel suo articolo sostiene che se Grillo vince sarà il suocero a decidere la politica estera in Medio Oriente. E il suocero è un ammiratore di Ahmadinejad. Le frasi di Grillo riportate dal "Corriere", riguardo all'intervista pubblicata su "Yedioth Aronot", fanno rabbrividire: «I massacri in Siria? Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se si tratti d'agenti infiltrati nel paese». «L'Iran di Ahmadinejad? Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo».
   E siamo ancora in tempo per capire cosa ci aspetta se, presi dal "cupio dissolvi" per una politica i cui esponenti meriterebbero di essere bastonati tre volte al dì, prima e dopo i pasti, nella cabina facessimo l'errore di votare per il Movimento cinque stelle.

(l'Opinione, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Olimpiadi - Il Coni ricorderà le vittime di Monaco '72

Sono molto soddisfatto e orgoglioso di essere rappresentato da persone come il presidente Petrucci. È una lettera bellissima che esprime vicinanza, condivisione di ideali, spirito olimpico e sono pronto a mettermi a disposizione". Vittorio Pavoncello, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente del Maccabi Italia, commenta così la lettera di risposta appena inviatagli dal presidente del Coni Gianni Petrucci a proposito della sua richiesta di impegno da parte dello sport italiano affinché, alle prossime Olimpiadi di Londra, siano ricordate in forma solenne le undici vittime israeliane cadute sotto il fuoco del terrorismo palestinese ai Giochi di Monaco. Una richiesta che è stata immediatamente accolta con la speranza, a partire da quei tragici fatti, dalla condivisione di un crimine che deve essere necessariamente avvertito come tale da tutta l'umanità senza confini di nazionalità, cultura e religione, di scrivere assieme nuove pagine "di sport e di pace". "Caro presidente Pavoncello - scrive Petrucci - ricordare e commemorare gli undici membri israeliani della famiglia olimpica che persero la vita a seguito dell'attacco terroristico al Villaggio Olimpico di Monaco '72 è un dovere dello sport italiano che sarà a Londra a difendere il tricolore ma anche i valori universali degli ideali olimpici". Il 6 agosto la delegazione azzurra sarà così presente alla cerimonia ufficiale organizzata dal Comitato israeliano al Guildhall, prestigiosa sede di rappresentanza della municipalità londinese, alla presenza tra gli altri del presidente del CIO Jacques Rogge. È poi in fase di definizione un ulteriore omaggio in forma 'privata'. Le ipotesi sono due: accompagnare una rappresentanza di atleti, tecnici e dirigenti alla sinagoga di Londra oppure far visita, negli uffici del Villaggio Olimpico, ai compagni d'avventura a cinque cerchi della federazione israeliana.

(Notiziario Ucei, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rassegna stampa su Israele

di Emanuel Segre Amar

Islamismo "moderato" di Morsi è il sottotitolo corretto del Corriere per un perfetto articolo di Bernard Henry Lévy; la battaglia non è finita per coloro che credono ancora nella rivoluzione di Tahrir. I Fratelli Musulmani non sono un'organizzazione democratica. Henry Lévy ricorda opportunamente la fondazione del partito per opera del filo hitleriano Hassan al-Banna, e, soprattutto, ricorda le parole dell'attuale leader al-Qaradawi, maestro tra l'altro di Tariq Ramadan, che nel 2009 ad al-Jazeera presentò Hitler come l'ultimo nato dei rappresentanti di Allah che vengono sulla terra per "punire" gli "ebrei". Oggi Morsi vuole creare un nuovo asse con l'Iran e con Hamas. Tutto questo si legge nell'articolo del quale raccomando la lettura per coloro che vogliono capire cosa sta succedendo al Cairo. L'autore tuttavia si dimostra, per lo meno, non pessimista, ricordando che tutte le grandi rivoluzioni sono sempre state lunghe e con fasi alterne.
   Gilberto Mastromatteo sulle pagine di Avvenire riporta i primi annunci del neo presidente che cerca, con la nomina come propri vice di una donna e di un copto, di tranquillizzare l'Occidente e gli avversari tutti. Per contro la possibile nomina di El Baradei a primo ministro dimostrerebbero proprio il riavvicinamento agli ayatollah del quale parla appunto Henry Lévy. Intanto la Corte Amministrativa inizia già ad annullare recentissimi decreti voluti dai militari; lo scontro sembra essere iniziato. Conseguenza di questo clima la si ritrova nelle parole di Alberto Stabile che su Repubblica ci racconta delle fughe dall'Egitto di tanti personaggi: ieri Shafiq, appena sconfitto da Morsi, è partito per Abu Dhabi per le accuse di corruzione subito partite contro di lui, ma prima erano già andati via personaggi come Suleiman, Boutros Ghali, il consuocero di Mubarak Magdi Rasekh e il fondatore della Mediterranean Gas Company Hussein Salem. Fausto Biloslavo sulle pagine del Giornale si interessa alla moglie del presidente che velata (novità nel palazzo presidenziale del Cairo) dichiara che "chi comanda è servitore del popolo come la moglie lo è del marito"; parole queste che, al momento, non sembrano colpire le femministe occidentali, pur tanto attente a quanto succede in Medio Oriente.
   La vicenda dell'aereo turco abbattuto dalla contraerea siriana e caduto nei mari siriani è argomento ripreso da tutti i quotidiani. Vittorio E. Parsi su Avvenire scrive che la Nato si è riunita d'urgenza (fatto rarissimo che non succedeva dall'epoca di Saddam), ma Rasmussen si è limitato a parole di circostanza, dal momento che l'alleanza militare non ha né i mezzi né l'intenzione di andare al di là di qualche dichiarazione di principio. Dopo il fallimento della missione di Kofi Annan e di quella degli osservatori dell'ONU che dovevano controllare la tregua (sic), l'unica soluzione non potrà venire che dall'interno, ma questo chissà quando. Federico Rampini su Repubblica aggiunge che si vorrebbe organizzare per il prossimo fine settimana un incontro a Ginevra tra tutte le parti interessate, ma se la Russia ha già dato il proprio accordo, gli USA rifiutano di sedere (almeno ufficialmente ndr) insieme agli iraniani, e quindi nulla può venir deciso coi soliti veti incrociati.
   E' terminata la visita di Putin a Gerusalemme e Giulio Meotti sul Foglio riporta le posizioni di Vittorio Dan Segre a spiegazione della attuale vicinanza di Israele con la Russia; tra l'altro Putin e Netanyahu disapprovano la politica filo islamica degli USA e, ricorda Segre, la Russia di Putin fa parte integrante dell'occidente cristiano. Unica raccomandazione: non si deve dimenticare l'antisemitismo così diffuso in Russia, e la totale disponibilità di Putin a credere in quanto scritto nei Protocolli dei savi anziani di Sion; non sarà per caso che, proprio per tale ragione, Putin cerca l'alleanza dei potenti ebrei?
   Alessandro di Majo su Libero ritorna sull'arresto dei tre "folli" ultraortodossi di Naturei Karta colpevoli, tra l'altro, di essere gli autori delle scritte apposte recentemente sui muri dello Yad Vashem.
   L'International Herald Tribune, come sempre critico verso Israele, pubblica un articolo da Battir, villaggio vicino a Betlemme, che, con parole tutte bucoliche, lamenta che una progettata rete di difesa israeliana rischia di distruggere un meraviglioso paesaggio con antichi terrazzamenti agricoli; l'Unesco, ovviamente, appoggia la posizione dei palestinesi.
   Di grande interesse l'intervista di Susanna Nirenstein ad Appelfeld su Repubblica dopo la pubblicazione de "Il ragazzo che voleva dormire" tradotto da Elena Loewenthal. Le ultime parole di Appelfeld dicono che in Israele, "a parte una piccola minoranza di estremisti, la maggioranza vuole la pace. Non c'è odio verso gli arabi, e ne sono molto, molto contento".
   Federico Pontiggia sul Fatto Quotidiano dedica le sue attenzioni a Sacha Baron Cohen ed al suo ultimo film Il dittatore, che sta riportando un enorme successo. I commenti di Pontiggia sul matrimonio ebraico voluto dal regista, con una moglie che, per amore, dopo tre anni di studio si è convertita, dimostrano che tutti farebbero bene a non affrontare argomenti che non conoscono a sufficienza se vogliono evitare di scrivere autentiche stupidaggini.
   Nicoletta Tiliacos sul Foglio ritorna sulla vicenda del deputato magiaro che ha pubblicato il certificato della propria purezza genetica e sulle conseguenze che l'emissione di un simile certificato sta causando in Ungheria.
   L'International Herald Tribune dedica un articolo ad un premio voluto da alcuni magnati russi da offrire a coloro che eccellono per i loro valori ebraici; nell'articolo si parla anche del profondo legame personale di Putin con un ebreo russo, oggi residente in Israele, che gli fu carissimo maestro di tedesco.
Infine, per coloro che fossero interessati, ricordo una lunghissima intervista su Rinascita al prof. Stefano Fabei che fa una lunga lezione di storia sui rapporti dell'Occidente coi paesi ricchi di petrolio o con una posizione geografica strategica, lezione che arriva fino all'epoca di Craxi (di Sigonella); l'intervista rispecchia una visione politica ben precisa della sinistra.

(Notiziario Ucei, 27 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Arrestati i profanatori dello Yad Vashem, sono tre ultra ortodossi

TEL AVIV, 26 giu. - La polizia israeliana ha arrestato i responsabili della profanazione allo Yad Vashem, il Museo dell'Olocausto di Gerusalemme, imbrattato nei giorni scorsi con scritte inneggianti a Hitler. Si tratta di tre estremisti ebrei ultra ortodossi di 18, 26 e 37 anni, originari rispettivamente di Gerusalemme, Ashdod e Bnei Brak, quartiere religioso alla periferia di Tel Aviv. Nelle loro abitazioni e' stato trovato materiale anti sionista e una bandiera palestinese. I tre hanno ammesso le loro responsabilita' anche riguardo ad altri due recenti episodi, quando a essere imbrattati furono due monumenti ai soldati israeliani caduti.

(Adnkronos, 26 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Una moneta slovacca commemora la nascita del rabbino

Highslide JS
Il rabbino Moshe Schreiber
La Slovacchia ha deciso di coniare una moneta commemorativa del 250o anniversario della nascita di uno dei primi rabbini europei, uno dei più influenti del 19o secolo.
Il rabbino Moshe Schreiber, natio di Francoforte, noto come Chatam Sofer, capeggiò a lungo uno yeshiva in Bratislava, dove poi morì nel 1839.
Il Vecchio Cimitero ebraico della città fu distrutto durante la seconda Guerra Mondiale, ma la tomba di Chatam Sofer è preservata in una camera sotterranea che ancora è luogo di pellegrinaggio.
Coniata la settimana scorsa, sulla moneta d'argento, dal volore di 10 euro, è inciso il nome del Chatam Sofer in ebraico e un suo ritratto di con un menorah e Torah, su un lato, ed un panorama dello storico quartiere ebraico di Bratislava, sull'altro. Il quartiere ebraico fu distrutto sul finire degli anni 60, quando le autorità comuniste costruirono un ponte e una grande strada pubblica in quest'area.
Per i prossimi quattro mesi una riproduzione della grande sinagoga demolita in quel periodo si ergerà nello stesso punto al centro di Bratislava, a seguito di un'iniziativa chiamata "Città Perduta", progetto che punta a ripristinare consapevolezza della storia ebraica della città e che include una guida ai luoghi che sono andati distrutti per costruire la strada pubblica.

(La Voce della Slovacchia, 26 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La lunga notte bianca di Tel Aviv

Tel Aviv vivrà anche quest'anno la sua Notte Bianca: l'appuntamento è per giovedì 28 giugno dalle ore 21.00 fino al sorgere del sole del giorno seguente. La manifestazione alla sua nona edizione è un'occasione per ricordare la designazione attribuita alla città dall'Unesco nel luglio 2003: "Tel Aviv Città Bianca". Un riconoscimento dovuto alla sua eccezionale collezione di edifici appartenenti all'architettura Bauhaus e alla sua ben meritata reputazione di città che non dorme mai. La Notte Bianca illuminerà proprio i 50 edifici Bauhaus lungo il Rothschild Boulevard e la Bialik Street. Visite guidate saranno curate dalla Tel Aviv-Jaffa Tourism Association e numerosi ristoranti e bar proporranno dei menu speciali. Rimarranno aperte durante le ore piccole le sedi delle manifestazioni culturali, alcune a ingresso gratuito, altre con biglietti a prezzi ridotti. Nel corso della notte si potrà assistere a spettacoli di ogni genere: jazz, swing, blues e reggae, artisti di strada e maghi si esibiranno nei quartieri più trendy della città, attori di teatro reciteranno all'aperto e i musicisti della Israel Opera daranno un concerto di mezzanotte. Anche la Vecchia Stazione di Jaffo resterà aperta tutta la notte. E ancora: spettacoli di e per bambini. Spettacoli teatrali presso il mercato delle pulci e musica folcloristica con gruppi provenienti da tutto il mondo. La maggior parte degli appuntamenti sarà dedicata quest'anno all'Anno dell'Arte.

(modointesca.org, 26 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele-Usa, in ottobre un'esercitazione di difesa missilistica

di Luca Pistone

In ottobre Israele e Stati Uniti terranno un'esercitazione di difesa missilistica, la più grande di sempre. Verrà simulato il lancio simultaneo su territorio israeliano di un centinaio di missili provenienti da Iran e Siria. Almeno 3.000 soldati vi prenderanno parte.
Secondo il quotidiano israeliano Ma'ariv, gli israeliani dispiegheranno il sistema di difesa missilistico Arrow 2, di produzione locale, mentre gli statunitensi l'Aegis Ballistic Missile Defense e il PAC-3 Patriot.
Il portavoce dell'Israel Defense Force (IDF) non ha fornito ulteriori dettagli né ha voluto chiarire se l'esercitazione di ottobre coinciderà con gli obiettivi dell'operazione congiunta Austere Challenge 12 (AC12), prevista per lo scorso gennaio e poi rimandata a data indefinita.
"Ci sono problemi di bilancio", così il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak aveva motivato il rinvio. Riguardo all'AC12 si era detto che avrebbe mirato al perfezionamento dei sistemi antimissile israeliani Iron Dome, Arrow e Magic Wand e statunitensi Patriot e THAAD.

(Atlas, 26 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Raggi di Luce illuminano Gerusalemme, la "citta della luce"

di Marina Cioccoloni

Che ci fa un torsolo di mela gigante nel Billy Rose Art Garden del rinnovato Museo d'Israele a Gerusalemme? E' un'opera di Claes Oldenburg, l'artista svedese esponente della pop art che ha fatto del cibo e del riciclo dei rifiuti uno dei suoi temi preferiti. Forte l'impatto visivo per chi si avventura nel giardino creato da Isamu Noguchi, architetto del paesaggio ed esperto di Ikebana. Il giardino è un capolavoro all'interno di un altro capolavoro che dopo la ristrutturazione terminata lo scorso anno si è trasformato in uno dei più estesi e visitati musei del mondo.
Tra i viali fioriti che offrono scorci su Gerusalemme sono collocate numerose opere di maestri del 19mo e 20mo secolo tra i quali Picasso, Oldenburg, Rodin, Bourdelle, Maillol, Archipenko, Moore, LeWitt, Shapiro, ecc... Non mancano anche quelle di artisti israeliani, in primis Menashe Kadishman, considerato il padre dell'arte israeliana, e poi Tumarkin, Orion e Efrat. In maggior parte le opere provengono dalla collezione di Billy Rose, impresario statunitense e collezionista d'arte che decise di donarle al Museo d'Israele insieme al giardino, da lui commissionato a Isamu Noguchi affinché creasse uno spazio che inglobasse principi zen, ambienti mediterranei e arte occidentale, un ponte tra Oriente e Occidente. L'area è una chiazza di verde che contrasta con gli edifici futuristi dai marmi lucidi, gli acciai e i vetri temperati per proteggere dal calore delle caldi estati mediorientali, e alla cui costruzione e ristrutturazione hanno contribuito anche maestranze italiane.
Tra i profumi del giardino d'arte, si riflettono sulle pareti di una clessidra rovesciata in acciaio lucido, una scultura alta 5 metri che Anish Kapoor ha creato appositamente per la riapertura del museo. L'artista ha voluto donare una sua opera di grande impatto, metafora di un mondo sottosopra e liaison tra antico e moderno per un Paese che nel suo desiderio di futuro è fucina di idee e stili innovativi ma allo stesso tempo continua a mantenersi ancorato al passato e alle sue tradizioni.
Il museo d'Israele è un posto emblematico, un libro aperto sulla sua storia. E una tappa necessaria per cercare di capire questa nazione tormentata. Il plastico di Gerusalemme nel 66 d.C. accoglie il visitatore e lo catapulta indietro nei secoli prima di fargli proseguire il viaggio tra i rotoli del Mar Morto e le numerose sezioni dove si percorrono centinaia di anni in poco tempo.
Usciti da qui si è pronti per affrontare la città. Una città ricca di contraddizioni e sede di eventi culturali d'avanguardia. Si è appena conclusa la terza edizione del Festival delle Luci che dal 6 al 14 giugno ha attirato a Gerusalemme oltre 250mila visitatori, animando ulteriormente la sua già vivace vita notturna.
Il festival ha coinvolto il nucleo antico della città con numerose composizioni che avevano la luce come protagonista. Lungo quattro percorsi di diverso colore si sono svolte mostre e spettacoli il cui scopo era armonizzare gli aspetti antichi e moderni della "citta della luce" utilizzando la luce come mezzo d'espressione. Artisti provenienti da diversi Paesi tra i quali Francia, Germania, Portogallo, USA, Danimarca, Belgio e Italia, hanno dato forma a sculture, creazioni luminose, eventi di strada e altre attività.
All'edizione di quest'anno l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano: era opera dell'azienda "Luminarie De Cagna" di Scorrano, Lecce, la Cupola luminosa allestita presso la Porta di Jaffa. Ancora della De Cagna erano le rose che illuminavano il percorso fino al Museo della Torre di Davide.
Sempre alla Porta di Giaffa il gruppo francese TILT, presente al festival per la seconda volta, usando le più avanzate tecniche di illuminazione ha creato un giardino di luce futurista, mentre presso la Grotta di Zedekiah l'opera "Bwindi Light Masks" dell'artista torinese Richi Ferrero presentava diverse maschere africane i cui cromatismi al buio davano vita ad una danza rituale accompagnata da musica mongola unita al canto di agricoltori bulgari. La location è stata anche palcoscenico della Signora delle Camelie, rappresentazione di arie, duetti e cori della Traviata di Verdi con brani eseguiti da solisti dell'Opera di Israele con diversi artisti tra cui Daniel Cohe, Mirela Gradinaru e Yoham Cohen.
Da segnalare nel quartiere cristiano "The Enlightened magic Circus", dieci scene di acrobati e giochi di prestigio proiettate sulle pareti e accompagnate da musica e spettacoli circensi dal vero, opera di Nikola Dicke, noto per le sue performances innovative con profondo significato filosofico e di stimolo alla meditazione sull'umana esistenza. Notevole anche, lungo la via del Patriarcato Armeno, "Poleen", opera del gruppo francese Pitaya, una struttura in movimento secondo il senso del vento che dava all'ambiente un'aria soft e delicata e "Faces of Jerusalem", installazione tridimensionale di Jan Ising & Bartosz Navarra che presentava, attraverso la proiezione di gigantesche maschere in continua mutazione, i molti volti di Gerusalemme.

(Il Sole 24 Ore, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tel Aviv scala la classifica del costo della vita

Secondo Mercer, che ha stilato una classifica di 214 città in base al costo della vita, Tel Aviv risulta essere la città più costosa del Medio Oriente per espatriati e una delle piu' costose al mondo: Tel Aviv è posizionata al numero 31, guadagnando 7 posizioni rispetto all‘anno precedente, scrive l‘ICE.
Tel Aviv ha superato New York (33esimo posto) e Parigi (37esimo posto), ma la classifica la posiziona sotto Londra (25esimo posto).
Ad attestarsi in vetta alla classifica è Tokyo, seguita da Osaka, Mosca, Ginevra, Zurigo, Singapore, Hong Kong.
Nello stilare la classifica, Mercer misura e compara il costo di 200 elementi di ogni città, includendo trasporti, cibo, abbigliamento , arredamento, intrattenimento, ecc. Le spese per l‘abitazione risultano essere tra le voci più costose e compare come un elemento determinante per la graduatoria.

(Portalino.it, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La danza d'Israele rende le ali alla fenice

di Miriam Camerini

Highslide JS
  Il parco archeologico di Pausilypon
NAPOLI - Gran finale in bellezza, con una replica straordinaria e a furor di popolo del concerto della cantante israeliana Noa in calendario per il 27 giugno, per il Napoli Teatro Festival Italia, che quest'anno ha dato ampio spazio alle compagnie israeliane di danza contemporanea più interessanti del momento.
Fra le compagnie ospiti, la Vertigo Dance Company, fondata a Gerusalemme nel 1992 da Noa Wertheim e Adi Sha'al, che nei suoi 20 anni di attività ha prodotto altrettante coreografie originali elaborate dalla direttrice artistica Wertheim assieme a progetti nati dalla collaborazione con altri artisti. Le performances di Vertigo sono ispirate alla natura e ai suoi elementi, volte a creare uno spazio fisico di incontro tra danzatori e spettatori.
L'incontro avviene davvero nella coreografia presentata a Napoli negli scorsi giorni: raggiunta la suggestiva sede dello spettacolo, il parco archeologico di Pausilypon, un promontorio a picco sul mare al quale si accede a piedi tramite una lunga galleria scavata nella montagna, gli spettatori vengono disposti a sedere in cerchio attorno a una pista di terra simile a quella di un circo. Ad accogliere danzatori e pubblico si eleva una cupola geodetica, ossia una struttura di bambù composta da triangoli che a loro volta creano pentagoni ed esagoni: "una forma che richiama la geometria dell'universo", secondo le intenzioni di Wertheim. Progettata dall'inventore visionario Buckminster Fuller sulla base di un'ampia riflessione sui problemi di sostenibilità, la cupola è composta interamente da materiali riciclati o naturali. Ciò che maggiormente affascina e commuove nello spettacolo è la sensazione di vicinanza con i danzatori e con la coreografia stessa, che si svolge in tutta naturalezza davanti agli occhi del pubblico. La scelta di rappresentare lo spettacolo al tramonto, utilizzando la luce naturale come nell'antico teatro greco, unita alla possibilità, o anzi alla necessità di guardare direttamente negli occhi i danzatori, offrono allo spettatore un'esperienza estremamente viscerale, non mediata da alcun artificio teatrale o speculazione intellettuale. I costumi, in cotone naturale e colori rosso e arancione, richiamano l'immagine di un antico rito dell'America latina, così come la musica, che suggerisce gioia e leggerezza e anche una saggezza antica quanto remota.
Il mito della Fenice, l'uccello che muore e rinasce sempre dalle proprie ceneri, ha ispirato Wertheim nell'immaginare una performance che si rigenera e rinnova ad ogni nuova rappresentazione, nutrendosi della terra e della luce che la accolgono così da dar vita a energie e suggestioni sempre nuove.
L'impressione di assistere a una danza di livello eccellente ma - come si direbbe in ebraico - "ad altezza d'occhi", cioè molto vicina allo spettatore, è probabilmente uno degli aspetti che più affascinano chi si sofferma un momento a guardare le tre compagnie israeliane presenti al Festival quest'estate. A cominciare dall'età giovanissima delle due coreografe e direttrici artistiche Wertheim (Vertigo) e Dafi Altabeb, fondatrice del Dafi Dance Group, nato appena nel 2005 e già molto interessante sulla scena internazionale. La terza compagnia, Kibbutz Contemporary Dance Company, fondata nel 1970 e diretta da Rami Be'er, vanta maggior tradizione, ma non viene per questo meno allo stesso principio. Basta incontrare i suoi giovanissimi danzatori intenti a servirsi generosamente dal buffet della colazione sulla terrazza dell'albergo per rendersene conto. La ballerina silfide e l'artista ascetico rimangono per oggi accanto alla Fenice: nella mitologia.

(Notiziario Ucei, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Manifestazione contro l’arruolamento degli studenti dei seminari rabbinici

GERUSALEMME, 25 giu - L'arruolamento degli studenti dei seminari rabbinici nell'esercito israeliano non si fara'. E nemmeno sara' accettato un loro 'servizio civile' sostitutivo.
Sulla base di queste parole d'ordine militanti, migliaia di ebrei ortodossi sono convenuti all'alba nella piazza centrale del rione dei timorati Mea Shearim( Gerusalemme) in una prima prova di forza lanciata dalla corrente massimalista degli ortodossi, la Eda' Haredit. Per la prima volta mobilitate anche donne, ma in disparte.

(ANSA, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Grillo attacca Israele, ma difende Bin Laden

Nuova ondata di indignazione e polemiche per le dichiarazioni rilasciate dal leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, in un'intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot. Il blogger e comico genovese ha parlato principalmente di Medio Oriente e politica estera. Ha incredibilmente difeso il regime dittatoriale iraniano di Mahmud Ahmadinejad, che nega qualsiasi diritto e libertà agli oppositori, facendo paragoni assurdi e vergognosi. Dichiarazioni choc anche sul leader del terrore e fondamentalista islamico sunnita, nonché fondatore e leader di al-Qaida, Osama Bin Laden, ucciso il 2 maggio 2011 in un conflitto a fuoco dai Navy SEAL statunitensi e da agenti CIA in Pakistan.
«Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna - ha detto Grillo -, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo. Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all'estero. L'economia lì va bene - ha continuato -, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati». Ha difeso Osama Bin Laden, dichiarando che suo suocero gli diceva che le traduzioni dei discorsi del terrorista islamico erano sbagliate e ha incredibilmente messo in dubbio i massacri in Siria perpetrati dal regime di Bashar al-Assad nei confronti degli oppositori.
Dopo le polemiche relative alla pubblicità di un evento di Forza Nuova sul blog di Beppe Grillo, il fondatore del M5S ha attaccato Israele poiché secondo lui una lobby ebraica comanda e manipola l'informazione. «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina - ha detto Grillo -, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata - ha proseguito -, completamente diversa».
Queste ultime sue dichiarazioni hanno fatto innervosire e non poco il giornalista israeliano Menachem Gantz, che ha dichiarato: «Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera. Il leader del Movimento 5 stelle è confuso, prigioniero di pregiudizi». Il giornalista ha poi aggiunto che Grillo è stato molto vago su altri temi come il matrimonio gay e l'uscita dall'euro: «Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico, ma non sa dire che cosa vuole». Queste dichiarazioni del leader del Movimento Cinque Stelle stanno suscitando una marea di polemiche nel Vecchio Continente poiché difende i dittatori del Medio Oriente, piuttosto che promuovere i movimenti democratici di quei Paesi.

(Politica24, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Arco di Tito - Torna vivo l'oro della Menorah

Uno straordinario studio archeologico internazionale, guidato dallo Yeshiva University Center for Israel Studies in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, ha appena concluso una mappatura tridimensionale dell'Arco di Tito. Tra le scoperte più emozionanti di questo lavoro, che sarà presentato nella sua interezza il prossimo autunno, alcune tracce di giallo ocra sulla Menorah che gli ebrei deportati da Gerusalemme trasportano a spalla nella capitale dell'Impero. Una scoperta sensazionale che sta suscitando moltissime reazioni nella comunità scientifica e non solo. Steven Fine, direttore dello Yeshiva University Center, ha affermato: "La menorah raffigurata nell'Arco di Tito è stato il simbolo della determinazione ebraica per 2mila anni e adesso è il simbolo del moderno Stato di Israele. Trovarci di fronte al suo colore originale è stato un autentico tuffo al cuore. Sono impaziente di vedere cosa altro troveremo.

(Notiziario Ucei, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele ritira l'invito al presidente del Parlamento ungherese

Kover ha preso parte all cerimonia per l'autore ritenuto antisemita

  
Laszlo Kover
ROMA, 25 giu. - Il presidente della Knesset, Reuven Rivlin, ha cancellato un invito per il presidente del Parlamento ungherese Laszlo Kover perché quest'ultimo ha preso parte a una cerimonia commemorativa in onore dello scrittore Jozsef Nyiro, un autore legato al regime filo-nazista delle Croci frecciate. Lo scrive l'agenzia di stampa Mti.
Kover era stato invitato per le celebrazioni del 100mo anniversario della nascita dello diplomatico svedese Raoul Wallenberg, che salvò decine di migliaia di ebrei dalla deportazione dall'Ungheria verso i campi di sterminio nazisti.
"Chiunque partecipi a eventi di quel tipo (la commemorazione per Nyiro, ndr.) non può prendere parte a un evento dedicato a un uomo come Raoul Wallenberg, un faro dell'umanità, che salvò gli ebrei che è simbolo della lotta contro la Germania nazista e i suoi collaboratori, a uno dei quali Lei ha reso onore", ha scritto Rivlin a Kover, secondo quanto ha riferito il quotidiano israeliano Jerusalem Post.

(TMNews, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Auratours, Israele con novità

Avviata 10 anni fa, la programmazione di Auratours su Israele si amplia ulteriormente con una serie di tour particolari. «Israele è meta che, come poche altre, coniuga aspetti turistici diversi ed eterogenei - cultura, arte, soggiorni balneari, avventura, wellness, diving - proponendosi quale luogo di vacanza ideale per tutte le età e in ogni momento dell'anno» spiega il sales manager Roberto Morgi.
Il catalogo sulla destinazione, da sempre monografico (e quest'anno inglobato nella monografia versione deluxe realizzata per la celebrazione del decennale di attività del t.o.), raccoglie un'articolata gamma di spunti e proposte per gli agenti di viaggi e il cliente finale che intende conoscere i diversi aspetti di questo straordinario Paese.
Nella brochure, Auratours riserva ampio spazio ai Fly & Drive con pernottamenti in hotel o in kibbutz, alle offerte legate alle cure di bellezza sul Mar Morto a Eliat, abbinabili a tour dal taglio storico-culturale oppure opzionabili come semplice estensione relax a fine tour.
Un calendario delle festività aiuta a rendere consapevole il viaggiatore/turista in merito a quanto incontrerà in Israele, e non mancano proposte di escursioni in luoghi meno battuti dal turismo di massa, come Akko, la fortezza di pietra dei Templari, splendido monumento storico raggiungibile da Haifa in circa 40 minuti, e il Deserto del Negev.
La destinazione inoltre si presta anche a pacchetti ad hoc per i gruppi, con la possibilità di spaziare e personalizzare a proprio piacimento l'itinerario. Alla conferma del gruppo viene effettuata una presentazione della destinazione in collaborazione con l'ente e con l'agenzia di viaggi.
Le novità 2012 fuori catalogo, invece, sono il Tel Aviv City Break (quattro giorni nella movida della città israeliana, apprezzatissima dai più giovani) e il Weekend a Gerusalemme, tour a partenza garantita (minimo due partecipanti) con guida parlante in italiano e inclusivo di ingressi allo spettacolo "Suoni & Luci". «Due proposte meno impegnative sia per il tempo investito nel viaggio sia nei costi - sottolinea Morgi - e che si adattano a un target trasversale allo scopo, oltre che d'incrementare i flussi turistici leisure dall'Italia, di far conoscere questa terra ricca e stimolante al maggior numero di persone, anche nella versione city breaks».

(agenzia di viaggi, 25 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'attivista egiziano Hamdy Al-Azaazy è in pericolo di vita

Hamdy Al-Azazy
ROMA/ARISH, 24 giugno 2012 - L'attivista egiziano Hamdy Al-Azazy, Premio Makwan 2011, è in pericolo di vita. L'affermazione progressiva dei movimenti fondamentalisti nel nuovo Egitto, culminata con le vittorie politiche dei Fratelli Musulmani, ha ridotto costantemente la pressione da parte delle forze dell'ordine, dei militari e dei servizi segreti nei confronti dei trafficanti di esseri umani nel Sinai, che fanno capo - come dimostrato nei report del Gruppo EveryOne e confermato dai servizi segreti israeliani - proprio ai gruppi armati per la Jihad. Attualmente, circa 1500 profughi eritrei e di altre nazioni subsahariane sono nelle mani dei trafficanti, che pretendono dai familiari degli ostaggi fino a 50 mila dollari pro capite per la loro liberazione. La polizia non interviene più efficacemente contro di loro, mentre la task force di beduini nata lo scorso anno per contrastare la tratta di schiavi e organi umani, dopo aver perduto l'appoggio del governo egiziano, si è sfaldata, lasciando il Sinai nelle mani delle mafie locali. "Sento che a causa del mio lavoro contro i trafficanti e delle interviste che concedo regolarmente alla stampa, presto verrò ucciso," ci scrive Hamdy, "pregate per me". Il più recente intervento dell'attivista contro i traffici nel Sinai è apparso ieri sulle pagine del quotidiano Alahram Newspaper. Il Gruppo EveryOne ha segnalato la difficile condizione di Hamdy Al-Azazy all'organizzazione internazionale FrontLine Defenders - che tutela gli attivisti nonviolenti nel mondo - e all'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Navi Pillay. "Il lavoro di Hamdy è fondamentale perché gli orrori del Sinai siano quantomeno documentati e denunciati," commenta EveryOne in una nota, "ed è importante che le istituzioni umanitarie che tutelano l'opera dei difensori dei diritti umani si mobilitino con urgenza per evitare che Hamdy possa essere colpito dai signori del traffico di profughi africani e dal fondamentalismo islamico che trae profitto da tali attività criminali".

(EveryOne Group, 24 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Shoah: le ferrovie francesi responsabili delle deportazioni

Chiesti milioni di euro alla Sncf. Il presidente dell'azienda ammette: una rotella nella macchina di sterminio nazista.

Sono pasati settant'anni dall'occupazione nazista in Francia e altrettanti da quando i carri bestiame dei treni francesi, hanno cominciato a deportare gli ebrei verso i campi di concentramento naziati. Sono stati circa 76mila le trasportate verso i luoghi di massacro gestiti dai tedeschi e solo duemila ebrei francesi hanno fatto ritorno. Ora le ferrovie francesi rischiano di dover pagare milioni di euro di risarcimento, per il loro coinvolgimento nello sterminio di Auschwitz.
A dare la notiza è lo Spiegel, raccontando che ne corso di un'audizione davanti alla commissione giustizia del Senato degli Stati Uniti, alcuni esperti dell'Olocaustico e alcuni giuristi, hanno presentato dei documenti che attestano la responsabilità della Sncf, ovvero delle ferrovie francesi, per il trasporto degli ebrei nei campi di concentramento e sterminio nazisti. L'azienda di trasporto francese avrebbe ricevuto una ricompensa a chilometro per ogni ebreo deportato, è quanto emerge dalle carte.
Già l'anno scorso il presidente delle ferrovie francesi aveva ammesso che la sua azienda era stata "una rotella nella macchina di sterminio nazista". Mentre dala Germania, la ferrovia tedesca fa sapere di non temere alcuna ammenda, dal momento che la Deutsche Bahn, ha già contribuito con oltre 10milioni di euro a finanziare un fondo di indennizzo per i deportati e costretti a lavorare come schiavi nei campi nazisti, in attesa di essere uccisi.

(globalist, 24 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Catanzaro, riconoscimento a Gerusalemme all'Istituto Agrario

  
Al "TerraOlivo2012", un vero e proprio concorso internazionale dell'olio di oliva, svoltosi nella prima metà del mese di giugno a Gerusalemme, hanno partecipato ben 408 aziende olivicole in rappresentanza di quasi tutti i Paesi produttori. Il primo premio assoluto, dopo l'Italia e il Portogallo vincitrici nel 2010 e nel 2011, è andato alla Spagna con l'olio Cladivm Hojiblanca. L'Italia ha presentato tantissimi ottimi prodotti e la Calabria, come succede ormai da parecchi anni, attraverso alcune aziende nelle quali l'elevata professionalità e la passione si fondono in un "unicum" eccezionale, ha dimostrato che l'olio di qualità si può fare anche in questo lembo di terra storicamente indicato come "terra dell'olio lampante". Quasi la metà dei premi italiani è calabrese.
Alla Calabria sono andati ben 2 premi "Gran Prestige Gold" (Azienda Agricola Librandi Pasquale e Fattoria San Sebastiano), 8 premi "Gold Prestige" (Frantoio Badia, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Frantoio Figoli Tommaso, Istituto Tecnico Agrario "V. Emanuele II" Catanzaro, Olearia Fratelli Vizzari, Olearia San Giorgio, Oleificio Torchia) e 7 premi "Gold" (Masseria Veneziano, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Oleificio Perrone, Societa Agricola Doria S.r.l., Societa Semplice Agricola Gaetano, Statti S.R.L.). .
Al "TerraOlivo2012" l'Istituto Tecnico Agrario "Vittorio Emanuele II" di Catanzaro ha ricevuto il prestigioso riconoscimento "Gold Prestige 2012" presentando il prodotto che gli alunni delle quinte classi hanno ottenuto durante le attività di alternanza scuola - lavoro realizzate presso l'Oleificio Torchia di Tiriolo.
La collaborazione tra l'Istituto Tecnico Agrario "Vittorio Emanuele II" di Catanzaro e la suddetta azienda, leader del settore, è ormai collaudata. Lo scorso anno è stata sviluppata con risultati lusinghieri e con il rilascio agli alunni partecipanti, dopo il relativo esame, anche dell'attestato di idoneità alla degustazione degli oli . Anche con il progetto dell'anno scolastico 2011/12, svoltosi nel periodo ottobre 2011 - gennaio 2012, l'obiettivo principale era di far incontrare la scuola con il mondo del lavoro e, soprattutto, di analizzare una risorsa importante per la nostra economia, comprenderne principi e tecnologie e applicare quei ritrovati della scienza e della tecnica capaci di indirizzare il prodotto finale verso l'alta qualità. Al progetto hanno partecipato, assieme al tutor scolastico prof.ssa Maria Teresa Arcieri, le classi quinta C e quinta D dell'Istituto le quali hanno integrato le attività scolastiche teoriche e laboratoriali svolte in aula e nel laboratorio di chimica agraria e le attività svolte in azienda in termini di raccolta, estrazione, confezionamento, analisi di mercato, organizzazione aziendale.
La Comunità Scolastica dell'Istituto Tecnico Agrario "Vittorio Emanuele II" di Catanzaro è fortemente convinta che attraverso questa esperienza gli alunni coinvolti possano rendersi conto, in prima persona, oltre che dell'applicazione degli aspetti tecnici, dell'organizzazione di un'impresa nel dettaglio delle funzioni, regole, strutture e ruoli e di gettare così le basi per quella formazione continua indispensabile per un proficuo inserimento nel mondo del lavoro in un settore fondamentale per l'economia e per l'occupazione nella nostra Regione.
A darne comunicazione il dirigente scolastico dell'sitituto agrario, Giuseppe Rizzitano.

(CN24, 24 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tafferugli a Tel Aviv tra indignati e polizia: decine di fermi

Attaccati il municipio e tre banche

TEL AVIV - Diverse decine di attivisti sociali israeliani sono stati fermati nella notte tra sabato e domenica dalla polizia a Tel Aviv nel corso di estesi tafferugli che hanno visto fra l'altro attacchi alla sede del municipio e a tre banche vicine, oltre alla prolungatainterruzione del traffico in alcune arterie nel centro della città. All'origine vi sono incidenti avvenuti venerdì quando alcune centinaia di attivisti avevano tentato di tornare a costruire un attendamento di indignati nel centrale Boulevard Rothschild (come nell'estate del 2011), contro il volere del sindaco laburista Ron Huldai.
La stampa accusa in coro la polizia di aver fatto ricorso a un uso esagerato della forza contro attivisti - fra cui insegnanti ed assistenti sociali - che fino a quel momento erano rimasti pacifici. Ieri le immagini del brutale arresto della attivista Dafni Lif da parte di una decina di agenti sono circolate con insistenza nei siti web degli indignati e in serata migliaia di persone sono affluite in prossimità del municipio per protestare contro l'atteggiamento del sindaco. Anche in questa circostanza la polizia ha reagito con grande irruenza, in particolare dopo che gruppi di dimostranti hanno attaccato tre filiali di banche. I fermati, ha anticipato un portavoce della polizia, saranno condotti oggi stesso davanti un giudice.

(Il Messaggero, 24 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

A Gaza manifestazione popolare di solidarietà al popolo siriano

Diverse centinaia di persone sono scese in strada a Gaza per manifestare la propria solidarietà al popolo siriano.
Cartelli e slogan, nel corteo, richiamavano l'attenzione sulla sanguinosa repressione delle proteste da parte del regime di Bashar al-Assad.
Per i promotori, la manifestazione celebra anche la rivoluzione siriana.
"La marcia è stata promossa per rendere visibile il nostro appoggio alla rivoluzione siriana. E' la quarta manifestazione che organizziamo nella Striscia di Gaza, per mandare un messaggio di solidarietà da parte dei palestinesi ai siriani. Non dimenticheremo mai l'aiuto che il popolo siriano ci ha dato".
"Seguiamo da qui come vanno le cose per i nostri fratelli, la violenza, il sangue e gli assassinii di cui sono vittima.

(euronews, 23 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Iran vs Israele - Cosa cambia con la fine di Ahmadinejad?

di Pietro Vernizzi

Mahmud Ahmadinejad, presidente iraniano, si ritirerà dalla vita politica da qui a un anno. Lo ha annunciato egli stesso in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, nel corso della quale ha sottolineato: "Otto anni mi bastano, penso che ora tornerò alla scienza. Forse mi impegnerò politicamente nell'università, ma non fonderò un partito o un gruppo". Ilsussidiario.net ha intervistato Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle relazioni internazionali all'Università di Firenze, per chiedergli di commentare il significato di questa scelta.

- Di Nolfo, che cosa significherà per lo scacchiere mediorientale la scelta di Ahmadinejad di ritirarsi dalla vita politica?
  In Iran esiste un principio costituzionale in base a cui un presidente non può essere candidato ed eletto presidente della Repubblica per più di due volte. L'anno prossimo scade il secondo biennio di mandato di Ahmadinejad e questo lo esclude dalla possibilità di essere rieletto. A meno che non si tenti di ripetere lo stesso escamotage utilizzato da Putin in Russia, con Medvedev che gli ha tenuto il "posto caldo" per quattro anni in vista di un suo ritorno nel ruolo di presidente. Anche se dalle dichiarazioni del presidente iraniano sembrerebbe che voglia dedicarsi soltanto agli studi.

- Con l'uscita di scena di Ahmadinejad, cambierà l'atteggiamento aggressivo dell'Iran nei confronti di Israele?
  No, in quanto Khatami e Khamenei sono più anti-israeliani di Ahmadinejad. L'Iran inoltre è un Paese estremamente orgoglioso e quanto mai nazionalista, non credo quindi che il clero iraniano voglia né possa cambiare politica. D'altra parte ritengo che quella iraniana sia una politica tutto sommato auto-difensiva, e non sia particolarmente aggressiva nei confronti dell'Occidente.

- Eppure l'Iran sta sviluppando il nucleare …
  E' vero, ma tutti gli altri Paesi che circondano l'Iran, e cioè Pakistan, India, Israele, Turchia e Russia, hanno a loro volta la bomba atomica. Non vedo quindi motivi di particolare allarme nei confronti della posizione iraniana.

- Perché allora Israele è così allarmato?
  Israele ha ragione di essere preoccupato perché nelle loro dichiarazioni gli iraniani sono i più anti-israeliani dell'area. Non dobbiamo però dimenticare che durante la guerra Iran-Iraq tra Israele e Iran c'era un'alleanza di fatto, con lo Stato ebraico che forniva armi a Teheran. Anche oggi inoltre Israele dovrebbe essere preoccupata per Hamas, Hezbollah e soprattutto l'Egitto almeno quanto per l'Iran, se non di più.

- E' proprio l'Iran a finanziare Hamas, Hezbollah, gli sciiti irakeni e Assad
  Questo rientra nella logica regionale e non corre alcun rischio di destabilizzare il Medio Oriente. Al di là degli allarmi artificiali, e con la sola eccezione della Siria, non credo che il Medio Oriente in questo momento attraversi una fase di particolare rischio e instabilità. Ritengo che ultimamente sia più instabile l'Europa.

- Quindi nel 2013 resterà tutto come prima?
  Con l'uscita di scena di Ahmadinejad non cambierà nulla. Gli iraniani eleggeranno un altro personaggio analogo a lui.

- C'è un'altra figura ugualmente carismatica in grado di prendere il posto di Ahmadinejad?
  Ahmadinejad non è né è mai stato una figura carismatica. E' agitato e agitatore, ma non è una personalità forte, anche perché il clero iraniano lo contiene fin troppo bene. In Iran del resto gli uomini del passato sono troppo vecchi per potere riemergere, occorrerà quindi trovare una figura nuova.

- Come cambieranno le relazioni tra Italia e Iran?
  Si tratta di relazioni apparentemente tese ma sostanzialmente discrete. Il problema centrale è quello dei rifornimenti del petrolio iraniano, che in questo momento sono bloccati dalle sanzioni, ma prima o poi riprenderanno. Se l'Italia avrà un minimo di accortezza nei confronti della situazione iraniana, non dovrebbe esserci un peggioramento e anzi è possibile che ci sia un miglioramento di rapporti.

- E le relazioni tra Iran e Iraq?
  Sono due Paesi molto differenti. L'agitazione sciita in Iraq non può essere che alimentata dagli iraniani, o comunque dal modo di agire e di pensare degli sciiti. Mentre l'Iran è uno Stato tranquillo, in definitiva solido e consolidato, l'Iraq vive una situazione di transizione lungi dall'essere definita.

(ilsussidiario.net, 23 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Trofeo della Memoria 2012 : quest'anno i giovani andranno in viaggio a Varsavia

Con le vittorie di Tor Sapienza per il torneo di calcio maschile, e di Caira per il torneo di calcio femminile si è concluso oggi pomeriggio al Campo Fiorini di Roma il Trofeo della Memoria 2012. Le due squadre vincitrici ad ottobre saranno a Varsavia con la Presidente Polverini per visitare il campo di Lublino Majdanek. "Il Trofeo della Memoria è nato sette anni fa e ogni anno i ragazzi vincitori del torneo hanno visitato Cracovia e il campo di sterminio di Auschwitz. Con la Presidente Polverini e i rappresentanti della comunità ebraica, in occasione dell'ultima edizione del trofeo, ci eravamo trovati d'accordo sul fatto che era arrivato il momento di dare ai ragazzi che vincono il torneo nuovi stimoli - ha detto l'assessore allo Sport della Regione Lazio Fabiana Santini al termine della partita spiegando la novità del 2012 - per questo abbiamo deciso che accompagneremo le due squadre vincitrici del torneo nella visita del campo di Lublino Majdanek che si trova in Polonia nei pressi di Varsavia. In questo campo, famoso per le insostenibili condizioni di vita, furono deportate circa 150 mila persone. Vi furono uccisi circa 60 mila Ebrei e oltre 20 mila persone di altre nazionalità, soprattutto polacchi. Con l'occasione i ragazzi e le ragazze potranno visitare i monumenti legati alla storia degli Ebrei di Lublino". L'iniziativa, promossa dalla Regione Lazio con la collaborazione della FIGC, del Comitato Regionale Lazio della Lega Calcio, della Comunità Ebraica di Roma e del Maccabi di Roma, ha come obiettivo la diffusione di uno sport dal forte valore etico e sociale e vuole promuovere tra i giovani l'esperienza della Memoria per farne esempio per il presente. Oggi, al Campo Fiorini di Roma si sono tenute le finali dei due tornei di calcio, maschile e femminile, del Trofeo della Memoria che ha visto la partecipazione di 39 squadre di calcio a 11 provenienti da tutto il Lazio. Hanno partecipato al torneo maschile 32 squadre e a quello femminile 7 squadre. Le squadre finaliste che hanno disputato le due finali erano: Tor Sapienza - Futbolclub per i maschi e Caira-Eurnova per le femmine.

(la Repubblica - Roma, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gaza-Israele, dopo giorni di scontri torna una calma relativa

Dopo diversi giorni di ostilità, una calma relativa sta tornando lungo la linea di demarcazione fra la Striscia di Gaza ed Israele, anche in seguito a un discreto intervento diplomatico dell'Egitto. Nella nottata un razzo è stato sparato da Gaza verso la città israeliana di Ashqelon, ma è stato intercettato in volo dai sistemi di difesa. Nella sensazione che la tornata di violenza volga ormai al termine, ad Ashqelon stamane sono stati riaperti gli asili nido e le scuole. Fonti di Gaza aggiungono che nella nottata non sono stati compiuti raid israeliani. Anche a Gaza vi è la sensazione che la situazione stia tornando alla calma dopo che Hamas e la Jihad islamica hanno reso noto di aver accolto le proposte egiziane per una sospensione delle ostilità, su una base di reciprocità con Israele. In questi giorni i miliziani di Gaza hanno lanciato verso Israele oltre 160 fra razzi e colpi di mortaio. La aviazione israeliana da parte sua ha condotto una serie di raid in cui sono rimasti uccisi almeno otto palestinesi, quasi tutti combattenti. Oltre a loro sono morti due miliziani di Hamas, soffocati da esalazioni di gas mentre ispezionavano un tunnel colpito dall'aviazione israeliana.

(L'Unione Sarda, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

I «due» stati di Mahmoud Abbas


(Notizie su Israele, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Soffermarsi

Che il tema storico dell'esame di stato 2012 sia stato dedicato alla Shoah è in sé un buon segno e da questo punto di vista il comunicato del Presidente Gattegna è condivisibile. Tuttavia confesso che la formulazione ha suscitato in me qualche perplessità. A differenza degli anni scorsi, il tema vero e proprio era preceduto da un testo da cui prendere spunto, tratto da La banalità del male di Hannah Arendt, dal capitolo che parla della conferenza di Wannsee. Non voglio entrare nel merito del libro della Arendt (a cui Pagine ebraiche ha dedicato di recente interventi anche piuttosto critici); a me pare un libro importante e per alcuni aspetti utile dal punto di vista didattico, ma certamente non è - e non intende essere - un libro di storia: più volte ho messo in guardia i miei allievi dall'usarlo come tale, in particolare per quanto riguarda la Shoah in Italia (su cui la Arendt tende a minimizzare, con veri e propri errori, che i ragazzi erano invitati a scovare). Forse nella prova dell'esame di stato sarebbe valso la pena ricordare agli studenti (il sottotitolo "Eichmann a Gerusalemme" non aiuta un granché) che si tratta del resoconto del processo a Eichmann; quindi la conferenza di Wannsee è raccontata essenzialmente per mettere in luce il ruolo assunto in essa dall'imputato e la sua percezione soggettiva di quell'evento:
    «[…]La seduta non durò più di un'ora, un'ora e mezzo, dopo di che ci fu un brindisi e tutti andarono a cena - "una festicciola in famiglia" per favorire i necessari contatti personali. Per Eichmann, che non si era mai trovato in mezzo a tanti "grandi personaggi," fu un avvenimento memorabile; egli era di gran lunga inferiore, sia come grado che come posizione sociale, a tutti i presenti. Aveva spedito gli inviti e aveva preparato alcune statistiche (piene di incredibili errori) per il discorso introduttivo di Heydrich - bisognava uccidere undici milioni di ebrei, che non era cosa da poco - e fu lui a stilare i verbali. In pratica funse da segretario, ed è per questo che, quando i grandi se ne furono andati, gli fu concesso di sedere accanto al caminetto in compagnia del suo capo Müller e di Heydrich, "e fu la prima volta che vidi Heydrich fumare e bere." Non parlarono di "affari", ma si godettero "un po' di riposo" dopo tanto lavoro, soddisfattissimi e - soprattutto Heydrich - molto su di tono"».
Un testo estremamente inquietante, utilissimo per portare i giovani a riflettere appunto sulla "banalità del male", ma non mi pare che si possa definire un testo storico. Piuttosto lo avrei visto molto bene come spunto per un tema di attualità. Cosa si chiedeva di fare? "Il candidato, prendendo spunto dal testo di Hannah Arendt, si soffermi sullo sterminio degli ebrei pianificato e realizzato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale." Curioso questo "si soffermi", non "analizzi", "illustri" o almeno "descriva", "racconti". Cosa significa? Se fossi uno studente davvero mi domanderei cosa ci si aspetta da me. Il verbo sembra tradire l'idea che basti fermarsi a riflettere un attimo (o, nel caso specifico, sei ore) per comprendere cosa sia stata la Shoah. Oppure che i racconti, le testimonianze o il resoconto di un processo possano sostituire, anziché affiancare, la riflessione storica.

(Notiziario Ucei, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele, storia millenaria e fascino contemporaneo

a cura di Fausta Filbier

La città santa di Gerusalemme e la vivace vita notturna di Tel Aviv. Una crociera sul lago di Tiberiade e il deserto della Giudea. E poi la Basilica della Natività di Betlemme e le acque del Mar Morto. Viaggio nel Paese mediorientale, all'origine della civiltà.

Israele è una Terra diverse dalle altre. Considerata Sacra dalle tre grandi religioni monoteiste, meta di pellegrinaggi e contesa da secoli. Accanto però a luoghi che rievocano un passato leggendario e biblico, oggi Israele si propone anche con moderne città sul mare dalla vivace vita notturna, e con molti appuntamenti culturali. Questo viaggio di otto giorni dà un assaggio del paese e porta alla scoperta dei suoi luoghi più interessanti, antichi e moderni.


Park Hayarkon a Tel Aviv

Prima tappa, la capitale Tel Aviv, la città che non si ferma mai. Con le sue spiagge, i mercati , la vita notturna celebre in tutto il mondo e gli esclusivi centri commerciali. Una metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità si incontrano, tra l'architettura contemporanea e le vie dei tempi antichi. Prima città ebraica moderna costruita in Israele, è il centro dell'economia e della cultura nazionali.
Quindi Jaffa, con le sue stradine tortuose e il porto millenario, seguita da Cesarea Marittima, dove si visitano l'anfiteatro e l'acquedotto romano. Si continua poi per il Monte Carmelo e per Akko, porto cananeo e fenicio di 4000 anni fa. A Tiberiade si visita invece la Chiesa dell'Annunciazione, con escursione al Monte Tabor e alla Basilica della Trasfigurazione. Al termine, visita di Cana, villaggio arabo circondato da melograni e uliveti, dove due chiesette commemorano il primo miracolo di Gesù.
In battello si attraversa poi il lago di Tiberiade, per visitare il Monte delle Beatitudini e Tabgha (chiese del Primato e della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci). A Cafarnao si fa tappa al sito archeologico, dove sorgeva l'antico villaggio di pescatori, e alla Sinagoga. Si prosegue quindi per l'anfiteatro romano di Beit Shean e si scende lungo la Valle del Giordano, verso il Deserto della Giudea, dove si sosta a Beit Alpha per la visita dell'antica sinagoga e dello splendido mosaico pavimentale raffigurante i 12 segni dello zodiaco.
Tocca poi a Gerusalemme. Nella Città Santa, sacra a Ebrei, Cristiani e Musulmani si vedono il Monte degli Ulivi, il Getsemani, la Roccia dell'Agonia, la Chiesa delle Nazioni, la Grotta della Cattura e il frantoio. A piedi si visita la Città Vecchia: la Chiesa del Santo Sepolcro, il Calvario con le ultime quattro stazioni della Via Crucis e l'edicola con la Tomba di Gesù. Nel quartiere Ebraico, dove sorgeva la città Alta di Gerusalemme durante il periodo di Erode, si trovano i resti dell'antico Cardo Massimo e il Muro del Pianto. Nel quartiere arabo si visitano invece la Spianata del Tempio, in cui si trovano le Moschee di Omar e di Al Aqsa.
Nella Città Nuova si fa poi tappa al complesso dello Yad Vashem (il memoriale alle sei milioni di vittime dell'Olocausto), al Museo di Israele con il Santuario del Libro dove sono conservati e custoditi i
Rotoli del Mar Morto, e alla grande Menorah di bronzo, vicino alla Knesset (Parlamento).
Si prosegue per Betlemme, dove sorge la Basilica e la Grotta della Natività, e per il Deserto della Giudea. Lungo il percorso si sosta a Qumran, fondata dagli Esseni nel II secolo a.C.. Qui si visitano le celebri grotte dove, nel 1947, furono rinvenuti i rotoli del Mar Morto. Quindi Masada: la rocca spicca nel deserto, a quasi 300 metri sopra il livello del Mar Morto, circondata dai ripidi wadi. In funivia si sale per la visita alla fortezza. Infine il Mar Morto, dove ci si può rilassare facendo il bagno nelle sue acque.
Partenze: 08 Luglio-12 Agosto-09 Settembre-14 Ottobre
Il viaggio di 8 giorni e 7 notti costa da 1.815 euro a testo in camera doppia con mezza pensione e volo dall'Italia. Con Turbanitalia, tel. 02 58308791, vai al sito.
Altri operatori che propongono Israele: Mistral Tour Internazionale , Auratours, Viaggi dell'Elefante, Antichi Splendori, Kuoni-Discovery.

(Il Sole 24 Ore, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele e gli ebrei italiani, convegno a Gerusalemme

Highslide JS
Il centro Mishkenot Sha'ananim
TEL AVIV, 22 giu. - Israele rende omaggio alla comunita' degli ebrei italiani, con un convegno che ne ripercorre il contributo nel processo di nascita e sviluppo dello stato ebraico. A organizzare l'iniziativa, in programma il 27 e 28 giugno al centro Mishkenot Sha'ananim di Gerusalemme, sono l'ambasciata italiana e l'istituto italiano di cultura a Tel Aviv, in collaborazione con la Hevrat Yehude' Italia, l'associazione che riunisce gli ebrei di origine italiana residenti in Israele (Italkim), che ha promosso l'iniziativa. "Sono convinto che l'epopea degli Italkim rappresenti un prezioso retaggio per lo Stato ebraico e sia anche di arricchimento per l'Italia, per la sua memoria collettiva ed il suo legame con Israele", afferma l'ambasciatore italiano, Luigi Mattiolo, che aprira' la due giorni di lavoro alla quale interverranno, fra gli altri, il direttore dell'istituto italiano di cultura di Tel Aviv, Carmela Callea, il direttore del Mishkenot Sha'ananim, Uri Dromi, e il presidente della Hevrat Yehude' Italia, Eliahu Benzimra. .

(AGI, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Deputato ungherese presenta test genetico: "Non sono ebreo"

di Davide Mancino

Un certificato genetico di "purezza razziale": niente di più, niente di meno. È quanto un deputato ungherese del partito Jobbik - estrema destra - avrebbe ottenuto dalla Nagy Gén Diagnostic and Research, società biomedica con sede a Budapest. Secondo quanto riportato da Nature, infatti, l'uomo intendeva provare di non avere antenati ebrei o zingari prima di partecipare alle elezioni politiche del 2010, in cui il suo partito ha ottenuto il 17% dei voti.
"Nagy Gén - scrive il settimanale inglese - ha esaminato 18 posizioni nel genoma del deputato per varianti ritenute caratteristiche dei gruppi etnici ebrei o zingari", per poi scrivere nel proprio rapporto finale che si poteva escluderne l'esistenza.
Non appena il fatto è stato reso noto le reazioni non si sono fatte attendere: fra i primi a intervenire Jòzsef Mandl, segretario del Consiglio Ungherese per le Ricerche Mediche, il quale ha affermato che il certificato è "professionalmente sbagliato, eticamente inaccettabile nonché illegale". Esso, infatti, sarebbe stato prodotto in violazione delle leggi che regolano questo genere di test, e che li consentono soltanto per finalità mediche.
Anche all'interno della stessa azienda la controversia si è infiammata subito: pur non volendo commentare l'articolo di Nature, Nagy Gén ha emesso sul proprio sito un comunicato in cui afferma di "rifiutare ogni forma di discriminazione", motivo per cui "non è in grado di giudicare gli scopi per cui verranno utilizzati i propri test né di rifiutarli a nessuno". Eppure un nervo scoperto dev'essere stato toccato: Tibor Benedek, ex campione di polo di famiglia ebraica e partner finanziario della società, ha ritirato la propria partecipazione economica alla compagnia.
Ma anche da un punto di vista scientifico i dubbi sono diversi: Istvàn Raskò, direttore dell'Istituto di Genetica dell'Accademia delle Scienze Ungherese, ha affermato che è impossibile dedurre le origini di una persona da così poche variazioni dei suoi geni. "Il test non ha alcun senso - ha dichiarato - e questa storia è molto dannosa per la professione dei genetisti clinici".

(l'Unità, 22 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Trieste, i 100 anni della sinagoga più grande d'Europa

Progettata da Ruggero e Arduino Berlam, fu inaugurata il 27 giugno 1912. Domenica primo luglio l'appuntamento sarà ricordato solennemente

di Claudio Ernè

Highslide JS
  La sinagoga di Trieste
TRIESTE - Compie cent'anni la sinagoga di piazza Giotti, la più vasta dell'Europa occidentale. Quando fu inaugurata il 27 giugno 1912 - secondo il calendario ebraico era il 12 Tamuz 5678 - a Trieste vivevano, lavoravano, studiavano, pregavano seimila ebrei. Il progetto, affidato dopo lunghe vicissitudini agli architetti Ruggero e Arduino Berlam, prevedeva all'interno almeno 1346 posti a sedere: 956 uomini a livello del suolo, 418 donne nell'alto matroneo.
«Accetto con riconoscenza queste chiavi che simboleggiano il compimento di un'opera che è stata per cinquant'anni nell'animo e nel desiderio di tutti i correligionari». Con queste parole il commendator Edmondo Richetti, nobile da Terralba, capo della Comunità, iniziò il suo discorso in quel giorno del giugno di cento anni fa.
Piazza Giotti all'epoca aveva un altro nome: si chiamava piazza San Francesco e all'angolo con la via Donizetti erano presenti alla cerimonia molti esponenti della classe dirigente cittadina. Tra essi Sua Serenità il Principe Corrado de Hohenlohe, luogotenente di Trieste, il rappresentante del Governo di Vienna in città; l'avvocato e podestà Alfondo Valerio; il direttore di polizia, consigliere aulico Alfredo de Manussi - Montesole. E poi sua eccellenza Augusto Jacopig, imperial-regio presidente del Tribunale d'appello; il dottor Bernardo Karminski, capitano distrettuale e referente per il culto presso la Luogotenenza.
«Mi pare doveroso - aveva continuato Edmondo Richetti - ricordare in questo momento i nomi di quei generosi che contribuirono col denaro e coll'opera al conseguimento di questo ideale: Moisè Usiglio che primo iniziò il fondo per la costruzione del Tempio; Solone Loly e Raffaele Mordo, che efficacemente cooperarono ai primi studi per la nuova Casa di Dio; il cavalier Raffaele Luzzatto che da oltre quarant'anni segue con costante amore la causa del Nuovo Tempio; i benemeriti membri del Comitato tecnico, il loro egregio presidente ingegner Ettore Luzzato, il vice presidente cavalier ingegner Guido Levi, l'ingegner Marco de Parente, il dottor Filippo Brunner».
La cerimonia di inaugurazione, dopo la consegna della chiavi e il discorso del capo della Comunità di Trieste, prevedeva un assolo per organo, seguito dal solenne trasporto e collocamento delle Bibbie e nell'Arca al canto del Salmo 24. Poi sarebbe stata accesa la lampada perpetua, in ebraico Ner Tamid, seguita dal discorso del rabbino maggiore Hirsh Perez Chajes, una delle figure più importanti del nascente Sionismo. All'inizio del 1914, esattamente il 24 aprile, a meno di due anni dall'inaugurazione del Tempio, a bordo del piroscafo "Helouan" del Lloyd austriaco raggiunse Israele per rendersi personalmente conto degli inizi dell'impresa. Narrò il suo viaggio sul giornale triestino, "Il Corriere Israelitico" che ne fece tre puntate pubblicate sui numeri di giugno, luglio e agosto 1914.
Ma ritorniamo al Tempio e all'opuscolo che nel 1908, in occasione della posa della prima pietra, era stato stampato dalla tipografia di Saul Modiano per sollecitare la raccolta di fondi. «In questo momento solenne, ricordiamo che se la costruzione è iniziata, essa non è ancora finita e che abbiamo ed avremo bisogno di aiuto costante perché quest'opera possa essere condotta con onore a pieno compimento». L'appello era firmato da Edmondo de Richetti, Enrico Salem, Cesare Sanguinetti, Giacomo Pincherle, Ettore Richetti. Nella brochure era riprodotto a colori un disegno dell'interno del Tempio realizzato dall'architetto Arduino Berlam. Nelle altre pagine le piante e le prospettive delle facciate. In quei disegni non era stato riportato un piccolo vano che risultò estremamente utile durante le persecuzioni scatenate dall'occupazione nazista. Lì il segretario della Comunità Carlo Morpurgo nascose gli arredi sacri. I tedeschi non li trovarono mai, perché seguivano le indicazioni del progetto. Carlo Morpurgo invece fu arrestato, deportato e non rientrò mai a Trieste dal campo in cui era stato rinchiuso.

(Il Piccolo, 21 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Più di 120 ordigni palestinesi sparati su Israele in 48 ore

Dall'inizio dell'escalation, lunedì sera, sono più di 120 gli ordigni (razzi Qassam, Grad e colpi di mortaio) che i palestinesi hanno sparato dalla striscia di Gaza contro le comunità del sud di Israele. Nella sola giornata di mercoledì non meno di 70 ordigni si sono abbattuti in territorio israeliano.
Il sistema difensivo israeliano "cupola di ferro" è entrato in funzione intercettando un primo razzo Grad nella zona di Netivot. Altri razzi sono stati intercettati mercoledì pomeriggio sopra Sdot e Shaar HaNegev....

(israele.net, 21 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Highslide JS
Israele: dopo vent'anni torna 'il mito Moto Guzzi'

TEL AVIV, 21 giu - Con un titolo vistoso, il quotidiano Yediot Ahronot annuncia oggi il ritorno in Israele dopo un'assenza di venti anni della Moto Guzzi, un veicolo a suo tempo ''molto considerato ed amato'' dagli appassionati locali di brividi su due ruote. Erano anni, rileva il giornale, in cui le industrie giapponesi escludevano Israele per non subire ripercussioni negative nei mercati arabi. E nello Stato ebraico la Moto Guzzi, aggiunge, andava allora per la maggiore.
Molti ricordano ancora la Moto Guzzi TT 650 con cui nel 1990 un giovane uomo d'affari caduto in disgrazia, Roni Leibovic, rapino' in rapida successione 22 filiali di banche, senza mai sparare. Fu soprannominato dai tabloid 'Ofno-Bank': il rapinatore in motocicletta. La sua cattura fu infine accompagnata nei settori popolari da un senso di delusione perche' Leibovic ormai interpretava il ruolo romantico del combattente solitario lanciato contro lo strapotere della finanza.
La Moto Guzzi - anticipa Yediot Ahronot - sara' venduta dall' importatore della Piaggio, un marchio che occupa il terzo posto nel mercato e che in Israele e' ben noto da generazioni. Due mesi fa anche la Cinemateca di Tel Aviv ha reso omaggio al mito della 'Vespa', nel cinema e nella societa'.
Anche se l'importatore preferisce per ora astenersi da commenti, Yediot Ahronot prevede che la Moto Guzzi potra' avere successo fra quegli adulti che l'hanno amata da giovani.
Potrebbe inoltre destare interesse - secondo il giornale - nella polizia israeliana e competere cosi' con i tedeschi della Bmw.

(ANSAmed, 21 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La Conferenza Tomorrow a Gerusalemme

di Sergio Della Pergola

Ieri alla grande Conferenza Tomorrow del Presidente Shimon Peres al Palazzo dei Congressi a Gerusalemme è stato chiesto a un gruppo di esperti di diversi paesi di indicare i tre problemi principali all'ordine del giorno del popolo ebraico. Attorno al tavolo, anche due membri del Parlamento italiano, l'onorevole Fiamma Nirenstein e l'onorevole Emanuele Fiano. Queste le mie tre proposte:

   1) Va fissato definitivamente il carattere di Israele come Stato democratico del popolo ebraico. Oggi, inequivocabilmente dimostrata dagli ultimi dati, vediamo la quotidiana erosione della maggioranza ebraica sia nello Stato d'Israele, sia sull'intero territorio dalla costa del Mediterraneo al fiume Giordano. La causa è il più alto accrescimento degli abitanti arabi, cittadini o non cittadini di Israele, assieme all'afflusso costante di lavoratori stranieri e di rifugiati politici da paesi meno sviluppati. Di fronte a queste tendenze - inevitabilmente destinate a continuare in questo e nel prossimo decennio - al prezzo di dolorose rinunce, è necessario stabilire i confini politici dello Stato d'Israele su un territorio con una chiara e stabile maggioranza ebraica. Israele deve anche tutelare i diritti di ogni cittadino senza distinzione di religione o etnia, come prescritto nella Dichiarazione d'Indipendenza. Vanno sviluppati programmi a sostegno della famiglia ebraica e dei nuovi immigranti per favorire la crescita della popolazione ebraica in Israele e per lo meno mantenere la sua stabilità nella Diaspora.
   2) Va creato un nuovo sistema di governance rappresentativa degli interessi del popolo ebraico a livello mondiale. Nella congerie di organizazioni nazionali, continentali e mondiali che si auto-proclamano rappresentanti del collettivo ebraico, nessuna si basa sul voto diretto delle persone. Necessita un nuovo foro di consultazione dei rappresentanti di Israele e di tutte le comunità del mondo, con le dovute correzioni per evitare lo stradominio di Israele e degli Stati Uniti. Questo organismo - la Tavola Peres per il Popolo Ebraico - va stabilito sotto l'egida della Presidenza dello Stato d'Israele. Dovrebbe potere consultivo obbligatorio su tutte le questioni relative ai rapporti fra Israele e la Diaspora. È essenziale che questa Tavola raccolga non solamente i soliti dirigenti e professionisti istituzionali, ma anche gli esponenti di tutte le correnti ideologiche dell'ebraismo, del mondo della cultura e dell'economia.
   3) Va cambiato il sistema elettorale in Israele - madre e padre di tutte le piaghe che indeboliscono la società israeliana e il rapporto fra Israele e gli ebrei nel mondo. L'attuale metodo, proporzionale puro, a collegio unico nazionale, senza voto di preferenza, con una soglia di ammissione minima del 2 per cento, è un anacronismo su scala mondiale. Esso crea una Knesset non governabile e non rappresentativa e incoraggia ogni ricatto possibile nella formazione della coalizione governativa israeliana. Questa determina in larga misura l'identità politica, culturale e religiosa del paese e i suoi rapporti con gli ebrei nel mondo, con conseguenze deleterie. Il numero di partiti politici rappresentati in parlamento va grandemente ridotto con l'aumento della soglia di ammissione al 4 per cento e l'elezione di metà dei deputati (60 su 120) in altrettanti distretti elettorali, mentre l'altra metà sarà sempre eletta in collegio unico nazionale. La conseguente inevitabile fusione o scomparsa di molti partiti minori creerà un sistema politico migliore, più rappresentativo e governabile, a vantaggio di Israele e del popolo ebraico.

(Notiziario Ucei, 21 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Pesaro - A giugno si riapre il percorso cittadino della cultura ebraica

Highslide JS
  La sinagoga di Pesaro
La sinagoga di via delle Scuole sarà aperta dal 21 giugno al 13 settembre, ogni giovedì dalle 17 alle 20, grazie anche alla preziosa disponibilità delle associazioni FAI, Serc e Salviamo il Centro Storico.
Collocata nel cuore dell'antico quartiere ebraico, la sinagoga sefardita (o di rito spagnolo) è uno degli edifici storici più suggestivi del centro che risale alla metà del XVI secolo. E' questo un periodo d'oro per Pesaro che vede il suo porto ampliato, per boicottare quello di Ancona, da Guidubaldo II Della Rovere. In città accorrono molti ebrei portoghesi che hanno l'esigenza di continuare i propri studi mistici; e infatti la struttura in cui è inglobata la sinagoga (o scola, termine con cui un tempo si indicava appunto la sinagoga), ospitava anticamente le scuole di studi cabalistici, di musica e materna.
All'interno dell'edificio si possono ammirare ancora oggi gli elementi architettonici legati alle funzioni che quel luogo svolgeva per la comunità, come il forno per la cottura del pane azzimo o la vasca per i bagni di purificazione. Accanto alla sinagoga, anche il Cimitero Ebraico (strada panoramica San Bartolo c/o n. 161), è visitabile da giugno a settembre il giovedì dalle 17 alle 19 (info Ente Parco Naturale Monte San Bartolo 0721 400858, 335 1746509). Per raggiungerlo bisogna uscire dal centro e arrivare in Panoramica. Adagiato sulle pendici del colle San Bartolo, fino a metà novecento lo spazio appariva come una scoscesa pendice campestre con rade alberature, nel 2002 è stato recuperato dalla Fondazione Scavolini che ne reso possibile la fruizione. Fra l'intrico di rovi affiorano più di 100 monumenti funerari realizzati con pietre locali, soprattutto calcare di Piobbico e più raramente arenarie, o marmi.

(Vivere Pesaro, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Maturità 2012 - Traccia sulla Shoah, opinioni a confronto

Un primo riscontro positivo viene dai numeri. Da quel 4,7% di studenti che, alle prese con gli esami di maturità, per la prova d'italiano che ha aperto ieri mattina la sessione degli scritti si è orientato sulla traccia B, quella in cui è richiesto un approfondimento sulla 'scientificità' della soluzione finale nazista ai danni del popolo ebraico. Un dato solo apparentemente basso perché, se comparato alla media delle preferenze accordate nel passato ai temi ad argomento storico (appena l'1%), risulta invece molto significativo tanto che lo stesso Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in un comunicato emesso nel pomeriggio, parla di risultato "particolarmente rilevante".
   Numerose le reazioni. In campo ebraico e non solo. Soddisfazione, in una nota inviata alle agenzie di stampa, è stata espressa dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. "Riflettere sul nesso di causalità che vi fu tra ideologia della morte e sua concreta applicazione - ha spiegato - è una grande opportunità che il Ministero ha voluto oggi offrire a quasi 500mila studenti italiani. Una lezione di portata universale perché, a partire dal dramma di un popolo e di tutte le altre realtà vittime del nazifascismo, si rafforzi nelle nuove generazioni la consapevolezza dell'impegno democratico per un futuro di autentica amicizia e fratellanza tra tutti i popoli del mondo".
   Per Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, si tratta di una scelta 'importante' e 'coraggiosa' che serve misurare "cosa esattamente pensano gli studenti italiani su questo tema in un momento molto difficile per l'Europa tutta con l'emergere di pulsioni nazionalistiche, xenofobe, fasciste e negazioniste". Dal leader degli ebrei capitolini è arrivata anche una proposta operativa: far esaminare i vari elaborati a una commissione di esperti così da capire "come in questi anni è passato il messaggio sulla Shoah".
   Reazioni anche dal rabbinato: "Mi sembra molto importante - dice tra gli altri il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni - che per proporre una riflessione su un tema così drammatico sia stato scelto un brano che mette in evidenza alcuni degli aspetti più allucinanti dello sterminio nazista come la programmazione, il cinismo, la burocrazia, il carrierismo, la banalità". Visto da questa speciale prospettiva, afferma infatti il rav, "la storia della Shoah è ancora di più una lezione per il presente e un banco di prova per la maturità".
   Di traccia coraggiosa parla lo storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico del Museo della Shoah. "Questo titolo - dice - mi ha fatto un piacere umano ma anche e soprattutto scientifico. È un grande segno di maturità che viene dalla scuola. Il ministro sta dimostrando che il mondo scolastico ha una posizione avanzata su questo tema rispetto al resto della società".
   Non mancano però considerazioni di taglio differente. In un'intervista rilasciata al giornale online Linkiesta lo storico sociale delle idee David Bidussa ammonisce infatti contro il rischio banalizzazione. "Leggendo l'estratto di Hannah Arendt - spiega - si deduce un certo modo di vedere il genocidio. Appare come un fatto deciso da alcune persone che, riunite insieme, scelgono di perpetrare lo sterminio e la cosa poi si realizza come conseguenza quasi burocratico-amministrativa". Ma non è così, gli chiede il giornalista? "Di fatto sì, ma c'è un punto che non può essere trascurato. Quel momento, che c'è stato, è solo l'attimo finale di un processo. La decisione vera era avvenuta prima in una società complessa e complicata nella quale si vede sparire il vicino e il conquilino senza che la cosa costituisca un problema. È qui che si decide il genocidio".

(Notiziario Ucei, 21 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La storia dell'impiegato dell'Anagrafe di Borgo San Lorenzo che salvò una famiglia ebrea

Renato Spiegel ha incontrato il sindaco Giovanni Bettarini con l'intento di rintracciare i discendenti di Antonio Gigli

Highslide JS
Il sindaco Ballarini con la famiglia Spiegel
BORGO SAN LORENZO (FI) - È stata una carta d'identità fittizia, rilasciata da un addetto all'Anagrafe del Comune di Borgo San Lorenzo, Antonio Gigli, a salvare la vita della famiglia Spiegel in piena 2a Guerra Mondiale. La vicenda riemerge dalle pieghe della storia grazie a Renato Spiegel che ha scritto al sindaco Giovanni Bettarini per riuscire a incontrare e conoscere di persona i discendenti del Gigli. Dopo una lunga e accurata ricerca svolta direttamente da Susanna Messeri della segreteria del sindaco, si è arrivati a riscontri e verifiche che hanno ricostruito la vicenda e di recente Renato Spiegel, la moglie Yaffa e la sorella Dinah, che vivono a Gerusalemme, in Israele, hanno fatto visita in Comune per incontrare il sindaco Bettarini e Susanna Messeri. Grazie alla ricostruzione dei fatti e alla testimonianza diretta di uno dei figli di Antonio Gigli, Paolo, i fratelli Spiegel hanno ottenuto dal Governo italiano il riconoscimento dello status di perseguitati razziali.
    Nel dicembre del 1943 una giovane famiglia di ebrei di Trieste - Guido Spiegel con la moglie e i due figli -, si vide costretta ad abbandonare la propria città per sfuggire ai nazifascisti, prendendo il primo treno a disposizione. Nella loro fuga si ritrovano per puro caso a Borgo San Lorenzo; smarriti e stremati dalla fuga, videro come loro unica possibilità quella di rivolgersi al pievano del luogo per chiedere aiuto.
    Don Ugo Corsini, un parroco coraggioso, diede loro asilo e li mise in contatto con Antonio Gigli. Che mettendo a repentaglio la propria vita, riuscì a procurare dei documenti falsi che permisero alla famiglia Spiegel di scampare alla sicura morte, in quanto ricercati dai nazifascisti. Per la sua ottima conoscenza della lingua tedesca, Guido Spiegel si rese utile alla lotta partigiana e collaborò con le formazioni locali infiltrandosi nel comando centrale tedesco di stazione a Borgo passando messaggi e informazioni. Con la Liberazione la famiglia decise prima di rientrare a Trieste e, dopo qualche anno, di partire per Israele.
    Presso l'Istituzione "Yad Vashem" a Gerusalemme - istituzione che ricorda l'Olocausto ed onora i "Giusti delle Nazioni" cioè tutti coloro che si opposero alle persecuzioni razziali e, a prezzo di sacrifici ed a proprio rischi, salvarono numerose vite - i fratelli Spiegel hanno attivato una pratica per richiedere che Antonio Gigli e Don Ugo Corsini ottengano il riconoscimento di "Giusti delle Nazioni" e che i loro nomi vengano inseriti negli archivi a perenne memoria della loro nobile azione che salvò dalla deportazione la loro famiglia.
   "Ci sono storie, come questa della famiglia Spiegel, che ci ricordano - sottolinea il sindaco di Borgo San Lorenzo Giovanni Bettarini - quanto la libertà e la democrazia siano valori, beni fondamentali e inalienabili, come la follia dell'uomo possa però calpestarli e perpetrare gli orrori dell'Olocausto, e come altri, ne è esempio Antonio Gigli, possano con coraggio e a rischio della propria vita salvare altre vite. E' una pagina di storia - conclude - che deve essere conosciuta".

(gonews.it, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gaza: ancora razzi sul Sud di Israele

L'aviazione israeliana risponde con raid

TEL AVIV, 20 giu - Sono ripresi nelle prime ore di oggi - in un'atmosfera di tensione che resta elevata - i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza controllata da Hamas verso il sud d'Israele. Dall'alba una quindicina fra Qassam e Grad sono caduti nella regione del deserto del Neghev e lungo la costa mediterranea a sud di Tel Aviv, causando danni ma nessuna vittima. Israele, da parte sua, ha condotto una nuova ondata di raid aerei sulla Striscia nella notte, colpendo almeno otto obiettivi.

(ANSA, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Faccia a faccia con il figlio del fondatore di Hamas diventato spia degli israeliani

di Leonard Berberi

  
   Mosab Hassan Yousef (a destra) e Gonen Ben-Itzhak
   il contatto israeliano allo Shin Bet
Niente figliol prodigo. Nessun ritorno a casa. O meglio: il ritorno c'è stato. Ma solo per confermare, approfondire, esplicitare quel che andava ripetendo da anni. Hamas? «Merita la distruzione, non vuole il bene dei palestinesi». Cosa diresti a tuo papà? «Lascia l'organizzazione, hai creato un mostro». L'Islam? «Una religione di guerra». Israele? «Amo questo Paese perché questo Paese ama la democrazia». E così via. Parola di Mosab Hassan Youssef. Il figlio - rinnegato - di Sheikh Hassan Youssef, il fondatore proprio di Hamas.
Classe 1978, natali a Ramallah, Mosab Hassan Youssef è il protagonista di una delle storie più rocambolesche di questo lembo di terra. Da quando, nel 1997, decise ch'era troppo quel che stava facendo Hamas. E così pensò bene di contattare quelli dello Shin Bet - l'Intelligence israeliana - e offrirsi come spia al loro servizio. Un palestinese che collabora con gl'israeliani. Il figlio del nemico numero uno per lo Stato ebraico che abbandona il padre per passare dalla parte dell'«avversario».
Per dieci anni, Mosab Hassan Youssef ha visto e sentito e annotato tutto. Per dieci anni ha passato le informazioni sensibili allo Shin Bet. Che, puntualmente, le passava all'esercito per dare il via a operazioni di eliminazione dei pericoli per Israele. E quelli di Hamas lì, a impazzire, a non capire come mai Gerusalemme fosse sempre un passo avanti in ogni cosa. Centinaia di esponenti della formazione paramilitare palestinese sono stati arrestati, grazie a Mosab Hassan Youssef. Decine di attentati sono stati sventati, grazie a Mosab Hassan Youssef.
L'uomo, ora, vive a San Diego, negli Stati Uniti. S'è convertito al Cristianesimo. Nel 2010 ha pubblicato il libro autobiografico «Figlio di Hamas», nel quale racconta la sua vita di agente dello Shin Bet nel cuore della formazione palestinese. L'opera è tradotta in 25 lingue e la versione araba è scaricabile gratis dal sito. A Gerusalemme, dov'è in questi giorni, Mosab Hassan Youssef ha anche annunciato di voler realizzare un film su Maometto, sulla falsariga della «Passione di Cristo» di Mel Gibson.
«Voglio ispirare la nuova generazione di palestinesi», ha detto Mosab Hassan Youssef nella conferenza stampa di martedì 19 giugno. Seduto al suo fianco Gonen Ben-Itzhak, l'ex agente dello Shin Bet - nome in codice: «Capitano Luay» - che gestiva direttamente i rapporti con il figlio del fondatore di Hamas,
«Voglio dire loro che non devono permettere che la religione controlli per intero le loro vite, che ne determini il corso. Sono qui esattamente per questo: per dire ai palestinesi che la vera natura della mia ex religione è quella bellica». E la distanza è talmente incolmabile con la vita passata che quando un giornalista gli domanda in arabo alcune questioni legate alla Striscia di Gaza, Mosab Hassan Youssef non gli risponde. Tutto quel che è stato è stato. Ora, nemmeno la lingua araba gli appartiene più.

(Falafel Cafè, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele oltre i miti

di Francesco Lucrezi

Nel prendere spunto da un occasionale riferimento al fenomeno di Beppe Grillo, contenuto in un bell'articolo di Sergio Della Pergola, pubblicato sul numero di giugno di Pagine Ebraiche, ho svolto alcune considerazioni, sulla Newsletter dello scorso 6 giugno, su questo specifico argomento, senza commentare il complessivo contenuto del pezzo del demografo. Mi sono ripromesso però di farlo, perché Della Pergola affronta, nel suo testo, un problema di grande importanza, ossia quale possa e debba essere, da parte dei cittadini e degli amici di Israele, in tutto il mondo, un corretto approccio con la questione mediorientale e col fondamentale problema della difesa dell'immagine e della sicurezza dello Stato ebraico.
Nell'articolo, significativamente intitolato "Israele oltre i miti. Parliamone come di una cosa vera", Della Pergola rimpiange un'epoca passata, nella quale "la società in Israele era più piccola, più ingenua e più pura, più semplice e più povera, più diretta e più generosa, ma sempre pronta a sorridere di se stessa", e "dall'esterno si guardava di solito a Israele con simpatia, se ne sapeva pochissimo e ben pochi vi si erano recati". Le cose sarebbero invece cambiate a partire dalla guerra dei Sei giorni, con la rapida crescita di un Paese più grande, più forte e più complesso, ammantato dal nuovo, ambiguo mito della "grande potenza militare". Sostituita l'antica immagine dell'Israele "piccolo e virtuoso" con in nuovi stereotipi, non sarebbe però cambiata "la scarsa capacità di parlare di Israele come di una cosa vera": infatti, sarebbe "rimasta quasi assente la capacità di parlare di Israele come si parla dell'Italia o di un altro Paese: un Paese con pregi e difetti, con partiti politici e lotte di potere". E "quasi quotidianamente - osserva Della Pergola - ci tocca leggere sulla stampa le analisi acide e prevenute di certi nemici, ma anche le estatiche apologie di certi amici".
Credo che tali osservazioni descrivano, indubbiamente, un dato reale, dal momento che è evidente che l'informazione su Israele appare quasi sempre condizionata e deformata da impostazioni ideologiche e atteggiamenti emotivi, che impediscono una descrizione neutra e distaccata dei fatti. E credo che nessun vero amico di Israele, che non sia ottuso o fanatico, sia contento di ciò. Parlare di Israele "oltre i miti", descriverne i pregi e i difetti con franchezza e disincanto, come si fa per l'Italia o la Francia, senza l'ossessione della sicurezza, della guerra, dell'antisionismo ecc.; parlare di cultura, di rifiuti, di disservizi, di tasse, di giochi politici, di pettegolezzi vari… Come sarebbe bello! C'è una sola persona che non lo vorrebbe? Ma la questione è: lo si deve fare "perché non ci sono problemi più gravi", o piuttosto "facendo finta che non ci siano problemi più gravi"? E coloro che parlano delle continue infiltrazioni terroristiche, dei reiterati progetti di rapimenti di soldati israeliani, delle campagne europee di boicottaggio di prodotti israeliani, della cultura dell'odio nei libri scolastici palestinesi, della minaccia iraniana ecc. ecc., lo fanno perché prigionieri di un "mito", o perché a ciò indotti dalla realtà?
Quanto, infine, alle "analisi acide e prevenute di certi nemici", e alle "estatiche apologie di certi amici", non credo che possano essere poste sullo stesso piano, per una elementare questione di proporzioni. Le prime le conosciamo bene, sappiamo bene quali sono, quante sono. Ci sono giornali italiani che dell'aggressività antisionista hanno fatto una vera e propria ragione sociale, fra l'altro non limitandosi alla mera parola scritta, ma impegnandosi anche in un'attiva promozione e organizzazione di azioni ostili, tipo "Flotille" varie. Le "estatiche apologie", invece, dove stanno? Quante sono? A mia conoscenza, in difesa attiva di Israele solo schierati soltanto alcuni siti web, in qualcuno dei quali, certamente, ci sarà anche qualche esagerazione. Non più di una dozzina, dei quali solo tre o quattro con una larga circolazione. Infinitamente di meno di quelli di segno opposto. Quanto ai telegiornali e alla carta stampata, Israele conta certo alcune firme autorevoli a proprio sostegno, quali Paolo Mieli, Pierluigi Battista e pochi altri. Persone, però, che - a differenza del partito opposto, tanto più forte e numeroso - si occupano di Israele solo saltuariamente (un'eccezione è data da Fiamma Nirenstein) e, soprattutto, non si abbandonano mai, secondo me, a "estatiche apologie", limitandosi unicamente a dare una rappresentazione equilibrata dei fatti. Non voglio negare che ci possano essere degli "eccessi difensivi". Probabilmente io stesso vi incorro. Ma mettere sullo stesso piano i due 'eccessi', mi sembra francamente, in considerazione dell'enorme differenza quantitativa, una forzatura.

(Notiziario Ucei, 20 giugno 2012)


«Sarebbe "rimasta quasi assente la capacità di parlare di Israele come si parla dell'Italia o di un altro Paese: un Paese con pregi e difetti, con partiti politici e lotte di potere". E "quasi quotidianamente - osserva Della Pergola - ci tocca leggere sulla stampa le analisi acide e prevenute di certi nemici, ma anche le estatiche apologie di certi amici".»
Nell'ebreo laico riaffiora sempre, prima o poi, lo struggente desiderio di poter finalmente appartenere a un popolo e a un paese "come tutti gli altri". I miti stancano, le estasi inebriano, provocano opposizioni violente e adesioni fanatiche. Come sarebbe bello poter parlare soltanto di normale amministrazione, di tutte le solite cose di cui parlano tutti gli altri paesi della terra. E invece si ritorna sempre su questa faccenda del popolo eletto. Un simpatico amico ebreo me l'aveva detto personalmente anni fa: "Ma se anche apparteniamo al popolo eletto, noi che ci possiamo fare: noi vorremmo soltanto che ci lasciassero vivere in pace da 'poveri cristi' (aveva detto proprio così)". In fondo, è un desiderio antico: "No! ci sarà un re su di noi; e anche noi saremo come tutte le nazioni", avevano detto gli israeliani di quel tempo al profeta Samuele (1 Samuele, 8:19). Ma pensare di poter considerare Israele una nazione come le altre è semplicemente illusorio: è un mito che può avere effetti più funesti delle "estatiche apologie". M.C.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Cellula jihadista rivendica attentato in Israele

La cellula che si rifà ad al-Qaeda ha rivendicato l'attacco compiuto due giorni fa da un commando infiltratosi dal deserto contro un gruppo di operai israeliani, uno dei quali è stato ucciso.

IL CAIRO - Una cellula jihadista egiziana che si rifa' ad al-Qaeda ha rivendicato l'attacco compiuto due giorni fa da un commando infiltratosi dal deserto contro un gruppo di operai israeliani, uno dei quali e' stato ucciso. I militari israeliani hanno poi assassinato due terroristi nei pressi del confine con l'Egitto. Con un video diffuso dalla tv satellitare 'al-Arabiya', i due terroristi annunciavano di aver preparato un attacco da sferrare in territorio israeliano, sostenendo di essere candidati al 'martirio'. Nel video appaiono alcuni uomini armati a volto coperto che annunciano la creazione del 'Consiglio dei mujahidin'. Subito dopo si vedono due uomini a volto scoperto che annunciano di essere stati scelti per compiere l'attentato suicida contro Israele. Uno dei due sostiene di essere egiziano.

(tg1online, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Agosto in Israele con Turbanitalia

Per il mese di agosto Turbanitalia propone una vacanza alla scoperta d'Israele. L'itinerario 'Tour Classico Israele' prevede la partenza dall'Italia con volo di linea. All'arrivo a Tel Aviv, incontro con l'assistente e trasferimento in hotel. Il secondo giorno, insieme alla guida parlante italiano si parte per la visita di Jaffa. Si prosegue per Cesarea Marittima. Continuazione per il Monte Carmelo e per Akko. Pernottamento a Tiberiade. La mattina seguente si visita la Chiesa dell'Annunciazione. Nel pomeriggio è in programma l'escursione al Monte Tabor e la visita alla Basilica della Trasfigurazione. Al termine, visita di Cana. Rientro a Tiberiade. Il quarto giorno è prevista la traversata in battello del lago di Tiberiade, la visita al Monte delle Beatitudini e proseguimento per Tabgha. Arrivo a Cafarnao. Proseguimento per l'anfiteatro romano di Beit Shean. Si sosterà a Beit e in serata, arrivo a Gerusalemme. I giorni successivi sono dedicati alla visita della Città Santa. Proseguimento per Betlemme, dove sorge la Basilica e Grotta della Natività. Il giorno seguente si parte per il Deserto della Giudea. Lungo il percorso sosta a Qumran. Visita delle grotte, dove nel 1947 furono rinvenuti i rotoli del Mar Morto. Proseguimento verso Masada. Salita in funivia per la visita alla fortezza. Sosta sulle rive del Mar Morto e possibilità di bagni nelle sue rilassanti acque. L'ottavo giorno è in programma il trasferimento in aeroporto e partenza per il rientro in Italia.
Per la partenza del 12 agosto quote da 1.815 euro a persona. Il viaggio è della durata di 8 giorni e 7 notti. Tour in mezza pensione con ingressi inclusi per le visite previste nel programma.

(travelnostop, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Megavirus Flame sviluppato da Usa e Israele

Per rallentare il programma di sviluppo nucleare

ROMA, 20 giu. - Sono stati Stati Uniti e Israele a sviluppare il sofisticato virus informatico 'Flame', che ha raccolto informazioni di intelligence in vista di un sabotaggio informatico volto a rallentare il programma di sviluppo nucleare iraniano. E' quanto hanno riferito fonti occidentali citate oggi dal Washington Post.
Secondo le fonti, il 'malware' ha segretamente mappato e monitorato la rete informatica iraniana, inviando quindi un costante flusso di informazioni riservate utili a definire una campagna di cyber-guerra. L'iniziativa ha visto coinvolte l'Agenzia di sicurezza nazionale, la Cia e l'esercito israeliano, le stesse già responsabili del virus Stuxnet che due anni fa mandò in tilt le centrifughe della centrale nucleare iraniana Natanz.
"Si tratta di preparare il terreno per un altro tipo di azione segreta", ha detto una fonte di intelligence Usa, precisando che Flame e Stuxnet sono elementi di un più vasto attacco in corso ancora oggi. Flames è stato sviluppato almeno cinque anni fa nell'ambito del programma 'Olympic Games' dell'amministrazione americana, che prevede attacchi informatici contro i sistemi operativi dei principali siti nucleari iraniani.

(TMNews, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Amnesty tace sui crimini di Hamas

di Dimitri Buffa

Nel rapporto 2012 di Amnesty international su Israele e i Territori occupati, leggi Gaza e Cisgiordania, c'è una bella amnesia, anzi "amnesy", che difficilmente può trovare una spiegazione se non nel delirio politically e islamically correct che da un po' di tempo a questa parte caratterizza la più nota e stimata ong che si occupa di diritti umani: Hamas non viene mai citata. Il rapporto infatti, opportunamente "ri-monitorato" dalla ong "Secondo Protocollo", in un dettagliato controrapporto dell'analista Miriam Bolaffi, è orientato al 100 per cento contro Israele. Non fa ad esempio alcun cenno all'omicidio Arrigoni, ai blogger incarcerati da Hamas e dalla Anp, ai bambini e ai civili usati come scudi umani dai terroristi, al fatto che i terroristi non vestono una divisa e quindi si rendono irriconoscibili rispetto ai civili. Nomina appena le centinaia di missili sparati dai terroristi su Israele e sui civili israeliani (14 parole in tutto in otto pagine). «Sembra quasi un comunicato dell'Onu o di Catherine Ashton», ironizza la analista di cui sopra. Il rapporto straparla di "blocco di Gaza e crisi umanitaria". Parla di "restrizioni in Cisgiordania" citando posti di blocco e barriere protettive come se fossero "angherie" verso gli arabi quando invece sono misure di sicurezza e di legittima difesa che negli ultimi anni hanno azzerato gli atti di terrorismo in Israele.
   Parla di "diritto all'alloggio" come se fossero gli israeliani a dover garantire gli alloggi agli arabi che occupano il territorio israeliano. Parla di "uso eccessivo della forza", come se ci fosse un modo moderato di usare la forza senza mai nominare Hamas, gli scudi umani, gli atti di terrorismo, i tentativi di rapimento. Parla di "impunità israeliana" per l'operazione Piombo Fuso, ignorando i risultati della commissione Turkel.
   Condanna poi le detenzioni abbinate alla "detenzione amministrativa" e critica il fatto che ad alcuni prigionieri (leggi i peggiori terroristi) venga impedito di vedere i famigliari per ragioni di sicurezza.
   Discetta inoltre di "torture e maltrattamenti" e di "processi iniqui". Il tutto, scrive sempre la Bolaffi, «senza sapere bene dove abbia preso le quattro informazioni che dice di avere a riguardo (mai una volta che portassero un testimone o che provassero quello che dicono)».
Un capitolo a parte della evidentemente pregiudiziale impostazione anti israeliana del rapporto di "Amnesty-Amnesy", è raggiunto quando si parla di mancanza di "libertà di espressione in Israele". Ovviamente, visto che non viene menzionata tale censura per i palestinesi, si deve dedurre che invece a Gaza e in West Bank esista il quarto potere. Ebbene, tale imputazione contro Israele è basata sul fatto che il Parlamento israeliano (la Knesset) ha approvato una legge che punisce quelle associazioni israeliane (e non) che propongono il boicottaggio di Israele o che collaborano con il nemico. Non sta bene ad Amnesty inoltre che ad alcune ong israeliane sia stato impedito di ricevere fondi dall'estero. Il tutto, come si legge nel contro rapporto, «quando è ampiamente dimostrato che proprio quei fondi finanziavano attività anti-israeliane, dimenticando (facendo finta di dimenticare) che Israele è un Paese in guerra».
   Vediamo allora cosa "non c'è" nel rapportino di otto pagine. Ad esempio non è spiegato perché i civili arabi vengano uccisi, perché Hamas si faccia scudo dei civili e si renda irriconoscibile mischiandosi a loro. «Di Hamas proprio non parla (in otto pagine di rapporto il gruppo terrorista non viene mai nominato). Non si spiega perché gli arabi vengano detenuti e perché ad alcuni (pochissimi) sia impedito di avere contatti con l'esterno». Il rapporto di Amnesty non spiega proprio niente di tutto questo. Attacca semplicemente Israele tralasciando deliberatamente tutto il resto. E invece - e proprio il povero Vittorio Arrigoni ne sapeva qualcosa - c'erano tanti capitoli delle violazioni dei diritti umani compiute da Hamas e dai suoi sicari che potevano essere menzionate. Ad esempio il caso del gruppo Gybo (Gaza youth breaks out) . Ciò che ha reso famoso questo gruppo di giovani di Gaza è stato lo slogan con cui si presentarono al mondo durante la cosiddetta primavera araba: «Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Israele. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo Onu. Vaffanculo Unwra. Vaffanculo Usa». Il gruppo ce l'aveva con tutti. Quando diffusero per la prima volta il loro "manifesto" (in Italia fu il defunto Vittorio Arrigoni a farlo) attaccarono sia Israele sia Hamas sia Fatah. Da allora iniziarono le persecuzioni nei loro confronti. Uno dei loro leader (Abu Yazan) venne incarcerato da Hamas il 14 agosto 2011 al ritorno da una conferenza tenutasi in Francia dove parlò delle condizioni di vita dei giovani di Gaza sotto l'occupazione di Hamas e sotto quello che lui chiamava l'assedio israeliano. Di lui non si è saputo più niente. Negli ultimi mesi decine di attivisti del gruppo Gybo sono stati arrestati solo perché contestavano Hamas oltre a Israele. Molti di loro sono stati duramente malmenati solamente perché hanno osato denunciare la violenza e la prepotenza di Hamas, la corruzione di Fatah e, naturalmente, "l'assedio israeliano" . Amnesty International non ha speso una sola parola nel suo rapporto sulle persecuzioni alle quali è sottoposto questo gruppo pacifista palestinese, forse perché oltre ad attaccare Israele se la prendono pure con Hamas?
   Altra grave omissione nel rapporto di "amnesy", è la mancata menzione degli arresti indiscriminati di membri di Fatah effettuati nei mesi scorsi a Gaza da Hamas (51 arrestati solo il 24 marzo 2012). Secondo il portavoce di Fatah, Fayez Abu Eita, anche lui arrestato il 25 marzo, Hamas sta eseguendo gli ordini di Teheran che non vuole un riavvicinamento tra i due gruppi palestinesi. Seplicemente perché provocherebbe problemi all'Iran in caso delle più volte minacciate rappresaglie atomiche contro Gerusalemme che potrebbero seguire a tentativi israeliani di colpire le centrali nucleari iraniane. Insomma Hamas deve persino garantire che, se Teheran attaccasse Israele con l'atomica, ai palestinesi, confinanti, la cosa stia bene così, anche se morirebbero insieme agli odiati nemici. Aveva proprio ragione Golda Meir che diceva che «avranno la pace quando impareranno ad amare i propri figli più di quanto non odino noi». Ma "quelli", i figli li mandano a farsi esplodere con le cinture piene di tritolo. Anche se Amnesty non lo rileva nei propri rapporti.

(l'Opinione, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

A Bari il primo Business Speed Dating

Riutilizzato per le aziende un metodo inventato da un rabbino per ebrei celibi

di Margherita De Quarto

  
BARI - Speed Date, tradotto, appuntamento veloce. Una pratica che nasce dalla mente del rabbino Yaacov Deyo dell'Aish ha Torah, per far conoscere (e sposare) gli ebrei celibi di Los Angeles, e che si diffonde, soprattutto negli stati Uniti, con lo scopo di socializzare con il sesso opposto. A riutilizzare lo strumento sotto altre spoglie è l'imprenditrice Emma De Martino, curatrice dell'iniziativa per conto dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bari e BAT, che metterà in campo una giornata di Business Speed Dating .
In questa occasione le imprese avranno modo di conoscersi e parlare d'affari proprio come si farebbe ad un primo appuntamento "veloce", cercando di descrivere all'interlocutore quanto di meglio ci sia da offrire: ogni partecipante in 5 minuti dovrà presentarsi e presentare la propria azienda o professione per poi passare al partecipante successivo.
Le aziende iscritte, in poche ore, incontreranno tante realtà appartenenti a diverse categorie imprenditoriali della nostra Regione.
"L'obiettivo è quello di fare rete in modo veloce e divertente, conoscere altre aziende e creare nuove opportunità di business. L'idea utilizzata è semplice, giovane, veloce e concreta: ingredienti di cui sentiamo forte bisogno soprattutto nel contesto economico in cui ci troviamo - spiega Emma De Martino - Non solo per fare business ma anche tessere relazioni tra imprenditori, perché come disse Henry Ford: Un affare in cui si guadagna soltanto del denaro non è un affare."
L'appunta è per venerdì 22 giugno alle ore 15, presso Villa Romanazzi Carducci

(GoBari.it, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rassegna stampa su Israele

di Emanuel Segre Amar

Giornate di grandi cambiamenti quelle che sta vivendo l'Egitto, o giornate che perpetueranno lo status quo? Difficile dirlo, per il momento. Ieri in piazza Tahrir dovevano avvenire importanti manifestazioni che tuttavia sono state relativamente tranquille. Ma intanto, in tarda serata, sono arrivate le notizie che Mubarak era clinicamente morto. Lo si dichiara forse clinicamente morto solo per avere il tempo di organizzarsi meglio? Per chi guarda al Medio Oriente con gli occhi di un occidentale è difficile comprendere certe realtà.
   Tutti i quotidiani di oggi riportano i primi commenti sul dopo Mubarak, forzatamente lacunosi. Fabio Scuto su Repubblica riporta opportunamente le parole dette dal rais nel suo ultimo discorso: la storia mi giudicherà. Roberto Fabbri sul Giornale, seguendo lo stesso ragionamento, scrive che Mubarak è destinato forse a venir rimpianto da un alleato occidentale che lo ha messo alla porta troppo in fretta.
   Mubarak, comandante dell'aviazione formatosi militarmente nell'URSS, all'epoca la potenza alleata dell'Egitto, stretto collaboratore di Sadat al quale era seduto vicino nel momento in cui veniva ucciso, ha saputo modificare profondamente un paese che non è tuttavia pronto per quei cambiamenti che tutti si aspettano. Se avesse lasciato il potere 15 anni fa, scrive Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore, il giudizio su di lui sarebbe forse stato entusiasta, ma negli ultimi anni, credendo di essere un moderno faraone, ha pensato di poter dare il via ad una dinastia familiare, e questo lo ha buttato nella polvere.
   Il caos sembra dominare oggi l'Egitto: due uomini dichiarano di aver vinto le elezioni, ma colui che sarà eletto avrà un potere molto ridotto dai recenti provvedimenti dei militari. E lo stesso caos si ritrova in numerosi altri paesi del mondo islamico; come scrive Maurizio Stefanini su Libero, in Pakistan la Corte Suprema accusa il primo ministro di aver indebitamente protetto gli affari privati del Capo di Stato, e, come conseguenza, chiede a quest'ultimo di obbligare colui che lo difende a dare le dimissioni. In Kuwait l'emiro sospende il parlamento per un mese, sperando di riportare in tal modo tutto sotto il proprio controllo. Ed in Libia parte finalmente la campagna elettorale per una elezione che avrebbe dovuto tenersi ieri. Andrea Malaguti, su La Stampa, fissa le proprie attenzioni su un Pakistan che conta oggi 200 milioni di abitanti, con tutti i problemi che tale cifra comporta. In certe zone, come nel nord, si vive in condizioni estremamente arretrate, quasi medievali, mentre in altre la vita è quasi invidiabile, pur con un popolo furibondo contro i droni dell'alleato americano che colpiscono sul sacro territorio nazionale.
   La settimana passata si accennava al misterioso summit di Pechino dove erano presenti russi ed iraniani; come si legge in un editoriale del Foglio, l'agenzia iraniana Fars annuncia ora imponenti manovre navali in Siria, con la presenza di numerose navi russe e cinesi in coordinamento con l'esercito iraniano; Fausto Biloslavo sul Giornale parla addirittura di 400 velivoli e 1000 carri armati inviati da un Iran evidentemente non troppo colpito dalle sanzioni (ndr). Il commento del Foglio è che l'Occidente dimostra una particolare debolezza diplomatica. Non diversa l'opinione dell'ex Capo di Stato Maggiore, generale Camperini che, intervistato da Luisa Arezzo su Liberal, osserva che i governanti occidentali sono incapaci di porsi degli obiettivi politici, restando facile preda di reazioni emotive. Nel medio periodo, per il generale, non vi sarebbero vie d'uscita per le diverse situazioni di crisi del Medio Oriente.
   Sul Corriere esce la nuova puntata degli articoli di Sergio Romano, interamente dedicato alla realtà giordana. Come da copione Romano sorvola sulla nascita del tutto artificiale del regno, preferendo ricordare che il regno si è dotato di funzione pubblica, esercito e borghesia; ma dalla lettura dell'articolo si evince che, prima delle elezioni democratiche, conta ancora la scelta dei candidati fatta secondo le severe regole delle tribù. Romano intervista Mansour, uomo di punta del partito che è più vicino alle posizioni dei Fratelli Musulmani, e riporta senza commenti parole che sembrano solo voler tranquillizzare l'Occidente nascondendo le realtà del movimento (e Romano si guarda bene dall'approfondire). Le ultime parole dell'articolo dicono che, "per il momento", il re non è ancora un bersaglio delle manifestazioni popolari.
   In Israele, come scrive l'International Herald Tribune, Netanyahu ha deciso di far evacuare gli abitanti di Ulpana, colpevoli di aver costruito le loro case su terreni privati palestinesi, ed i legittimi proprietari palestinesi sembrano ancora increduli di aver potuto vincere una battaglia legale grazie ai tribunali israeliani.
   L'articolo non fa osservare nulla sulle regole democratiche che vigono in Israele. Michele Giorgio sul manifesto scrive che dopo oltre un anno Hamas ha sparato dei razzi contro Israele, e pone in risalto la reazione dei droni israeliani, sempre vigili su Gaza, piuttosto che sulle migliaia di razzi sparati in tale periodo dalle varie fazioni che lavorano nella Striscia.
   Chiudiamo l'odierna rassegna con due notizie che ci giungono dall'occidente: Elie Wiesel, come scrive Alessandra Farkas sul Corriere, ha restituito all'Ungheria l'onorificenza ricevuta anni fa, a causa delle deriva verso l'estrema destra filo-nazista di alcuni massimi esponenti politici magiari, ed Alice Walker, come scrive la stessa A. Far. sempre sul Corriere, non permette che il suo recente libro "Il colore viola" venga pubblicato in Israele, reo di essere colpevole di apartheid più degli USA e forse dello stesso Sud Africa, come la Walker afferma citando Desmond Tutu.

(Notiziario Ucei, 20 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gerusalemme: isole artificiali per ampliare il territorio

ROMA - Se la terra non basta si possono costruire delle isole artificiali per espandersi. L'idea arriva da Israele e, al momento, i politici e i tecnici la stanno valutando. Consisterebbe nel realizzare delle superfici per guadagnare spazio e su cui erigere centrali elettriche, aeroporti, impianti di depurazione per l'acqua...
La proposta è stata considerata come possibile e approvata dal Consiglio dei Ministri che ha valutato la superficie di territorio ristretta su cui vivono gli oltre 8.000.000 di israeliani. Israele del resto si sta sviluppando in altezza, proprio per sopperire a questo problema.
Inoltre, queste isole artificiali, potrebbero sopperire ad alcune mancanze dell'economia israeliana andando a rafforzarla.

(viagginews, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Adolfo Kaminsky: ebreo, falsario e eroe dell'indipendenza

Falsificando documenti, salvò vita a centinaia di combattenti

di Diego Minuti

Adolfo Kaminsky
TUNISI, 19 giu - La folta barba bianca, che scende quasi sul petto, nasconde i tratti affilati, le labbra sottili. Gli occhi sono rimasti quelli di sempre, perche' sin da ragazzo porta degli occhiali che mal s'acconciano con la sua storia. Il nome di Adolfo Kaminsky non e' famosissimo, ma spunta sempre fuori se si va a guardare la storia recente di quei popoli che hanno cercato la liberta' o l'Indipendenza, come la si voglia chiamare. E in Algeria, lui che non ha mai impugnato un'arma, e' una icona dell'Indipendenza, meritevole d'essere celebrato cosi' come i combattenti che si immolarono per la liberta'.
Ma Adolfo Kaminsky , 86 anni, e' un misconosciuto eroe della liberta', da quale lato la si guardi, perche' ha aiutato un po' tutti coloro che per essa si sono battuti: dai maquis francesi, alla perenne ricerca di una via di fuga dalle retate dei nazisti o dei collaborazionisti, ai resistenti greci ai Colonnelli, ai moujaid, i combattenti algerini dell'Indipendenza. E li ha aiutati con un'arte che tutti gli riconoscono, ma che non lo fara' mai entrare in un libro dalla porta principale: e' un falsario. Un po' sui generis, perche' non lo ha mai 'fregato' nessuno, ne' ha mai chiesto un soldo per tutto quello che ha fatto, e di cose ne ha fatte. Passaporti, carte di identita', tessere annonarie, timbri: tutto quello che poteva dare una nuova identita' a chi fuggiva dalla vecchia Kaminsky glielo ha dato. Kaminsky in Algeria si e' sposato, nel 1979 ha avuto Sarah, attrice e scrittrice, che in un libro ha raccontato la sorprendente storia del padre. In Algeria questo ebreo ashkenazita, di famiglia russa stabilitasi in Francia dopo avere toccato anche l'Argentina (dove e' nato) e' celebrato come uno degli eroi dell'Indipendenza perche', quando la lotta contro la Francia tocco' la fasi piu' acute, fu a lui, alla fine degli anni Cinquanta, che l'Fnl si rivolse chiedendogli di aiutarlo, fabbricando documenti falsi che potessero consentire ai combattenti di muoversi senza il timore di venire catturati. Lui disse di si', come aveva fatto durante l'occupazione nazista in Francia, quando le sue miracolose mani sfornavano documenti perfettamente falsificati per tutti, dopo avere fatto il primo per se stesso, ebreo anch'egli. Uno dei ricordi piu' belli e drammatici insieme Kaminsky l'ha affidato a Marina Gersony, in una intervista, dicendo che, mentre Parigi era occupata, la Resistenza venne a sapere che stava per scattare una retata di piccoli ebrei, destinati probabilmente al campo di transito di Darcy e quindi ad Auschwitz. In un'ora lui fabbricava trenta documenti falsi e dormire per un'ora avrebbe significato negare la vita ad altrettanti bambini, e lui lavoro' pe 48 ore di fila, con gli occhi devastati dal microscopio e le mani tremanti. Oltre al libro scritto dalla figlia Sarah (che lo scopri' eroe quando le capitarono per le mani decine di lettere con un testo quasi eguale: 'grazie'), gli e' stato dedicato un film, ''Falso e uso del falso'', che sara' proiettato in Algeria durante le celebrazioni dell'Indipendenza e che e' il racconto, per parole piu' che per imagini, della meravigliosa storia del falsario che non ha mai chiesto soldi. (ANSAmed).

(ANSAmed, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Finalmente anche l'Onu ha capito che Gaza è una prigione per le donne

La misoginia di Hamas nella Striscia

di Costantino Pistilli

Secondo un rapporto del Palestinian Central Bureau of Statistics più di un terzo delle donne che vive nella Striscia di Gaza subisce abusi fisici tra le mura domestiche mentre il 15 per cento è oggetto di abusi sessuali e abusi psicologici.
La notizia è stata riportata da un comunicato ufficiale dell'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei profughi palestinesi, che si è impegnata in un progetto per prevenire e rispondere alla violenza domestica nella Striscia di Gaza che - stando sempre al comunicato UNWRA- dipende soprattutto dal blocco israeliano che costringe gli abitanti dell'enclave di Hamas a guadagnare salari troppo bassi e a vivere in abitazioni talmente affollate da determinare un aumento delle violenza domestiche.
A parte il fatto che l'esercito israeliano dal 27 maggio al 2 giugno ha coordinato il trasferimento di 1.031 camion con 27,797 tonnellate di merci e di gas nella Striscia di Gaza, ma perché nel comunicato UNRWA non si fa nemmeno un accenno al machismo islamico come causa della violenza sulle donne?
Perché non riportare il discorso di Mushri al-Masri, trasmesso lo scorso 25 marzo da Al Aqsa TV, in cui il membro del 'Parlamento' di Hamas si rivolgeva ad una ventina di donne palestinesi dicendo: "Il sangue delle donne di Gaza sarà sacrificato nel tentativo di liberare la Moschea Al-Aqsa, Gerusalemme e tutta la Palestina"?


Perché non ricordare quando le forze di sicurezza di Hamas hanno costretto con la violenza le donne ad usare il velo, a non fumare e a non salire sui veicoli a due ruote, anche solo come passeggere? Perché l'UNRWA ha già dimenticato Fadia Jawdat al-Najjar, ventisettenne, divorziata, madre di cinque figli, picchiata fino alla morte dal padre per ristabilire l'onore della famiglia dopo che l'ha sorpresa mentre parlava al cellulare con qualcuno, in quella che gli sarebbe parsa una relazione illegittima?
Quando si chiedono fondi ai contribuenti dell'Agenzia ONU (il budget UNWRA è di circa 600 milioni di dollari) si giustificano spiegando che l'UNRWA offre ai palestinesi l'opportunità di vivere una società integra e civile e che l'UNRWA è indispensabile per denunciare le condizioni disperate dei rifugiati palestinesi sempre descritti succubi dell'assedio israeliano e mai vittime della violenza coranica che marcia sulle gambe dei terroristi di Hamas.
Ben venga, allora, l'articolo di legge del senatore americano Mark Kirk per chiedere al Segretario di Stato quanti palestinesi che usufruiscono dei servizi UNRWA corrispondano effettivamente alla definizione di profugo.
Dal 1949 gli Usa hanno versato all'UNRWA circa 4,4miliardi di dollari e con l'emendamento Kirk finanziamenti all'estero per anno fiscale 2013 saranno stanziati per 5 milioni di profughi palestinesi e non per 30 mila, l'attuale numero riconosciuto dall'ONU che spende per ogni singolo profugo palestinese tre volte più di un profugo non palestinese impiegando uno staff trenta volte più numeroso.
Eppure, leggendo il Global Trends 2011, cioè il rapporto annuale pubblicato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (l'organizzazione onusiana che si occupa dei profughi del mondo non palestinesi), lo scorso anno più di 800 mila persone sono scappate dal proprio Paese: la cifra più alta da oltre un decennio.

(l'Occidentale, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

A Torino, sabato 23 giugno, ore 17:00
presso l'Hotel ART Boston
in via Massena 70

Marcello Cicchese terrà una conferenza dal titolo

Alle origini dell'odio antigiudaico

L'evento è organizzato dalle Associazioni culturali Giacomo Grosso e Centro del Libro Cristiano
ed è patrocinato da Evangelici d'Italia per Israele.

Durante la conferenza sarà presentato il libro "La superbia dei Gentili" di Marcello Cicchese.
Relazionerà l'autore con interventi di Ferruccio D'Angelo dell'Associazione Culturale Giacomo Grosso
e Samuele Ruocco della CLC.
Moderatore dell'evento sarà il presidente di EDIPI, Ivan Basana.

Locandina

(Edipi, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele, in passerella c'è Miss Oversize

Highslide JS
Sono solari e ironiche. E si divertono. Per una volta non bisogna inchinarsi alla taglia. La bellezza è naturale (a patto che non si esageri e si rispetti la salute). Al concorso nato in Israele, a Beersheva, possono partecipare solo 16 donne il cui peso supera gli 80 chilogrammi. Sedici giovani finaliste in gara a Beer Sheba nel concorso "Belle e grasse": unica regola, pesare tra gli 80 e i 120 chili. La più bella tra le ragazze in gara è Vered Fisher, agente dei servizi di sicurezza israeliani.

(la Repubblica, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Publicis acquisisce l'agenzia israeliana BBR e sbarca in Palestina

Levy: "Un invito alle aziende internazioNali a creare sviluppo economico per la pace duratura in Medio Oriente"

Publicis Groupe ha annunciato ieri l'acquisizione di BBR Group, un network israeliano che offre una gamma completa di servizi pubblicitari e di comunicazione. Dopo anni di collaborazione tra BBR e il gruppo guidato da Maurice Lévy - in particolare attraverso Saatchi & Saatchi e ZenithOptimedia - ha realizzato l'acquisizione dell'agenzia a cui fanno riferimento anche le sigle creative Regev Kavitzky, Expert, TV content agency C e la media agency Smart Media. Tutte le agenzie di BBR rimarranno autonome e gestite in modo indipendente sotto la guida del fondatore e presidente di BBR, Yoram Baumann, nominato country chairman di Publicis Groupe in Israele. "Publicis e BBR cooperano da 15 anni alla creazione di campagne di risonanza internazionale - ha commentato commenta Maurice Lévy, chairman & ceo di Publicis Groupe. Questo è il momento giusto per noi per consolidare la nostra partnership rendendoci uno dei leader in Israele".
Contemporaneamente il gruppo francese ha annunciato di aver acquisito una partecipazione dell'agenzia creativa Zoom, sigla palestinese, diventando il primo gruppo di comunicazione a sbarcare in Palestina. Secondo i termini dell'accordo, Publicis Groupe acquisisce immediatamente il 20% dell'agenzia creativa Zoom, con la possibilità di aumentare la sua partecipazione nei prossimi anni. L'operazione, senza precedenti, rende Publicis il primo gruppo internazionale di comunicazione a sbarcare nel mercato palestinese. Zoom ribattezzata Publicis Zoom sarà allineata con il network Publicis Worldwide. L'accordo è stato firmato ieri a Ramallah da Maurice Lévy, chairman e chief executive officer di Publicis Groupe, e Bashar Masri, chairman di Zoom durante una cerimonia a cui hanno partecipato dirigenti del settore privato e funzionari governativi della Palestina. Ad accompagnare Lévy anche Jean-Yves Naouri, chief operating officer di Publicis Groupe e presidente esecutivo di Publicis Worldwide, e Loris Nold, membro del Comitato Esecutivo di Publicis Worldwide. "Con queste operazioni - ha concluso Levy - rivolgiamo un invito a tutte le aziende internazionali a contribuire alla crescita e allo sviluppo economico senza il quale non può esserci una pace duratura in Medio Maurice Levy Oriente".

(PubblicitàItalia, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

«Far Libe», l'amore cantato in yiddish da Giovanna Carone e Mirko Signorile

Dopo «Betàm soul», il nuovo cd con Digressione Music promosso con il sostegno di Puglia Sounds

di Fabrizio Versienti

A distanza di due anni e mezzo dal disco d'esordio, Betàm Soul, partito in sordina e cresciuto pian piano fino ad esser presentato dal vivo ai «Concerti del Quirinale» di Radio Tre, il duo Giovanna Carone - Mirko Signorile torna a proporsi con il cd Far Libe, edito dalla stessa casa discografica molfettese, la Digressione Music di don Gino Samarelli. Rispetto a Betàm Soul, che esplorava l'anima del canto yiddish attraverso melodie e testi del primo Novecento, Far Libe si muove con più inquietudine alla ricerca di nuovi orizzonti. Il riferimento alla cultura ebraica e alla lingua yiddish resta la stella polare del cammino, ma qui troviamo più elaborazioni originali e più «fughe» tematiche di grande interesse. Ci sono ad esempio quattro canzoni originali scritte da Carone e Signorile con il contributo di Luca Basso (voce e autore dei Fabularasa), che esplorano il suono dell'italiano con esiti molto interessanti in Luna di lana o Filastrocca di Rebecca.
Se la cultura yiddish era oggetto di ricerca e di recupero nel disco precedente, qui invece si azzarda di più la strategia della reinvenzione, affiancando testi originali scritti in yiddish da Marishe (la studiosa Marisa Romano) a musiche nuove di Signorile o a uno dei Twenty-Four Little Pieces del compositore russo Dmitri Kabalevsky: è il caso, quest'ultimo, del brano che dà il titolo all'album, Far Libe ovvero «per amore». L'amore che è poi l'argomento di tutti i brani del cd: amore come forza vitale, motore universale, fonte di pìetas e di compassione, di ebbrezza e di dolore. L'interpretazione dei due protagonisti sceglie un registro espressivo molto spoglio e diretto, intenso anche a costo di sacrificare qui e lì la perfezione formale. La voce di Giovanna Carone, più profonda rispetto a Betàm Soul, sembra esporsi nella sua nuda grana, e quando s'invola liricamente conserva sempre una piega leggermente amara. Il pianoforte di Mirko Signorile, dal suo canto, asciuga al massimo l'eloquio, suonando poche note «necessarie» ma in una affascinante varietà di registri da un brano all'altro. Anche il cantato si misura con una stordente varietà di lingue (yiddish, italiano, francese, spagnolo, inglese) componendo un album di moderni lieder da camera, essenziali quanto struggenti. Un ultimo elogio per la copertina, opera dell'artista Teresa Ciulli.

Video

(Corriere del Mezzogiorno, 19 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Attacco a operai israeliani al confine con l'Egitto

GERUSALEMME, 18 giu. - Un arabo-israeliano e due terroristi sono morti in un attacco al confine tra lo Stato ebraico e l'Egitto, che ha preso di mira un gruppo di operai diretti al cantiere per la costruzione di una barriera di sicurezza. Lo ha reso noto l'esercito israeliano. All'alba un commando di cinque o sei uomini si e' infiltrato dal deserto del Sinai e ha aperto il fuoco anche con missili anti-carro contro un convoglio che portava al lavoro un gruppo di operai, a 30 chilometri dalla Striscia di Gaza. I soldati israeliani hanno risposto al fuoco e nella sparatoria sono morti due terroristi, ha riferito il portavoce dell'esercito Yoav Mordechai. La zona e' stata circondata per dare la caccia agli altri tre o quattro terroristi, che si trovano ancora nella zona. L'esercito ha messo in stato d'allerta i villaggi di frontiera di Kadesh Barnea, Nitzana and Be'er Milcha, vicini al luogo dell'attacco. Non e' chiara la nazionalita' dei terroristi, anche perche' l'attacco non e' stato rivendicato.
Per proteggersi dall'infiltrazione di terroristi e dall'arrivo di immigrati clandestini nordafricani, Israele sta costruendo una barriera con l'Egitto lunga 266 chilometri, da Eilat, sul Mar Rosso, fino alla Striscia di Gaza, che dovrebbe essere completata entro la fine dell'anno.

(AGI, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gli equilibri geopolitici del gas di Cipro: la Turchia è accerchiata

di Francesco Ventura

La controversia riguardo al gas del Mediterraneo Orientale nata tra Cipro, Grecia e Israele da una parte e Turchia dall'altra è una di quelle pericolose questioni in grado d'infiammare gli equilibri regionali. Le enormi riserve di gas naturale scoperte in quel lembo di mare, stretto tra l'isola di Cipro, Israele e Libano, hanno riacceso la competizione regionale con la Turchia, che reclama per sé parte dei giacimenti. Il governo di Ankara è l'unico a riconoscere la Repubblica Turca di Cipro Nord (RTCN) e di conseguenza la sua potestà sulla Zona Economica Esclusiva nel mar di Levante.
   Nicosia ha già da tempo chiuso contratti con la texana Noble Energy per la trivellazione dei suoi fondali, in particolare nel quadrante 12, detto 'Aphrodite'. La Turchia ha risposto iniziando esplorazioni insieme alla RTCN a largo del sud dell'isola. Temendo interferenze da parte dei contendenti, Ankara ha inviato anche tre sottomarini militari, tre fregate e alcuni F-16 a scortare le operazioni di trivellazione. Israele ha risposto assicurando ai greco-ciprioti la copertura militare e pianificando operazioni congiunte per l'esportazione di gas.
   Dopo che il 15 febbraio il governo greco-cipriota ha dato il via ad una seconda tornata di esplorazioni nel sud dell'isola, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Nicosia. L'incontro con il suo omologo cipriota Christofias doveva riguardare solamente questioni di gas. Ovviamente non è stato così. L'occasione era di quelle imperdibili per stringere un'alleanza in chiave anti-turca. Israele ha firmato per la costruzione di un terminale di LNG e un gasdotto. Insieme, ha inviato 20.000 soldati a protezione delle famiglie dei 10.000 lavoratori israeliani in trasferta nell'isola e in difesa dei giacimenti.
   Il 17 maggio, come riportato dal sito online turco TR Defence, alcuni F-16 turchi si sono alzati in volo per intercettare dei caccia israeliani che avevano violato lo spazio aereo di Cipro Nord. Gli aerei israeliani si sono allontanati prima che potessero essere raggiunti dai rivali turchi, evitando così lo scontro diretto. Fonti dell'intelligence turco hanno poi riportato che gli israeliani avevano la missione di spiare le operazioni di esplorazione dei fondali della compagnia turca TPAO.
   Dietro alle questioni puramente regionali di accaparramento delle risorse energetiche si celano però equilibri geopolitici ben più importanti. L'allineamento di Israele con Cipro e Grecia è andato di pari passo con l'allontanamento di Tel Aviv da Ankara in seguito all'incidente della Mavi Marmara. L'inedita triangolazione ha il chiaro intento di contenere la straripante presenza di quello che è stato denominato da molti il nuovo 'sceriffo mediorientale'. Ma non solo. I giacimenti di gas del Levante potrebbero rappresentare un terzo corridoio energetico di approvvigionamento per l'Unione Europea in alternativa a quello russo.
   L'intero bacino del Levante è stimato contenere circa 3,5 milioni di miliardi di metri cubi di gas naturale. Una cifra da capogiro che sarebbe in grado di risolvere molti dei problemi energetici di Stati privi di riserve che si affacciano sul mare. Come scrive il Research Institute for European and American Studies (RIEAS) - think tank indipendente greco - l'UE dovrebbe sostenere il sodalizio greco-cipriota-israeliano. A difesa di questa tesi, il centro di ricerca argomenta che Cipro e Grecia sono due Stati dell'Unione, mentre Israele è un alleato fidato. In ultimo, la presenza della compagnia Noble assicurerebbe prestigio e rafforzerebbe l'interesse americano nell'operazione.
   In realtà la situazione è più complessa. Innanzitutto Israele è sì un alleato storico dell'UE, ma non poi così fidato. Più che altro è un alleato che per la sua particolare situazione geopolitica ha difficoltà a condividere con americani ed europei strategie di più largo respiro. Tel Aviv ha un unico scopo: preservare la propria sicurezza regionale. Stati Uniti e Unione Europea hanno invece interessi di portata globale. Così, non sempre le esigenze di sicurezza d'Israele s'inseriscono pienamente nei disegni geostrategici degli alleati occidentali.
   In secondo luogo la Grecia (e conseguentemente Cipro) sono nell'occhio del ciclone della crisi finanziaria europea. Come puntualizza giustamente il RIEAS, il paese ellenico ricopre le ultime posizioni all'interno dell'Unione per competitività economica, stabilità politica, efficienza governativa, qualità legislativa e controllo della corruzione. Sono tutti elementi che rendono più rischiosa una scommessa geopolitica così importante per la differenziazione delle risorse energetiche europee e per il controllo strategico della regione.
   La costruzione di una rotta energetica quasi interamente europea sarebbe una mossa chiave per l'indipendenza energetica del Vecchio Continente. Il vero problema che si cela dietro alla debolezza ellenica è l'affacciarsi della Russia negli affari energetici del Levante. Ed è questo il nodo geopolitico centrale da sciogliere. Mosca ha da tempo un buon rapporto con Cipro e la controversia del gas le ha dato la possibilità di aumentare la propria influenza nel Mediterraneo Orientale. Non solo la vicinanza dell'isola con la Siria permette alla Russia di trasferire parte delle proprie forze militari nella regione, ma consente a Mosca d'inserirsi anche nelle questioni politiche dell'area stessa.
   Il 3 maggio scorso il Cremlino ha criticato la Turchia per condurre le esplorazioni di gas sotto protezione dell'esercito. È chiaro l'avvertimento lanciato dal portavoce del ministro degli Esteri russo, Aleksandr Lukashevich: la condotta di Ankara rischia di esacerbare la situazione di Cipro. Il sostegno russo alla triangolazione Israele-Cipro-Grecia trova una sua ragione in una delle più classiche delle interpretazioni geopolitiche globali.
   L'Orso russo preme sul Mediterraneo Orientale, approfittando della debolezza politico-finanziaria della Grecia e dei legami religiosi che accomunano i due paesi cristiano-ortodossi. La strategia è quella che caratterizza la Russia di Putin. Ogni volta che si aprono possibilità per l'Europa di differenziare le proprie fonti energetiche, le compagnie russe intervengono e ottengono almeno in parte la gestione del rifornimento. O fanno fallire il progetto rivale, come è successo per il Nabucco. In questa maniera la Russia accerchia il Vecchio Continente, isolandolo e rendendolo politicamente ciò che geograficamente è già: l'estrema propaggine della grande massa euroasiatica.
   La seconda tornata per l'assegnazione delle licenze per la ricerca di gas intorno all'isola di Cipro ha attirato l'attenzione di oltre 70 aziende internazionali, tra cui compagnie russe, cinesi e americane. Il gigante russo Gazprom si sta rivelando un vero e proprio braccio operativo della politica estera russa. Il colosso energetico ha proposto a Cipro di costruire un impianto di liquefazione e stoccaggio del gas, dopo aver concluso un accordo per l'acquisto del gas liquido israeliano.
   Come scrive Vladimir Socor su Jamestown Foundation, l'obiettivo minimo della Russia è l'accesso ai depositi offshore di Cipro per Gazprom e Novatek. L'obiettivo massimo è invece aggregare i volumi di gas offshore di Israele e Cipro per il trasporto e per rivenderli attraverso Gazprom sui mercati internazionali. Per arrivare a questi importanti risultati geostrategici, Mosca è stata disposta a rompere l'amicizia con la Turchia. Un'amicizia che era già chiaro da tempo non fosse in grado di durare.
   La Turchia è l'unico vero fattore di contenimento della Russia a sud. E quindi l'unica via possibile per differenziare gli approvvigionamenti energetici dell'Europa. L'Unione Europea ne dovrà tenere conto nelle sue scelte future.

(Meridiani Relazioni Internazionali, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Haifa, un tetto italiano per l'amicizia arabo-ebraica

Si moltiplicano le attività dell'Istituto italiano di cultura

HAIFA, 18 giu - Alle pendici del monte Carmelo e dei rigogliosi giardini Bahai, l'Istituto italiano di cultura (Iic) di Haifa rappresenta sempre piu' ''un luogo privilegiato di convivenza e di integrazione'' fra gli studenti arabi ed ebrei che a centinaia vi accorrono per prepararsi a seguire corsi di laurea in medicina presso le universita' italiane. Questa la sensazione del Direttore Giovanni Pillonca secondo cui in anni passati la percentuale degli studenti arabofoni era del 90 per cento, mentre ora si va creando un rapporto di sei studenti arabi per quattro studenti ebrei. Uno sviluppo legato fra l'altro alla recente offerta da parte di alcuni atenei italiani di corsi di laurea in lingua inglese, cosa che ha destato ulteriore interesse in Israele. L'Iic offre corsi intensivi di italiano di 400 ore, seguiti da corsi di preparazione ai test di accesso a medicina della durata di 240 ore. Con questi corsi di lingua - garantiti da docenti di madrelingua, trasferitesi in Israele per matrimonio o convivenza, tutte laureate in materie letterarie - l'Iic contribuisce dunque all'internazionalizzazione del sistema universitario italiano, e si autofinanzia per circa il 70 per cento. Gli introiti sono costantemente cresciuti dai 300 mila shekel del 2002 (circa 60 mila euro) al 1,9 milioni del 2011 (380 mila euro). ''Grazie a questi profitti - osserva Pillonca - l'Iic ha potuto garantire una programmazione culturale di rilievo nel panorama cittadino e in quello dell'area circostante, trovando un proprio spazio sulla mappa culturale non soltanto di Haifa ma dell'intero Paese''.

(ANSAmed, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Acqui Terme - Un'antica presenza da valorizzare

Highslide JS
  Il cimitero ebraico di Acqui Terme
L'antico cimitero ebraico di Acqui Terme (Alessandria) ha costituito forse il nucleo più interessante della tradizionale visita di fine anno che, con grande successo, l'Associazione Ex Allievi e Amici della Scuola Ebraica di Torino ha dedicato quest'anno al comune monferrino e alla splendida Villa Ottolenghi dove è racchiuso uno dei giardini più significativi d'Europa con opere di arte contemporanea degne di spazi espositivi di rilievo.
Perché tanto interesse nel pubblico per un antico cimitero? Perché si tratta di un recupero iniziato alcuni anno or sono, grazie all'opera di pochi, efficienti e appassionati volontari, desiderosi di riportare alla luce e restituire alla città una parte fondamentale della sua storia. Ad Acqui Terme c'è stata infatti una presenza ininterrotta ebraica per oltre 500 anni, dai primi insediamenti di metà '400 sino agli ultimi ebrei che vi hanno vissuto fino agli anni '60 del Novecento (l'ultimo rabbino, Adolfo Ancona, morì nel 1952); nel 1931 la Comunità fu aggregata a quella di Alessandria, che a sua volta fu inglobata nel 1989 in quella di Torino.
Una storia significativa quella degli ebrei di Acqui Terme: nell'Ottocento 600 iscritti animavano infatti la vita della Comunità, ancora vivace e ricca all'avvento delle leggi razziste e poi in rapido declino dopo la Shoah, che vide una trentina di persone deportate mentre moltissimi al termine del conflitto si trasferirono in centri più grossi. Ebrei che lasciarono tracce importanti nella vita della località termale, specialmente per aver contribuito allo sviluppo urbano, alla costruzione di grandi opere pubbliche e per aver gettato uno sguardo oltre confine, ma soprattutto per gli importanti lasciti e donazioni di Jona Ottolenghi, membro di una delle famiglie più antiche e prestigiose.
Questa storia emerge in particolare dalla ricostruzione che si può fare addentrandosi nel cimitero, il cui terreno fu acquistato nel 1836 in un momento di forte espansione demografica.Tra le presenze illustri della Comunità anche Israel Emanuel Ottolenghi, che in rappresentanza delle due università israelitiche del Monferrato si recò nel 1806 al Gran Sinedrio voluto da Napoleone a Parigi.
Ciò che ha colpito maggiormente i visitatori è stata l'opera appassionata e intelligente di alcuni cittadini di Acqui - tra loro Marco Menegazzi, ultimo discendente di una famiglia ebraica residente in città, Luisa Rapetti, autrice del prezioso volume Il cimitero ebraico di Acqui Terme (Editrice Impressioni Grafiche, Acqui 2009) e instancabile accompagnatrice di visitatori, studenti e ricercatori, e Marco Francesco Dolermo, ricercatore attento della storia degli ebrei di Acqui e autore del volume La costruzione dell'odio. Ebrei, contadini e diocesi di Acqui dall'istituzione del ghetto del 1731 alle violenze del 1799 e del 1848 (Silvio Zamorani editore, 2005) - che si prodigano meritoriamente perché il cimitero conservi la sua dignità. Non solo, ma intendono valorizzare, con il concorso della città, un bene culturale che insieme all'antico ghetto di Portici Saracco e a quanto rimane dell'ottocentesca sinagoga (una facciata con le vetrate a dieci petali simboleggianti i Dieci Comandamenti), arricchisce Acqui di una storia che merita di essere conosciuta.

(Notiziario Ucei, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Euro 2012: Il Parlamento ebraico europeo scrive a Platini su episodi di razzismo

"Manifestazioni" di violenza, razzismo e antisemitismo nel corso degli Europei. Le ha sottolineate il Parlamento ebraico europeo (Ejp) al presidente dell'Uefa Michel Paltini. In una lettera inviata dai due co-presidenti dell'organizzazione Vadim Rabinovych, Joel Rubinfeld e dal membro italiano Vittorio Pavoncello, l'organizzazione dopo aver espresso la preoccupazione per quei fenomeni, sollecita che "siano prese misure per arginare questo male che macchia questa grande festa sportiva e popolare". "Conosciamo il suo impegno per sdradicare questo flagello - ha riferito ancora il Parlamento ebraico europeo rivolgendosi a Platini - e le assicuriamo la nostra disponibilità per aiutarvi in questa lotta".

(sportitalia, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Alle Oblate di Firenze protagonista la cultura Klezmer e Yiddish

Con piatti della tradizione e il trio jazz De Vito-Morgantini-Rinaldi

FIRENZE - Per Taste the world, i sapori e i suoni del mondo della Caffetteria della Biblioteca delle Oblate, Martedì 19 giugno dalle 19, Cooperativa Archeologia propone la cultura Klezmer e Yiddish, con piatti della tradizione e musica dal vivo in tema con il trio jazz De Vito-Morgantini-Rinaldi, che incontrano per l'occasione il musicistaNando Romano.
Nel menu, Off B'afarsek (pollo alle pesche), fagiolini in Avgolemono, Kishu'im b'ta'am chamutz (insalata estiva), Salat hadar (finocchi), baccalà al sugo,Hummus, la celebre salsa con i ceci, e Latkas.
Taste the world: mordi il mondo! Ingresso libero agli eventi. Per info www.lospaziochesperavi.it

(il sito di Firenze, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Teatro Festival Italia: danza israeliana protagonista

Highslide JS
NAPOLI, 18 giu - Una scena di mura trasparenti su cui si muovono i ballerini vestiti di nero e le ballerine in candidi vestiti di battista. E' ''Null'', lo spettacolo che la compagnia di balletto Vertigo, di Gerusalemme, porta in anteprima europea domani sera al Teatro Festival Italia di Napoli. Lo spettacolo, in scena al treatro San Ferdinando, apre il focus che la rassegna teatrale napoletana dedica quest'anno alla scena contemporanea della danza isrealiana. In ''Null'', emerge tutto lo stile artistico di Noa Wertheim, la direttrice artistica della Vertigo Dance Company, che porta in scena il bianco e il nero, la luce e le ombre, il bene e il male, in un gioco di opposti interpretato con grande intensita' dai ballerini che si muovono sulle note composte dal musicista Ran Begano. Non e' questa pero' l'unico apporto allo spettacolo della Wertheim, che ha collaborato strettamente anche con il light designer Danny Fishof e lo scenografo Rakefet Levi. Un lavoro interamente israeliano, quindi, per una compagnia che lavora per ''portare al meglio il messaggio dell'arte israeliana, in patria e all'estero, per riuscire a portare le persone l'una piu' vicina all'altra e toccarle attraverso il lunguaggio del corpo'', spiega l'artista israeliana. Ma la Vertigo Dance Company porta a Napoli anche un altro baletto, ''Birth of the Phoenix'', in scena givedi' al Parco Archeologico di Pausilypon. Tra le antiche mura, Noa Wertheim porta: ''Un progetto di danza sul dialogo tra uomo e ambiente - spiega - che, come la fenice, rinasce dalle proprie ceneri in ogni nuovo spazio in cui viene allestito''. Al centro della performance una cupola emisferica di bambu' che vuole ricordare la geometria dell'universo, li' il pubblico e i danzatori, disposti come in un teatro greco, percepiscono gli stimoli visivi, uditivi e sensoriali dell'ambiente circostante.
Domani va in scena a Napoli anche la Kibbutz Contemporary Dance Company, che ha sede nel Kibbutz Ga'aton, nel nord ovest di Israele. La compagnia venne fondata nel 1970 da Yehudit Arnon, che trasformo' un gruppo di danzatori dilettanti in una compagnia di danza apprezzata in tutto il mondo. Oggi la Kibbutz si identifica nel suo direttore artistico Rami Be'er coreografo che, come lui stesso racconta, e' ''provocare, commuovere e, alla fine dello spettacolo, lasciare al pubblico un nuovo punto di vista sul mondo''. La compagnia porta domani sera al Teatro Politeama di Napoli ''Bein Kodesh Le' Hol'' (sacro e profano, ndr) in cui Rami Be'er trova il punto di sintesi tra stili coinvolgenti e di grande impatto scenico, di generi e tecniche provenienti dall'est europeo e dai paesi arabi. ''Resti di spazi architettonici che si disintegrano nel paesaggio e diventano parte di esso'', cosi' il coreografo descrive il suo spettacolo, che suggerisce la sensazione di apocalisse, con un ballerino solitario che danza sotto una pioggia di sabbia. La Kibbutz Company porta a Napoli anche ''If at All'', un ''evento teatrale in movimento, fatto di cerchi metaforici ed astratti che vanno dalla forma chiusa alla struttura aperta'', spiega Rami Be'er che sembra sfidare in questo spettacolo, in scena venerdi' sera al Politeama, la forza di gravita'.
A chiudere il viaggio del Teatro Festival nella danza israeliana sara' sabato, ancora al Parco Archeologico di Pausilypon, ''Sensitivity to heat'', la coreografia che la israeliana Dafi Altabeb ha realizzato con la collaborazione alla creazione e drammaturgia di Nizan Moshe. Nello spettacolo sette danzatori si muovono sul palcoscenico al suono della soave voce di Maria Callas.

(ANSAmed, 18 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Der Spiegel: "I terroristi di Monaco ‘72 furono appoggiati da neonazisti tedeschi"

I terroristi palestinesi di "Settembre nero", che misero in atto l'attentato terroristico contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, poterono contare sull'appoggio di neonazisti tedeschi. Lo rivela lo Spiegel che ha avuto accesso ai documenti dell'antiterrorismo tedesco. Nel luglio 1972, si legge 2mila pagine consultate, il neonazista tedesco Willi Pohl si era incontrato con il terrorista palestinese Abu Daud.
I testi sono del "Bundesverfassungsschutz" (BfV), l'antiterrorismo tedesco. Dai testi risulta che già nel luglio 1972, sette settimane prima dei Giochi Olimpici, il neonazista tedesco Willi Pohl aveva cospirato con Saad Walli, un uomo di "aspetto arabo", il cui nome di copertura nascondeva in realtà il terrorista palestinese Abu Daud, regista della strage nel Villaggio Olimpico, in cui persero la vita 17 persone, tra cui un poliziotto tedesco, 5 terroristi e 11 atleti israeliani.
L'incontro tra i due era stato segnalato dalla polizia di Dortmund al BfV, ma nessuna azione preventiva era stata messa in atto per controllare i movimenti di Abu Daud, che si era mosso liberamente in tutta la Germania, incontrandosi con altri palestinesi in diverse città. Willi Pohl, che da tempo ha preso le distanze da ogni attività terroristica ed è diventato uno scrittore di gialli, si dice adesso convinto di essere stato coinvolto a sua insaputa nelle attività preparatorie dell'attentato.
"Ho trasportato Abu Daud attraverso tutta la Germania, dove si è incontrato con palestinesi in diverse città", spiega allo Spiegel, che rivela come nell'ottobre 1972 Pohl venne arrestato insieme a un complice perché in possesso di mitragliette e bombe a mano, oltre che di una lettera di minacce di "Settembre nero" nei confronti di un giudice tedesco che stava indagando contro i tre terroristi palestinesi sopravvissuti all'attentato di Monaco. Dalle analisi si scopri poi che le bombe a mano di fabbricazione belga, ma con esplosivo svedese, erano state prodotte per conto dell'Arabia Saudita, ma erano identiche a quelle usate dai terroristi palestinesi nel sequestro degli atleti israeliani. Nonostante le prove schiaccianti raccolte contro di lui, Pohl era stato condannato nel 1974 solo per possesso illegale di armi a due anni e due mesi di reclusione, ma subito rimesso in libertà quattro giorni dopo la sentenza aveva lasciato la Germania per rifugiarsi a Beirut.

(TGCOM.it, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Conclusa a Gerusalemme la terza edizione di "TerraOlivo 2012"

Trenta assaggiatori professionisti provenienti da 11 differenti nazioni si sono cimentati per giudicare gli oltre quattrocento oli partecipanti al concorso, che hanno visto la partecipazione di sedici nazioni in gara per contendersi il "Gran Prix" di TerraOlivo 2012.

Highslide JS
Il Concorso si è svolto nello splendido ed evocativo scenario dell'antica Città Santa di Gerusalemme. Non è casuale la scelta dei luoghi del concorso, che si è svolto a poca distanza dall'Orto degli Ulivi e dal Santo Sepolcro, luoghi cari alla memoria del popolo cristiano e proprio dove l'olivicoltura mondiale ebbe inizio 8 millenni fa.
Ma la vera "sorpresa", ampiamente annunciata, e' stata la grande affermazione delle aziende olivicole calabresi. La Calabria puo' vantare ben due aziende (Azienda Agricola Librandi Pasquale e Fattoria San Sebastiano) vincitrici della categoria "assoluta" Gran Prestige Gold. L'affermazione continua con 8 medaglie "Prestige Gold" (Frantoio Badia, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Frantoio Figoli Tommaso, Istituto Tecnico Agrario "V. Emanuele II" Catanzaro, Olearia Frateli Vizzari, Olearia San Giorgio, Oleificio Torchia) e 7 medaglie "Gold" (Masseria Veneziano, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Oleificio Perrone, Societa Agricola Doria S.r.l., Societa Semplice Agricola Gaetano, Statti S.R.L.).
A questi numeri, si aggiunge il 18' e prestigioso premio: The Best of Regione Calabria. Premio speciale, istituito grazie alla partnership tra TerraOlivo e Regione Calabria, che dimostra la grande sensibilita' dello staff regionale del Dipartimento Agricoltura calabrese, con in testa l'Assessore Trematerra, verso le attivita' promozionali legate all'extravergine di oliva di alta qualita'.
E non si puo' dimenticare il prezioso supporto del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria che attraverso strumenti legislativi (Elaioteca Regionale - Casa degli oli di Calabria) ed altre misure, ha supportato le aziende negli investimenti produttivi, aiutandole ad "internazionalizzare" le proprie attivita', anche attraverso la partecipazione alle maggiori manifestazioni internazionali.
Queste azioni sull'olio extra vergine d'oliva portate avanti anche al di fuori dai confini nazionali, ha dichiarato l'Assessore Trematerra, sono molto importante per proseguire il non facile cammino di diffusione e promozione dei prodotti oleari calabresi in tutti i mercati del mondo. Azioni che stiamo conducendo con risultati certamente eccellenti e che ci ha dato fio ad ora enormi soddisfazioni in tutti i luoghi dove abbiamo partecipato.
Questi numeri e questi riconoscimenti che abbiamo ottenuto conclude l'Assessore Trematerra, hanno per noi un alto significato e ci incoraggiano fortemente per il futuro. In definitiva, i numeri ottenuti confortano e convincono le aziende calabresi della qualita' a continuare nella strada intrapresa arduamente, lo ricordiamo, anni fa.

(vini e sapori.net, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il progetto romano Davka protagonista al Festival internazionale di musica sefardita

CORDOVA - Nella cornice del Reale Giardino Botanico di Cordova, l'orchestra condotta da Maurizio Di Veroli porterà, anche in Spagna, domani lunedì 18 giugno, le musiche più belle della tradizione ebraica. Canti sefarditi, romanze medievali, canti della tradizione liturgica romana, un significativo repertorio di musica hassidica con ritmi che spaziano dai Balcani all'Europa orientale.
Tema conduttore del concerto cordovano, che avrà inizio alle 22.30, saranno tuttavia i salmi e le poesie liturgiche della originale tradizione romana. Unica al mondo nelle sue peculiarità, la tradizione liturgica romana è intrisa del fantastico patrimonio portato a Roma dalle comunità catalane e castigliane sfuggite all'Inquisizione. I riti e le melodie si mantennero a lungo distinti nelle Cinque Scole, con la costruzione del Tempio Maggiore le tradizioni si sono mescolate tanto da rendersi quasi indistinguibili. I canti romani nel concerto cordovano sono stati riarrangiati da Maurizio Di Veroli e Luana Mariani, che da anni è parte integrante del Progetto Davka, con ritmi blues, swing o pop; una nuova energia li accompagna fuori delle mura della sinagoga, interpreta la sensibilità di altre generazioni, propone un legame forte e vivo con queste musiche che hanno segnato la storia della comunità.
Non mancheranno i canti di Sfarad come la romanza Cuando El Rey Nimrod, Adio Querida, il racconto della passione degli esuli per la loro terra e la speranza del ritorno: Abre tu puerta cerrada. I testi delle romanze e leggende sefardite saranno illustrati con proiezioni frutto della ricerca di Maurizio Di Veroli, le cui lontane origini sono appunto in Sfarad. Il Progetto Davka utilizza la musica come veicolo di un antico e quanto mai vivace patrimonio culturale che presenta in modo colto e accattivante. Tratto peculiare dei concerti del Progetto Davka è la puntuale contestualizzazione dei brani musicali con riferimenti storici, sociali, religiosi e testuali. Nel recente concerto romano della formazione uno dei più struggenti momenti musicali è stato dedicato a Stefano Gay Taché, rimasto ucciso nel tragico attentato del 9 ottobre del 1982 dove fu ferito gravemente, insieme ad altre quaranta persone, il fratello Gadiel. Miracolosamente scampato, Gadiel apprezzato musicista, ha eseguito Little Angel brano composto da lui quindicenne in ricordo di Stefano, mentre Maurizio Di Veroli ha eseguito la composizione liturgica scritta e musicata dal Maestro Piattelli in memoria. Occasione di questo significativo incontro artistico è stato il riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Stefano Gay Taché quale vittima del terrorismo; per 29 anni il suo nome non compariva nell'elenco ufficiale delle vittime del terrorismo in Italia.
Nel curriculum del gruppo si annoverano già numerosi concerti in Italia e in Europa (Amsterdam, Varsavia, Tallin) ed esibizioni in Vaticano nella prospettiva del dialogo interreligioso. Nel Progetto Davka si fondono infatti, nella promozione della cultura ebraica, le esperienze di musicisti ebrei, cattolici, protestanti e laici; il contributo artistico di ciascuno dà vita ad una qualificata espressione di suoni, ritmi e saperi.
Il Festival Internazionale di Musica Sefardita a Cordoba già ampiamente segnalato nel web, sarà occasione per il lancio internazionale del cd "I-TAL-YAH - Risvegli nella Rugiada Divina". Il Progetto propone numerosi spettacoli musicali, tra cui "La Cantica del Mare", "Tra Sacro e Profano", "Sulle sponde del Tevere" e "La Shoah al Caleidoscopio", per informazioni si può consultare il sito del gruppo: www.wix.com/davkaproject/davkaproject.

Per informazioni sul Festival Internazionale di Musica Sefardita a Cordoba e sul concerto del 18 Giugno clicca qui. Per ulteriori informazioni e contatti: maurizio.diveroli@telecomitalia.it

(Notiziario Ucei, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Scoperto in Israele un tesoro di 140 monete d'oro e argento

Highslide JS
GERUSALEMME, 17 giu. - Centoquaranta monete d'oro e d'argento e una raccolta gioielli di squisita fattura: questo il piccolo tesoro che e' emerso tra i reperti trovati dagli archeologi israeliani vicino a Kiryat Gat, a 56 km a sud di Tel Aviv. La scoperta e' stata annunciata dalla Israel Antiquities Authority, come riferisce Israele.net citando la stampa israeliana. I gioielli, che si ritiene risalgano all'epoca della rivolta antiromana di Bar Kokhba (tra il 132 e il 135 d.C.), erano stati probabilmente nascosti da una donna facoltosa negli anni della ribellione.

(Adnkronos, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Razzisti e banane anti-Balotelli, petardi, saluti nazisti: l'Uefa stanghi la Croazia

Michel Platini e l'Uefa stanno traccheggiando troppo sull'infame comportamento dei barbari travestiti da tifosi croati, giovedì scorso a Poznan, durante la partita con l'Italia. Il presidente della Federcalcio Europea e la sua organizzazione predicano bene, ma razzolano male.
Eppure, l'ex juventino, alla vigilia di Euro 2012 aveva sentenziato: "Tolleranza zero verso il razzismo. Se un arbitro interrompe la partita, l'Uefa sarà con lui". Bravo. Peccato che gli arbitri di Platini e Collina, sul razzismo dormano.
L'inchiesta sui fatti di Italia-Croazia sfocerà nella sentenza della giustizia Uefa prevista per martedì. Staremo a vedere se verranno puniti gli incivili cori contro Balotelli, scanditi a più riprese "da 300-500 tifosi croati" - come recita il rapporto dell'organizzazione antirazzista Fare che collabora con l'Uefa - i saluti nazisti, gli ululati contro l'attaccante italiano, la banana che gli è stata lanciata contro durante la sostituzione, i petardi e i fumogeni lanciati in campo.
Le parole non bastano più, caro Platini, così come gli appelli che suonano patetici: "Chiedo ai tifosi di Wroclaw e Varsavia di comportarsi con rispetto e dignità e di avere un comportamento esemplare" . Bum. Sai che paura.
Sveglia, Uefa! E facci sapere presto che fine ha fatto l'nchiesta sui cori razzisti degli spagnoli contro Balotelli,;sugli insulti a Gebre Selassie, primo giocatore nero della Nazionale ceca; sui cori belluini contro l'Olanda, durante i suoi allenamenti.
Sveglia, Michel! I razzisti non dormono mai.

(calciomercato.com, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Der Spiegel: "I terroristi di Monaco ‘72 furono appoggiati da neonazisti tedeschi"

I terroristi palestinesi di "Settembre nero", che misero in atto l'attentato terroristico contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, poterono contare sull'appoggio di neonazisti tedeschi. Lo rivela lo Spiegel che ha avuto accesso ai documenti dell'antiterrorismo tedesco. Nel luglio 1972, si legge 2mila pagine consultate, il neonazista tedesco Willi Pohl si era incontrato con il terrorista palestinese Abu Daud.
I testi sono del "Bundesverfassungsschutz" (BfV), l'antiterrorismo tedesco. Dai testi risulta che già nel luglio 1972, sette settimane prima dei Giochi Olimpici, il neonazista tedesco Willi Pohl aveva cospirato con Saad Walli, un uomo di "aspetto arabo", il cui nome di copertura nascondeva in realtà il terrorista palestinese Abu Daud, regista della strage nel Villaggio Olimpico, in cui persero la vita 17 persone, tra cui un poliziotto tedesco, 5 terroristi e 11 atleti israeliani.
L'incontro tra i due era stato segnalato dalla polizia di Dortmund al BfV, ma nessuna azione preventiva era stata messa in atto per controllare i movimenti di Abu Daud, che si era mosso liberamente in tutta la Germania, incontrandosi con altri palestinesi in diverse città. Willi Pohl, che da tempo ha preso le distanze da ogni attività terroristica ed è diventato uno scrittore di gialli, si dice adesso convinto di essere stato coinvolto a sua insaputa nelle attività preparatorie dell'attentato.
"Ho trasportato Abu Daud attraverso tutta la Germania, dove si è incontrato con palestinesi in diverse città", spiega allo Spiegel, che rivela come nell'ottobre 1972 Pohl venne arrestato insieme a un complice perché in possesso di mitragliette e bombe a mano, oltre che di una lettera di minacce di "Settembre nero" nei confronti di un giudice tedesco che stava indagando contro i tre terroristi palestinesi sopravvissuti all'attentato di Monaco. Dalle analisi si scopri poi che le bombe a mano di fabbricazione belga, ma con esplosivo svedese, erano state prodotte per conto dell'Arabia Saudita, ma erano identiche a quelle usate dai terroristi palestinesi nel sequestro degli atleti israeliani. Nonostante le prove schiaccianti raccolte contro di lui, Pohl era stato condannato nel 1974 solo per possesso illegale di armi a due anni e due mesi di reclusione, ma subito rimesso in libertà quattro giorni dopo la sentenza aveva lasciato la Germania per rifugiarsi a Beirut.

(TGCOM.it, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Conclusa a Gerusalemme la terza edizione di "TerraOlivo 2012"

Trenta assaggiatori professionisti provenienti da 11 differenti nazioni si sono cimentati per giudicare gli oltre quattrocento oli partecipanti al concorso, che hanno visto la partecipazione di sedici nazioni in gara per contendersi il "Gran Prix" di TerraOlivo 2012.

Highslide JS
Il Concorso si è svolto nello splendido ed evocativo scenario dell'antica Città Santa di Gerusalemme. Non è casuale la scelta dei luoghi del concorso, che si è svolto a poca distanza dall'Orto degli Ulivi e dal Santo Sepolcro, luoghi cari alla memoria del popolo cristiano e proprio dove l'olivicoltura mondiale ebbe inizio 8 millenni fa.
Ma la vera "sorpresa", ampiamente annunciata, e' stata la grande affermazione delle aziende olivicole calabresi. La Calabria puo' vantare ben due aziende (Azienda Agricola Librandi Pasquale e Fattoria San Sebastiano) vincitrici della categoria "assoluta" Gran Prestige Gold. L'affermazione continua con 8 medaglie "Prestige Gold" (Frantoio Badia, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Frantoio Figoli Tommaso, Istituto Tecnico Agrario "V. Emanuele II" Catanzaro, Olearia Frateli Vizzari, Olearia San Giorgio, Oleificio Torchia) e 7 medaglie "Gold" (Masseria Veneziano, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Oleificio Perrone, Societa Agricola Doria S.r.l., Societa Semplice Agricola Gaetano, Statti S.R.L.).
A questi numeri, si aggiunge il 18' e prestigioso premio: The Best of Regione Calabria. Premio speciale, istituito grazie alla partnership tra TerraOlivo e Regione Calabria, che dimostra la grande sensibilita' dello staff regionale del Dipartimento Agricoltura calabrese, con in testa l'Assessore Trematerra, verso le attivita' promozionali legate all'extravergine di oliva di alta qualita'.
E non si puo' dimenticare il prezioso supporto del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria che attraverso strumenti legislativi (Elaioteca Regionale - Casa degli oli di Calabria) ed altre misure, ha supportato le aziende negli investimenti produttivi, aiutandole ad "internazionalizzare" le proprie attivita', anche attraverso la partecipazione alle maggiori manifestazioni internazionali.
Queste azioni sull'olio extra vergine d'oliva portate avanti anche al di fuori dai confini nazionali, ha dichiarato l'Assessore Trematerra, sono molto importante per proseguire il non facile cammino di diffusione e promozione dei prodotti oleari calabresi in tutti i mercati del mondo. Azioni che stiamo conducendo con risultati certamente eccellenti e che ci ha dato fio ad ora enormi soddisfazioni in tutti i luoghi dove abbiamo partecipato.
Questi numeri e questi riconoscimenti che abbiamo ottenuto conclude l'Assessore Trematerra, hanno per noi un alto significato e ci incoraggiano fortemente per il futuro. In definitiva, i numeri ottenuti confortano e convincono le aziende calabresi della qualita' a continuare nella strada intrapresa arduamente, lo ricordiamo, anni fa.

(vini e sapori.net, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il progetto romano Davka protagonista al Festival internazionale di musica sefardita

CORDOVA - Nella cornice del Reale Giardino Botanico di Cordova, l'orchestra condotta da Maurizio Di Veroli porterà, anche in Spagna, domani lunedì 18 giugno, le musiche più belle della tradizione ebraica. Canti sefarditi, romanze medievali, canti della tradizione liturgica romana, un significativo repertorio di musica hassidica con ritmi che spaziano dai Balcani all'Europa orientale.
Tema conduttore del concerto cordovano, che avrà inizio alle 22.30, saranno tuttavia i salmi e le poesie liturgiche della originale tradizione romana. Unica al mondo nelle sue peculiarità, la tradizione liturgica romana è intrisa del fantastico patrimonio portato a Roma dalle comunità catalane e castigliane sfuggite all'Inquisizione. I riti e le melodie si mantennero a lungo distinti nelle Cinque Scole, con la costruzione del Tempio Maggiore le tradizioni si sono mescolate tanto da rendersi quasi indistinguibili. I canti romani nel concerto cordovano sono stati riarrangiati da Maurizio Di Veroli e Luana Mariani, che da anni è parte integrante del Progetto Davka, con ritmi blues, swing o pop; una nuova energia li accompagna fuori delle mura della sinagoga, interpreta la sensibilità di altre generazioni, propone un legame forte e vivo con queste musiche che hanno segnato la storia della comunità.
Non mancheranno i canti di Sfarad come la romanza Cuando El Rey Nimrod, Adio Querida, il racconto della passione degli esuli per la loro terra e la speranza del ritorno: Abre tu puerta cerrada. I testi delle romanze e leggende sefardite saranno illustrati con proiezioni frutto della ricerca di Maurizio Di Veroli, le cui lontane origini sono appunto in Sfarad. Il Progetto Davka utilizza la musica come veicolo di un antico e quanto mai vivace patrimonio culturale che presenta in modo colto e accattivante. Tratto peculiare dei concerti del Progetto Davka è la puntuale contestualizzazione dei brani musicali con riferimenti storici, sociali, religiosi e testuali. Nel recente concerto romano della formazione uno dei più struggenti momenti musicali è stato dedicato a Stefano Gay Taché, rimasto ucciso nel tragico attentato del 9 ottobre del 1982 dove fu ferito gravemente, insieme ad altre quaranta persone, il fratello Gadiel. Miracolosamente scampato, Gadiel apprezzato musicista, ha eseguito Little Angel brano composto da lui quindicenne in ricordo di Stefano, mentre Maurizio Di Veroli ha eseguito la composizione liturgica scritta e musicata dal Maestro Piattelli in memoria. Occasione di questo significativo incontro artistico è stato il riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Stefano Gay Taché quale vittima del terrorismo; per 29 anni il suo nome non compariva nell'elenco ufficiale delle vittime del terrorismo in Italia.
Nel curriculum del gruppo si annoverano già numerosi concerti in Italia e in Europa (Amsterdam, Varsavia, Tallin) ed esibizioni in Vaticano nella prospettiva del dialogo interreligioso. Nel Progetto Davka si fondono infatti, nella promozione della cultura ebraica, le esperienze di musicisti ebrei, cattolici, protestanti e laici; il contributo artistico di ciascuno dà vita ad una qualificata espressione di suoni, ritmi e saperi.
Il Festival Internazionale di Musica Sefardita a Cordoba già ampiamente segnalato nel web, sarà occasione per il lancio internazionale del cd "I-TAL-YAH - Risvegli nella Rugiada Divina". Il Progetto propone numerosi spettacoli musicali, tra cui "La Cantica del Mare", "Tra Sacro e Profano", "Sulle sponde del Tevere" e "La Shoah al Caleidoscopio", per informazioni si può consultare il sito del gruppo: www.wix.com/davkaproject/davkaproject.

Per informazioni sul Festival Internazionale di Musica Sefardita a Cordoba e sul concerto del 18 Giugno clicca qui. Per ulteriori informazioni e contatti: maurizio.diveroli@telecomitalia.it

(Notiziario Ucei, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Scoperto in Israele un tesoro di 140 monete d'oro e argento

Highslide JS
GERUSALEMME, 17 giu. - Centoquaranta monete d'oro e d'argento e una raccolta gioielli di squisita fattura: questo il piccolo tesoro che e' emerso tra i reperti trovati dagli archeologi israeliani vicino a Kiryat Gat, a 56 km a sud di Tel Aviv. La scoperta e' stata annunciata dalla Israel Antiquities Authority, come riferisce Israele.net citando la stampa israeliana. I gioielli, che si ritiene risalgano all'epoca della rivolta antiromana di Bar Kokhba (tra il 132 e il 135 d.C.), erano stati probabilmente nascosti da una donna facoltosa negli anni della ribellione.

(Adnkronos, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Razzisti e banane anti-Balotelli, petardi, saluti nazisti: l'Uefa stanghi la Croazia

Michel Platini e l'Uefa stanno traccheggiando troppo sull'infame comportamento dei barbari travestiti da tifosi croati, giovedì scorso a Poznan, durante la partita con l'Italia. Il presidente della Federcalcio Europea e la sua organizzazione predicano bene, ma razzolano male.
Eppure, l'ex juventino, alla vigilia di Euro 2012 aveva sentenziato: "Tolleranza zero verso il razzismo. Se un arbitro interrompe la partita, l'Uefa sarà con lui". Bravo. Peccato che gli arbitri di Platini e Collina, sul razzismo dormano.
L'inchiesta sui fatti di Italia-Croazia sfocerà nella sentenza della giustizia Uefa prevista per martedì. Staremo a vedere se verranno puniti gli incivili cori contro Balotelli, scanditi a più riprese "da 300-500 tifosi croati" - come recita il rapporto dell'organizzazione antirazzista Fare che collabora con l'Uefa - i saluti nazisti, gli ululati contro l'attaccante italiano, la banana che gli è stata lanciata contro durante la sostituzione, i petardi e i fumogeni lanciati in campo.
Le parole non bastano più, caro Platini, così come gli appelli che suonano patetici: "Chiedo ai tifosi di Wroclaw e Varsavia di comportarsi con rispetto e dignità e di avere un comportamento esemplare" . Bum. Sai che paura.
Sveglia, Uefa! E facci sapere presto che fine ha fatto l'nchiesta sui cori razzisti degli spagnoli contro Balotelli,;sugli insulti a Gebre Selassie, primo giocatore nero della Nazionale ceca; sui cori belluini contro l'Olanda, durante i suoi allenamenti.
Sveglia, Michel! I razzisti non dormono mai.

(calciomercato.com, 17 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Nello zoo di Ramat Gan è nato un raro rinoceronte bianco

Highslide JS
La madre, Tanda, 20 anni, 2 tonnellate, arriva dal Sudafrica

RAMAT GAN, 16 giu. - Un raro rinoceronte bianco è nato ieri nello zoo di Ramat Gan, nei pressi di Tel Aviv, in Israele. "Questo baby rino, un maschio, è nato ieri pomeriggio senza alcun problema", ha detto Netta Guetta, responsabile del Dipartimento animali africani, sottolineando che al piccolo mammifero non è stato ancora imposto un nome.
"Si tratta di un evento raro che difficilmente avviene in cattività", ha raccontato Guetta. "Subito dopo la nascita la madre lo ha coccolato e allattato", ha aggiunto la responsabile. La madre, 20 anni, di nome Tanda e del peso di due tonnellate, arriva dal Sudafrica. Il rinoceronte bianco è in via di estinzione. Nel mondo ci sono appena 10.000 esemplari.

(TMNews, 16 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il banchiere che ha fatto rinascere Cesarea

di Chiara Beria Di Argentine

Non solo Rothschild. Quando 10 anni fa visitai per la prima volta Cesarea - la città fondata da Erode in onore di Augusto tra il 22 e il 10 a. C. famosa per la sua bellezza e la grandiosità del porto che, dopo la distruzione di Gerusalemme, diventò capitale della provincia di Palestina - rari turisti s'aggiravano tra le rovine spazzate dal vento marino. Poche settimane prima un ennesimo attentato aveva fatto 7 morti e 80 feriti all'Università Ebraica di Gerusalemme: partire per Israele era stato un piccolo, dovuto gesto di solidarietà. Dieci anni dopo, una notte di giugno nell'emozionante scenario di Masada tra le migliaia di spettatori - tanti stranieri - arrivati nel deserto del Negev con il presidente israeliano Shimon Peres per ascoltare la «Carmen» diretta dal maestro Daniel Oren, vedo un Paese che non vuol smettere di credere nel suo futuro. Nonostante le incombenti minacce dell'Iran, nonostante il crescente fanatismo - al di qua di quel tragico muro - degli ebrei ultraortodossi.
   Anche a Cesarea molte cose sono cambiate. Vicino all'acquedotto romano sorge un quartiere di belle ville e un Golf Club; nel sito archeologico ci sono ristoranti, bar, negozi di souvenir. In un capannone le comitive di turisti guardano un bel film che ricostruisce la lunga epopea di Cesarea romana, bizantina, araba e crociata. E' la storia della città dalle grandi torri circolari che dominavano il porto, con l'acquedotto, il circo e uno dei più antichi teatri romani d'Oriente rivolto verso il mare per una buona acustica. Secolo dopo secolo, dallo splendore alle rivolte, dall'invasione persiana all'occupazione araba fino alla scomparsa della mitica città sotto cumuli di sabbia. Stupore, dispiacere: il film si conclude sostenendo che il merito della rinascita di Cesarea sarebbe della Fondazione creata nel 1962 dal barone&banchiere Edmond de Rothschild in ricordo del nonno, Edmond Benjamin, uno dei più munifici e lungimiranti padri fondatori dello Stato d'Israele. Non una sola parola, nessuna traccia del ruolo decisivo giocato da un gruppo d'illuminati italiani (banchieri, diplomatici imprenditori, archeologi) nel riportare alla luce del mondo questo inestimabile patrimonio artistico e storico.
   Operazione Cesarea: la missione dimenticata. Nel 1956 furono il nostro ambasciatore in Israele, Benedetto Capomazza, e il consigliere d'ambasciata Luigi Cottafavi a proporre all'allora sindaco di Milano, Virgilio Ferrari, di organizzare e finanziare i lavori di scavo. Altra Italia, altra Milano. L'idea fu subito accolta da un famoso banchiere, Giordano Dell'Amore, rettore della Bocconi e presidente della Cariplo (all'epoca la più grande Cassa di risparmio del mondo; ora nel gruppo Intesa Sanpaolo) che trovò il suo primo e prezioso alleato in Astorre Mayer, illustre personaggio della Comunità ebraica milanese, in stretti rapporti con il cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI. Nell'aprile 1959, dopo i sopralluoghi di Doro Levi, direttore della scuola archeologica di Atene e del capo della missione, Antonio Frova, partì - con la piena collaborazione del governo israeliano - la prima di 6 campagne di scavi. Costo: 110 milioni di lire garantiti da Cariplo; dagli industriali Mayer e Andrea Schapira; dal Comune e dalla Provincia di Milano e da Assolombarda. Le attrezzature furono donate da aziende come Olivetti, Fiat, Pirelli, Torno etc. Fu così che per anni, ospiti del kibbutz di Sdot Yam, aiutati dagli operai di Or Akiva, i nostri archeologi lavorarono soprattutto allo scavo del teatro erodiano spostando enormi cumuli di terra e pietrame persino con una teleferica. Tra le tante scoperte, nel 1961, trovarono la lastra di marmo con il nome di Ponzio Pilato (conservata al Museo di Gerusalemme è la prima e unica testimonianza epigrafa della sua esistenza).
   «Possiamo a giusto titolo rivendicare il merito di aver trasformato un poverissimo villaggio deserto e inospitale in un rinomato centro archeologico internazionale », scrisse nel 1965 Dell'Amore. Senza nulla togliere al ruolo poi avuto dai Rothschild, sarebbe giusto ricordarlo?

(La Stampa, 16 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Jewrhythmics - Serving the chosen

di Andrea Quadroni

  
«Yiddish is dead? Long live yiddish!». Attorno a questo concetto i Jewrhythmics hanno costruito le fondamenta del proprio manifesto artistico, che mette al centro la rinascita dell'antica lingua ebraica attraverso i battiti della disco music italiana. Ovvero, musica adatta per un Bar Mitzvah ma selezionabile pure da un dj qualunque in un qualsiasi club elettronico europeo. Il risultato di questo antico ed enorme mash up è Serving the Chosen, il primo disco del gruppo (se si esclude l'Ep Misirlou).
Il trio russo israeliano si muove attorno all'asse Mosca / Tel Aviv, città in cui le radio passano tutto il giorno melodie techno alternate a sonorità anni '70 e '80. Lomberg, la mente del gruppo, ha provato a unire ciò che prima era estraneo, l'yiddish e i suoni sintetizzati e analogici tipici della disco dei primi anni ottanta. L'idea è audace, le influenze sono chiare e riconoscibili: Eurythmics, Duran Duran, Alphaville e il repertorio classico ebraico come Hava Nagila e Misirlou; i suoni non sono riprodotti in modo digitale ma attraverso drum machine, sintetizzatori analogici e strumenti tradizionali come chitarre, clarinetti e fisarmoniche; la lingua utilizzata è quella parlata negli Schtetl delle piccole comunità dell'Europa dell'est. Il disco, grazie a una sapiente tecnica musicale, si muove con il giusto equilibrio fra passato antico e recente, nessuna delle due componenti prevarica l'altra, creando curiose melodie sferiche, rotonde, lisce e soprattutto originali. Ed è la novità che trasmette ognuna delle nove tracce la grande forza di Serving the chosen, un disco che miscela assieme due generi dichiarati vicini all'estinzione, riportandoli alla luce.
I Jewrhythmics hanno il coraggio di fare un passo verso un terreno inesplorato, provando a mettere in comunicazione due mondi collocati in universi culturali e musicali diametralmente differenti. Il rischio elevato era di fare un pasticcio, una via di mezzo fra il revival e la boiata da balera. Il risultato, per nulla scontato, è però apprezzabile: il disco riesce a essere allo stesso tempo eccentrico, serio, divertente e con spunti molto interessanti. Se sia o meno un nuovo rinascimento della cultura Yiddish filtrata dal Pop è difficile dirlo. Di certo, un gruppo che riesce a portare il Talmud sulla dancefloor merita ammirazione, attenzione e anche un certo, doveroso, quasi mistico, rispetto.

(Indie-eye, 16 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Quell'ex comunista che negava l'Olocausto

Morto a 98 anni il filosofo francese Roger Garaudy

di Fabio Gambaro

PARIGI - Dal comunismo al negazionismo, passando per il cristianesimo e l'islam, è questo il tortuoso percorso del filosofo francese Roger Garaudy, morto mercoledì all'età di novantotto anni (ne avrebbe compiuti 99 il mese prossimo), nella sua casa di Chennevières, alle porte di Parigi. Da tempo era stato messo al bando dal mondo intellettuale francese, di cui pure era stato una personalità di spicco fino agli anni Settanta, prima di quella conversione all'islam, da cui poi approdò all'antisemitismo e al negazionismo.
«Sono giunto all'Islam con la Bibbia sotto un braccio e Il Capitale di Marx sotto l'altro», aveva dichiarato nel 1989 a Repubblica. Solo che poi quei testi furono del tutto dimenticati quando nel 1996 scrisse Les Mythes fondateurs de la politique israélienne, un libro in cui rimise in discussione la realtà della Shoah e delle camere a gas.
Quell'opera, scrivono Michaèl Prazan e Adrien Minard nel loro volume Roger Garaudy Itinérarie d'une négation (Calmann-Levy, 2007), fu «l'atto iniziale della penetrazione delle idee negazioniste tra i nemici più determinati dello stato d'Israele».
Nato a Marsiglia nel luglio 1913 da una famiglia atea, Garaudy si era convertito al protestantesimo all'età di quattordici anni, aderendo in seguito al Partito Comunista Francese, motivo per cui negli anni della guerra fu arrestato e imprigionato per diversi mesi. Nel dopoguerra entrò a far parte del Comitato centrale del partito, nelle cui file venne eletto diverse volte deputato e senatore, fino al 1962 quando lascerà ogni mandato per dedicarsi esclusivamente alla filosofia.
In quegli anni, in cui era considerato il filosofo ufficiale dei comunisti francesi, Garaudy difenderà il dialogo tra cristiani e marxisti, denunciando ogni forma di rigido ateismo, come mostrano i volumi De l'anathème au dialoguee Marxistes et chrétiens face à face. Contemporaneamente, il filosofo iniziò ad emanciparsi dallo stalinismo, dimostrandosi sempre più critico nei confronti dell'ortodossia comunista.
I saggi Peuton être comuniste aujourd'hui e Pour un modèle français du socialisme suscitarono molte discussioni, segnando la progressiva rottura con il partito, da cui infatti verrà espulso nel 1970. Da quel momento inizia l'avvicinamento di Garaudy all'islam, a cui si convertirà qualche anno dopo, pubblicando diversi saggi sull'argomento e creando una fondazione a Cordoba per celebrare l'età dell'oro dell'islam.
Sempre più critico nei confronti d'Israele, il suo discorso si radicalizzerà definitivamente durante gli anni Novanta con la pubblicazione di Les Mythes fondateurs de la politique israelienne, libro che susciterà enorme scandalo e molte polemiche, durante le quali il filosofo venne difeso dall'Abbé Pierre, di cui era amico fin dai tempi della guerra. Il libro venne vietato e l'autore fu condannato a nove mesi di carcere con la condizionale e a 150.000 franchi di multa per «contestazione dei crimini contro l'umanità».
Come tutti i negazionisti, Garaudy ha sempre negato di essere un negazionista e si è sempre considerato vittima di un linciaggio politico-culturale. Ripudiato dal mondo politico e intellettuale francese, il filosofo negli ultimi anni della sua vita ha molto viaggiato nei paesi musulmani dove è stato sempre accolto come una personalità di rilievo e dove ha potuto diffondere liberamente le sue tesi contro «l'occidente criminale» e «la superiorità dell'islam », tesi sviluppate ancora una volta nel suo ultimo libro, Le terrorisme occidental, pubblicato nel 2004. Non c'è nessuno oggi in Francia che rivendichi la sua controversa eredità.

(la Repubblica, 16 giugno 2012)


Ex ateo, ex protestante, ex comunista, ex cattolico, trova il suo posto definitivo tra i musulmani “dove è stato sempre accolto come una personalità di rilievo” in quanto sostenitore dell’islam e negazionista dell'Olocausto. Siano loro, e soltanto loro, a custodirne il ricordo.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Incontro fra il Presidente della Provincia di Perugia e l’Ambasciatore israeliano

Highslide JS
Il presidente e l'ambasciatore di Israele hanno concluso un accordo di collaborazione in tema di Shoah che vedrà coinvolti allievi italiani e israeliani per il premio "Giusto fra le nazioni".

PERUGIA - Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi ha incontrato l'ambasciatore di Israele Naor Gilon, accompagnato dal giornalista Menachem Gantz, corrispondente in Italia per il giornale israeliano Yediot Ahronot.
L'incontro è avvenuto nel palazzo della Provincia, concluso con un accordo di massima collaborazione in tema di Shoah che vedrà insieme allievi italiani e allievi israeliani.
L'ambasciatore di Israele ha sottolineato l'importanza di collaborazioni già in essere dal punto di vista turistico, economico e culturale, ma anche nei settori delle energie rinnovabili e dell'acqua.
Guasticchi, nel sottolineare l'impegno della Provincia per il premio "Giusto fra le nazioni" con il ricordo del sacerdote che al Trasimeno aveva salvato gli ebrei dai nazisti, ha illustrato all'ambasciatore Naor Gilon il progetto dell'ente, ormai di livello nazionale, delle pubblicazioni della storia a fumetti e che quest'anno sarà dedicato all'Olocausto. Naor Gilon ha proposto una collaborazione con l'impegno a partecipare al progetto attraverso la presenza di un importante fumettista israeliano, mentre Guasticchi ha avanzato la proposta del coinvolgimento delle scuole dei due Paesi.
L'ambasciatore Gilon, nato in Israele, ha conseguito la laurea in Scienze Politiche all'Università di Tel Aviv e il master in Relazioni Iiternazionali all'Università Economica di Budapest.
Dal 1989, ha riscoperto numerosi importanti incarichi al ministero degli Affari esteri.

(Frescodiweb, 15 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

A passo d'uomo, il ruolo della donna nell'Italia contemporanea

Convegno dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia con Annalisa Chirico e Daniele Nahum

Highslide JS
Lunedì prossimo l'Unione Giovani Ebrei d'Italia (UGEI) organizza un convegno dal titolo 'A passo d'uomo, il ruolo della donna nell'Italia contemporanea - Dalle pari opportunità alle pari responsabilità'. Partecipano: Annalisa Chirico, giornalista e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani; Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità Ebraica di Milano; Alessandra Ortona, vicepresidente dell'UGEI; Susanna Sciaky, presidente dell'Adei Wizo Milano; Giuseppe Failla, portavoce del Forum Nazionale dei Giovani; Cristina Tajani, assessore alle Politiche del lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano; Marina Terragni, giornalista; Dounia Ettaib, esponente dell'Associazione Donne Marocchine Italia; Sara Giudice, rappresentante di Zero Positivo; Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità. Modera: Eleonora Voltolina, giornalista.
   Le donne oggi hanno la possibilità di studiare, di trovare un'occupazione, fare carriera e raggiungere il successo quanto i loro colleghi di sesso maschile. Nonostante ciò, non si sono raggiunte ancora le pari opportunità. Nonostante l'introduzione delle quote rosa nelle amministrazioni, possiamo dire che le donne oggi non vengano più discriminate nella ricerca di un lavoro a causa del loro duplice ruolo di lavoratrici e mamme/mogli? Possiamo dire che in Italia essere madre o padre non sia considerato come un ostacolo alla carriera? Per non parlare delle donne uccise da uomini, siamo arrivati a 54 omicidi o 'femminicidi' dall'inizio del 2012, delle donne che vengono molestate, minacciate fisicamente e psicologicamente. Su 10 femminicidi, 7.5 sono stati preceduti da denunce alle forze dell'ordine o agli operatori sociali. Vogliamo provare a riaprire una discussione a partire dal lavoro sulle politiche di genere, vogliamo provare non tanto a dare risposte, ma ad avere l'ambizione di farci le domande giuste per comprendere come, nella realtà attuale e guardando al futuro, troviamo strumenti di analisi e azione che affermino il diritto a una cittadinanza paritaria che superi la retorica. Vogliamo parlare sì del lavoro delle donne, ma anche parlare della necessità di prevenzione, consultori, sanità territoriale e libertà riproduttiva, in una parola: salute. La salute delle donne migranti sempre più esposte a cure illegali, delle donne mediamente povere che si rivolgono a enti pubblici che hanno tempi di attesa biblici e anche delle donne che devono rinunciare alla salute per il lavoro. La donna di oggi, come ieri, ha un carattere oblativo, ma a differenza di ieri, oggi, è consapevole della sua indipendenza ed è consapevole di meritarsi le stesse opportunità e la stessa dignità degli uomini.
   Appuntamento lunedì 18 giugno alle ore 15:00, presso la sede dell'Adei Wizo di Milano in via delle Tuberose 14 (MM1 Primaticco) a Milano.

(Radicali italiani, 15 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Lettera cattolica di odio contro gli israeliani

La Chiesa cattolica in Goa, India, ha pubblicato martedì scorso una lettera critica sugli israeliani. Nei media israeliani la lettera è stata presentata con il titolo "Crescente anti-semitismo in Goa".
"Per troppo tempo abbiamo osservato e nascosto la nostra solidarietà con i cristiani palestinesi", si dice nella lettera inviata alle chiese palestinesi in Israele. "E 'arrivato il momento di cambiare questo e migliorare la vita dei cristiani palestinesi. Siamo sconvolti dalla conquista israeliana del paese, dove gli israeliani rubano la terra ai palestinesi, costruiscono muri e distruggono le loro case. Noi semplicemente non capiamo come una popolazione (gli ebrei) possa festeggiare il suo giorno dell'indipendenza a spese della tragedia palestinese." Fino ad ora la Chiesa cattolica ha criticato la politica di Israele.
Poi la lettera continua e attacca il comportamento di giovani israeliani in India. Secondo la lettera questa critica si basa su una "ricerca accurata". "La nostra ricerca ha dimostrato che questi israeliani hanno perso la loro umanità, e come soldati in congedo di un brutale regime militare si distruggono da se stessi."
Si dice inoltre che, secondo secondo la ricerca cattolica in India, a causa della loro brutalità e delle uccisioni di palestinesi gli israeliani sono impazziti. "Ovunque ci siano israeliani o ebrei, sono loro che vogliono comandare. Non solo questo, bevono alcol e consumano solo droghe. Gli Israeliani baciano in pubblico, e vogliono solo sesso."
Chi dice questo esclusivamente contro i giovani israeliani, dopo i tre anni di servizio militare, mente. Quasi tutti i giovani quando vanno in India si scatenano, compresi americani, tedeschi, francesi, inglesi, ecc. Contro questi la Chiesa cattolica non ha pubblicato alcuna lettera di odio, soltanto contro i pochi israeliani che vanno fuori le righe. L'ambasciatore israeliano in India, Alon Uschpis, ha riferito ai media israeliani che la Chiesa cristiana in India non è per niente d'accordo con la lettera contro gli israeliani. "Alcuni leader della Chiesa nel Goa di recente hanno visitato Israele, per cui questa lettera è semplicemente incomprensibile." Anche il ministro indiano del Turismo in Goa è stato colpito da questa lettera cattolica contro gli ebrei. "Non siamo d'accordo," ha detto il direttore del Ministero del Turismo, Swapnil Naik, al quotidiano israeliano Yediot Ahronot . "I giovani israeliani sono ben voluti in Goa e possono sentirsi come a casa."

(israel heute, 15 giugno 2012 - trad. www.ilvangelo-israele.it)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Visita guidata: il popolo ebraico a Roma. 23 Giugno

Sabato 23 Giugno 2012 conosceremo tutti i luoghi che ripercorrono la storia di questo popolo

La tradizione ebraica è una delle più radicate a Roma, perché, gli ebrei, giunti dopo la conquista della Galilea da parte di Tito, formano una delle comunità più antiche del mondo presente in città da oltre 2000 anni.
Nel corso di questo tour, che fa parte del programma delle visite guidate a Roma di notte, conosceremo tutti i luoghi che ripercorrono la storia di questo popolo dall'Isola tiberina fino al Ghetto Ebraico. Ne conosceremo le tradizioni, le festività religiose oltre che la storia ormai indissolubilmente unita alla tradizione romanesca.

Date: sabato 23 giugno
Appuntamento: ore 20.00 Piazza di Santa Cecilia in Trastevere - davanti Basilica
Quota di partecipazione: 8€ soci e convenzionati, 10€ ospiti, 6€ under 18, 1€ under 10
Prenotazione OBBLIGATORIA: www.pigierre.com o 06/99929629
Modalità di pagamento: in contanti alla guida

(fünweek, 14 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Nuovo successo per la Calabria al Terrolivo di Gerusalemme

Soddisfazione dell'Assessore regionale all'Agricoltura Michele Trematerra per l'ennesima tappa della campagna di promozione dell'olio extravergine calabrese nel mondo, che questa volta ha visto la Regione protagonista nella città di Gerusalemme in Israele, dove si è tenuta la terza edizione di "TerrOlivo 2012, Mediterranean International Extra Virgin Olive Oil Competition". Trenta assaggiatori professionisti, di undici differenti nazionalità, tra cui il nostro esperto Rosario Franco, hanno avuto - informa una nota dell'ufficio stampa della giunta regionale - il compito di giudicare oltre quattrocento oli provenienti da sedici nazioni, in gara tra loro per contendersi il "Gran Prix" di TerrOlivo 2012. Il concorso si è svolto nello splendido ed evocativo scenario dell'antica Città Santa di Gerusalemme, a poca distanza dall'Orto degli Ulivi e dal Santo Sepolcro, luoghi affascinanti e pieni di significato, non solo in chiave religiosa, ma anche perché proprio in questi luoghi l'olivicoltura ebbe inizio circa otto millenni fa. "Significativa - sottolinea l'Assessore - è stata l'affermazione delle nostre aziende olivicole, rivelatesi, ancora una volta, 'sorpresa' positiva del concorso. Risultato questo che non può che renderci ancora una volta orgogliosi, in virtù anche dell'attenzione che questo Governo Regionale ha nei confronti della filiera olivicola". La nostra regione annovera infatti tra le vincitrici del concorso, nella categoria "assoluta" Gran Prestige Gold, ben due aziende: "Azienda Agricola Librandi Pasquale" e "Fattoria San Sebastiano di Piero Romano", quest'ultima vincitrice anche del prestigioso premio speciale "The Best of Regione Calabria", istituito grazie alla partnership con TerrOlivo. L'affermazione continua con 8 medaglie "Prestige Gold" (Frantoio Badia, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Frantoio Figoli Tommaso, Istituto Tecnico Agrario "V. Emanuele II" Catanzaro, Olearia Fratelli Vizzari, Olearia San Giorgio, Oleificio Torchia) e 7 medaglie "Gold" (Masseria Veneziano, Azienda Agricola Elvira de Leo, Oleificio Placida Walter, Oleificio Perrone, Società Agricola Doria srl, Società Semplice Agricola Gaetano, Statti srl). "La promozione del nostro olio extra vergine d'oliva - ha concluso Trematerra - ha nel processo di internazionalizzazione che stiamo portando avanti, un pilastro portante, e scaturisce dall'esigenza di valorizzare ed accrescere il consumo consapevole di questa nostra 'eccellenza', da parte di quelle nazioni che vogliono comprendere ed apprezzare appieno le caratteristiche organolettiche, salutistiche, di rispetto dell'ambiente e di valore storico-culturale che caratterizzano il nostro territorio, le nostre produzioni e le nostre tradizioni". (ANSA).

(ANSA, 15 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Casale Monferrato - L'indagine musicale continua

di Giulio Castagnoli

"Un cammeo sonoro". Questa la definizione utilizzata dal compositore Giulio Castagnoli per annunciare il recente concerto della pianista Sabrina Lanzi alla sinagoga di Casale Monferrato. Una premessa di cui il pubblico ha potuto riscontrare la veridicità, in particolare nell'accostamento tra i sei piccoli pezzi pianistici di Schoenberg e gli altrettanto sintetici Lieder ohne Worte di Mendelssohn che ha dato un quadro quasi miniaturistico dell'arte pianistica. Per usare sempre le parole di Castagnoli, curatore della rassegna Da Salomone Rossi a Schoenberg promossa dalla Comunità ebraica monferrina, "sembra che questi compositori abbiano voluto cimentarsi con l'idea che meno è meglio". Difficile capire se è un tratto distintivo di compositori di origine ebraica. L'impressione che si ricava però da questa rassegna è che la riflessione interiore sia un tratto dell'ebraismo capace di riflettersi sulla musica.

  
Il Trio Archè
Domenica 17 giugno l'indagine continua con un concerto dall'organico allargato. Si tratta del Trio Archè formato da Francesco Cipolletta (pianoforte), Dario Destefano (Violoncello) e Massimo Marin (violino). L'ensemble sarà impegnato in un programma che ha il pregio di portare alla ribalta due dei più importanti compositori italiani del '900: Edgardo Del Valle de Paz e Mario Castelnuovo Tedesco. Il filo che li lega non è soltanto quello dell'ebraismo, ma anche un contatto diretto con il territorio monferrino. Edgardo Del Valle de Paz appartenne a una comunità di particolare rilievo, quella di Livorno. Fondò e diresse per oltre un quarto di secolo la rivista fiorentina La Nuova Musica che annoverò tra i collaboratori musicologi come Giannotto Bastianelli e Guido Maria Gatti, compositori come Ildebrando Pizzetti, e, fra i letterati, il poeta Diego Garoglio, il quale da Casale Monferrato si spostò a Firenze, dove ebbe per allievi i celeberrimi Papini e Prezzolini. Del Valle de Paz su testo di Garoglio pubblicò alcune delle sue più belle composizioni dal gusto simbolista e quasi liberty: fecondo compositore, fu anche professore di pianoforte principale al Conservatorio di Firenze, dove ebbe per allievo uno dei più importanti autori del XX secolo, Mario Castelnuovo-Tedesco. Quest'ultimo, emigrato in California a causa delle leggi razziali del 1938, strinse colà amicizia con il grande Andrès Segovia, che lo stimolò a scrivere quelle che divennero alcune delle pagine più importanti della letteratura per il suo strumento, la chitarra. La musica di Del Valle de Paz, è stata in parte alluvionata alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Così come le pagine non chitarristiche di Castelnuovo Tedesco, la musica di Del Valle de Paz è purtroppo immeritatamente divenuta di raro ascolto.
Terzo autore sarà ancora Mendelssohn, di cui potremo ascoltare il trio n2 in Do minore. L'ebraismo in Mendelssohn è ancora molto dibattuto anche se la famiglia di Felix si convertì alla religione luterana. La sua musica da camera, di cui il Trio in do minore è uno dei più fulgidi esempi, costituisce il punto di equilibrio tra forma classica e nuova espressività romantica: nell'ultimo tempo l'autore cita la melodia di un corale tratto dal cinquecentesco Salterio Ginevrino, Vor deinem Thron tret ich hiermit. Il primo tema del finale fu ripreso, come omaggio, da Johannes Brahms, allora allievo di Schumann, per lo Scherzo della sua Sonata op.5 per pianoforte.

(Notiziario Ucei, 15 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Da Israele nel Chianti: arriva a San Casciano il sindaco di Rosh Pina

La visita è stata organizzata in funzione di un possibile gemellaggio tra i due Comuni

Una delegazione israeliana sarà ospite dell'amministrazione comunale di San Casciano per una visita culturale e di conoscenza del territorio chiantigiano. É atteso per venerdì 15 l'arrivo del sindaco del Comune di Rosh Pina, Avihud Rasky, accompagnato da alcuni dei suoi collaboratori: il professor Haim Goren, responsabile della Commissione Affari esteri e Ruth Oren direttore dell'area progetti del Comune. La visita è stata organizzata in funzione di un possibile percorso di gemellaggio tra le due realtà da avviare sui temi legati al turismo e all'agricoltura. Il sindaco Massimiliano Pescini si prepara ad accogliere la delegazione dopo aver fatto visita al collega di Rosh Pina, insieme all'assessore Roberto Ciappi, lo scorso dicembre. "I prossimi tre giorni che trascorreremo insieme al sindaco e agli altri rappresentanti israeliani offrono l'occasione - dichiara il sindaco - di ricambiare la splendida ospitalità ricevuta e far conoscere il nostro territorio e la gente che lo abita e e lo rende vivo". "La nostra volontà - prosegue - è quella di percorrere la prospettiva di un gemellaggio tra i due Comuni, realtà tra le quali intercorrono notevoli affinità sia dal punto di vista della produzione e della trasformazione dei prodotti agricoli, sia dal punto di vista della cura e dall'attenzione della nostra storia attraverso la valorizzazione dei centri abitati".
   Il programma della visita, che si terrà da venerdì 15 a domenica 17, prevede un ampio percorso attraverso alcuni dei luoghi, dei paesaggi, delle realtà più rappresentative del territorio sancascianese. Domani saranno visitati l'Azienda Castelli Greve Pesa, la Pieve di Campoli, La Loggia Centro per l'arte contemporanea, il Castello Bibbione. E alle 18,30 il consiglio comunale, presieduto da Gianni Mazzei, rivolgerà un saluto ufficiale alla delegazione. Sabato 16 sarà illustrata l'Azienda agricola Villa Montepaldi. La visita prosegue al Borgo di Sant'Andrea in Percussina e alla Casa Museo di Machiavelli. Nel pomeriggio, dopo la visita al Parco sportivo della Botte e agli atelier del pittore Giuliano Ghelli e dell'intagliatore Omero Soffici, gli israeliani potranno conoscere il centro storico di San Casciano, il museo, il teatro Niccolini, la chiesa trecentesca di Santa Maria al Prato e la Torre del Chianti. E' prevista anche una tappa alla Chianti Banca e al relativo auditorium dove si esibirà il Corpo musicale Oreste Carlini.

(gonews.it, 14 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Dal romanzo al giornalismo, la magia narrativa di Grossman

L'autore israeliano ha indagato lo sfumature dell'animo umano attraverso tutte le forme di scrittura. Alla Repubblica delle idee parlerà delle regole e dei valori che hanno guidato la sua vasta produzione.

David Grossman
I suoi romanzi sono una somma di accadimenti reali, di esperienze vissute. I suoi personaggi entrano ed escono dalla storia, sia che si tratti della persecuzione degli ebrei negli anni che precedettero l'Olocausto, o che si parli della Guerra dei Sei Giorni, o della faticosa ricerca dell'identità israeliana, contribuendo a definirla, a renderla intellegibile. Ma al tempo stesso esponendo, fin negli strati più profondi, tutta la loro umanità. La magia narrativa di David Grossman, come nella tradizione della grande letteratura russa, attinge a piene mani dalla vita quotidiana e trascende in un linguaggio universale. Per questo sarebbe sbagliato pensare a David Grossman come a un intellettuale dalla doppia anima: il romanziere capace di costruire le sue imprevedibili, raffinate architetture narrative e lo scrittore civile, il polemista insoddisfatto del furbesco tergiversare dei governanti davanti a quella che in Israele viene chiamata "ha-matsav", la situazione.
Israeliano innamorato del proprio paese, fermamente convinto che questo e non altro sia il luogo dove milioni di cittadini israeliani come lui debbano vivere, Grossman si è servito della scrittura in tutte le forme da lui praticate, dalla favola per bambini al romanzo, dalla prosa poetica al giornalismo, per rompere la schiavitù paralizzante della "matsav", una nozione troppo generica e troppo penalizzante delle infinitamente ricche sfumature dall'animo umano, per essere accettata da una mente libera. E questo Grossman lo ha fatto con cristallina e persino ingenua trasparenza. Pronto a pagarne il prezzo.
Ma questa sua assidua ricerca dei fili che legano le persone fra di loro, e le persone alla storia, è quello che ha fatto di David Grossman uno scrittore universale. Quali percorsi, quali regole e quali valori abbiano dato corpo alla grammatica interiore che per oltre 25 anni, dal "vento Giallo" al "Cerbiatto" ha sorvegliato la sua ricchissima produzione è il tema della sua partecipazione alla Repubblica delle idee.

(la Repubblica, 14 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele rafforzerà il confine con la Giordania

Barriera lungo 1.000 km.

TEL AVIV, 13 giu - Israele ha deciso di creare un ostacolo fisico lungo i 1.000 chilometri di confine con la Giordania. Lo ha rilevato oggi a radio Gerusalemme Eran Ophir, un responsabile del ministero della difesa. Ophir ha precisato che volge al termine la costruzione di una barriera di 230 chilometri lungo il confine con l'Egitto. Per il suo completamento - previsto per l'inizio dell'anno prossimo - restano circa 40 chilometri.

(ANSA, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Negoziazioni russo-israeliane per la produzione congiunta di un nuovo aereo drone

Il vice-primo ministro russo Dmitry Rogozin, in un'intervista rilasciata oggi al network televisivo "Russia-24", ha reso noto che Russia ed Israele stanno negoziando una mutua cooperazione per la realizzazione di un nuovo aereo senza pilota a controllo remoto (Uav, Unmanned aerial vehicle). "Il nostro obiettivo è quello di avviare una cooperazione tecnologica al fine di sviluppare un prodotto che verrà utilizzato in entrambi i Paesi, e che potrebbe anche essere venduto a Paesi terzi", ha aggiunto Rogozin, precisando che la produzione di tale velivolo dovrebbe avvenire su territorio russo.
Mosca infatti non intende più acquistare tali sistemi Uav o Uas in occidente, ma attraverso Rogozin -che è anche responsabile dell'intero sistema industriale militare russo- ha fatto sapere di essere interessata solo a nuove tecnologie, costruite perdipiù in casa. E non è un caso se sta negoziando proprio con Israele, certamente uno dei Paesi più all'avanguardia in fatto di tecnologia Uav.
Ed in ballo potrebbe esserci una qualsiasi forma di compensazione industriale legata all'acquisto di una grossa partita di aerei droni israeliani da parte di Mosca, di cui si vociferava lo scorso mese di maggio. Ed anche i precedenti ordini fatti dalla Russia, e quelli previsti nell'immediato futuro fanno presupporre che il Paese stia provvedendo ai suoi bisogni essenziali, in attesa che l'industria nazionale si organizzi per una produzione autonoma su larga scala.

(Avionews, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il "segreto" di Israele: superbatterie per ridurre la dipendenza dal petrolio.

500 km in auto elettrica con una sola ricarica

  
Secondo quanto scrive "No Camels - Israeli Innovation News" «Tranquillamente e con una scarsa copertura mediatica, sembra che Israele abbia realizzato il suo obiettivo nazionale per sviluppare una batteria in grado di fornire energia sufficiente per un viaggio di 500 km con una singola ricarica».
Un mese fa, è stato fondato l'Israeli national center for electrochemical propulsion e sarà inaugurato nelle prossime settimane, già dotato per i prossimi 4 anni di un budget di 45 milioni di sheqel (circa 11,7 milioni di dollari). Al centro lavoreranno un centinaio di ricercatori, suddivisi in 12 team provenienti dall'università di Tel Aviv, dal Technion (Israel Institute of Technology), dall'università di Bar Ilan e dal Centro universitario Ariel della Samaria. L'unico scopo dell'Israeli national center for electrochemical propulsion è quello di ricercare e sviluppare nuove tecnologie per stoccare elettricità in modo più efficace ed efficiente.
Il presidente del Centro, Doron Urbach, del dipartimento di chimica di Bar Ilan, spiega a No Camels che «Il petrolio non ha futuro, sia a causa delle politiche che a causa delle future scarsità. C'è stato un cambiamento di mentalità nei politici che ha permeato l'automotive industry ed è andato tutto verso i produttori di batterie. Tutti vogliono le auto elettriche. In realtà, è già possibile guidare per 150 chilometri con un'auto elettrica, che è sufficiente per l'israeliano medio, ma vogliamo aumentali.
Il più grande successo dell'elettrochimica moderna è sono le batterie ioni-litio ricaricabili. E' una grande batteria per dispositivi elettronici, ma per una macchina ci sarebbe bisogno di molte di queste batterie. Oggi, una batteria come una che la Better Place utilizza nelle sue auto elettriche pesa 300 kg, abbastanza per uno spostamento di 150 km. Il nostro obiettivo è quello di estendere questo range senza peso e volume aggiuntivi».
Uno dei problemi che si trovano di fronte regolarmente i produttori di auto elettriche è la bassa velocità di ricarica delle batterie che invece si scaricano rapidamente. Il nuovo centro israeliano sta quindi lavorando allo sviluppo di super-condensatori che possano fornire la quantità richiesta di energia nella quantità di tempo desiderato e che potrebbero fornire una soluzione allo stoccaggio di energia, un problema scottante per la comunità scientifica. Le nuove batterie avanzate potrebbero ridurre la dipendenza dal petrolio, uno dei problemi più grossi per un Paese come Israele circondato da Stati arabi ostili che interrompono le vie di rifornimento.
Israele per produrre energia elettrica è sempre più dipendente dal carbone e dal gas, ma dispone anche di enormi risorse energetiche solari ed eoliche che però hanno bisogno di essere stoccate in maniera efficiente e vantaggiosa nei periodi di picco, per poi essere riutilizzate nei periodi di scarsità dio vento o di scarsa insolazione. Insomma, l'accumulo di energia è una delle principali sfide per le energie rinnovabili che farebbero uscire Israele dalla schiavitù delle energie fossili in gran parte in mano ai "nemici" arabi.
Urbach spiega che «La prossima fase di questo sviluppo sarà il miglioramento delle batterie che sono attualmente utilizzate nelle auto, che si basano su una tecnologia oltre cento anni fa. La batteria di una macchina dura poche centinaia di cicli, poi muore. Questo non è sufficiente, dal momento che non possiamo dipendere da batterie che devono essere sostituite ogni due o tre anni».

(greenreport.it, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Progetto di investimento di un fondo israeliano a Porto Potenza Picena

"Questo progetto si inserisce in maniera esemplare nella vita della nostra comunità. E per diversi motivi. E' anzitutto un esempio virtuoso di internazionalizzazione, che non significa solo esportazioni ma anche integrazione della nostra economia con quelle del mondo.
E' una delle linee fondamentali dell'azione della Regione: aprire le Marche al resto del mondo".
Così il presidente della Regione, Gian Mario Spacca alla presentazione oggi a Potenza Picena del progetto immobiliare Ecocittà che prevede la realizzazione di appartamenti e una scuola a Porto Potenza Picena.
"Siamo in presenza - ha aggiunto Spacca - di risorse internazionali investite nel nostro territorio da un fondo di investimento israeliano, oltre 100 milioni di euro che sono in grado di spingere la nostra economia e che sono il segno del credito di cui vanta la nostra regione a livello internazionale.
Altro motivo di soddisfazione: il progetto è in linea con la programmazione urbanistica regionale che si fonda sul recupero e riqualificazione dell'esistente e non sul consumo di suolo agricolo e di nuovo territorio.
E' poi una sfida all'innovazione per migliorare la nostra qualità della vita.
Nell'intervento vengono applicate le migliori conoscenze per la riduzione dei consumi, il risparmio energetico, la domotica, altro tema che la Regione ha lanciato con forza.
Il progetto è inoltre una sintesi tra passato e futuro, perché rispetta i canoni e i principi estetici che caratterizzavano le nostre città, con il recupero del concetto di piazza.
Infine, ma non meno importante, va sottolineato il bilancio sociale di questo intervento: la realizzazione della scuola elementare è la testimonianza di quanto sia importante la collaborazione tra pubblico e privato in questa difficile congiuntura economica".

Dalla Regione Marche

(Maceratanotizie, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Woody Allen, ebreo tipico non più

di Andrea Visconti

Cambia radicalmente l'immagine della comunità ebraica di New York.
Per anni Woody Allen ha rappresentato il tipico ebreo liberal newyorkese, colto e intellettuale. Ma è in corso un cambiamento sostanziale.
Benchè la popolazione ebraica nella Grande Mela si stia espandendo si tratta spesso di una popolazione meno colta, spesso in difficoltà economiche, di vedute conservatrici soprattutto per quanto riguarda i valori sociali.
Non più ebrei benerstanti che hanno studiato nelle migliori università Usa e che sono di casa nel quartiere progressista dell'Upper West Side, come abbiamo imparato nel corso dei decenni attraverso i film di Woody Allen.
Ora è sempre più numerosa la popolazione di ebrei ortodossi, spesso persone che non arrivano neppure a laurearsi, tanto meno ottengono di frequentare i privilegiati college della cosiddetta Ivy League. Fra questi ebrei è diffusa l'opposizione all'aborto e al matrimonio fra persone dello stesso sesso. Prevalente anche l'appoggio allo linea del governo israeliano nei confronti dei palestinesi.
Mettiamo i numeri in prospettiva.
Negli Stati Uniti ci sono circa sei milioni di americani che si identificano come ebrei e di questi circa due milioni abitano nella grande area metropolitana di New York.
Più specificamente a New York City gli ebrei sono 1,1 milioni, cioè è la città al mondo con il maggior numero di ebrei al di fuori di Israele.
La concentrazione più alta si trova a Brooklyn ed è in questo distretto dove la popolazione è cresciuta di più nel corso dell'ultimo decennio. Nel 2002 era stata registrata una flessione con la popolazione ebraica di New York che era scesa sotto al milione, il numero più basso registrato in un secolo. Poi l'inizio di una nuova espansione. Adesso gli ebrei nella Grande Mela sono 1,1 milioni. Più che non complessivamente la popolazione ebraica di Chicago, San Francisco, Filadelfia, Boston e Washington.
Uno studio reso noto martedì rivela che fra gli ebrei newyorkesi c'è un tasso di povertà che raggiunge anche il 43 per cento. Gli ebrei ortodossi sono aumentati del 33 per cento nell'ultimo decennio ma quello che è ancora più sorprendente è che fra i figli degli ebrei in età scolare gli ortodossi sono addirittura il 74 per cento.
E' in corso inoltre un divario: mentre gli ebrei non ortodossi sono sempre più propensi a sposarsi con persone non ebree, fra gli ortodossi la tendenza è di sposarsi solamente con altri ortodossi.
Altro elemento che salta agli occhi: gli ebrei newyorkesi non sono più solamente bianchi, per lo più di origine russa. Cresce il numero di ispanici, afro-americani e asiatici di fede ebraica.
Una nuova immagine di cui incominciano a tenere conto anche i politici. Non c'è più la certezza che gli ebrei si schierino con i democratici.

(L'Espresso, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Assalto alla Mavi Marmara: un rapporto israeliano critica Netanyahu

GERUSALEMME, 13 giu - Un rapporto dell'autorita' di controllo dello Stato israeliano critica apertamente il primo ministro Benjamin Netanyahu per come fu gestito l'assalto alla Flotilla per Gaza nel 2010 che provoco' la morte di nove attivisti turchi. Nel documento di 153 pagine, il giudice Micha Lindenstrauss contesta il processo decisionale che ha portato al raid contro la Flotilla, guidata dall'imbarcazione turca Mavi Marmara che aveva a bordo 600 persone, sottolineando ''significative mancanze''.
Secondo l'autorita', Netanyahu non ha avuto alcuna discussione formale con gli altri ministri prima di decidere l'attacco, ma ha tenuto solo incontri separati con il ministro della Difesa, Ehud Barak e il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, nessuno dei quali e' stato documentato correttamente.
''Il processo decisionale e' stato portato avanti senza un lavoro coordinato e documentato dello staff, malgrado i vertici dell'intelligence e del Consiglio di sicurezza nazionale avessero avvertito della natuira eccezionale della flottiglia turca'', scrive ancora il ''Comptroller''.
Il ministro della Difesa Barak aveva reso noti i pericoli di uno scontro militare con gli attivisti, inclusa la possibilita' di una loro reazione violenta, ma ''non ha verificato o esaminato il livello di preparazione dell'esercito'' ad affrontare il caso.
Replicando alle conclusioni del rapporto, l'ufficio del premier ha diffuso un comunicato nel quale si sottolinea come Israele stia vivendo in un livello di sicurezza mai vista ''da molti anni''.

(ASCA, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Berlino, "terra promessa" della nuova cultura ebraica

Sessant'anni dopo la Shoah, la capitale della Germania si pone come punto di aggregazione e rinascita dell'ebraismo. Decine di artisti si spostano da Israele verso la capitale tedesca, dove aprono studi e gallerie, trovando quel clima di apertura che in patria non sempre è possibile

di Valerio Bassan

Highslide JS
   Ebrei ortodossi controllano il cibo nella
 sezione kosher di un supermercato di Berlino
BERLINO - «Non so se mi piaccia più Berlino in sé o il fatto stesso che io viva qui». Sorride, Benyamin Reich. Fotografo israeliano, 34 anni, vive nella capitale tedesca dal 2009. I suoi scatti, feroci e passionali, sono intrisi di ebraismo: lui, figlio di un rabbino e cresciuto in una comunità ortodossa, non teme di esporre fotografie che associano la nudità alle sacre scritture della Torah. Una delle sue immagini più celebri raffigura un giovane a torso scoperto, di spalle, con i tradizionali tefillin di cuoio nero annodati sulle braccia. Nella sua terra d'origine, Reich sareebbe duramente contestato per le sue opere: qui, invece, è tutto diverso. «Mi sento libero in questa città», spiega.

FARE I CONTI CON IL PASSATO - Quello di Reich è un caso emblematico, la punta di un iceberg. Sono infatti decine gli artisti di origine ebraica che oggi si spostano a Berlino, dove aprono studi e gallerie d'arte. Sessant'anni dopo l'Olocausto, la Germania si pone come punto di aggregazione e rinascita artistica dell'ebraismo. «Chi si trasferisce a Berlino, cerca di non pensare a quello che succedeva qui il secolo scorso. Ma è difficile far finta di nulla: il passato riemerge sempre, una volta che si arriva qui». Sarebbe difficile il contrario, visto che la città è piena di memoriali e di musei che raccontano le miserie umane causate dal nazismo. Gli ebrei di Berlino affrontano certi fantasmi ogni giorno, ma è un processo che alla fine li fa stare meglio. C'è anche chi riesce a ironizzarci su, come Reich: «La Germania oggi è il posto più sicuro per un ebreo. In fondo il peggio, qui, c'è già stato».

DA ISRAELE A BERLINO - Gabriel Moses è un altro esempio di israeliano emigrato a Berlino. Fumettista, disegnatore, Moses ha lasciato la sua patria dopo aver incassato una serie di secchi «no» dagli editori locali. Le sue graphic novel raccontano storie di giovani adolescenti cresciuti al confine tra Israele e Palestina. «Non c'era spazio per i miei lavori nell'editoria israeliana», spiega. Per i contenuti, certo, «ma anche perché si tratta di lavori molto artistici e troppo poco commerciali». A Berlino, Moses ha trovato «tolleranza e un interesse genuino nella mia visione artistica». Anche lui non sente il peso del passato. «Io sono qui adesso e il presente attuale mi piace. Ciò che è stato, ormai, gioca un ruolo secondario».

L'EBRAISMO NEL CINEMA - La presenza ebraica a Berlino vanta un legame particolare con la città: nelle altre comunità - quella russa, polacca o italiana - non si riscontra nulla del genere. Basti pensare al Festival del Cinema Ebraico, che si svolge proprio in questi giorni e rappresenta uno degli appuntamenti più rilevanti della stagione cinematografica berlinese. Fondato nel '95 in corrispondenza del cinquantesimo anniversario della fine della II guerra mondiale, il Jüdisches Filmfestival offre un ogni anno un ritratto vivido, e spesso anche polemico, della vita degli ebrei residenti in Germania e nel resto d'Europa. Il tutto avviene attraverso film di nicchia, rimasti ai margini della grande distribuzione, che però attirano ogni anno qualche migliaio di presenze.

SENZA PAURE . La presenza ebraica non si avverte solo nell'arte e nella cultura, ma anche nella vita notturna. "Meschugge Berlin" è un party itinerante organizzato dall'israeliano Aviv Netter nella capitale tedesca. Dal momento della sua nascita, quattro anni fa, ha avuto un successo crescente: all'inizio si teneva ogni tre mesi, poi ogni mese, oggi invece si replica ogni quindici giorni. "Meschugge" è noto soprattutto per le persone che lo frequentano. Molti tedeschi, certo, incuriositi dai ritmi e dalle sonorità della musica israeliana, ma anche molti ebrei omosessuali, alla ricerca di divertimento e di uno spazio di condivisione libera del proprio "io", senza costrizioni e pregiudizi. Una cosa impensabile nella Germania di Hitler, quando essere gay ed ebrei insieme causava una doppia stigmatizzazione; meno nell'Israele di oggi, uno dei Paesi più evoluti al mondo per quello che riguarda i diritti della comunità Glbt.

(Il Vostro Quotidiano, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La storia degli ebrei, dai romani al Settecento

Conferenza del prof. Gianolio all'Aneb di Molfetta

di Dora Adesso

MOLFETTA - Una storia travagliata, quella degli ebrei, dalle origini fino al Settecento. Questo è stato l'argomento trattato nella conferenza «Gli ebrei a Trani e in Puglia nel Medioevo ed oltre» del prof. Emanuele Gianolio (nella foto), storico tranese autore del testo «Gli ebrei a Trani in Puglia nel Medioevo», tenutasi all'Aneb di Molfetta. Nonostante il vasto arco di tempo che ricopre la storia del popolo ebraico, il prof. Gianolio si è soffermato sui momenti più significativi della sua storia, sin dall'epoca degli antichi romani.
Cesare e Augusto non mostravano antipatia nei loro confronti, al contrario di intellettuali come Virgilio e Ovidio. Nel 70 d.C. l'imperatore Tito distrusse Gerusalemme e Adriano nel 135 d.C. ne cambiò addirittura il nome in Elia Capitolina. Dai cristiani gli ebrei furono accusati di genocidio e di deicidio, perché avrebbero favorito la condanna a morte di Cristo. Nel 212 d.C. Caracalla emanò l'editto con cui si elargiva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'Impero romano inserendo così gli ebrei nell'ambito politico-legale romano.
È da ricordare la grande persecuzione degli ebrei in epoca tardoantica promossa da Giuliano l'Apostata. Nell'Alto Medioevo Giustiniano emanò un editto con cui vietava i matrimoni misti tra ebrei e cristiani.
Il papa Paolo IV, nel 1555, istituì i ghetti,luoghi in cui gli ebrei erano obbligati a vivere, diversi dalle giudecche medioevali, ossia rioni in cui erano gli ebrei stessi a scegliere liberamente di risiedere. Nel Settecento l'antropologia stabilì erroneamente che gli ebrei fossero una razza, quando in realtà sono solo una minoranza semitica che professa una propria religione.
Gli ebrei giunsero in Italia con Annibale, mentre le prime notizie per ciò che concerne l'organizzazione e il modo di vivere in Puglia risalgono all'epoca dei Normanni che s'impadronirono delle proprietà dei vescovi pugliesi e non. I vescovi imposero a tutti gli ebrei dell'Italia meridionale tasse esose, perché a loro volta erano vessati dalle imposte dei Normanni.
Si ritiene che gli ebrei siano appartenuti a una borghesia ante litteram, proprio perché esperti in economia: diventarono bravi farmacisti e commercianti. Inoltre, essendo giunti nel nostro territorio come schiavi avevano abbandonato la loro lingua madre, l'ebraico, e parlavano il greco o il latino. Per questo in Puglia, precisamente a Siponto (Manfredonia) furono fondate scuole in cui si riprese l'insegnamento dell'ebraico. Alcuni, invece, si recavano ad Oriente per studiare il Talmud, testo sacro.
Le prime comunità ebraiche in Puglia si formarono a Pozzuoli e a Brindisi, città in cui sbarcarono, per poi fondare Oria.
Enrico VI (dominazione sveva) favorì l'ingresso degli ebrei, ma ancora più favorevole fu suo figlio, Federico II che, pur mantenendo buoni rapporti con la Chiesa cattolica, emise dei decreti concernenti la protezione degli ebrei perché cittadini dell'Impero: concesse il 10% annuo per il prestito sul pegno vietato dalla Chiesa e li impegnò nel commercio e nella produzione della seta. Con Manfredi gli ebrei godettero di una certa prosperità ed è proprio nel periodo svevo che furono fondate diverse colonie ebraiche a Bari, Barletta, Bisceglie, Molfetta, Gravina, Monopoli, Palo, Altamura, Lucera, Trani e Taranto.
La situazione ebraica iniziò a peggiorare con gli Angioini. Carlo I d'Angiò tassò gli ebrei, proprio perché in buoni rapporti con la Chiesa e perché gli ebrei, per non essere perseguitati, erano costretti a pagare ingenti somme di denaro. Roberto I d'Angiò ne favorì la conversione al cattolicesimo.
La situazione migliorò con gli Aragonesi. Ferdinando di Spagna e Luigi XII di Francia stabilirono che il ducato di Puglia dovesse passare agli spagnoli che favorirono l'espulsione in massa di tutti gli ebrei (31 ottobre 1541). Alcuni ebrei, però, trovarono il modo di eludere il decreto: i potenti mercanti s'imparentavano con i grandi banchieri fiorentini e milanesi emigrati al Sud, così risultava che pagavano le tasse non come ebrei ma come mercanti.
Nel Settecento, Carlo III di Borbone, di fronte alle ingenti perdite provocate dalla cacciata degli ebrei, emanò una serie di decreti e notiziari per farli rientrare. La Chiesa non rimase a guardare e dopo aver attaccato verbalmente i sovrani borbonici, favorì la fuoriuscita dei 20 ebrei banchieri rientrati. In seguito, alcuni ebrei si stabilirono a Ferrara, Modena, Parma. La loro presenza nell'Oriente mediterraneo, e precisamente a Salonicco, Corfù, Smirne ed Istanbul, fu favorita dal fatto che il popolo ottomano, costituito da guerrieri, aveva bisogno di loro come classe dirigente. Il resto è storia recente.

(Quindici online, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rassegna stampa su Israele

di Emanuel Segre Amar

Grande attenzione viene riposta oggi da tutti i quotidiani sul coinvolgimento dei bambini nella "guerra civile" siriana. Molti giornalisti scrivono, quasi con identiche parole, che riprendono dai circuiti internazionali, ma solo V.Ma. sul Corriere e Alberto Stabile su Repubblica denunciano che queste violenze vengono effettuate dalle diverse parti in lotta, e non solo dal regime di Assad. Stabile tuttavia parla di "record negativo" raggiunto in questa guerra, dimenticando quanto successe nel conflitto tra Iran ed Iraq quando i bambini venivano mandati davanti ai tank per far brillare le mine, e dimenticando pure che far paragoni, su questo tema, è del tutto disdicevole. Fiamma Nirenstein, oltre a ricordare anch'essa i crimini commessi pure dai ribelli, fa una attenta valutazione della situazione politica generale: Putin sta compiendo esercizi di autentico equilibrismo, pur di difendere i suoi stretti rapporti con Siria ed Iran. Assad è destinato a cadere, ma i sunniti non devono impossessarsi del potere. Nirenstein ricorda anche la delicata situazione di Israele, apparente ostaggio delle altrui dispute, come dichiarato da Larjani, presidente del Parlamento iraniano; tutte le armi che in questi giorni vengono trasferite a Hezbollah in Libano (ma l'ONU non vede niente? ndr) sono la controprova di ciò.
   Sergio Romano pubblica il terzo articolo di una serie dedicata al Medio Oriente e, come i due precedenti, anche questo non mancherà di suscitare polemiche, se non altro per i ripetuti silenzi su alcune verità. La mia critica parte già dal sottotitolo (non attribuibile a Romano, ovviamente), dove si legge: Una terra, due popoli, con le bandiere israeliana e palestinese. Visto che l'articolo è dedicato al regno della Giordania, sembra fuori luogo la bandiera palestinese, pur simile a quella giordana, e ancor più quella israeliana. E quali sono poi i due popoli, visto che si confrontano subito sotto i numeri degli arabi palestinesi (3.5 milioni) con quelli della popolazione arabo giordana composta da 6 milioni di cittadini? Romano scrive che la Giordania, con gli accordi del '94, ha rinunciato a qualsiasi pretesa sulle terre del Giordano, ma tace che non ne avrebbe diritto alcuno, così come nasconde il tradimento delle direttive ricevute dalla Società della Nazioni nel momento del dono fatto dall'Inghilterra delle terre "tracciate col righello" alla famiglia degli Hussein. Dopo il '67 la Giordania "è ancora in buona parte uno Stato palestinese" scrive Romano, ma poi si contraddice scrivendo che "i nuovi arrivati (i profughi palestinesi del '67) sono una minaccia alle tradizioni e alla identità" giordana. Gravissimo il suo silenzio quando parla di "una crisi del settembre del 1970? senza aggiungere una sola parola su quello che fu il settembre nero, che neppure nomina con queste parole oramai storiche, pur di non dar spazio ad ombra alcuna su coloro che voglio definire "gli amici arabi di Sergio Romano". L'ex ambasciatore preferisce spostare subito il discorso su "qualche uomo politico della destra israeliana" che avrebbe voluto "trasformare" il regno in uno stato palestinese. Al sottoscritto sembra di vedere che la primavera araba stia covando sotto le ceneri anche in Giordania, mentre per Romano un semplice "lancio di pietre contro un corteo reale" sarebbe la dimostrazione che anche nel regno Hascemita c'è già stata. Anche sul gas che non arriva più dal Sinai egiziano Romano dimostra tutta la sua volontà di non parlare di determinati argomenti per lui scomodi. A conclusione dell'articolo ne viene annunciato un quarto sulle riforme costituzionali oramai prossime; staremo a vedere.
   Giulio Meotti ritorna sul recente varo di un sottomarino costruito in Germania per la marina israeliana, e ricorda molto opportunamente che fu il governo socialdemocratico di Schröder, e non la Merkel, ad aver firmato il contratto iniziale. Dopo aver citato ancora la velenosa poesia di Grass, Meotti fa anche un elenco preciso dei vari accordi firmati, a partire dal 1957.
   Restando in Germania da notare che solo la Padania, con una breve, parla delle minacce contenute in un comunicato di al Qaeda al governo di Berlino se questo "non rispetterà i musulmani".
   S.M. su Avvenire scrive dei progressi fatti per arrivare ad un accordo completo tra lo Stato del Vaticano e Israele dopo la firma nel '93 dell'Accordo Fondamentale; le trattative in corso riguardano la vita, le attività ed il regime fiscale in Israele.
   Roberto Fabbri sul Giornale, dopo aver definito "moderato" il governo tunisino di Ennahda, cita i violenti disordini che scuotono il paese (ieri a seguito di una mostra d'arte), e scrive che il prossimo venerdì sono già annunciate nuove manifestazioni contro gli "attentati all'islam".
   L'Osservatore Romano ritorna sulle scritte a Yad Vashem, ma incredibilmente parla di scritte di "tenore antisionista". La Gazzetta dello sport riprende le vicende, a lungo rimaste nell'ombra, di Gino Bartali, ma lo fa in modo troppo affrettato, perdendo l'occasione di affrontare l'argomento dell'antisemitismo nel mondo dello sport.
   E di sport parla anche Vanguardia chiedendo che le visite ai campi fatte dai calciatori di quattro nazioni non diventino una vuota banalizzazione, in un momento in cui il razzismo dei tifosi desta gravi preoccupazioni. Il problema, scrive Vanguardia, si presenta, oltre che nel mondo del calcio, anche coi dirigenti politici, economici, sociali e culturali. Immediata controprova di quanto sia grave la situazione ce la presenta Avvenire con una breve che dice che in Ungheria un partito di estrema destra certifica che il genoma di un suo deputato non contiene tracce di sangue rom o ebraico. Svegliati, Europa, mi verrebbe voglia di gridare.

(Notiziario Ucei, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La popolazione ebraica di New York torna a crescere grazie agli ortodossi

Ora è di quasi 1,1 milioni, in aumento gruppi più conservatori e poveri

di Marco Piattelli Palmarini

Highslide JS
Dopo anni di declino, la popolazione ebraica di New York torna a crescere grazie all'espansione dei gruppi ortodossi e sfiora la soglia di 1,1 milioni. Il New York Times riporta il più importante studio demografico sulla comunità ebraica degli ultimi dieci anni.
Ortodossi, hassidici ed ebrei di origine russa sono le comunità cresciute maggiormente nell'ultima decade. Nonostante anche i gruppi più moderati e i non praticanti siano in crescita, sono le schiere più osservanti ad aver dato la grande spinta demografica. Lo studio rivela che oggi tra gli ebrei newyorkesi, che costituiscono la più grande comunità ebraica all'estero, il 40% è costituito da ortodossi, aumentati del 7% rispetto al 2002. Le prospettive future sono di crescita anche maggiore, basti guardare a un altro dato significativo: è ortodosso il 74% dei bambini ebrei.
Questo mutamento nella composizione della comunità ebraica ha importanti conseguenze. Gli ebrei ortodossi sono infatti generalmente di posizioni politiche e religiose radicalmente conservatrici e rispetto ai non osservanti hanno un minor numero di laureati e un tasso di povertà del 43%. Facile capire come questo possa cambiare fortemente gli equilibri all'interno della comunità ebraica e come dunque questi cambiamenti riguardino l'intera città di New York, in cui gli ebrei rappresentano il 13% della popolazione.

(America24, 13 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Convention a Gerusalemme per Hotelplan Italia

Il t.o. riconferma la fiducia nella destinazione, che registra un buon trend di vendite estive

Gerusalemme è stata la meta scelta da Hotelplan Italia per la convention tenutasi dal 6 al 10 giugno. Parlando di Israele, meta cui l'operatore dedica un catalogo monografico, con scadenza marzo 2013, Barbara Paganoni, tour operator manager à la carte, ha sottolineato che la meta "sta andando bene, nonostante le difficoltà dell'anno scorso, e che segna, per questa estate, un buon trend di vendite".
"Sono già otto anni che Hotelplan Italia, prima con il marchio Turisanda, ha deciso d'avere fiducia nella destinazione Israele e noi li ringraziamo. Non sono stati tutti anni facili, ma solo la capacità di perseverare, da parte di un operatore, è quello che porta al'esito positivo finale, aggiunge Tzvi Lotan, consigliere per gli Affari turistici, ambasciata d'Israele.
Hotelplan Italia rinnova anche quest'anno la partecipazione a NoFrills, a Bergamo il 28 e 29 settembre.

(Guida Viaggi, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La macchina del tempo e l'ascensore dello Shabbat

di Salvatore Miano

Quando gli amici della Hotelplan mi hanno invitato a partecipare alla loro convention in Israele ho detto di sì, senza neanche prendere fiato; avevo desiderato da sempre di visitare quei luoghi, di toccarli con mano.
Non avrei mai immaginato invece di trovarmi catapultato insieme a tanti simpatici colleghi, ad Andrea Vannucci e parte del suo team commerciale e di prodotto, dentro una macchina del tempo.
La collaborazione tra Hotelplan, l'ente del turismo Isrealiano, e le guide locali, ha permesso a tutti noi di vivere cinque giorni concentrati di esperienze uniche.
Israele, con i suoi mille volti, è una destinazione strana, complicata, la sua gente è sconvolgentemente dolce e sorridente quanto aspra e dura, antica quanto moderna.
La linea del tempo, in quei luoghi non segue un andamento continuo come in un film anzi, sembra che ogni tanto un fotogramma di quella pellicola venga fuori all'improvviso, e blocchi una data situazione, e la faccia rivivere continuamente, permanentemente, come in una di quelle fotografie animate e magiche che si vedono nei film di Harry Potter.
C'è una scala di legno, su un balcone, nella facciata del complesso del Santo Sepolcro che sta li da 200 anni, non può essere spostata, e simboleggia lo status quo del luogo che dalla guerra di Crimea e dagli accordi presi vieta qualsiasi cambiamento della situazione nel luogo più sacro ai pellegrini cristiani, anche questa, con i monaci ortodossi del tempio sembra un'immagine da un film del maghetto inglese.
A colazione, in albergo, guai a trovare pancetta e uova a causa di regole alimentari kosher elaborate in tremila anni di storia.
Gli ebrei ultraortodossi, quelli sposati, oltre all'abbigliamento scuro, indossano malgrado i 40 gradi all'ombra dei vistosi colbacchi. Quei cappelli simboleggiano un periodo del loro esilio vissuto in Russia, dove era vietato loro di indossare il colbacco, e per soddisfazione per la conquistata libertà ora lo indossano sempre.
E che dire della musica italiana anni '60 e '70 che allietava la festa delle luci di Gerusalemme, sembrava di stare in una nostra festa di paese di quei tempi, ciò a causa di un gusto importato in Israele dagli ebrei italiani immigrati giusto in quel periodo.
La simpatia, moderna, del responsabile dell'ente del turismo Israeliano e dei dipendenti degli alberghi visitati, faceva da contraltare ai sorrisi e all'ospitalità antica ma vitale, della famiglia ebrea religiosa che ci ha ospitati tutti nella propria casa per la festa dello Shabbat, il giorno del riposo.
Che esperienza indimenticabile, i canti di benedizione a cui abbiamo partecipato anche noi, la padrona di casa che malgrado in dolce attesa si prodigava per non fare mancare alla sua famiglia e ai suoi ospiti i cibi della tradizione, sentivi provenire dalle altre case del vicinato gli stessi cori di festa, di gioia, di gratitudine per la vita, i vicini che, come una volta da noi, a porte e finestre spalancate si scambiano sorrisi, gioia, festa.
E ancora, apri una porta e come attraverso magiche sliding door, titrovi nell'Italia Cattolica, come a San Pietro a Giaffa, oppure a Gerusalemme stessa dove basta spostarsi di pochi metri e sentirsi in Armenia, o in un suk Arabo, oppure lasci alle tue spalle il medioevo redivivo della vecchia città Santa e ti ritrovi nell'ultramodernità di Tel Aviv, 70 km più in la, città aperta e laica, dove giusto il giorno prima c'era stato il Gay Pride.
Ma il simbolo di questo viaggio, per me, è stato l'ascensore dello Shabbat, indimenticabile. La regola dell'astensione da ogni attività, il sabato, è stata adattata ai nostri tempi. Per evitare infatti l'azione, vietata, di attivare il pulsante del piano, dal venerdi sera al sabato al tramonto un ascensore è programmato per fare tutto da sé. Sale da solo fino all'ultimo piano e poi scende un piano sì un piano no, quindi ci sali e aspetti che ti porti lui dove devi arrivare, sempre meglio di prendere le scale che invece che alla lobby ti portano, magari, tra le cucine dell'albergo dove vieni guardato con sospetto o con tante risate dai cuochi e dai camerieri indaffarati a preparare la colazione.
Non comprendo molto la logica di questo escamotage per non salire le scale di Shabbat, forse premere un bottone non è un lavoro, ma si sa, logica, tempo e religione, non sempre vanno molto d'accordo e poi, la macchina del tempo va dove le pare e piace.

(TTG Italia, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Masada - La Carmen di Bizet nel segno di Del Monaco

di Alessandro Logroscino

MASADA - La rocca di Masada è tornata a colorarsi in questi giorni di rosso sangue: non quello della setta dei ribelli zeloti che 2000 anni fa preferirono darsi la morte (e darla alle loro donne e bambini) prima di cadere nelle mani delle legioni romane, ma quello del sontuoso gioco di luci che ha suggellato un'edizione fuori dagli schemi della Carmen, nel segno dell' 'allestimento kolossal' firmato da Giancarlo Del Monaco: regista d'opera globe trotter e figlio del grande Mario Del Monaco. Il capolavoro di Bizet ha coronato la terza edizione del Festival di Masada, chiuso oggi con la quinta replica. Una kermesse su cui il governo israeliano è giunto a stanziare quest'anno l'equivalente di 8 milioni di euro e che cerca di trasformare in un evento di richiamo a cadenza annuale, cavalcando l'epopea che questo luogo incarna. Come nelle edizioni precedenti, regia e scenografia hanno fatto premio anche questa volta sul 'bel canto' e sulla stessa direzione orchestrale di Daniel Oren. Almeno a giudicare dalle recensioni della critica più rigorosa, non priva di accenti critici su alcuni giornali israeliani nei confronti di uno spettacolo necessariamente estraneo ai canoni dei puristi. Allestito qual è stato su un grande spazio aperto nel quale cantanti, coro e musicisti non hanno potuto non far ricorso ai microfoni: come già in occasione del 'patriottico' Nabucco del 2010 o della più controversa Aida dell'anno scorso. L'ambiente - come ha sottolineato all'ANSA un esausto, ma soddisfatto Del Monaco - ha rappresentato la suggestione più evidente di questa avventura. E tuttavia anche la sfida più estrema: sotto il clima torrido della depressione del Mar Morto, nell'isolamento del deserto, alla mercé di venti caldi e sabbiosi micidiali per le ugole degli artisti, e qualche volta di incontri ravvicinati con serpenti o scorpioni. Alla fine il riscontro del pubblico è stato comunque positivo.
   Con la presenza di una media di 8.000 spettatori a replica, l'arrivo di appassionati dall'estero, l'attenzione dell'establishment del Paese (alla prima di Carmen, il 7 giugno, non è mancato il presidente Shimon Peres). L'omaggio della platea è andato - fra i cantanti che si sono alternati - soprattutto alla verve dell'italiana Anna Malavasi, che si è scambiata il testimone di Carmen con la meno fortunata spagnola Nancy Fabiola Herrera (costretta da un cedimento di voce a metà della premiere alla talentuosa promessa israeliana Nahama Goldman); e soprattutto della croata Lana Kos (Micaela). Ma applausi ed esclamazioni di sorpresa si sono concentrate - ancor di più - sulle coreografie del corpo di ballo (30 elementi giunti dalla Spagna) e sulle grandiose scene concepite da Del Monaco junior con William Orlandi. Il regista italiano - forte di una bagaglio di decenni di direzioni artistiche disseminate fra Germania, Francia, Spagna e Paesi extraeuropei -é riuscito a ottenere un inedito permesso per sbancare temporaneamente parte del sito archeologico e trasformarlo (dopo quasi tre mesi di scavi) in un palcoscenico naturale ai piedi della rocca di Masada: con un effetto visivo impressionante, esaltato dal mega-impianto luci, che le scenografie posticce di Nabucco e Aida non avevano potuto neppure avvicinare. Su questo teatro a cielo aperto si sono esibite oltre 300 comparse (circa 3000 i costumi), affiancate nei momenti più spettacolari (come quello della quadriglia del toreador) da carri, cavalli e asini veri.
   "E' stata una sfida e per certi versi una corsa a ostacoli, ma l'impegno finanziario delle autorità israeliane è stato esemplare e il risultato è piaciuto al pubblico. E questo è ciò che conta", ha commentato Giancarlo Del Monaco, già con la valigia in mano. Pronto a partire per la Cina in vista di un'altra regia prima del rientro in Italia il 2 agosto, per il concerto evento organizzato a Macerata (con grandi nomi della lirica e cantanti quali Al Bano o Francesco Renga) in memoria del trentesimo anniversario della morte di Mario Del Monaco. Un appuntamento al quale si spera possa esserci pure Claudio - fratello di Giancarlo e come lui regista d'opera - ancora in convalescenza dopo l'accoltellamento e la sfiorata tragedia familiare di Jesolo di qualche mese fa.

Video

(ANSA, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Consiglio UCEI - I nomi del nuovo parlamentino

La commissione elettorale centrale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha annunciato questa mattina la composizione del primo parlamentino dell'ebraismo italiano. Le Comunità di riferimento sono elencate in ordine alfabetico così come i nomi dei singoli consiglieri:

Ancona - Marco Ascoli Marchetti
Bologna - David Menasci
Casale Monferrato - Claudia De Benedetti
Ferrara - Elieen Cartoon
Firenze - Dario Bedarida
Genova - Ariel Dello Strologo
Livorno - Daniele Bedarida
Mantova - Licia Vitali Norsa
Merano - Elisabetta Innerhofer
Milano - Cobi Benatoff, Nissan Hadjibay, Milo Hasbani, Roberto Jarach, Sara Modena, Giorgio Mortara
            Guido Osimo, Liliana Picciotto, Giorgio Sacerdoti, Raffaele Turiel
Modena - Beniamino Goldstein
Napoli - Sandro Temin
Padova - David Romanin Jacur
Parma - Giorgio Yehuda Giavarini
Pisa - Anselmo Calò
Roma - Sabrina Coen, Roberto Coen, Elvira Di Cave, Fabiana Di Porto, Noemi Di Segni,
           Jacqueline Fellus, Renzo Gattegna, Alessandro Luzon, Victor Magiar, Silvia Mosseri
           Simona Nacamulli, Riccardo Pacifici, Eva Ruth Palmieri, Daniela Pavoncello, Settimio Pavoncello
           Vittorio Pavoncello, Barbara Pontecorvo, Raffaele Sassun, Scialom Tesciuba, Luca Zevi
Torino - Giulio Disegni
Trieste - Davide Belleli
Venezia - Corrado Calimani
Vercelli - Rossella Bottini Treves
Verona - Roberto Israel

Sono stati inoltre nominati dalla Consulta Rabbinica rav Alfonso Arbib, rav Adolfo Locci e rav Alberto Somekh. Cinque (Firenze, Livorno, Milano, Roma e Trieste) le Comunità in cui è andati al voto. I consiglieri espressi dalle altre 16 realtà che compongono l'ebraismo italiano sono stati designati dai rispettivi Consigli comunitari.

*

L'opinione di Dario Calimani

A giochi ormai conclusi penso si possa dire qualcosa sulle recenti elezioni dell'UCEI. Finalmente abbiamo risolto i nostri problemi attraverso nuovi processi di mediazione e nuove opposizioni. D'ora in poi, il sole brillerà luminoso su di noi sia di giorno che di notte. L'unità di intenti e di azione è garantita dalla fusione meccanica degli opposti: non esistono più destra e sinistra, ma un compattamento di posizioni che si elidono a vicenda e danno per risultato la splendida neutralità centrista. Differenze e fratture non ne potranno così emergere e ciò è segno di grande equilibrio e garanzia di efficienza e di pace eterna. Inoltre, una lista al femminile ha assicurato finalmente equilibrio estremo alla lista al maschile, e questa polarizzazione è di per sé garanzia di scelta delle migliori forze disponibili sulla piazza. Non era dunque vero, come si credeva, che per opporsi all'assenza ci volesse la presenza, che per combattere il torto fosse necessario affermare il diritto, che per porre rimedio all'inefficienza si dovesse optare per l'efficienza. Si è finalmente scoperto che il bene (e così il male) si identifica con uno dei due generi, maschile o femminile. E a decidere con quale dei due sono le urne. Eventualmente, a pagare sarà come al solito l'ebraismo italiano.

(Notiziario Ucei, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Così Gino Bartali aiutò gli ebrei in fuga

Una nuova biografia documenta l'eroismo di Ginettaccio

di Aldo Baquis

Nell'immaginario collettivo degli italiani la mano di Gino Bartali resta immortalata nell'atto di passare (o ricevere, chissa') una borraccia al rivale di sempre, Fausto Coppi. Ma a quella mano - e a quelle gambe - si deve probabilmente molto di piu': l'aiuto di un 'giusto' a centinaia di ebrei negli anni oscuri della persecuzione nazista. Lo documentano le nuove informazioni sulle attivita' clandestine condotte durante la seconda guerra mondiale da Bartali per salvare la vita di numerosi ebrei in Italia contenute in una nuova biografia ('Road to Valor', edizioni Crown, pp. 318) pubblicata in questi giorni negli Stati Uniti dalla giornalista Aili McConnon e dal ricercatore storico Andres McConnon.
   Il libro - il primo del suo genere in inglese dedicato al campione di Ponte a Ema (Firenze) - offre una panoramica sulla vita travagliata di Bartali fin dagli albori della gloria sportiva, in un periodo in cui la passione per il ciclismo diventava un vorticoso fenomeno di massa. Ma l'altra faccia della notorieta' acquisita con le prime spettacolari vittorie (come quella del Tour de France del 1938) fu rappresentata dal tentativo del regime fascista di utilizzarle a fini propagandistici, mentre incombevano le Leggi razziali. I McConnon notano che a Parigi, al termine del Tour, Bartali si astenne ostentatamente dal rendere omaggio al Duce. Un suo agente noto' poi con disappunto, in una nota segreta, che il campione aveva solo ''farfugliato''. E al suo ritorno a Firenze, per ritorsione del regime, ''nemmeno un gatto lo aspettava alla stazione''.
   Influenzato dai principi di giustizia sociale instillatigli dal padre, Torello Bartali, 'Ginettaccio' traeva inoltre ispirazione dagli insegnamenti umanitari del cardinale-arcivescovo Elia Dalla Costa, che ancora pochi mesi prima si era rifiutato di partecipare alle cerimonie di benvenuto a Firenze organizzate in onore di Adolf Hitler. Fu lo stesso cardinale - scrivono i McConnon - a convincere Bartali, nell'autunno 1943, ad entrare in una rete clandestina organizzata fra la Toscana e l'Umbria per salvare gli ebrei dalle persecuzioni.
   Sfortunatamente, notano gli autori, Bartali non ha mai lasciato un resoconto di prima mano su quell'incontro decisivo che nel frattempo e' stato ricostruito grazie ai ricordi di altri testimoni nonche' dei familiari del campione. Di particolare rilievo risulta adesso la dettagliata deposizione di Giorgio Goldenberg (un ebreo oggi anziano, residente in Israele) che ha raccontato come i genitori e lui stesso con la sorella si nascosero a lungo in un cantina messa a loro disposizione proprio da Bartali e da suo cugino Armando Sizzi, in un cortile presso via del Bandino (Firenze). Sulla base dei resoconti di testimoni e superstiti, i McConnon confermano che Bartali fece ripetutamente la staffetta con Assisi, nascondendo nella bicicletta documenti falsi necessari per salvare le vite dei perseguitati. Nei loro calcoli, quella rete clandestina soccorse almeno 330 ebrei in Toscana e altri 300 in Umbria. Altri stimano il numero complessivo in 800. Un'attivita' condotta sul filo del rasoio che nel luglio 1944 lo porto' fra l'altro a tu per tu con il famigerato maggiore Mario Carita', colui il quale - osservano i biografi americani - ''voleva essere l'equivalente italiano di Heinrich Himmler'', il capo della Gestapo. I McConnon ipotizzano che Bartali abbia temuto allora che la vera natura delle sue puntate ad Assisi o l'aiuto ai Goldenberg fossero stati scoperti. Si salvo' per il rotto della cuffia.
   ''La strada del valore e' fatta di avversita' '', concludono gli autori a suggello di questa avvincente narrazione. Una biografia da cui Bartali emerge una volta di piu' come un personaggio quasi da leggenda: non solo per le straordinarie doti agonistiche, ma piu' ancora per il suo impegno sul crinale d'un silenzioso eroismo in difesa di valori umani universali.

(ANSA, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Pronti a evacuare Tel Aviv in caso di attacco

Comandante israeliano: Un attacco farà centinaia di vittime

ROMA, 12 giu. - Israele evacuerà l'intera popolazione di Tel Aviv se la città sarà colpita da missili, in particolare se saranno dotati di testate non convenzionali. Lo ha detto all'Afp il colonnello Adam Zusman, comandante della regione centrale di Israele.
"In caso di un attacco missilistico sul centro di Israele, specialmente non convenzionale, la popolazione da Tel Aviv e da altre città sarà evacuata e dislocata in altre aree del paese", ha detto Zusman all'Afp. "Ci saranno massicce evacuazioni in caso di attacchi non convenzionali e se gli edifici saranno distrutti da un missile".
L'ufficiale ha detto che Israele continua ad affrontare serie minacce dall'Iran e dai suoi alleati, il gruppo sciita libanese Hezbollah e Hamas, il gruppo palestinese che controlla la Striscia di Gaza. "Stimiamo che in caso di guerra centinaia di missili colpiranno Tel Aviv e le città limitrofe. Questi risultati provocheranno centinaia di vittime tra gli israeliani". "Nella prossima guerra - ha aggiunto il comandante israeliano - nessuno potrà più prendere un caffe a Dizengoff", la popolare strada nel centro di Tel Aviv.

(TMNews, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'attore David Arquette celebra a Gerusalemme il Bar Mitzvah

  
GERUSALEMME, 12 giu. - Un viaggio, quello della star di 'Scream' David Arquette in Israele, che gli ha regalato molto di più di quanto di aspettasse. L'attore, che si trova a Gerusalemme per girare alcune scene del suo show dedicato ai viaggi, ha celebrato nella città anche il rito del Bar Mitzvah. Arquette, 40 anni, ha così completato il rito ebraico del passaggio davanti al Muro del Pianto, il luogo più sacro per le preghiere. Nato da padre musulmano, l'attore ha seguito la religione della mamma, che ha educato all'ebraismo sia lui sia i suoi quattro fratelli. Solitamente i ragazzi ebrei celebrano il Bar Mitzvah intorno ai 13 anni, l'età in cui si abbracciano i comandamenti ebraici, ma David Arquette è arrivato più tardi all'importante traguardo. Vestito di bianco, l'attore ha letto i suoi primi passi della Torah e, secondo quanto ha raccontato Shmuel Rabinowitz, il rabbino che ha celebrato la cerimonia "era molto emozionato". L'attore ha commentato su Twitter l'esperienza: "Oggi ho avuto il mio Bar Mitzvah e finalmente sono un uomo".

(LaPresse, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Conferenza a Locarno

Giovedì 14 giugno 2012, alle ore 20:15
Al «Centro Arca», Via G. Cattori 11, Locarno

Marcello Cicchese presnterà il suo ultimo libro
«La superbia dei Gentili - Alle origini dell'odio antigiudaico»
e parlerà sul tema:

Il futuro d’Israele

Ingresso libero
Locandina

(Ebenezer Ticino, giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gli italiani e la Shoah, c'è tanto da sapere

di Riccardo Calimani

Sono usciti due volumi sotto molti aspetti complementari. Shoah. Le colpe degli italiani di Marino Ruzzenenti (edito da Manifestolibri) analizza nella prima parte la gestazione delle leggi antisemite emanate dal fascismo mettendo in evidenza il ruolo di Mario Bendiscioli, intellettuale cattolico di primo piano e animatore della casa editrice Morcelliana. Si tratta di un'analisi documentata puntuale, verrebbe voglia di dire puntigliosa, che non tralascia nessun aspetto della personalità di questo esponente di punta del mondo bresciano e che fu collaboratore di Giovanni Battista Montini. Naturalmente non mancavano altri zelanti esponenti di quel mondo: padre Gemelli, Luigi Gedda, Giovanni Preziosi.
Nella seconda parte del volume l'autore si occupa del mito "italiani brava gente" riferito alla persecuzione antiebraica e che si è fondato sempre sulla presunta innocenza di taluni ambienti del cattolicesimo italiano e sul fatto che il fascismo italiano - e quello della Repubblica sociale italiana - sarebbe stato coinvolto marginalmente nella distruzione degli ebrei e, in ogni caso, contro la propria volontà obbligato dall'occupante tedesco. A Brescia le storie connesse alla deportazione dei pochi ebrei che vivevano in città e di quei pochi nuclei di stranieri che avevano cercato una difficile via di fuga, sono esemplari e drammatiche e con la nascita della Rsi tutto diventò più oscuro. Le storie individuali acquistano, in queste pagine, un valore emblematico e particolarmente rilevante. Mussolini era certo al corrente di quello che stava accadendo, così come lo erano molti dei suoi seguaci irriducibili.
Nell'altro libro, Vite di carta di Anna Pizzuti, edito da Donzelli, si possono ritrovare numerose altre storie di ebrei stranieri internati dal fascismo. Nella prima parte del volume, alle storie degli internati nel loro insieme o a quelle dei singoli, come è stato possibile ricostruirle attraverso i documenti, è stato assegnato il compito di riflettere come in uno specchio gli avvenimenti dell'epoca in cui si svolsero. Nella seconda parte, invece non prevale la storia, ma piuttosto sono le storie a farla da protagonista. Storie legate ai documenti, a carte magari ingiallite che in ogni caso ci restituiscono vite, destini. Infine, nelle appendici, emergono le caratteristiche della persecuzione nei confronti degli ebrei stranieri voluta dal regime fascista e si intuisce facilmente che la ricerca che ha animato queste pagine vuole essere solo un punto di partenza e che molto resta da studiare in questo campo.

(Europa, 12 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Netanyahu gioca a calcio e si rompe un legamento

GERUSALEMME - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha subito oggi la "rottura di un legamento" della gamba sinistra mentre giocava a calcio. Lo ha fatto sapere il suo gabinetto in un comunicato. La partita, alla quale partecipavano giovani arabi e israeliani, era stata organizzata per promuovere il turismo a Gerusalemme. Per alcune settimane Netanyahu avra' la gamba ingessata "ma gia' domani tornera' al lavoro nel suo ufficio". Il primo ministro aveva anche giocato bene e segnato un gol fino al momento dell'incidente.

(AGI, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Elezioni Ucei: vince Pacifici, ma la lista rosa ottiene il 39%

Il nuovo parlamentino degli ebrei italiani a Roma vede la lista Binah, composta di sole "quote rosa", ottenere il 39% dei consensi, che gli valgono otto consiglieri su venti.

Highslide JS
  Le 17 candidate della lista rosa
ROMA - Alla fine la sorpresa dei pronostici c'è stata: la lista esordiente di sole donne Binah, pur non conquistando la maggioranza, ha avuto una netta affermazione nelle elezioni per il consiglio dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), il nuovo parlamentino degli ebrei italiani. Binah raggiunge il 39% dei consensi conquistando otto consiglieri su venti.
Alla lista Uniti per l'Unione, quella che vedeva insieme in una forma inedita le tre anime dell'ebraismo romano rappresentate da Riccardo Pacifici, Victor Magiar e Raffaele Sassun, è andato il 61% dei voti.
Nella capitale, che rappresenta la Comunità più numerosa di Italia, il presidente Riccardo Pacifici ha avuto il maggior numero di voti (715), seguito dal capolista Renzo Gattegna (691), presidente invece dell'Ucei e che potrebbe essere probabilmente riconfermato dal nuovo parlamentino nella sua prima riunione di fine giugno.
Victor Magiar, storico leader della componente liberal, si è fermato a 286 voti mentre Luca Zevi - altro rappresentante della componente - passa con 236 voti a pari preferenze, in quanto più anziano. Raffaele Sassun, leader della terza componente, ha avuto 264 voti.
Per quanto riguarda Binah, che in molti ascrivono al campo progressista, il maggior numero di voti (398) è andato a Sabrina Coen, seguita da Silvia Mosseri (332) e da Eva Ruth Palmieri (305). La partecipazione al voto a Roma (aventi diritto erano 10.943) è stata del 19,21% con 1.970 votanti.
Per quanto riguarda i 10 consiglieri che spettano a Milano, secondo il sito Moked, stando ai dati non definitivi dovrebbero entrare cinque per l'Unione (capolista Roberto Jarach), quattro di Machàr-Domani per l'Ucei (capolista Raffaele Turiel) e Cobi Benatoff, candidato unico di UCEI per la scuola. A Roma e Milano vanno aggiunti i consiglieri espressi da Trieste, Davide Belleli, da Firenze, Dario Bedarida, da Livorno, Daniele Bedarida. Più i 16 nominati dalle piccole e medie comunità per un totale di 49 più 3 rabbini. Il nuovo Consiglio sarà così composto da 52 rappresentanti.
"La mia lista - ha detto Riccardo Pacifici - ha retto e abbiamo eletto i nostri candidati. Evidentemente invece la scelta di Magiar non è stata compresa dal suo elettorato. Quello che è importante, a parte tutto, è che la scelta di portare Gattegna come capolista ha invece avuto un ottimo riscontro".
Magiar ha ammesso che il risultato elettorale ha penalizzato la sua componente: "Il voto premia invece una iniziativa innovativa come Binah. Quello che è importante è che c'è stato un buon risultato per Gattegna e la squadra al suo fianco".
Sabrina Coen, prima degli eletti di Binah, ha detto che il risultato è il frutto di "un grande malcontento a livello comunitario. Siamo contente dell'esito del voto e saremo felicissime di contribuire alla vita dell'Unione". Per Sassun "è stato un voto di protesta e spero che dalle donne arrivi un buon contributo per la vita dell'Unione".

(la Repubblica - Roma, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele: la Siria ha le più grandi riserve di armi chimiche al mondo

GERUSALEMME, 11 giu. - La Siria ha le più grandi riserve di armi chimiche al mondo e i suoi missili e razzi possono raggiungere qualsiasi punto di Israele. Lo ha detto il maggior generale Yair Naveh, numero 2 dell'esercito israeliano, aggiungendo che se Damasco ne avesse la possibilità, "minaccerebbe noi esattamente come fa con il suo stesso popolo". I commenti di Naveh sono stati riportati oggi dalle stazioni radiofoniche locali, ma le parole risalgono a ieri sera, in occasione di una cerimonia a Gerusalemme per commemorare i soldati caduti. Tel Aviv sta seguendo la crisi siriana con preoccupazioni sempre maggiori, soprattutto in seguito alle due guerre combattute con Damasco e all'appoggio del regime del presidente Bashar Assad a gruppi anti-israeliani. Diversi tentativi di siglare accordi di pace tra i due Paesi sono ripetutamente falliti. Secondo gli attivisti siriani, oltre 13mila persone sono morte da marzo 2011, quando sono iniziate le rivolte antigovernative. La crisi ha coinvolto anche il Libano, dove le violenze settarie legate alla Siria hanno provocato diverse vittime.

(LaPresse, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Scritte antisemite allo Yad Vashem. Profanato il simbolo della Memoria

Frasi inneggianti a Hitler al Museo dell'Olocausto

di Francesco Battistini

La scritta «Hitler, grazie per l'Olocausto»
allo Yad Vashem
GERUSALEMME - Lì, non avevano mai osato: «Hitler, grazie per l'Olocausto». E poi: «L'Olocausto è tutta colpa del sionismo». E ancora: «Il regime del male sionista ci mette in pericolo». Dieci scritte spray sui muri. In ebraico. Yad Vashem, il memoriale della Shoah di Gerusalemme, il più famoso e visitato dopo quello di Auschwitz, è stato profanato nella notte con alcune frasi neonaziste.

LE INDAGINI - A scoprirlo sono stati i custodi, questa mattina, al momento d'aprire i cancelli: «È stata trovata una scritta - dice Micky Rosenfeld, portavoce della polizia - proprio sullo spiazzo dell'ingresso. Le altre, in vari punti del memoriale». Yad Vashem si trova alle porte della città, su una collina della foresta di Gerusalemme, in una zona un po' isolata. Proprio per questo, l'area è di solito sorvegliata, anche durante la chiusura al pubblico, ed è attivo 24 ore su 24 un circuito interno di telecamere. «Indaghiamo in tutte le direzioni - dicono gl'investigatori -: possono essere ragazzini, vandali o individui spinti da altri motivi». Poco credito viene dato alla pista araba: di solito, la protesta palestinese non tocca un tema sensibile come la Shoah. Il direttore del museo, Avner Shalev, sostiene piuttosto che le scritte possano essere di ebrei ultraortodossi: della frangia più estremista, quella che combatte il sionismo e non riconosce l'esistenza dello Stato d'Israele. Una pista porterebbe anche alla campagna «Il prezzo da pagare»: coloni di destra che, da mesi, vandalizzano e incendiano moschee e abitazioni di pacifisti, lasciando scritte razziste. In questi giorni, è furiosa la polemica col governo Netanyahu (e con l'autorità giudiziaria) per la decisione di sgomberare un insediamento illegale in Cisgiordania. Proprio domenica notte, una decina d'auto palestinesi sono state danneggiate in un quartiere di Shuafat, a Gerusalemme Est.

DA WAGNER AL GENERALE - Chiunque sia stato, la profanazione colpisce. Non è la prima volta che Israele si scopre i neonazisti in casa: in passato, ci sono stati anche processi che hanno impressionato l'opinione pubblica. Perché la Shoah, e il rispetto che vi si deve, resta un tema di dibattito, soprattutto in un Paese come Israele. Nelle ultime settimane, non sono mancati argomenti di discussione, anche politica. L'università di Tel Aviv, per esempio, ha appena cancellato l'esecuzione di un'intera sinfonia di Wagner - il musicista amato da Hitler, incubo di milioni d'ebrei costretti ad ascoltarlo nei lager - che, in prima assoluta, si sarebbe dovuta tenere in Israele: le polemiche dei sopravvissuti hanno spinto gli organizzatori a cambiare programma. E sempre in questi giorni, è finito nella bufera un parlamentare della destra religiosa Shas, partito alleato del governo Netanyahu, che a Bruxelles ha partecipato (peraltro su invito d'un eurodeputato leghista italiano, Fiorello Provera) a una tavola rotonda sulla pace in Medio Oriente, con esponenti del partito neonazista austriaco. Il comportamento dell'onorevole, da qualche giornale, è stato messo a confronto con quello del generale Amir Eshel, un autentico eroe dell'opinione pubblica, che nelle stesse ore ha invece rispedito al ministero della Difesa la nuova macchina di servizio che gli era stata assegnata: «La mia famiglia è stata sterminata nei lager - ha detto -, non guiderò mai una Volkswagen tedesca». Fra gli applausi, s'è fatto ridare la sua vecchia Chevrolet.

(Corriere della Sera, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Elezioni UCEI - Nasce il parlamento dell'ebraismo italiano

Prende forma in queste ore, con le ultime operazioni di scrutinio a Roma, il primo parlamentino dell'ebraismo italiano. Cinquantadue i consiglieri che comporranno il nuovo organo di governo dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di cui 49 'laici' espressione del voto degli iscritti oppure frutto della designazione diretta dei Consigli comunitari e tre membri nominati dalla Consulta rabbinica. Cinque le Comunità dove si è andati al voto nella giornata di ieri: Roma, Milano, Trieste, Firenze e Livorno. L'affluenza della Capitale, dove si eleggevano 20 consiglieri tra due liste - Uniti per l'Unione (capolista Renzo Gattegna, 20 candidati) e Binah (primi nomi in lista Eva Ruth Palmieri e Sabrina Coen, 17 candidati) si attesta sulla media (19,1 per cento) delle precedenti consultazioni dell'Unione. A oltre metà dei seggi scrutinati la situazione vede la lista unitaria avanti con una percentuale di preferenze fra il 60 e il 65 per cento. A breve anche l'annuncio ufficiale con gli esiti del voto nel capoluogo lombardo (affluenza 33,4 per cento) dove gi iscritti erano chiamati a designare 10 consiglieri tra le formazioni Milano per l'Unione-l'Unione per Milano (capolista Roberto Jarach, 10 candidati), Machàr-Domani per l'UCEI (capolista Raffaele Turiel, 6 candidati) e UCEI per la scuola (unico candidato Cobi Benatoff). In Consiglio, secondo dati che devono ancora essere ufficializzati, dovrebbero entrare cinque rappresentanti di Milano per l'Unione, quattro di Machàr e lo stesso Benatoff. Conti già fatti nelle Comunità di Trieste, Firenze e Livorno dove la sfida per il posto di spettanza era su collegio uninominale (tra due candidati). A Trieste la Commissione elettorale locale ha assegnato con un solo voto di differenza la vittoria a Davide Belleli che ha prevalso su Mauro Tabor (affluenza attorno al 33 per cento), a Firenze (affluenza poco sopra al 22 per cento) vittoria per Dario Bedarida su Simcha Jelinek, mentre a Livorno (affluenza di poco superiore al 41 per cento) affermazione di Daniele Bedarida su Gadi Polacco. I consiglieri designati dalle altre 16 Comunità dell'ebraismo italiano ((Merano, Venezia, Padova, Verona, Torino, Vercelli, Casale Monferrato, Genova, Mantova, Parma, Modena, Ferrara, Bologna, Pisa, Ancona, Napoli) saranno resi noti dalla Commissione elettorale centrale nelle prossime ore.

(Notiziario Ucei, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tel Aviv University: "Lo smog aumenta del 43% il rischio di un secondo infarto"

L'inquinamento atmosferico accrescerebbe di oltre il 40 per cento il rischio di attacchi cardiaci ripetuti. A sostenerlo, un ricercatore della Tel Aviv University, che ha concluso che "un'aria inquinata è associata non soltanto a infarti e ictus, ma anche, nel lungo termine, a episodi ripetuti"
Secondo Yariv Gerber, ricercatore della TAU's School of Public Health presso la Sackler Faculty of Medicine, lo smog sarebbe in grado di accrescere fino al 40% il rischio di attacchi cardiaci. Più precisamente, i pazienti cardiopatici residenti in aree ad alto inquinamento avrebbero il 43% di probabilità in più di avere un secondo infarto, e il 46% di avere un nuovo ictus rispetto a pazienti che vivono in aree poco inquinate.
"Sappiamo che al pari del fumo di sigarette, l'inquinamento provoca il sistema infiammatorio - ha affermato Gerber - Se si parla di esposizione a lungo termine e sistema infiammatorio irritato in modo cronico, l'inquinamento puo' essere coinvolto nella progressione di sclerosi atriale che si manifesta in eventi cardiaci". Lo studio, realizzato in collaborazione con un altro ricercatore, Yaacov Drory, è stato finanziato dall'Environmental and Health Fund di Gerusalemme.
La ricerca ha seguito 1120 pazienti ricoverati per un primo infarto del miocardio in otto ospedali israeliani, tra il 1992 e il 1993, tutti sotto i 65 anni di età. I pazienti sono stati seguiti fino al 2011. La qualità dell'aria è stata misurata da 21 stazioni di monitoraggio nelle aree dove i pazienti vivevano e analizzata da un gruppo di ricercatori del Technion di Haifa. Dopo aver calcolato altri fattori come la gravità della malattia e lo status socio-economico, i ricercatori hanno identificato un legame tra inquinamento e risultati clinici negativi, che includono mortalità e eventi vascolari ricorrenti, come infarto, ictus e scompenso cardiaco

(EcoCittà, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Nicosia, la guerra del gas

di Francesco De Palo

Highslide JS
L'isola, come è noto, dal 1974 è "presidiata" abusivamente nella parte settentrionale da quarantamila militari turchi (in risposta a un tentativo di colpo di Stato greco), che hanno occupato la cosiddetta Katekomena autoproclamandosi Repubblica turco cipriota del Nord, riconosciuta solo da Ankara e non da Onu né dall'Ue. Di contro, a Sud, la Repubblica di Cipro è membro dell'Unione europea e da anni tenta di vedere riconosciuti i propri diritti, poiché nel luglio del 1974 venne bombardata da caccia militari (inglesi e turchi) e i cittadini furono costretti a fuggire dalle proprie abitazioni per non farvi mai più ritorno. Negli ultimi anni, complice una volontà comune anche figlia di rapporti personali tra i due presidenti (Talat e Christofias), qualcosa si è mosso. Come il "pertugio di pace" nel muro che divide in due la capitale Nicosia, ancora ferita da quel filo spinato che, oltre che materiale, è diventato nel tempo una sorta di corona di spine per le due comunità che fino a un attimo prima dell'azione militare convivevano pacificamente. Un po' come avvenne per la tragedia della Mikrì Asia a Smirne, quando, nel 1922, i greci, che lì vivevano in pace con la comunità turca, vennero cacciati e rispediti in patria con la forza da parte dei militari di Ankara. In un trionfo di tragiche storie, personali e sociali, che si sono mescolate agli egoismi politici e alle strategie imperialistiche.
   Ma il nodo, adesso, è anche un altro: il gas. Il prezioso materiale, presente nelle acque cipriote, come nel resto dell'Egeo, è stato oggetto di un accordo tra Nicosia e Tel Aviv per uno sfruttamento comune, e ha provocato la solita reazione scomposta di Ankara. Infatti, il ministero degli Esteri turco ha chiesto ai consorzi partecipanti alla gara d'appalto per l'esplorazione petrolifera sui fondali ciprioti di astenersi: pena l'esclusione da futuri progetti energetici in Turchia. «Invitiamo i Paesi e le compagnie petrolifere interessati a comportarsi con buon senso - si legge in una nota del ministero - rinunciando a ogni attività in questa zona di mare all'origine delle divergenze legate alla questione cipriota, ritirandosi dalla gara d'appalto in questione. Non saranno incluse le compagnie che avranno collaborato, con l'amministrazione cipriota greca, ai progetti energetici previsti per il futuro in Turchia».
   Secondo quanto riferito dalla "Famagusta Gazete" (che ha ripreso l'agenzia turca "Anadolu"), Israele potrebbe dispiegare ventimila commandos nella parte meridionale dell'isola di Cipro proprio per proteggere gli interessi energetici dello Stato ebraico nella regione. Lo scorso febbraio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente cipriota Dimitris Christofias avevano raggiunto un accordo di joint ventures nel settore energetico relativo ai giacimenti off-shore di gas naturale nelle rispettive zone economiche esclusive. Secondo indiscrezioni, il premier dello Stato ebraico avrebbe offerto a Christofias di farsi carico delle spese per realizzare l'impianto per la liquefazione del gas, con in cambio la manodopera israeliana (circa diecimila dipendenti).
   Proprio il premier cipriota, però, sta vivendo una fase politica controversa, che potrebbe portarlo all'uscita di scena. Lo ha annunciato in un discorso alla televisione di Stato: non intende ricandidarsi a febbraio del 2013 per un secondo mandato a causa dell'impasse dei colloqui sotto l'egida dell'Onu per la riunificazione dell'isola. «Un'analisi realistica dei fatti - ha spiegato - porta alla conclusione che non vi sono speranze di risolvere la questione di Cipro né di raggiungere sostanziali progressi nei mesi che restano del mio incarico». Ha inoltre evidenziato come la sua scelta sia direttamente proporzionale a quanto promesso all'indomani dell'elezione a capo dello Stato secondo cui non si sarebbe ripresentato per un secondo mandato qualora con la parte turco-cipriota non si fossero registrati progressi sostanziali.
   L'impressione, al momento, è che spread e default potrebbero rappresentare solo la punta di un ben più consistente iceberg che si sta muovendo, minaccioso e imponente, nel Mediterraneo orientale. Con la costante rappresentata dalle istituzioni europee non propriamente attente alla questione, come dimostra l'impasse in tal senso proprio della commissaria Ashton, nota più per le memorabili gaffes (definì i marò italiani "guardie private") che per strategie di ampio respiro.

(MondoGreco, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Conferenza su Israele con crociera sul Danubio

La missione ungherese di "Chiamata di Mezzanotte" organizza a Budapest,
il 14 e 15 luglio 2012, una conferenza sul tema:

"Cosa c'entriamo con Isreale?"

L'originalità di questa conferenza è che si terrà su un'imbarcazione da crociera fluviale sul Danubio.
L'aspetto logistico è stato proposto nel famoso Hotel Danubius Health Spa Resort dell'Isola Margherita al centro di Budapest nel Danubio.

I relatori saranno Norbert Lieth della Missione Chiamata di Mezzanotte, esperto di profezie bibliche,
il Dr. Mészàros Kàlmàn della Chiesa Battista Ungherese e Szeverényi Jànos della Missione Evangelica Ungherese.

La parte musicale sarà curata dalla Band Sabbathsong Klezmer e dal coro Charis di Arad.

Per informazioni:
éjféli kiàltàs missziò - H-1135 Budapest,Palòc u. 2., ejfelikialtas@gmail.com
tel. +36 30 630 7823 (Nagy Erzsébet).

Una delegazione di Evangelici d'Italia per Israele sarà presente all'evento.

(Edipi, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La Regione Calabria al "TerrOlivo 2012" di Gerusalemme

Il Dipartimento regionale "Agricoltura", continuando nella campagna avviata proficuamente dall'Assessore Michele Trematerra, finalizzata alla valorizzazione delle eccellenze olearie del proprio territorio, partecipa quest'anno, per la prima volta, alla nuova edizione di "TerrOlivo 2012, Mediterranean International Extra Virgin Olive Oil Competition", di Gerusalemme. Si tratta di una piattaforma mondiale dedicata all'olio extra vergine d'oliva, arrivata alla terza edizione. "L'iniziativa- ha detto Trematerra - ha l'obiettivo di continuare l'azione promozionale e commerciale dei prodotti oleari calabresi in un mondo ormai proiettato, costantemente ,verso un futuro che mira alla affermazione delle produzioni di qualità". Ed è in quest'ottica che va vista la partecipazione di ben venticinque aziende che hanno presentato circa trenta campioni di olio al concorso. Si sta attuando con insistenza un programma organico per la promozione della produzione olearia regionale, realizzando quanto necessario affinché si possano ottenere risultati concreti per tutto il settore olivicolo".
A rappresentare la Regione al tavolo tecnico del concorso oleario "Terrolivo" è stato designato dal Dipartimento l'esperto Rosario Franco. "Che le eccellenze olearie calabresi siano di pregio - ha detto ancora Trematerra - è cosa ben nota e lo dimostrano i risultati ottenuti nel mondo dai nostri oli e la partecipazione dei nostri extravergine nel concorso in Terra Santa, non potrà far altro che confermare quanto di buono nel settore si sta facendo negli ultimi anni". o.m.

(RegioneCalabria, 11 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ebrei diventano "carne per McBurger"

ROMA, 10 giu. - Si puo' ridere di tutto su Facebook. Anche dell'Olocausto, trasformandolo in un'occasione per disgustosi commenti antisemiti e neonazisti. E' il caso della pagina "For the Lulz" (ovvero "Per farsi grasse risate") che in una foto trasforma un McBurger in un "Mc Holocaust". Accanto, vi sono ben 181 "mi piace" e oltre 50 commenti del genere: "Non e' cremato abbastanza", oppure "Mein Holocaust", o ancora "Fatto con la cenere vera dell'Olocausto". Sull'account appaiono altre foto che inneggiano a Hitler e al nazismo.

(AGI, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Gerusalemme, tempi duri per i padroni di cani

GERUSALEMME - Tempi duri per i cani a Gerusalemme, soprattutto per i loro padroni: il comune ha infatti annunciato di essere al lavoro su una banca dati sul Dna degli animali allo scopo di far rispettare al meglio la legge che impone ai padroni di rimuovere le feci dei loro amici a quattro zampe.
Il metodo - che identifica il Dna canino attraverso la saliva e consente di risalire al proprietario, in obbligo di fornirla in precedenza alle autorità - in realtà non è del tutto nuovo. Lo ha messo a punto già nel 2008 il comune di Petah Tikva, cittadina a pochi chilometri da Tel Aviv, che per questo è stata premiata dal New York Times come autrice di una delle migliori invenzioni di quell'anno. Tuttavia, nonostante la genialità del metodo, il tutto si è arenato davanti alla difficoltà legale di obbligare il proprietario del cane a fornire per il database del Dna un campione di saliva del proprio amato. Oggi il comune di Gerusalemme ci riprova, forte di una norma muncipale che impone ai veterinari locali di obbligare i proprietari dei cani a consegnare il fatidico campione di saliva a meno che non vogliano essere multati. Il comune spera così di portare avanti il progetto con un database ben fornito mettendo fine alle pile di escrementi nelle vie. Anche perché a Gersualemme - secondo Zohar Dvorkin veterinario capo della città - i cani, registrati, sono sono circa 11mila a cui va aggiunto un 10-15% non schedato. Il comune - il cui progetto andrà per tappe - si è detto ottimista sulla possibilità di realizzare il database, visto che il 95% dei cani registrati sono vaccinati.
«Dal momento in cui avremo nel database il 70-80% dei cani schedati possiamo cominciare - ha spiegato Dvorkin - a collezionare le loro feci». Da qui il `campione' sarà inviato in laboratorio e le analisi dovrebbero permettere di risalire al Dna. Per il padrone distratto la multa prevista sarà di 750 shekel, ovvero circa 150 euro, contro i 150 shekel, quasi 30 euro, della spesa per le analisi.
«Andrebbe bene beccarne uno su quattro - ha ammesso Dvorkin - Ma non facciamo tutto questo per i soldi. Anzi èprobabile che ci costerà soldi. L'obiettivo principale resta quello di non mettere il piede in una cacca di cane quando usciamo di casa. È un problema di salute pubblica». Attualmente l'unica possibilità per gli ispettori pubblici di intervenire è quello di intercettare il cane in flagrante, ma anche in questo caso spesso il padrone scappa. «Così - ha detto Dvorkin - non ci sarebbe nessuno a cui dover correre dietro». Del resto a Petah Tikva - pioniera del metodo - hanno notato che è bastato trapelasse il progetto del comune per far registrare una decisa riduzione degli escrementi nelle vie cittadine.

(Il Secolo XIX, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Terremoto - "Necessario agire rapidamente"

Mentre prosegue la raccolta fondi da destinare alle popolazioni vittime del terremoto lanciata dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giorgio Mortara, consigliere UCEI delegato al coordinamento delle iniziative di solidarietà, ha incontrato a Modena alcuni rappresentanti delle Comunità ebraiche nel territorio colpito dal sisma, il presidente della Comunità di Parma Giorgio Yehuda Giavarini, il vicepresidente e il rabbino di Modena Attilio Uzielli e rav Beniamino Goldstein. Duplice lo scopo della visita, accertare in prima persona la situazione delle Comunità e dei beni culturali ebraici e valutare come investire i fondi provenienti dalla raccolta UCEI insieme a chi conosce bene il territorio. "Stiamo considerando le varie situazioni - spiega Mortara - Senz'altro i fondi verranno investiti in un progetto di alta utilità sociale, come una scuola o un asilo. Per quanto riguarda la località stiamo prendendo in considerazione Finale Emilia. Decideremo definitivamente entro i prossimi giorni". Nel frattempo si cerca di capire quale sia lo stato e come intervenire sui beni culturali ebraici colpiti nelle varie città. "Vogliamo evitare che i danni si aggravino per cui sarà necessario agire rapidamente" sottolinea Mortara. Al vaglio la proposta di aprire una sottoscrizione per ogni Comunità ebraica colpita, appellandosi anche alla generosità delle istituzioni ebraiche europee. Nei prossimi giorni si provvederà a stendere un primo bilancio dei danni.
Chi desidera partecipare alla raccolta fondi lanciata dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto potrà farlo versando il proprio contributo sul conto corrente bancario intestato all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul conto corrente postale intestato all'unione comunita ebraiche italiane numero 45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.

(Notiziario Ucei, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Siria: Israele condanna i "massacri", l’Occidente deve intervenire

TEL AVIV, 10 giu. - Israele alza i toni contro la Siria. Sia il presidente Shimon Peres, che il primo ministro Benyamin Netanyhu e il suo vice Shaul Mofaz hanno pronunciato oggi dure parole di condanna dei "massacri" di civili perpetrati dal regime del presidente sBashar Assad, dopo che Israele ha per molto tempo evitato di commentare gli eventi in Siria. In Siria "viene perpetrato un massacro, ha detto oggi Netanyahu in conisglio dei ministri. "Il massacro non e' soltanto compiuto dal governo siriano, ma anche dall'Iran e gli Hezbollah. Il mondo deve guardare a questo asse del male, in modo che tutti capiscano in che mondo viviamo", ha aggiunto. Il vice primo ministro Shaul Mofaz, del partito centrista Kadima, e' andato anche piu' lontano chiedendo un intervento dell'Occidente. "Un crimine contro l'umanita', un genocidio, sta avvenendo in Siria. Il silenzio delle potenze mondiale e' una sfida alla logica. Non molto tempo fa, le potenze hanno deciso un intervento militare in Libia. Qui, la conclusione necessaria e' un intervento immediato per rovesciare il regime di Assad", ha detto Mofaz alla radio dell'esercito. Il vice premier ha sottolineato che Israele "non puo' farsi coinvolgere, per motivi comprensibili". E ha aggiunto: "l'Occidente deve porsi una domanda: cos'altro deve sucecdere in Siria? Quali altri orribili immagini devono essere mostrate in televisione prima che si decida di agire?".

(Adnkronos, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

«Il mio Israele, Paese sempre più pluralista»

di Alain Elkann
   
- Lo scrittore Aharon Appelfed arriva al caffè sorridente come sempre con il suo cappello blu da marinaio in testa. Questo è il suo luogo di ritrovo abituale?
  Da 20 anni vengo qui due volte alla settimana, un tempo ci venivo tutti i giorni. Di solito lavoro a questo tavolo dalle 9 e mezza all'una. Scrivo a mano su carta bianca.

- Che impressione fa avere 80 anni?
  Non ci penso, non si può misurare il tempo, ma non sono certamente più la stessa persona di 25 anni fa.

- Scrive sempre libri su soggetti analoghi?
  Sì, la mia vita, i miei genitori. Più di un secolo di vita, di ricordi, è il mio spazio immaginario. Io non sono uno scrittore realista, ciò che racconto è quello che mi è successo in 80 anni.

- L'accusano di non scrivere mai nulla sui fatti della Israele di oggi...
  Un vero scrittore non scrive quello che vuole scrivere, ma quello che è obbligato a scrivere. Io scrivo qualcosa che viene da dentro di me.

- I suoi figli sono stati soldati in Israele e vivono e lavorano in questo Paese?
  Se vogliono conoscere quello che succede qui, devono leggerlo sui giornali. Io non sono in competizione con la televisione e i giornali, dò un altro tipo di informazione.

- E che tipo di informazione dà?
  Racconto i differenti aspetti della sensibilità umana o le differenze tra le stagioni, oppure parlo dei miei genitori e dei miei rapporti con loro e anche del mio amore per l'Europa e del mio dispiacere.

- Perchè dispiacere?
  Gli ebrei hanno vissuto in Europa per 2.000 anni e hanno creato molto nei campi più diversi. Penso ad esempio alla modernità di Freud, Marx, Wittgenstein, Kafka.

- Ma lei è in disappunto con l'Europa di oggi?
  Sì, l'attitudine degli europei verso gli ebrei e verso Israele che è diventata un sinonimo di ebreo, non mi piace.

- Essere anti-israeliani secondo lei è come essere antisemiti?
  Sì, certamente. Pensi che gli ebrei prima della guerra in Europa erano 12 milioni, oggi in Europa sono meno di un milione.

- Quindi oggi odiare gli ebrei è un anacronismo?
  Come si può odiare qualcuno che non esiste? In Francia ci sono 500 mila ebrei su molte decine di milioni di francesi, in Italia 30 mila su svariati milioni di italiani, in Polonia seimila ebrei. Non mi può impressionare l'antisemitismo Europeo, ma mi rattrista perchè la gente ha una mentalità molto ristretta. Al limite posso capire che uno odi i vicini, ma se non ce ne sono più come fa a odiarli?.

- E allora perchè odiano Israele?
  Gli israeliani sono ciò che rimane degli ebrei.

- Israele è un Paese che rimarrà secondo lei tale, oppure è in pericolo?
  È come se lei mi domandasse se rimarrà l'Italia... Qui in Israele vivono sei milioni di persone, di ogni tipo.

- Ma c'è chi vuole distruggere Israele ed è anche accettato dalle Nazioni Unite come l'Iran...
  Gli ebrei sono sempre stati odiati e sono comunque sopravvissuti.

- E se l'Iran volesse distruggere Israele?
  Spero che Israele si difenderà. Una minaccia di morte per Israele lo è anche per l'Europa.

- Da quando lei vive in questo Paese, Israele è molto cambiato?
  Sì, in meglio. Quando sono venuto nel 1946 c'erano solo 500 mila persone, oggi invece è una società molto più pluralista. Al tempo era un Paese molto socialista, adesso ci sono varie tendenze politiche. Nel 1946 qui c'era un piccolissimo gruppo di persone molto religiose, oggi il gruppo è molto più vasto e importante e questo porta una varietà di idee, di persone, di gusti e di punti di vista.

- E tutti gli immigrati che vengono ora in Israele e che non sono ebrei?
  In Israele ci sono un 20% di arabi, ma Israele non può sopportare un altro mezzo milione di stranieri musulmani. Gli arabi non si integrano: sono in parlamento ma non servono nell'esercito e hanno molti figli.

- Si trova sempre bene qui a Gerusalemme?
  Sì, perchè sono un rifugiato. La maggior parte delle persone che vivono qui sono rifugiati oppure figli di rifugiati.

- Un po' come negli Stati Uniti...
  No. I rifugiati che sono venuti qui erano ebrei e dovevano essere ebrei.

- E questo cosa vuol dire?
  Erano odiati in Europa o nei Paesi arabi, mentre qui non sono odiati.

- Gli ebrei temono questa situazione?
  Sì , perchè sono odiati da tante generazioni; ma sono anche intellettualmente e naturalmente ansiosi per curiosità intellettuale. Penso spesso a un personaggio come Maimonide che non era solo interessato alla filosofia greca, ma a quello che succedeva nel mondo. Maimonide ha scritto anche molti libri in lingua araba.

- Che desideri ha a 80 anni?
  Solo che ogni mattina sia un buon giorno: provo a fare il meglio che posso e i miei desideri sono piccoli. Se c'è un nuovo giorno, un nuovo sole, un amico con cui parlare in un caffè, cosa ci può essere di meglio?.

(La Stampa, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Comunità ebraiche al voto, in campo le donne

di Claudia Stamerra

Dopo una settimana intensa, oggi le Comunità Ebraiche italiane voteranno per il rinnovo dei rappresentanti del Consiglio dell'Unione, il primo dalla riforma dello Statuto che ha definito la struttura del "parlamentino" composto da tre membri religiosi e 49 laici. Sono 20 i seggi da occupare sulle sponde del Tevere, dieci quelli milanesi. Gli occhi, in ogni caso, sono puntati su "Binah" lista tutta al femminile che sta facendo parlare di sé sin dall'inizio di una campagna elettorale decisamente frenetica.
Formazione autonoma e indipendente che é quasi un segno dei tempi, "Binah: l'ebraismo al femminile" é composta da sole donne. Diciassette professioniste tra cui architette, docenti universitarie, avvocatesse, interpreti, medici e commercialiste a formare una squadra che al di là del risultato immediato appare espressione di una politica al femminile sempre piò pronta a prendere per sé nuovi spazi di azione.
"E'un impegno costante e sentito: abbiamo sperimentato pienamente l'importanza dello spirito comunitario che ci lega", ha sintetizzato piò volte Eva Ruth Palmieri, promotrice insieme a Sabina Coen di un'avventura elettorale che potrebbe essere, quanto a modello chiave per rileggere la politica del futuro, sempre piò dominata da una marcata carenza di rappresentanza.
Il nome della lista è già un programma. Secondo la Cabbalah, la mistica ebraica, "Binah" vuol dire infatti "saggezza pratica" e porta con sé il significato di unione e completamento. "Un aspetto che ci lega particolarmente all'idea di un approccio alla soluzione dei problemi che sia in prima istanza partecipativo e pluralista".
Il programma di "Binah" é incardinato ad aspetti fortemente legati alla rappresentatività e alla trasparenza, ma anche e soprattutto ad una cornice di inclusività sociale e religiosa che non vuole perdere di vista orizzonti vasti ma non lontani come la progettualità economico finanziaria per l'innovazione e lo sviluppo giovanile e senza dimenticare i con l'identità ebraica e quelli con il territorio, valorizzandone la relazione in un'ottica bilanciata ma attenta agli stress sociali che riguardano la gestione di una collettività sempre piò complessa e articolata.
La nuova formazione potrebbe dare del serio filo da torcere alla concorrente, "Uniti per l'Unione" di Riccardo Pacifici, Victor Magiar e David Sassoon. Le urne saranno aperte dalle sette del mattino fino alle dieci di sera. I primi risultati sono attesi per lunedí.

(International Business Times, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Yalom ci racconta due modi di decostruire la tradizione dell'ebraismo

di Emilia Scarcella

Due realtà geografiche distinte - i Paesi Bassi e la Germania -, due contesti storici diversi - il Seicento e la prima metà del XX secolo -, due universi spirituali profondamente differenti - l'ebraismo e l'antiebraismo - fanno da sfondo a un romanzo apparso da pochi mesi, "Il problema Spinoza" - il cui autore è Irvin D. Yalom, psichiatra americano, già autore di biografie romanzate di alcuni tra i più noti filosofi del XIX secolo, Nietzsche e Schopenhauer -, che con sapiente maestria aggancia la vicenda esistenziale e il pensiero di Baruch Spinoza alla storia della Germania nazista.
   Servendosi di una invenzione letteraria molto raffinata, Yalom intreccia, in una sorta di canone inverso, due ambienti diversissimi, raccontati con una solida competenza storiografica, che consente di approfondire il carattere di due mondi, quello della comunità ebraica dell'Olanda del Seicento e quello della Germania nazista, a partire da una serie di sollecitazioni teoriche fondate prevalentemente sul tema dei rapporti tra religione e politica. La complessa biografia intellettuale di Spinoza, infatti, animata e al contempo tormentata da un ambivalente rapporto con la tradizione ebraica, cui il filosofo apparteneva e che, tuttavia, contestava, per via, anzitutto, di un, a suo giudizio, affannoso e superstizioso ossequio dei precetti religiosi e di un'acritica lettura della Torah, rivive - costituendone un ideale controcanto - nella torbida e malata esistenza di Alfred Rosenberg, il teorico del nazionalsocialismo, nonché una delle anime dell'odio antisemita presente nella cultura tedesca del Novecento.
   Facendo procedere parallelamente "verità e finzione", Yalom scrive «un romanzo su quello che sarebbe potuto accadere» nella vita dei due protagonisti, Spinoza e Rosenberg, servendosi, intanto, della propria esperienza di psichiatra, alla ricerca della segreta ispirazione di universi interiori diversissimi, eppure legati da un sottilissimo filo; e, altresì, utilizzando uno strumento letterario di grande efficacia: il ricorso a due figure immaginarie, Franco Benitez e Friedrich Pfister, i più cari amici e confidenti, nonché i costanti punti di riferimento durante la elaborazione dei loro sistemi di pensiero, rispettivamente, di Spinoza e di Rosenberg.
   Ne deriva una soluzione narrativa di grande respiro, alla cui base è possibile individuare lo sforzo spinoziano di definire teoreticamente un sistema fondato sull'autonomia della ragione, sulla potenza del costante esercizio di un pensiero libero, sganciato dalle ipoteche dell'appartenenza a un credo, in forza dell'auspicio che «una dedizione vitale alla ragione possa sradicare tutte le religioni, incluso il giudaismo»; e ancora, in maniera letterariamente molto efficace, un sistema fondato sulla possibilità di orientare le proprie scelte a partire dal fatto che «la ragione non può tenere testa alla passione, e [...] l'unico modo che abbiamo per liberarci dalla passione è trasformare la ragione a sua volta in passione». D'altro canto, rivendicata dalla figura di Benitez, prende corpo in maniera parallela la dimostrazione del significato dell'appartenenza alla tradizione dell'ebraismo, la cui sostanza «ispira un senso di comunità […] e sviluppa una mitologia piena di storie e di eventi miracolosi», che costituisce la prova della potenza rassicurante del giudaismo, vissuto con il gioioso orgoglio di mantenere viva la memoria di storie, di fatti e di rituali simbolici che per millenni ne hanno costituito la forza.
   La felice invenzione di Yalom, dunque, supera la, pur importante, ricostruzione di una fondamentale pagina della filosofia moderna e della storia del XX secolo, per attestarsi su un livello problematico ulteriore, che racconta e definisce due modi, del tutto antitetici, di decostruire la tradizione dell'ebraismo: uno, quello di Spinoza, profondo e autentico, animato dal criterio vivificante di una ragione presente e attiva; l'altro, quello di Rosenberg, cieco e spietato, fondato sulla disarmante e pericolosissima assenza della ragione, che ha condotto la Germania e l'Europa intera ad affrontare una delle pagine più buie della loro storia. E ancora, conferma, non già attraverso le ponderose pagine degli studi accademici, ma attraverso la "leggerezza pensosa" della letteratura, l'attualità e il valore di due classici della filosofia europea: l'"Etica" e il "Trattato teologico-politico" di Spinoza, manifesto di una rivoluzione teoretica, storica e politica che ha trasformato inesorabilmente la cultura europea.

(l'Occidentale, 10 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Hollande: «Fare di tutto per il riconoscimento dello stato palestinese»

PARIGI - "Dobbiamo fare di tutto per favorire il riconoscimento di uno Stato palestinese attraverso un processo di pace". Lo ha dichiarato all'Eliseo il presidente francese Francois Hollande, nel corso di una conferenza stampa col presidente palestinese Abu Mazen. "Il dialogo deve ricominciare e al piu' presto possibile", ha aggiunto Hollande. Proprio ieri il governo francese aveva annunciato il suo sostegno all'ANP con un pacchetto di aiuti pari a circa 10 milioni di euro.

(AGI, 9 giugno 2012)


Arrivare a fare guerra a Israele da posizione ottimale per distruggerlo attraverso un “processo di pace” è aspirazione di molti. A questo deve servire uno stato palestinese. Alcuni lo sanno e lo temono. Altri lo sanno e lo vogliono. Altri non lo sanno. I peggiori sono gli ultimi. M.C.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Centinaia di migliaia al Gay Pride a Tel Aviv

TEL AVIV - Centinaia di vessilli con il tradizionale arcobaleno e per slogan 'Pride Flags Countrywidè (Bandiere dell'orgoglio per tutto il Paese), la partecipazione del sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, dell'ambasciatore Usa in Israele Daniel Shapiro così come dell'ex ministro degli Esteri Tizpi Livni, ma soprattutto centinaia di migliaia di persone per le strade della città.
Questa in sintesi l'annuale Marcia del Gay Pride in corso oggi nella città israeliana dove nei giorni scorsi sono arrivati da tutto il mondo molti partecipanti che si sono sommati ai gay, alle lesbiche e ai transgender giunti da tutta Israele. Già da ieri erano in molti ad aggirarsi per le strade - molte delle quali imbandierate per l'occasione - in attesa della Marcia di oggi.
La festa è cominciata stamattina alle 10 al Meir Park, nel centro della città. sul palco posto alla fine del parco - proprio accanto alla Casa degli omosessuali voluta dalla municipalità - sono stati numerosi gli intermezzi musicali che hanno 'scaldatò una platea già numerosa e che via via si e infoltita in un mare di bandiere, di slogan inneggianti all'eguaglianza dei dirittì per il mondo gay. Tra le altre bandiere quella dei gay del Likud, il partito del premier Benyamin Netanyahu.

(Ticinonline, 8 giugno 2012)


Dalla Torah:
«Non avrai relazioni carnali con un uomo, come si hanno con una donna: è cosa abominevole. Non ti accoppierai con alcuna bestia per contaminarti con essa; né alcuna donna si accosti ad una bestia per accoppiarsi con essa; è una perversione ripugnante. Non vi contaminate con alcuna di queste cose, poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. Il paese è stato contaminato; perciò io lo punirò per la sua iniquità, e il paese vomiterà i suoi abitanti» (Levitico, 18:22-25).

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'Ambasciatore d'Israele Naor Gilon in visita a Città della Scienza a Napoli

Highslide JS
  Città della Scienza a Napoli
NAPOLI - Nel suo breve soggiorno napoletano l'Ambasciatore d'Israele , accompagnato dal ministro consigliere Lironne Bar-Sadeh, è stato in visita a Città della Scienza. A riceverlo il presidente Professor Silvestrini, che lo ha informato dei vari progetti che la Fondazione Idis-Città della Scienza, da anni, porta avanti in collaborazione con molte istituzioni israeliane. Particolarmente interessanti agli occhi dell'Ambasciatore sono stati i risultati ottenuti dagli ultimi incontri che una delegazione della Fondazione Idis ha tenuto a Gerusalemme lo scorso aprile. Il primo - con il direttore del Bloomfield Science Museum di Gerusalemme e il direttore dell'Italian programs at the Jerusalem Foundation - ha configurato le linee di lavoro sullo sviluppo di nuovi progetti nell'ambito della Smart Education poiché entrambe le istituzioni - Città della Scienza e Bloomfield Science Museum - sono punti di riferimento nel campo dell'innovazione all'interno dei rispettivi paesi; si è parlato poi della realizzazione di una mostra sul cervello (The Brain) per la quale Bloomfield Science Museum ha già delineato un programma di contenuti; infine, un proficuo scambio di attività e programmi nell'ambito dei temi "cibo e agricoltura". Un Memorandum of Understanding ratificherà questi indirizzi programmatici. Dopo l'incontro "a tavolino", la visita agli spazi di Città della Scienza, e soprattutto all'Incubatore - che ha destato grande interesse nel diplomatico israeliano, al punto di immaginare immediate e con crete collabiorazioni sui temi della innovazione elo sviluppo - e poi al Science Centre presso il quale a prestissimo l'Ambasciatore si recherà di nuovo in visita, in forma privata con i propri figli.

(il Velino, 8 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La moglie di Al Zawairi ai musulmani: "Educate i vostri figli al martirio"

SANAA - La moglie del capo di Al Qaida, Ayman al-Zawairi, su un sito si e' congratulata con i musulmani per le Primavere arabe e ha chiesto loro di educare i figli alla Jihad. ''Vi consiglio di allevare i vostri figli nella cultura della Jihad e del martirio e di radicare in loro l'amore per la religione e quello per la morte... e che ciascuna donna cresca suo figlio come un novello Saladino dicendogli: 'sarai tu a restaurare la grandezza della nazione islamica e a liberare Gerusalemme'''.

(ANSA, 8 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israele pensa alla sicurezza idrica del pianeta

Dall'esperienza nella gestione idrica la Mekorot israeliana si è accordata con l'OCSE per procedere alla realizzazione di progetti nei paesi del terzo mondo

La Mekorot, compagnia nazionale israeliana che gestisce l'acqua, ha deciso di mettere a disposizione il proprio know how per trovare metodi non convenzionali per ottenere acqua pulita. L'esperienza nel settore, riconosciuta a livello mondiale, verrà esportata poi fuori confine, nelle economie in via di sviluppo, per combattere la siccità e la scarsa reperibilità della risorsa. Un aumento della popolazione, insieme alle conseguenze dei cambiamenti climatici, stanno minacciando l'approvvigionamento di acqua dolce nei prossimi decenni e i progetti dell'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE) che entro il 2050 hanno ipotizzato la crescita della domanda globale di acqua del 55 per cento. Il presidente della Mekorot, Alex Wiznitzer, incontrando il segretario generale dell'OCSE, Angel Gurria, si sono accordati per cercare di trovare un modo per arginare una possibile calamità. "L'organizzazione è interessata a diffondere il know-how israeliano e le tecnologie verso i paesi del terzo mondo come parte di uno sforzo per affrontare la crisi idrica globale", ha detto Gurria in una nota mentre Wizniter ha sottolineato "Il mondo sottosviluppato non capisce che l'acqua è il problema numero uno del mondo. Non il petrolio. Non il gas. Non le altre risorse. L'acqua…" Israele ha già sviluppato un'industria miliardaria per esportare le proprie competenze e tecnologie in settori che si occupano del riutilizzo delle acque reflue, della sicurezza idrica e della desalinizzazione. Uno degli obiettivi più ambiziosi della società consiste nell'investimento di 1,5 miliardi di dollari entro il 2016 per contribuire a raggiungere l'obiettivo che punta al recupero del 90% delle acque reflue di Israele, da impiegare principalmente per l'irrigazione.

(Rinnovabili.it, 8 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Giornalista israeliano malmenato nel centro di Atene

Stava filmando l'aggressione di sconosciuti a immigrati

ATENE, 7 giu - Gil Shefler, un giornalista dell'autorevole quotidiano israeliano Jerusalem Post, e' stato malmenato da un gruppo di sconosciuti mentre stava realizzando un fotoreportage nel centro di Atene. Lo riferisce oggi la stampa ateniese. L'attacco al giornalista e' avvenuto nella tarda serata di martedi' quando Shefler aveva cominciato a riprendere le immagini di un'aggressione scatenata da un gruppo di sconosciuti con il volto coperto contro alcuni immigrati stranieri e senzatetto sul marciapiedi antistante il Museo archeologico nazionale. Shefler, che ha riportato ferite e contusioni anche al viso, e' stato ricoverato in ospedale per le cure del caso e quindi dimesso.

(ANSAmed, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Stormfront contro Balotelli: «Negro ed ebreo»

Il sito neonazista contro il calciatore in visita ad Auschwitz Daniele Nehum: «Bisogna applicare la legge Mancino». La protesta della comunità ebraica: «Ora basta».

di Benedetta Argentieri

Il topic di discussione è chiaro: «I genitori adottivi del negro Balotelli: ebrei». E via con i commenti: «Lo scemo del villaggio, potrebbe chiedere di giocare nella nazionale di Israele, ci libereremmo del personaggio una volta per tutte». Su Stormfront, costola italiana del Ku Klux Klan, torna l'antisemitismo. L'occasione per attaccare il centro avanti della Nazionale è la visita degli Azzurri ad Auschwitz.Ma questa volta la comunitàebraica di Milano non ci sta: «Chiediamo la chiusura del sito e l'appicazione della legge Mancino (norma che condanna l'ideologia nazifascista ndr)».
IL SITO - Non è la prima volta che questo sito che inneggia alla «supremazia della razza bianca» e che ha più volte stilato «liste di ebrei», scatena polemiche. Ora, dopo aver dato appoggio al killer di Tolosa, se la prende con gli Azzurri che mercoledì sono andati ad Auschwitz. Proprio in quell'occasione Mario Balotelli ha raccontato che la madre aveva origini ebraiche. E così cominciano gli insulti: «Ma chi volete che sia la coppia che adotta un negrone? Ebrei, oppure violenti fanatici di estrema sinistra», scrive Godzilla1. Oppure: «Tutto mi sarei aspettato tranne che questo negro miliardario irruento con frequentazioni camorristiche avesse ANCHE i genitori adottivi giudei!». E ancora: «Ecco perchè ad Auschwitz si sentiva a suo agio, come fosse casa sua».
LA PROTESTA- In poche ore la discussione diventa di dominio pubblico in Rete. La prima a reagire è la comunità ebraica di Milano. «Questo è l'ennesimo caso. Il problema è alla base: «Non si applica la legge Mancino», spiega il vicepresidente Daniele Nahum che non nasconde la sua rabbia. «Questa è un caso molto grave, Balotelli è un personaggio pubblico che rappresenta il nostro paese multi etnico e multi culturale». Si appella alle istituzioni: «Chiudete il sito, consegnate i responsabili alla giustizia, questo caso sta diventando imbarazzante». Anche perché «fomenta l'odio razziale, in un momento in cui si stanno intensificando casi di antisemitismo». E annuncia: «Inviteremo Balotelli per dare un segnale all'Italia».

(Corriere della Sera, 8 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il presidente della Regione Campania incontra l'ambasciatore d'Israele Naor Gilon

Highslide JS
NAPOLI, 7 giu - Stefano Caldoro, ha ricevuto a palazzo Santa Lucia l'ambasciatore di Israele Naor Gilon, accompagnato dal ministro consigliere Lironne Bar-Sadeh.
Nel corso del cordiale colloquio, si e' discusso di tematiche di grande attualita' e di particolare interesse per la Regione Campania e per Israele, quali le opportunita' offerte dalla ricerca nel campo dell'innovazione tecnologica, settore nel quale la Campania e' tra le prime in Italia per investimenti, la salvaguardia del territorio e le opportunita' offerte dalle energie rinnovabili.
Il presidente Caldoro e l'ambasciatore Naor Gilon hanno convenuto sulla necessita' di intensificare ulteriormente i rapporti, gia' consolidati, tra Israele e la Campania, an

(ASCA, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La sofferenza e l'orgoglio

Silenzio, sguardi tesi, lacrime. Ad Auschwitz e Birkenau gli Azzurri del pallone hanno mostrato un volto che non conoscevamo svolgendo in pieno quel ruolo di ambasciatori della Memoria da molti auspicato alla vigilia della visita. Un messaggio potentissimo, quello lanciato dalla Nazionale in prossimità dell'esordio ai Campionati Europei di Polonia e Ucraina, che ha raggiunto e commosso milioni di persone in tutto il mondo. La sofferenza e l'orgoglio di Mario Balotelli che, spiazzando tutti come sua abitudine, racconta alla stampa delle origini ebraiche della madre e di quanti nella sua famiglia adottiva persero la vita per mano del nazifascismo; il pianto di Riccardo Montolivo davanti alle scarpe dei bambini raccolte nel museo di Auschwitz e Cesare Prandelli che, alle sue spalle, è costretto a volgere altrove lo sguardo per il dolore insopportabile causato da quella visione di infanzia spezzata; il pentimento di Gigi Buffon, protagonista in passato di alcune sgradevoli uscite pubbliche e che adesso, dopo aver ascoltato le parole dei Testimoni Sami Modiano, Piero Terracina e Hanna Weiss, chiede scusa perché "ho capito" e abbraccia il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello che in passato lo aveva accusato per quella famosa maglia numero 88, secondo alcuni un omaggio in cifre a Adolf Hitler, indossata dal portiere della Nazionale ai tempi del Parma. "Probabilmente è stato un errore di gioventù, sono felice che siamo riusciti a chiarirci con un abbraccio che ha suggellato una visita speciale che ha toccato tutti" ha affermato Pavoncello di ritorno dalla Polonia dove accompagnava il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. "Erano tutti colpiti, nessuno escluso. Mi ha colpito vedere la fisicità imponente di questi ragazzi e il loro raccoglimento sincero. Con la visita ad Auschwitz - ha affermato il presidente UCEI appena sbarcato a Roma - è stata aperta una nuova frontiera di comunicazione della Memoria che potrà aiutarci moltissimo a costruire un futuro senza odio e violenza".
Per gli uomini di Prandelli la parola passa al terreno di gioco. Le insidie su questo fronte sono tante, ma allo stesso tempo è forte la consapevolezza di aver comunque vinto la partita forse più importante di questo Europeo.

(Notiziario Ucei, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Noa apre il «Napoli Teatro Festival Italia»

La cantante entusiasma il San Carlo

di Federico Vacalebre

  
   -> Testo
NAPOLI - Quell'applauso finale, sempre più intenso, convinto, caloroso, incorona lei, Achinoam Nini, yemenita nata a Tel Aviv e cresciuta a New York, regina della canzone napoletana. Regina straniera, napoletana adottiva (a quando un passo ufficiale?), finalmente al San Carlo con le melodie di «Noapolis» e il suo canto libero, da usignolo del mediterraneo che confessa di aver vissuto, sofferto, amato, viaggiato, studiato. Già, perché è stato lungo il processo di apprendimento, scelta, interiorizzazione di un repertorio che ormai è suo quanto la «Beautiful that way» che compare immancabile nei bis. La nostalgia, la «malincunia» dell'emigrante di «Santa Lucia luntana» diventa nel suo fonema scuro e assorto canzone di esilio e diaspora, come «'A cartulina 'e Napule» parla di chi è costretto a vivere lontano da Israele o dalla Palestina: il sogno della pace, dei due stati e dei due popoli capaci di convivere, è ribadito in ogni suo discorso, in ogni sua apparizione pubblica. «Tammurriata nera» è la danza del meticciaggio etnico e culturale che ogni porto del Mediterraneo dà per scontato.
   Il «Napoli Teatro Festival Italia» apre con un cocktail glocal, il più esportato dei beni culturali campani/italiani, e un'interprete d'eccezione, internazionale, ugola che sa vibrare come facevano Gilda Mignonette e Giulietta Sacco, essere cristallina come quella di Joan Baez, ma è inesorabilmente e ineludibilmente personale, originale. La scugnizza di Tel Aviv (in)canta, accompagna con gli occhi e le mani «Era de maggio» (deliziosamente contrappuntata), «Fenesta vascia», «Villanella che all'acqua vai», «Sia maledetta l'acqua». «Napule ca se ne va» è l'omaggio a Roberto Murolo, «I te vurria vasà» un cesello di tecnica che non perde nulla in potenza emotiva. Gli archi del Solis String Quartet tessono per lei arrangiamenti speciali, delicati ma non estenuati, da camera ma contemporanei, antichi ma moderni, raffinati ma essenziali, in cui la chitarra del fido Gil Dor si inserisce con gusto e precisione.
   Le rare concessioni al repertorio internazionale (yemenita, israeliano e pop) di Noa sono eccezioni che confermano la regola, uno dopo l'altro i pezzi di «Noapolis» sfilano e strappano l'applauso del pubblico, dai vip attratti dal galà inaugurale (il sindaco De Magistris, il questore Merolla, il prefetto De Martino, più l'ambasciatore d'Israele Naor Gilon e una folta delegazione del suo Paese, stampa compresa, accolti dal direttore artistico Luca De Fusco e dal presidente della Fondazione Campania dei Festival, l'assessore regionale Caterina Miraglia) ai fans che seguono con fedeltà la cantante sin dalla sua prima apparizione napoletana.
   «Noapolis» è città immaginaria dalle ferite risanate, miracolosamente curate dal canto di una sirena venuta da così lontano, da così vicino. «Noapolis» è metropoli capace di riconquistare, almeno nello spazio di una canzone, almeno nella cornice fatata del San Carlo, l'armonia perduta. È terra di trilli, di acuti, di bassi profondi. È una serenata sul mare, è malinconia, è appocundria, è eco d'Oriente, è voce d'Occidente. È il perfido gioco di una straniera che gioca in casa, di una viaggiatrice - e non turista - che sa guardare, ascoltare, leggere prima ancora che «suonare la voce». Ma è anche una scommessa, concessa, finora, negli anni recenti solo agli Avion Travel e a Teresa Salgueiro (anche lei con il Solis): la canzone napoletana senza casa si trova bene nel teatro più bello del mondo. Ma servono interpreti veraci, dotati e impegnati come Achinoam Nini, «Nini Kangy» si è ribattezzata lei sulle note di un'altra popolare canzone, giocando a fare la sciantosa senza malizia alcuna.

(Il Mattino, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Terremoto - Roma, scende in campo l'Ospedale israelitico

di Rossella Tercatin

La situazione nelle zone colpite dal sisma è in continuo divenire, anche per le scosse che proseguono intense, rendendo difficoltoso il ritorno alla normalità. L'Italia ebraica continua nella sua corsa alla solidarietà. Nelle prossime ore Giorgio Mortara, il coordinatore nominato dall'ultima Giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per a seguire le diverse iniziative in campo, sarà in Emilia per incontrare le Comunità ebraiche locali e monitorare in prima persona la situazione, ma anche per decidere insieme a loro, sulla base dell'esperienza e della conoscenza del territorio, come destinare i fondi provenienti dalla sottoscrizione lanciata dall'UCEI. "Vogliamo essere sicuri che il denaro raccolto arrivi a chi ne ha bisogno in modo certo - spiega Mortara - per questo valuteremo se devolvere la nostra raccolta direttamente alla Protezione civile oppure usarla per finanziare un progetti specifico identificati insieme alle Comunità ebraiche presenti nelle regioni colpite". Interlocutori di Mortara, che è anche presidente dell'Associazione medici ebrei, sono in particolare le quattro comunità ebraiche presenti in Emilia (Parma, Modena, Ferrara e Bologna), oltre alla Comunità ebraica di Mantova. Probabile la presenza del dottor Mortara anche nella città lombarda, il cui territorio è molto colpito dal sisma. Proprio a Mantova la prossima settimana è in agenda una sessione di lavoro comune fra la redazione del Portale dell'ebraismo italiano e la redazione di Articolo 3, l'osservatorio contro le discriminazioni sviiluppato di concerto fra Unione delle Comunità Ebraiche, Comunità ebraica locale e molte organizzazioni rappresentative di minoranze etniche, culturali e sociali.
Nel frattempo si moltiplica la disponibilità delle organizzazioni che si mettono a disposizione dell'Italia che soffre. "Quanto sta avvenendo ci ha colpito come italiani e come ebrei - tiene a sottolineare Bruno Piperno, presidente dell'Ospedale israelitico di Roma, l'istituzione sanitaria che è punto di riferimento non solo per la più antica Comunità della Diaspora, ma anche di larghi strati della cittadinanza nella Capitale - Per questo abbiamo risposto con grande partecipazione alla sollecitazione dell'UCEI a fare qualcosa per la gente colpita dal terremoto". L'Ospedale israelitico conosce bene l'impegno nel sociale. Da anni partecipa al Piano Freddo predisposto dal Comune di Roma per portare assistenza, sanitaria e non solo, a persone che si trovano in condizione di forte disagio sociale, e in particolare a coloro che sono senza fissa dimora, garantendo le prestazioni relative a ortopedia, gastroenterologia, cardiologia e geriatria. Oggi l'Ospedale si mette a disposizione aprendo le porte alle vittime del sisma (per informazioni si può contattare la direzione sanitaria al numero 0665589328).
Chi desidera partecipare alla raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto potrà farlo versando il proprio contributo conto corrente bancario intestato all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul conto corrente postale intestato all'unione comunita ebraiche italiane numero 45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.

(Notiziario Ucei, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Kasim Hafeez: musulmano e fiero sionista

di David Koskas

Kasim Hafeez non è cresciuto in un ambiente in cui gli ebrei erano particolarmente apprezzati.

Kasim Hafeez
La comunità musulmana radicale in Gran Bretagna, in cui Hafeez è cresciuto e si è evoluto invocava la distruzione degli ebrei, e suo padre si lamentava del fatto che Adolf Hitler non aveva ucciso di più durante la Seconda Guerra Mondiale. Israele era presentato come uno stato terrorista.
Una prospettiva diversa gli si è offerta quando ha avuto tra le mani il libro dell'avvocato americano Alan Dershowitz, "Il diritto d'Israele".
In un primo momento l'ha considerato una "vile propaganda sionista", ma dopo averlo letto ha avvertito quella che adesso chiama "una vera e propria crisi di coscienza". Ha deciso di saperne di più sulla questione, ha studiato e ha perfino fatto un viaggio in Israele, cosa che alla fine l'ha convinto.
Hafeez, che si definisce un "orgoglioso musulmano sionista", da allora ha aderito ad un'organizzazione di difesa d'Israele: "Stand with Us". Attualmente si trova in Israele per una visita di quattro giorni.
Ha incontrato con il Viceministro degli Esteri, Danny Ayalon, e di fronte ai giornalisti, ha spiegato che gran parte dell'odio e dell'intolleranza nei confronti di Israele nasce dall'ignoranza.
"La gente non conosce i fatti. Io consiglio a tutti di venire in Israele, e di vedere i diritti di cui godono i musulmani", ha detto. "E' bello. Israele è veramente la nazione di tutti i suoi cittadini."
Secondo lui nella stampa britannica "Israele ha sempre torto, e tutto è visto sempre in modo estremamente negativo".
"E' diventato tutto molto manicheo", continua." I palestinesi hanno ragione, gli israeliani hanno torto." Questo contribuisce ad avvelenare le persone verso Israele, perché non si dice la verità sul conflitto. Penso proprio che se si ripete una bugia abbastanza spesso, la gente finisce per prenderla per vera."
Hafeez si è dato come missione di fare in modo che gli altri non crescano come lui, ingannato, disinformato su Israele.
"E' talmente essenziale avere accesso ai fatti", ha insistito. "Ci troviamo nell'unica democrazia liberale in Medio Oriente, dove le persone sono libere di credere quello che vogliono. Possono votare per i loro leader. Gente di tutti i colori, di tutte le razze, di tutti gli ambienti coabitano qui, e la gente semplicemente non lo sa."

(Israel Infos, 7 giugno 2012 - trad. www.ilvangelo-israele.it)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sì, circonciso è meglio

di Caterina Visco

Uno studio dimostra che l'operazione al prepuzio non solo riduce il rischio di Hiv, ma anche quello di tumore alla prostata. E se l'asportazione viene fatta da ragazzini, i benefici sono ancora maggiori
Prima contro l'Hiv, ora contro il cancro alla prostata: l'efficacia della circoncisione come strategia di prevenzione contro alcune malattie si conferma nello studio condotto da Jonathan Wright del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, pubblicato su "Cancer".
Secondo la ricerca, l'asportazione del prepuzio sembra ridurre il rischio generale di tumore della prostata del 15 per cento, e del 18 per cento delle forme più aggressive. Ma i benefici sembrano venir meno se la circoncisione avviene dopo l'inizio dell'attività sessuale.
Per giungere a questa conclusione, Wright ha intervistato circa 3000 uomini, la metà dei quali colpiti da cancro alla prostata, ha considerato quanti di loro erano stati circoncisi e ha annotato l'età del primo rapporto sessuale. Combinando i dati ha scoperto che l'antica pratica ha un effetto protettivo.
Un effetto che, secondo il ricercatore, sarebbe dovuto alla rimozione della mucosa prepuziale, ambiente ideale per la crescita di patogeni trasmessi per via sessuale. Asportando questo tessuto sembra dunque possibile contrastare l'infiammazione della ghiandola prostatica, ritenuta una delle cause dello sviluppo del tumore.

(l'Espresso, giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il travaglio degli intellettuali ebrei italiani in 'Israele e la sinistra'

ROMA, 7 giu. - Il 1967 segno' la rottura tra Israele e il Partito comunista italiano, cosa la provoco'? Lo racconta lo storico Matteo Di Figlia nel libro, appena uscito per Donzelli, 'Israele e la sinistra. Gli ebrei nel dibattito pubblico italiano dal 1945 a oggi' (pagine 196, 25 euro), che sara' presentato a Roma domani nella sede alla Fnsi (Corso Vittorio Emanuel II, 349, Roma) alle ore 16, con il sindaco di Torino Piero Fassino, il giornalista Gad Lerner, lo storico Salvatore Lupo e il pedagogista Saul Meghnagi coordinati dalla giornalista de La Repubblica Simonetta Fiori.
Nell'Italia repubblicana, numerosi ebrei aderirono ai partiti di sinistra. Questa scelta sgorgava naturalmente dall'opposizione al regime, che aveva visto ebrei e antifascisti partecipare alle stesse lotte e piangere gli stessi morti. Ben presto, Israele assunse un ruolo altrettanto centrale nella definizione dell"autocoscienza' ebraica, creando cosi' un piano di aperta conflittualita' con buona parte di quelle stesse sinistre, spesso arroccate su posizioni terzomondiste. Nacque un terreno di ibridazione nel quale gli ebrei italiani di diverse generazioni avviarono continui ripensamenti della tragica eredita' della Shoah, del legame con Israele, e di un impegno politico che spesso fu un aspetto essenziale delle loro vite.
'Israele e la sinistra' analizza i percorsi ideologici e intellettuali di alcuni di loro rimandando al dibattito sul Medio Oriente. Da Franco Fortini a Emilio Sereni, da Amos Luzzatto ad Arrigo Levi, da Luca Zevi a Fiamma Nirenstein, le storie di tanti intellettuali solcano, mostrandone le spaccature, i principali snodi di un paese oscillante tra rielaborazioni e rimozioni di un passato totalitario. Aprono squarci sulle complesse combinazioni di identita' e politica. Offrono un punto di vista interno, quasi intimo, da cui poter seguire il cammino delle sinistre italiane. Matteo Di Figlia e' ricercatore di Storia contemporanea presso l'Universita' degli Studi di Palermo. Tra le sue pubblicazioni: 'Alfredo Cucco. Storia di un federale' (Palermo 2007) e, per i tipi della Donzelli, 'Farinacci. Il radicalismo fascista al potere' (2007).

(Adnkronos, 7 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Un assaggio della vecchia New York: il pane azzimo degli ebrei

Nella Lower East Side Streit's, storico laboratorio kosher

MILANO - Prima che la Lower East Side diventasse un luogo abituale degli hipsters, era uno dei distretti di New York, abitato da immigrati ebrei. Oggi questa è una delle poche cose che resta di quei giorni: Streit's per quasi un secolo ha prodotto qui il suo pane azzimo, il tipico pane non lievitato degli ebrei.Alan Adler è uno dei proprietari di questo laboratorio:"Il matzà è prelevato da queste ceste e messo sul nastro trasportatore da questi signori. Per essere trasferito nella macchina che lo inscatola"Perchè il pane azzimo possa essere certificato come cibo kosher, Alan verifica che sia fatto secondo le regole, cotto esattamente per 18 minuti prima di essere tirato fuori."Se mai ci fosse un guasto nella linea di produzione, i rabbini sono lì con cronometri alla mano per misurare il tempo e se la produzione non riprende in pochi minuti si butta tutto via e si ricomincia".Streit's non si limita a seguire alla lettera le regole religiose, ma aggiunge tocchi extra per rendere il suo pane un prodotto da gourmet."Per quanto ne sappiamo, siamo l'unica azienda che tira la sfoglia in due direzioni. Così quando si spezza un pezzo di pane azzimo sembra quasi pasta sfoglia o un croissant. Ci sono diversi strati di pasta all'interno di quel pezzo sottile di pane azzimo".C'è, però, un problema: qui tutto, dall'acqua del rubinetto al forno vecchio di trent'anni, rende particolarmente caro l'affitto di questo storico laboratorio."In effetti c'è il problema che un nuovo laboratorio potrebbe essere più efficiente, ma la domanda è: cosa ne sarebbe del gusto?".Finora i clienti di Streit's sono stati disposti a spendere un po' di più per il pane azzimo con quel tipico sapore della Lower East Side.

Video

(TMNews, 6 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ricerca e imprese: Israele guarda a Trento

  
   L'ambasciatore Luigi Mattiolo e il presidente
   della Provincia di Trento Lorenzo Dellai
TRENTO - Il punto sul protocollo firmato a fine marzo con il ministro all'industria israeliano Shalom Simhon è stato l'argomento principale dell'incontro che si è svolto ieri mattina a Tel Aviv tra l'ambasciatore italiano Luigi Mattiolo e il presidente della Provincia Lorenzo Dellai. L'obiettivo è attivare prima della fine dell'estate con imprese e istituzioni scientifiche le procedure per percorrere nuove piste nei campi dell'Information communication technologi (Ict), delle biotecnologie e delle energie rinnovabili.
«Qui c'è molta attenzione - ha spiegato l'ambasciatore Mattiolo - per l'andamento dell'economia del nostro Paese e lo si è capito dall'intensità degli incontri che si sono avuti durante la recente visita del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, in Israele». All'interno di questa cornice si inserisce molto bene lo sforzo compiuto dal Trentino che ha reso possibile la sottoscrizione dell'intesa, prima nel suo genere, fra il Governo israeliano e una singola "regione" italiana. La visita di Dellai è servita per definire nel dettaglio l'agenda, posto che l'obiettivo è quello di predisporre i bandi per progetti congiunti di ricerca e sviluppo. Si tratta degli strumenti che renderanno possibile il coinvolgimento delle imprese, tanto trentine quanto israeliane, con i rispettivi soggetti scientifici per lo sviluppo di progetti innovativi nei settori dell'information tecnology, delle biotecnologie e delle energie alternative. I bandi saranno pubblicati a settembre, in tempo per il vertice bilaterale Italia-Israele che si terrà a Gerusalemme il prossimo 25 ottobre.
L'ambasciatore Mattiolo ha fatto osservare come le premesse determinate dal grande impegno profuso dal Trentino siano positive, ed anche la cerimonia dell'altro ieri per il conferimento della laurea honoris causa al presidente della Provincia, ha aggiunto, va letta come conferma della forte convinzione che le autorità israeliane esprimono nei confronti della collaborazione con il nostro territorio. L'Università di Haifa, come si ricorderà, ha insignito domenica Dellai del riconoscimento proprio in virtù della proficua collaborazione instaurata da alcuni decenni tra la comunità scientifica della città israeliana e quella di Trento.

(Trentino, 6 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Terremoto - L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane chiama alla solidarietà

La terra in Emilia non smette di tremare e prosegue coordinato dal Consigliere Giorgio Mortara, che ricopre anche la carica di presidente dell'Associazione medici ebrei, il lavoro dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per portare aiuto alle vittime del terremoto. Esprimendo tutta la partecipazione al dolore delle popolazioni e dei territori colpiti dal sisma, e su sollecitazioni delle Comunità Ebraiche di Modena, Parma, Ferrara, Bologna e Mantova, la Giunta, ascoltata la relazione del presidente UCEI Renzo Gattegna ha lanciato una sottoscrizione aperta a tutti coloro, istituzioni e privati cittadini, che desiderano offrire un proprio contributo per coloro che soffrono. La Segreteria generale dell'Unione ha intanto invitato tutte le 21 Comunità ebraiche italiane e gli iscritti a partecipare alla sottoscrizione cui farà da motore anche uno stanziamento dei fondi provenienti dalla raccolta dell'Otto per Mille. In un messaggio rivolto a Gattegna e a tutti i colleghi, i presidenti delle Comunità di Parma e Modena Yehuda Giavarini e Sandra Eckert avevano sottolineato la grande storia di integrazione della presenza ebraica nel territorio "La regione dell'Emilia Romagna con le sue quattro comunità - Modena, Ferrara, Bologna e Parma costituisce un esempio non solo di una centenaria convivenza positiva con gli abitanti del luogo ma anche e soprattutto di una costruttiva integrazione della presenza ebraica nel tessuto culturale, sociale ed economico del territorio - si legge - E' arrivato dunque il momento di dare immediatamente un segnale chiaro e concreto della solidarietà e del sostegno che il mondo ebraico porge, in questo momento così drammatico, alle persone di questa regione alla quale gli ebrei sono da lungo tempo legati". Un appello cui l'Italia ebraica ha risposto e continua a rispondere con il moltiplicarsi delle iniziative.
Chi desidera partecipare alla sottoscrizione potrà farlo versando il proprio contributo c/c bancario intestato all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,

IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia;
oppure
sul c/c postale intestato all'unione comunita ebraiche italiane n.45169000
sempre specificando la causale Terremoto Emilia.

(Notiziario Ucei, 6 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il silenzio dei pacifisti

di Daniel Funaro

Non stupisce neanche un po' l'atteggiamento dei "pacifisti" su ciò che sta accadendo in Siria. Non si è visto partire nessun aereo per Damasco e nessuna Flottiglia per aiutare i rivoltosi che combattono contro il dittatore sanguinario di Damasco; nessun noto vignettista ha trovato giusto dedicare un fiore ai bambini vittime del massacro di Hula e le associazioni umanitarie, sempre pronte a criticare Israele, hanno aspettato mesi per esprimere le loro timide condanne. Per non parlare della comunità Internazionale che ancora non riesce a trovare un accordo per fermare la carneficina del governo di Bashar al Assad. Una vergogna che non sorprende e che ci ricorda come per certi "pacifisti" i morti non siano mai tutti uguali.

(Moked - Risposta da ilblogdibarbara, 5 giugno 2012))

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il posto delle donne in sinagoga

Una breve nota femminile su un cambiamento per nulla scontato

di Donatella Di Cesare

Donatella Di Cesare
Non è un segreto che i riformati cerchino di cavalcare il disagio che le donne avvertono negli ultimi anni. Nel loro spirito illuministico, nella loro euforia riformatrice, credono e fanno credere che si tratti di cambiare qui e là i testi, modificare mitzvòt, introdurre magari un nuovo minhag, per risolvere la «questione femminile».
Perché mai pregare, ad esempio, sedute accanto agli uomini sarebbe preferibile? In che cosa ne verrebbe aumentata l'autostima? E se invece stare accanto ad altre donne, nei matronei, non significasse assaporare qualche ora di suggestiva intimità? Stare tra le donne non equivale ad essere relegate o emarginate. Vuol dire semmai vedere la realtà dalla prospettiva diversa da quella maschile, che non è l'unica.
Fuori dall'alternativa tra protagoniste e comparse, quello che le donne desiderano è di poter partecipare, cioè essere coinvolte e coinvolgere a loro volta. Anzitutto nello studio. Senza perdere tuttavia la propria angolazione, senza abbandonare il proprio posto. La tradizione ebraica, che insegna la differenza delle donne, è perciò in questo senso una enorme risorsa. D'altronde negli Stati Uniti, in Israele, ma anche in molti paesi europei, le comunità che si definiscono ortodosse chiedono alle donne un'intensa partecipazione.
Questo dovrebbe valere anche in Italia dove grande è il disorientamento nel mondo femminile. Che dei suggerimenti non vengano proprio dal mondo ebraico? Lo speriamo. D'altronde, in tante comunità, le donne hanno dimostrato di avere idee, iniziative e desiderio di impegnarsi.

(Kolòt, 6 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rassegna stampa su Israele

di Emanuel Segre Amar

Sono giornate cruciali quelle che stiamo vivendo, grandi cambiamenti sono in atto a livello internazionale, e tutto avviene senza proclami né titoloni sui giornali.
   Solo grazie ad un editoriale pubblicato sul Foglio si apprende che a Pechino non si incontrano soltanto i capi di Russia e Cina, certamente interessati anche a ottimizzare i rapporti economici ed industriali tra le due potenze; a Pechino, guarda caso, c'è anche Ahmadinejad, ed allora molte cose possono diventare chiare a coloro che faranno lavorare l'immaginazione, e, con i tre, c'è anche Karzai, a dimostrazione della sempre più debole influenza nelle grandi questioni di USA ed Europa. Parallelamente Pio Pompa, ancora sul Foglio, spiega che, mentre proseguono le trattative segrete (davvero utili?) degli USA con l'Iran, e mentre aumenta l'isolamento di Israele ed Arabia Saudita, i rapporti degli ayatollah con Hezbollah sono sempre più stretti e sulle rampe di lancio libanesi arrivano anche gli scud D. Il tutto risponde alla volontà iraniana di mantenere un basso profilo in Siria e fingere di collaborare nelle vicende libanesi, non certo prioritarie in questo momento. Non è quindi un caso se proprio ieri era uscita una intervista di Netanyahu sul tedesco Bild, ripreso da molti giornali oggi; il Figaro ne parla a proposito delle forniture tedesche ad Israele di sommergibili che potrebbero venire equipaggiati con armi nucleari; Angela Merkel assicura che Israele avrebbe assunto impegni relativi alla politica nei Territori (impegni disattesi per Le Figaro), mentre non vi sono conferme di alcun genere (come d'altronde sempre avvenuto nel passato) sugli armamenti futuri di questi sommergibili.
   Fabrizio Stinchi scrive sulla Gazzetta del Mezzogiorno che il Capo di Stato Maggiore israeliano Benny Gantz afferma alla Knesset che le pressioni internazionali sull'Iran starebbero funzionando, e la stessa notizia è stata divulgata dal GR1 di questa mattina delle ore 7; viene da chiedersi se tale affermazione sia fatta con convinzione o per altre occulte ragioni; lo stesso Stinchi scrive infatti, in totale contrasto, che l'Iran punta a raddoppiare quest'anno le proprie esportazioni non petrolifere (da 41 a 70 miliardi di dollari), mentre si deve ricordare che la stessa Unione Petrolifera Italiana ha fatto sapere nei giorni scorsi che il nostro paese ha aumentato l'importazione di greggio iraniano del 6% (e non dimentichiamo che la Turchia ha deciso di aumentare l'interscambio con l'Iran del 50% anche se Erdogan è il politico in assoluto più vicino ad Obama). Misteri della politica? A proposito di quanto succede appunto nei dintorni di Obama è interessante l'editoriale del Foglio che sottolinea la grande amicizia tra Netanyahu e Romney (i due si conoscono dal 1976); da questa, con la collaborazione di qualche americano amico di Israele, si cerca di sottrarre ad Obama il massimo possibile di voti ebraici in una situazione pre-elettorale che appare di nuovo del tutto incerta, complice anche la crisi finanziaria e del lavoro. Gli unici successi che l'amministrazione può vantare in questo momento sono le uccisioni di qualche leader di al Qaeda (ieri è stato ucciso in Pakistan il numero due al Libi, come scrive Alberto Flores d'Arcais su Repubblica).
   Grandi discussioni continuano in Israele sul problema degli immigrati e l'Herald Tribune riporta le affermazioni di Netanyahu sicuro di poterne rimpatriare molti seguendo le norme internazionali. Ma il quotidiano inglese mette in risalto le posizioni di coloro della sinistra estrema che affermano che Israele dovrebbe mostrare compassione verso questi immigranti più di quanto fanno tutti gli altri stati. Posizione del tutto in contrasto con quanto scritto ieri da Yehoshua su La Stampa (che certo non è uomo di destra).
   Altra polemica in Israele divampa attorno alla libertà dei giornalisti di procurarsi le informazioni con ogni mezzo, fosse pure l'inserimento negli uffici degli alti comandi perpetuato tramite qualche militare; chi fosse interessato all'argomento potrà leggere l'articolo di Zecchini su Le Monde. Sullo stesso quotidiano francese si trova oggi un nuovo duro articolo di Avraham Burg che si scatena contro gli insediamenti oltre le linee del '67 ed in favore del boicottaggio dei prodotti di questa provenienza; tutto quello che è oltre tali linee è non democratico ed illegale, e, sempre per Burg, la colonizzazione genera energie fanatiche, nazionaliste, fondamentaliste e antidemocratiche, per cui il boicottaggio diventa un passo per la pace. Nessuna parola scrive Burg sulla realtà dei palestinesi di oggi.
   Forte è l'interesse per quanto scrive Maria Giovanna Maglie su Libero: un conduttore televisivo in Egitto ha mostrato un video choc nel quale si vede che, nella Tunisia che starebbe progredendo, accanto alla polizia religiosa che oramai opera in totale libertà, un islamico convertitosi al cristianesimo, dopo aver rifiutato di abiurare, viene sgozzato, e la sua testa viene mostrata come un trofeo. Il coraggioso conduttore, di nome Okasha, si domanda se è questo l'Islam, proprio mentre i Fratelli Musulmani assicurano che la vita di cristiani ed ebrei sarà per sempre nella disperazione. La Maglie chiude ricordando le parole del Presidente Napolitano di incoraggiamento alla primavera araba proprio in Tunisia.
   In Siria intanto vengono espulsi (anche se erano già stati quasi tutti richiamati in patria) gli ambasciatori dei paesi che hanno a loro volta espulso gli ambasciatori siriani, come scrive Viviana Mazza sul Corriere, che aggiunge che i qaedisti dimostrano di essere ben presenti sul territorio avendo rivendicato l'uccisione di 13 soldati (e mentre la Giordania ne ha arrestati due che stavano per raggiungere il territorio siriano).
   Le Monde scrive che dopo l'eccidio di Tolosa, la recente aggressione di Lione è solo l'ultimo di troppi episodi che destano allarme; 148 atti di antisemitismo tra il 19 marzo e il 30 aprile sono stati registrati in Francia, e mentre si sperava, dopo avvenimenti particolarmente gravi, di poter registrare un periodo di relativa calma, si deve purtroppo osservare un notevole incremento degli episodi delittuosi. Perfino, in alcune scuole, degli studenti hanno rifiutato di osservare il minuto di silenzio.
   Al termine di questa lunga, odierna rassegna, desidero ancora ricordare l'articolo molto interessante apparso sull'International Herald Tribune che evidenzia come il mondo artistico di origini ebraiche stia cercando di mettersi in evidenza nella Polonia di oggi dove di sicuro la vita ebraica è più facile che negli anni del recente passato; e cito ancora la visita dei calciatori ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau che avviene, con diretta televisiva, mentre sto scrivendo queste parole e che è oggetto di un articolo della Gazzetta dello sport; auguriamoci che, anche grazie ad un commento che spero sia stato preparato bene, questa visita possa far comprendere ai nostri giovani certe verità tanto difficili da far passare.

(Notiziario Ucei, 6 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Allarme in Israele per i danni alle coste prodotti da veicoli sulle spiagge

  
GERUSALEMME, 5 giu. - La Israel Nature and Parks Authority e la Or Yarok Association for Safer Driving in Israel hanno lanciato una campagna per una guida piu' sicura dei veicoli sulle spiagge per porre fine ad una attivita' che e' illegale a meno di 100 metri dalla riva. Circa l'80 per cento delle coste israeliane, e quindi circa 200 chilometri, e' esposto direttamente o indirettamente a danni da veicoli che mettono in pericolo sia la costa sia la natura, secondo i dati della Israel Nature and Parks Authority. Nel 2011, queste attivita' illegali di guida in spiaggia hanno causato quasi 1.500 incidenti, e quest'anno sono gia' a quota 400. "Abbiamo il supporto della gente, che vede la guida sulle spiagge come un comportamento distruttivo - ha dichiarato Shaul Goldstein, direttore dell'INPA in un comunicato diffuso dal suo ufficio".
Questa e' una violazione della legge che danneggia la natura e mette in pericolo vite umane. Siamo determinati a portarla al termine". La campagna costera' circa 120mila NIS (nuovi shekel israeliani) e continuera' per tutta l'estate, con l'assistenza della polizia israeliana e la sua divisione predisposta al traffico, la polizia di frontiera, la polizia costiera, i consigli locali, gli ispettori del Ministero della protezione ambientale e i volontari della Or Yarok. (AGI) ,

(AGI, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Netanyahu: I sottomarini tedeschi sono "importanti" per la difesa del Paese

BERLINO, 5 giu. - I sottomarini forniti dalla Germania a Israele sono "molto importanti" per la difesa del Paese. E' quanto ha sottolineato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, commentando la notizia pubblicata da Der Spiegel sul fatto che Israele starebbe armando le unità navali con missili da crociera a testata nucleare. La Germania ha sottolineato il suo impegno per la sicurezza di Israele, in particolare con la vendita di un altro sottomarino - ha detto il premier in un'intervista alla Bild - si tratta di un'aggiunta importante alla nostra sicurezza nazionale". Secondo l'inchiesta condotta da Der Spiegel, la Germania avrebbe già consegnato tre sottomarini Dolphin a Israele, sostenendone anche il grosso della spesa, ed è pronta a consegnarne altri tre entro il 2017. Secondo il settimanale, Berlino spera che in cambio di questi contratti Israele sia pronto a fare concessioni sugli insediamenti nei territori occupati palestinesi. Ieri il portavoce del governo di Berlino, Steffen Seibert, non ha voluto commentare sull'arsenale atomico israeliano, ma ha sottolineato che la Germania non ha pattuito nulla con lo Stato ebraico riguardo all'uso dei sottomarini una volta consegnati. (fonte Afp)

(TMNews, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Kibbutz 3000 - Compleanno di un sogno, attualità di un'idea

Highslide JS
Un viaggio nella memoria, nella storia e nelle prospettive di un modello, quello del Kibbutz, che rappresenta una delle più singolari forme di aggregazione basata sul collettivismo e sulla comunione dei beni. Questo è "Kibbutz 3000 - Compleanno di un sogno, attualità di un'idea", scritto da Alfredo De Girolamo ed Enrico Catassi in occasione del centesimo anniversario della fondazione del primo kibbutz e pubblicato dalla casa editrice Ets di Pisa. Si tratta di un percorso raccontato anche attraverso immagini originali, nel quale gli autori hanno cercato di dare una risposta alla domanda che viene posta anche in Israele dalle comunità più conservatrici: se il kibbutz è "un accidente nella storia del popolo ebraico" e ha esaurito il compito proprio di un raggruppamento di coloni idealisti, o se invece continua a produrre esperimenti sociali che possono essere di grande utilità in un mondo sempre più caotico e disuguale.

Il libro verrà presentato giovedì 7 giugno 2012 alle ore 18 al Museo di Storia naturale di Firenze (via del Proconsolo, 12), nell'ambito del Festival del Viaggio. Oltre agli autori, Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi, intervengono Ugo Caffaz, Vittoria Franco e il giornalista Gigi Riva dell'Espresso con il patrocinio della Comunità Ebraica di Firenze.

(met, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Coffee shop per sole donne? Accade in Medio Oriente

A Ramallah, capitale della Cisgiordania, un gruppo di ragazze pacificamente "ribelli", ha aperto dinanzi al ben noto coffee shop di Baladna, nella downtown, dedicato in esclusiva agli avventori maschili, un locale che sta facendo già molto parlare di se, in quanto 'only for girls'.
Un pianoforte, carte da gioco, una scatola di backgammon e 8 donne a gestire il singolare caffè, al cui interno si servono bibite, cibo da fast food e dove viene offerta la possibilità di fumare in narghilè rosa. L'ideatrice di tutto questo è Balsam Qaddoura, una studentessa di 21 anni che ha sentito l'esigenza di rompere gli schemi e mettere su un posto confortevole e per sole ragazze. Le famiglie delle 8 giovani imprenditrici hanno dato una mano dal punto di vista economico, ma gli affari sembrano andare già a gonfie vele, la voce si sparge e le clienti non mancano.
La ragione della ricerca di spazi al femminile non nasce da particolari divieti o restrizioni, ma da regole sociali non scritte ben radicate nella società. Gli uomini, ma anche alcune signore piuttosto "conservatrici" non vedono di buon occhio chi è alla ricerca di libertà cui non dovrebbe aspirare. E quindi non è raro vedere occhiate di disappunto nei confronti di donne che parlano a voce alta, non indossano il velo o fumano in pubblico, specie sigarette, sebbene siano molto poche coloro che lo fanno.
Il coffee shop in rosa è solo uno dei nuovi luoghi per solo pubblico femminile. Molte palestre, infatti, sono già sorte con l'intento di permettere alle iscritte di sentirsi libere nell'abbigliamento e di non essere messe sotto pressione da presenze maschili. I sostenitori dei diritti delle donne avanzano preoccupazioni in merito, temendo che si crei un'ulteriore scissione fra le due metà del cielo, di cui una, quella popolata da uomini con stili di vita patriarcali, non è ancora pronta a confronti paritari, tanto da usare la molestia verbale come arma a sostegno della propria egemonia.
Sarà, dunque, una ribellione al femminile che usa la divisione a sostegno dell'uguaglianza a portare alla parità di generi? O la scelta di creare spazi propri, vista la società maschilista mediorientale, servirà solo a ghettizzare ulteriormente? Di tutto cuore, fra le due, ci auguriamo la prima soluzione.

(pinkblog.it, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Noa apre il Festival Italia al Teatro San Carlo di Napoli


  
NAPOLI, 5 giu - Sara' la voce di Noa ad aprire domani sera al Teatro San Carlo la quinta edizione del Teatro Festival Italia di Napoli. E non e' un caso che ad aprire la rassegna, ormai divenuta una delle piu' attese della scena europea, sia proprio la cantante israeliana: il Teatro Festival, infatti, concentra la propria attenzione quest'anno su Israele con uno speciale focus dedicato alla scena della danza israeliana. Le prime luci si accenderanno domani per Noa, che rendera' omaggio alla citta' di Napoli e alla sua musica immortale, all'interno della quale l'interprete israeliana ha intrapreso un lungo viaggio gia' nel 2006 con il suo album ''Napoli-Tel Aviv'' in cui aveva tradotto in ebraico alcuni classici partenopei. Ora questa ragazza nata in Israele da genitori yemeniti ebrei, che a due anni la portarono negli Usa ma a diciassette la videro tornare in patria, ha fatto un passo ulteriore nella sua ricerca sulla musica napoletana e presenta, accompagnata dal Solis String Quartet, lo spettacolo ''Noapolis'' in cui reinterpreta classici come ''Torna a Surriento'' o ''Era de maggio''. Ma la serata con Noa sara' solo l'anteprima di un festival in scena dal 7 al 24 giugno per poi proseguire, dopo la pausa estiva, a settembre dal 25 al 30: in tutto a Napoli ci saranno 24 giorni di spettacoli, con oltre 110 rappresentazioni in 17 luoghi tra teatri classici e location inusuali. Se lo scorso anno si era recitato nelle grotte del centro storico, quest'anno sara' il Parco Archeologico di Pausilypon a Coroglio, a picco sul mare, a diventare un insolito palcoscenico. Tra le novita' di questa edizione i focus sui paesi esteri.
   Il Teatro Festival punta subito su Israele, proponendo una sei giorni di full immersion con al centro la danza israeliana che vive un momento di grande fermento. Attraverso i corpi delle compagnie di balletto, il Teatro Festival tentera' di offrire uno sguardo inedito e originale su un territorio di confine tra Europa e Medio Oriente: a Napoli si vedranno due delle più importanti compagnie israeliane del momento, la ''Kibbutz Contemporary Dance Company'' e la ''Vertigo Dance Company'' oltre ad una giovane ma molto promettente coreografa, Dafi Altabeb. La Vertigo Dance Company presentera' due spettacoli: Null (il 19 giugno alle 20 al Teatro San Ferdinando) e Birth of the Phoenix (il 21 giugno alle 20, Teatro Pausilypon), entrambi firmate da Noa Wertheim. La prima è un debutto europeo e vede i danzatori giocare in scena con l'acqua; Birth of the Phoenix nasce invece da un progetto sul dialogo tra uomo e ambiente ed e' una coreografia sitespecific. Due spettacoli diversi anche per la Kibbutz Contemporary Dance Company, che porta al teatro Politeama di Napoli ''Bein Kodesh Le' Hol'' (Sacro e profano, ndr) il 19 giugno e ''If at all'' (il 22 giugno), entrambi firmati dal coreografo Rami Be'er. A chiudere la sei giorni di danza israeliana sara' Dafi Altabeb, che con ''Higher Expectation'', in scena al Teatro Pausilypon il 23 giugno, rende omaggio al melodramma italiano facendo danzare i ballerini al suono della voce di Maria Callas.
  Tra gli altri eventi del Teatro Festival il nuovo progetto di Robert Wilson che presenta uno spettacolo musicale in prima italiana, ''The Makropulos Case'', o di Peter Brook che presenta in prima italiana ''The Suit''. L'altro focus internazionale e' sulla nuova scena teatrale argentina con Claudio Tolcachir, rivelazione del Festival d'Automne di Parigi del 2011, e Daniel Veronese, figura di riferimento del teatro di Buenos Aires nel periodo della post-dittatura.

(ANSAmed, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Conferenza a Locarno

Giovedì 14 giugno 2012, alle ore 20:15
Al «Centro Arca», Via G. Cattori 11, Locarno

Marcello Cicchese presnterà il suo ultimo libro
«La superbia dei Gentili - Alle origini dell'odio antigiudaico»
e parlerà sul tema:

Il futuro d’Israele

Ingresso libero
Locandina

(Ebenezer Ticino, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Hamas sfiora un nuovo caso Shalit

di Dimitri Buffa

La notte dello scorso 1 giugno ci hanno provato: creare un nuovo caso Shalit rapendo un soldato israeliano in territorio di confine, ovviamente all'interno dello Stato ebraico, come accadde quel maledetto giugno del 2006. L'incursione è stata sventata dalla leggendaria brigata Golani, ma un sottufficiale dell'Idf, purtroppo, ci ha rimesso la vita: si tratta del sergente maggiore Netanel Moshiashvili. D'altronde i vertici di Hamas a Gaza qualche settimana orsono avevano ordinato un'operazione terroristica del genere e puntualmente i sicari non si sono fatti pregare. Inquietanti i risvolti della cosa, così come raccontati dai vertici delle forze armate israeliane durante una conferenza stampa. Ad esempio, il terrorista, poi ucciso da una pattuglia della Golani, aveva una sofisticata apparecchiatura per la visione notturna, era armato con una pistola e un fucile mitragliatore e aveva mappe della zona con la posizione delle pattuglie israeliane. Proprio questo fatto fa credere che l'intenzione del terrorista fosse quella di rapire un militare israeliano così come ordinato da Hamas. Secondo quanto dichiarato dal Colonnello Tal Hermoni, comandante della "Divisione Gaza" dell'Idf, «il tentativo di infiltrazione era stato preparato in modo molto accurato e mirava certamente a rapire un militare israeliano».
Durante lo scontro a fuoco con la pattuglia della Divisione Golani, l'assassino è riuscito ad afferrare il sergente Netanel Moshiashvili facendosi scudo con il suo corpo. L'azione è stata in seguito rivendicata dall'ala armata della Jihad Islamica (Al Quds ) che ha identificato il palestinese ucciso in Ahmed Abu Nasser, un giovane di 22 anni. Ovviamente le Idf sono certe che Hamas fosse perfettamente al corrente delle intenzioni del terrorista e che abbia fornito la base logistica. Come se non bastasse, dopo questi tragici eventi è anche iniziata un'escalation di attacchi. Verso le 11 del mattino del 1 giugno una serie di colpi di mortaio sono stati sparati dal nord di Gaza contro la zona Eshkol, fortunatamente senza provocare danni, mentre verso le 12 aerei israeliani hanno sorpreso un gruppo di terroristi che si stavano apprestando a lanciare dei razzi verso Israele, colpendoli prima che potessero attuare il loro criminale intento. Quattro terroristi sono stati uccisi mentre altri quattro sono rimasti feriti. Ora si teme la ripresa massiccia degli attacchi su Israele e ulteriori tentativi di rapimento di soldati. Per questo motivo tutte le divisioni del Sud dell'Idf sono state portate al massimo stato di allerta mentre sono aumentate le missioni di controllo e prevenzione dell'aviazione israeliana.
Naturalmente sulla stampa europea passerà solo la notizia dell'incursione aerea israeliana e i quattro terroristi uccisi prima che potessero sparare razzi sulla popolazione innocente. Verranno, nella migliore delle ipotesi, definiti "miliziani", oppure semplicemente "palestinesi uccisi da Israele", come è nella peggiore delle tradizioni dell' "islamically correct" anti-israeliano dal vago sapore antisemita.

(l'Opinione, 5 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Manoscritto millenario, adesso spunta un acquirente

La Procura ha individuato un pool di esperti per verificare l'autenticità della pergamena

di Anna Campaniello

Romania, Italia e Comunità ebraica di Gerusalemme, senza contare il cittadino romeno che la trasportava e il probabile acquirente. Sono almeno cinque i pretendenti per la pergamena di duemila anni fa - uno dei cosiddetti rotoli di Qumran - sequestrata martedì scorso in dogana. Un documento che, se autentico, potrebbe avrebbe un valore commerciale altissimo, fino a 45 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Como ha già individuato un pool di esperti che dovrà valutare la veridicità del manoscritto.
In attesa delle verifiche d'obbligo, si è intanto scatenato un caso internazionale tra Paesi e privati pronti a contendersi la proprietà del rotolo.
Naturalmente, in primo luogo c'è il 50enne uomo d'affari romeno che aveva con sé il prezioso rotolo ereditato - stando alle sue stesse dichiarazioni - molti anni prima dal nonno.
Passiamo poi alla Romania. «Il ministero resta in attesa di sviluppi e non vuole fare dichiarazioni ufficiali prima di essere certo della veridicità del documento - dichiara Pierpaolo Livio, legale del consolato romeno in Italia - Indubbiamente, però, il documento potrebbe appartenere al patrimonio nazionale del Paese, visto che era nelle mani di un cittadino romeno e in Romania sarebbe stato trafugato la prima volta».
Vanta il diritto di prelazione, invece, l'Italia, in quanto la confisca del bene è avvenuta in territorio italiano (precisamente, alla dogana autostradale di Brogeda Ponte Chiasso). Inevitabile, inoltre, l'interessamento della comunità ebraica, che ha contattato Livio tramite il vicepresidente di Milano, Sandro Lopez Nunes.
«Se fossero davvero le pagine mancanti di uno dei manoscritti di Qumran - dice ancora l'avvocato del consolato romeno in Italia - secondo il rappresentante della Comunità ebraica il valore sarebbe inestimabile e sarebbero pronti a fare qualsiasi cosa per tornare in possesso del documento. Ricordo, infatti, che la gran parte dei preziosi rotoli è già conservata a Gerusalemme».
Sulla scena potrebbe poi affacciarsi anche il potenziale acquirente del manoscritto. Ai funzionari della dogana, il 50enne romeno ha dichiarato di dover depositare il manoscritto in una cassetta di sicurezza in Svizzera come garanzia per l'apertura di una società. Probabilmente, però, il documento era già stato venduto e il nuovo proprietario aveva versato quantomeno un acconto, non quantificato ma certamente cospicuo.
«L'unica certezza al momento è che la pergamena non tornerà più nelle mani del romeno al quale è stata sequestrata - precisa Livio - Il rotolo gli sarà indubbiamente tolto definitivamente. Resta da capire chi sarà il nuovo proprietario, sempre naturalmente che sia dimostrata l'autenticità».
Nei prossimi giorni, saranno gli esperti nominati dal sostituto procuratore Simona De Salvo a fare chiarezza sull'autenticità del documento. Soltanto dopo questa prima, indispensabile, fase sarà possibile procedere oltre nella complicata vicenda. L'uomo d'affari romeno che ha cercato di trasportare illegalmente la pergamena in Svizzera aveva con sé un certificato del Museo Nazionale di Storia della Transilvania, che accerta la veridicità della pergamena e valuta il manoscritto dai 38 ai 45 milioni di euro. Lo stesso 50enne aveva inoltre un certificato dell'Istituto di Fisica e Ingegneria nucleare Horia Hulubei di Bucarest che, in seguito al test del carbonio 14 per la datazione radiometrica, stima che il documento abbia almeno 1.985 anni. «Al momento non possiamo escludere che si tratti di una truffa ben congegnata - sottolinea Livio - In quel caso, si aprirebbe un vasto fronte d'indagine per risalire ai responsabili».

(Corriere di Como, giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Italia e Israele a confronto sulle biomolecole

TEL AVIV, 4 giu. - Appuntamento in Israele per gli scienziati italiani attivi nella ricerca sulle biomolecole che, domani, si riuniranno a Tel Aviv per un convegno internazionale organizzato dall'ambasciata italiana. L'evento, in programma fino a mercoledi' alla Tel Aviv University, intende promuovere gli scambi tra le comunita' scientifiche italiana e dello Stato ebraico, con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione bilaterale nel campo della ricerca biomolecolare, tra le frontiere piu' promettenti della scienza moderna. "Insieme al sistema nervoso e al sistema immunitario, le biomolecole sono uno dei grandi sistemi complessi del corpo umano", spiegano dall'ambasciata italiana gli organizzatori del convegno. "Si tratta di un argomento interdisciplinare, alle frontiere della ricerca, che vanta punte di eccellenza sia in Italia che in Israele. Con questo convegno, speriamo di sviluppare nuove interazioni tra i ricercatori dei due Paesi", aggiungono, sottolineando la "collaborazione eccellente" tra i due Paesi in campo scientifico, con diverse migliaia di progetti comuni all'attivo. Al convegno, che sara' aperto dall'ambasciatore italiano, Luigi Mattiolo, parteciperanno una decina di ricercatori italiani, tra cui Andrea Motta, dell'Istituto di Chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli, Alessandra Corazza, dell'universita' di Udine, e Giovanna Musco, del San Raffaele di Milano. Dal lato israeliano, saranno presenti ricercatori, fra l'altro, dal Technion Israel Institute of Technology, dalla Ben Gurion University e dal Weizmann Institute of Science.

(AGI, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tre giovani ebrei aggrediti con martelli e spranghe a Lione

Ricoverati in ospedale, sono stati dimessi. La condanna di Parigi: "Atti di estrema gravità"

ROMA, 4 giu. - Tre giovani ebrei sono state aggrediti sabato sera vicino la scuola ebraica Beth Menahem a Villeurbanne, un sobborgo di Lione, da dieci sconosciuti. Dopo una prima aggressione verbale, le tre vittime sono sono state picchiate con spranghe di ferro e martelli. Una di loro è stata colpita alla testa, un'altra al collo, ha riferito la polizia, citata dal quotidiano Le Figaro.
Ricoverati in ospedale per qualche ora, i tre giovani sono stati dimessi con cinque giorni di prognosi. Gli aggressori sono ancora in fuga e la polizia ha aperto un'inchiesta. Il ministro degli Interni, Manuel Valls, ha condannato questi atti "di estrema gravità" ed ha ricordato la sua "determinazione a combattere qualsiasi aggressione a sfondo religioso".

(TMNews, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'archeologo israeliano Dan Bahat: il Santo Sepolcro è autentico

di Giorgio Bernardelli

Dan Bahat
È l'artefice degli scavi che hanno portato all'apertura dei tunnel archeologici nell'area adiacente al Monte del tempio a Gerusalemme. Ed è uno dei più profondi conoscitori della Gerusalemme delle Scritture. Ci sarà anche l'archeologo israeliano Dan Bahat quest'anno tra i relatori al Festival biblico di Vicenza (giovedì 24 maggio, ore 17), che per la prima volta propone un focus sulle terre bibliche e sulle più recenti scoperte dal titolo «Linfa dell'ulivo».

- Professor Dan Bahat, che cosa ha dato in più alla conoscenza della Bibbia la grande stagione degli scavi a Gerusalemme, tuttora in corso?
  «Rispetto all'Antico Testamento la nostra conoscenza di Gerusalemme è cambiata totalmente con gli scavi nella collina della città di Davide, dove abbiamo trovato numerosi reperti sulla distruzione del 586 a.C., quella di Nabucodonosor. Soprattutto abbiamo scoperto i confini della città di allora, che non conoscevamo molto bene. Sapevamo che nell'VIII secolo a.C. il re Giosia aveva ingrandito la città, ma a Nord non sapevamo di quanto».

- E rispetto al Nuovo Testamento?
  «Lì il contributo è stato ancora maggiore, perché sta tornando alla luce la città di Erode che è anche quella in cui è vissuto Gesù. La Gerusalemme di oggi è costruita sulla città romana che è tardiva, risale a un secolo dopo. Solo attraverso l'archeologia abbiamo potuto conoscere la città erodiana e così oggi (grazie agli scavi nell'area del Muro del Pianto, ndr) abbiamo ritrovato quella che era la strada principale, la piscina di Siloe, il quartiere dove vivevano i sacerdoti. E poi il sistema centrale della fognatura, un'altra scoperta molto importante perché durante la rivolta contro i romani gli ebrei avevano nascosto lì dentro molte cose. Reperti che ci hanno aiutato a scoprire dettagli importanti sulla vita nel tempio. E poi c'è tutto quanto è stato trovato fuori da Gerusalemme».

- Ad esempio?
  «Penso agli scavi a Kayafa, che è il luogo della battaglia tra Davide e Golia: si trova a Beit Shemesh, una trentina di chilometri a ovest di Gerusalemme. Abbiamo trovato un'iscrizione che cita le parole dei profeti: non fate del male alla vedova, proteggete gli orfani. Indicazioni morali che sono dei profeti più tardivi, come Isaia e Geremia. Sempre lì, poi, è venuto alla luce un centro di culto dell'epoca di Davide, decimo secolo a.C.: è la conferma che il suo regno era esteso, la dimostrazione che Davide non fu solo una figura mitologica».

- Giovedì prossimo alle 17 al Festival biblico di Vicenza lei parlerà del Santo Sepolcro: che cosa rappresenta per lei?
  «Sono molti gli elementi che mi fanno dire: questo può davvero essere il posto della sepoltura di Gesù. A Vicenza, ad esempio, spiegherò perché archeologicamente non ha nessun senso identificare il sepolcro di Gesù con la Tomba del Giardino, come fanno i protestanti. Dobbiamo dire la verità. E secondo me è altrettanto importante distinguere il Santo Sepolcro da altri luoghi della vita di Gesù indicati dai francescani nel XIV secolo. Quelli sì hanno un valore solo spirituale, non storico».

- E quali sono le ragioni che la portano ad affermare la veridicità storica del Santo Sepolcro?
  «Il discorso sarebbe lungo... Diciamo innanzitutto che allora si trovava fuori dalle mura. Secondo: lì c'è una cava. Terzo: la prima testimonianza cristiana a Gerusalemme si trova proprio nella chiesa del Santo Sepolcro ed è di un pellegrino del II secolo d.C. Quest'ultimo fatto è molto importante, perché la prima chiesa fu costruita nel IV e quindi rispetto ai Vangeli ci sarebbe un vuoto di 300 anni. Altra cosa: oggi conosciamo meglio la presenza dei cristiani a Gerusalemme nell'epoca romana, quando gli ebrei non potevano più entrare in città. Infine ci si chiede: come mai Costantino sapeva dov'era questo posto? Perché la storia di Elena che avrebbe ritrovato la Croce comincia solo cinquant'anni dopo la costruzione della chiesa».

- Che cosa ha significato per lei scavare nell'area adiacente al Monte del tempio?
  «Abbiamo trovato reperti di periodi che vanno dal primo tempio - VIII secolo a.C. - fino all'epoca turca. Il tempio, il monte Moria, è ciò che fa di Gerusalemme una città santa. Sono le radici del monoteismo, non solo per noi ebrei ma anche per i cristiani e (in un certo senso) pure per i musulmani. Scavare qui è molto importante, perché conosciamo bene il conflitto politico: tra i palestinesi c'è chi vuole falsificare la storia negando il legame tra gli ebrei e Gerusalemme. Ho paura che, andando avanti così, cominceranno anche a dire: Gerusalemme è una città musulmana, che cosa ci fanno qui i cristiani?».

- In che modo invece l'archeologia potrebbe aiutare il cammino della pace?
  «Io ne sarei un esempio: le prime cose importanti che ho scritto sono sulla Gerusalemme araba tra il 638 e il 1099, una parte importante della storia di questa città. Sono il primo ad aver raccontato dov'erano le strade, le moschee, i mercati. Però si deve ricordare anche una cosa: sotto i musulmani Gerusalemme non è mai stata la capitale di un Paese. Quando edificavano al Aqsa e la Cupola della Roccia costruivano anche Ramle come capitale politica: doveva assomigliare molto a Baghdad. Sembrerebbe che per i musulmani Gerusalemme diventi importante solo quando non è nelle loro mani...».

(Avvenire, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sostenere Israele è un gesto d'amore per la vita

di Magdi Cristiano Allam

  
Nella mia vita ho fatto lo studente, il centralinista, il cameriere, il portiere d'albergo, il traduttore, il giornalista, lo scrittore, il politico e, per la prima volta, debutterò oggi in Israele come autore di un testo poetico composto in fantasia lirica dal maestro Nili Harpaz. Si tratta di "A Davide", la dedica che feci al più piccolo dei miei tre figli nato nel 2007, nel libro "Grazie Gesù" pubblicato nel 2008 dopo la mia conversione dall'islam al cattolicesimo. Davide e Israele hanno in comune l'amore per la vita. Entrambi sono riusciti a sconfiggere la minaccia della morte perpetrata da un nemico che avrebbe voluto che non vedessero mai la luce, riuscendo a realizzare il miracolo di un riscatto che coniuga la dimensione del dono trascendente con l'inflessibile volontà di vivere. Una scelta di vita che David Ben
  Gurion, il presidente che il 15 maggio del 1948 annunciò la nascita dello Stato del popolo ebraico, ha così magistralmente descritto: "In Israele per essere realisti bisogna credere nei miracoli".
  Ebbene anche Davide incarna un miracolo. Lo dico nei primi versi della dedica elevata a fantasia lirica: Sei il dono/hai lottato con tutto te stesso/per radicarti nel grembo materno/hai vinto piccolo Davide/la battaglia della vita/contro il Golia della morte/regalando a tutti noi una nuova vita/
  Davide è un dono perché è sopravvissuto ad un aborto spontaneo scoperto inaspettatamente quando mia moglie Valentina Colombo era al secondo mese di gravidanza e che la costrinse a restare pressoché immobile a letto fino al parto. Provo una sincera gratitudine per Nili Harpaz per aver scelto di condividere, mettendo a frutto il suo genio creativo, la gioia immensa che Valentina ed io abbiamo provato nel giorno della nascita di Davide. Nili, oltre ad essere compositrice e direttrice d'orchestra lirica di successo, è una cara amica che come me ama l'Italia. Frequenta spesso il nostro Paese, si è diplomata al Conservatorio di Santa Cecilia di cui ha diretto l'Orchestra sinfonica, mentre in Israele dirige l'Orchestra "Ensemble" che festeggia il ventesimo anniversario e si esibisce all'Auditorium comunale di Petah Tikva. Ed è in questa sede che oggi parteciperò alle 20,30 alla Prima mondiale della Fantasia lirica "A Davide", cantata dal soprano Keren Hadar. Saranno presenti il sindaco di Petah Tikva, Yizhak Ohayon, e l'ambasciatore d'Italia Luigi Mattiolo.
  Sono sempre più convinto che nulla nella nostra vita accada casualmente. Anche questa mia nuova visita in Israele, a cui mi sento particolarmente legato proprio perché incarna il valore della sacralità della vita
Sacralità della vita?  
sulla scena politica internazionale essendo l'unico Paese al mondo di cui la totalità dei governi islamici disconosce il suo diritto ad esistere come Stato del popolo ebraico, avviene in un momento storico eccezionalmente critico che potrebbe rapidamente sfociare in una nuova guerra dalle conseguenze imprevedibili a causa del possibile uso della bomba atomica da parte del regime nazi-islamico degli ayatollah iraniani. Per me il sostegno incondizionato al diritto all'esistenza di Israele, che mi portò nel 2007 a pubblicare il libro "Viva Israele", corrisponde alla salvaguardia del diritto alla vita di tutti, compresi i suoi nemici palestinesi, arabi e islamici, nella consapevolezza che questo diritto potrà avverarsi in modo compiuto e definitivo solo rimuovendo il pregiudizio nei confronti degli ebrei e di Israele che affonda le sue radici nel Corano e in Maometto, così come è legittimato dalle ideologie islamiche e panarabiste.
  Condivido la fondata preoccupazione degli israeliani per le conseguenze dell'avvento al potere nell'insieme del Mediterraneo, dal Marocco allo Yemen, di regimi islamici integralisti ed estremisti. Il fatto che nel più grande Paese arabo, l'Egitto, il Parlamento sia egemonizzato per circa il 75% dai Fratelli Musulmani e dai Salafiti, in aggiunta al prevedibile successo del candidato dei Fratelli Musulmani Mohammed Mursi alla Presidenza della Repubblica al ballottaggio del 16 e 17 giugno, per Israele corrisponde alla fine di un accordo di pace che aveva resistito solo a livello diplomatico ma che si è sempre scontrato con il boicottaggio popolare. I Fratelli Musulmani hanno già preannunciato che sottoporranno a referendum popolare il Trattato di pace con Israele e l'esito negativo è scontato. In Siria i Fratelli Musulmani, che promuovono la rivolta armata insieme a gruppi terroristici di Al Qaeda, sono prossimi a far cadere il regime laico di Assad, grazie ad una scellerata strategia dell'Occidente succube dell'ideologia dell'islamicamente corretto. Anche in Giordania i Fratelli Musulmani alzano sempre più la voce mentre in Libano gli estremisti islamici dell'Hezbollah sono già al potere. Quella che i nostri politici e gran parte dei mezzi di comunicazione di massa continuano, a dispetto di ogni evidenza, a qualificare enfaticamente "Primavera araba", si rivela sempre più un tragico complotto ordito dai Fratelli Musulmani con la folle complicità dell'Occidente votato al suicidio, che costringerà Israele a sferrare una nuova guerra per salvaguardare il suo legittimo diritto ad esistere.
  Questa sera ascoltando con immensa gioia per la prima volta la Fantasia lirica "A Davide", un autentico inno alla vita, avrò presente che per Israele il diritto ad esistere resta un traguardo da conquistare purtroppo anche con il ricorso ad una guerra, che io aborrisco per principio, per prevenire il nuovo sterminio del popolo ebraico. Solo se tutti noi sosterremo convintamente e concretamente il diritto di Israele all'esistenza e il diritto inalienabile alla vita di tutti i nostri Davide per porre fine al suicidio-omicidio demografico, noi salvaguarderemo la pace nel mondo e la sopravvivenza della nostra civiltà che si fonda sui valori non negoziabili alla vita, alla dignità e alla libertà. Viva Israele! Viva la vita!

(il Giornale, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Israel Parade sulla 5th Avenue a NY

NEW YORK 4 giu. - Oltre 200 organizzazioni, il sindaco Michael Bloomberg ed il senatore Charles Schumer hanno raggiunto il pubblico newyorkese ed i turisti raccolti ai bordi della quinta avenue di Manhattan per la Israel Parade, evento organizzato per celebrare il 64mo anniversario della nascita di Israele. La parata è iniziata all'altezza della 57ma strada ed è arrivata fino alla 74ma. Secondo gli organizzatori, si tratta della più grande festa al mondo in onore di Israele. "Questa nazione è l'unica democrazia del Medio Oriente. Abbiamo il diritto di professare la nostra religione e dire ciò che vogliamo grazie a giovani uomini e donne che si sono battuti per questo, in Israele come in America" ha detto Bloomberg. "Israele si trova probabilmente davanti alla più grossa minaccia che abbia mai dovuto affrontare, il nucleare in Iran. Ed oggi chiediamo a tutte le nazioni occidentali di non abbandonare le sanzioni fino a quando l'Iran non avrà ufficialmente abbandonato il nucleare" ha detto Schumer.

(LaPresse, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Kasherut, peculiarità e nuove sfide

di Alice Fubini

TORINO - Grande partecipazione e interesse, ieri sera al centro sociale della Comunità ebraica di Torino, per un incontro sulla kasherut ("Regole, tradizioni, sapori") organizzato su iniziativa del gruppo Anavim. Numerose le tematiche sviscerate nel corso della riunione grazie al coinvolgimento di quattro autorevoli voci dell'ebraismo italiano intrattenutesi a lungo col pubblico su peculiarità, ricchezze e nuovi possibili sfide all'orizzonte. Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, si è soffermato in particolare sulla problematica legata alla certificazione dei cibi mettendo in luce come questo sia ormai diventato un tema di interesse politico-internazionale in considerazione anche dei numerosi attacchi da parte di autorità e gruppi politici alla pratica della shechitah, la macellazione rituale. "Il problema principale - ha sottolineato il rav - è la mancanza di un'autorità certificatrice italiana, che deve essere riconosciuta a livello nazionale e internazionale; di qui la necessità di un organizzazione centralizzata che deve fare riferimento a requisiti e regole condivise. Perciò risulta fondamentale una grossa promozione politica da parte delle Comunità ebraiche con l'appoggio del rabbinato". È seguito l'intervento di Dario Calimani che ha sostenuto come la mancanza di un marchio nazionale sia la metafora dei problemi delle Comunità ebraiche italiane: unificare le risposte per stabilire che cosa sia kosher e che cosa invece non lo sia. "È necessario - ha affermato - un marchio dell'ebraismo italiano prima ancora di un marchio della kasherut". La scrittrice Elena Loewenthal si è poi soffermata sul significato della cucina e della tradizione ebraica: mangiare kosher, ha spiegato, non ha nulla a che fare né con norme igieniche né con norme di carattere morale e non rientra in un sistema di privazione. Il cibo può essere invece visto nel ruolo di custode identitario e si può così parlare di cucina ebraica 'memorabile' perché capace di fare da contrassegno nella memoria, ricordando a noi stessi e agli altri chi siamo. Ha concluso l'incontro Eva Vitali Norsa Lanza, che ha messo in luce l'aspetto più familiare dell'alimentazione ebraica presentando la nuova versione del ricettario composto dalla madre Giuliana 'La cucina nella tradizione ebraica'. A moderare gli interventi Shemuel Lampronti del gruppo Anavim.

(Notiziario Ucei, 4 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Laurea honoris causa dell'Università di Haifa al presidente della provincia di Trento

Conferita per la proficua collaborazione instaurata da alcuni decenni fra le comunità scientifiche d'Israele e del Trentino

  
Lorenzo Dellai
«Sono molto contento, ed al tempo stesso convinto che questo riconoscimento viene conferito attraverso la mia persona all'intera comunità scientifica del Trentino».
E' il commento del presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai a margine della cerimonia che lo ha visto insignito della laurea honoris causa conferita dall'Università di Haifa per la proficua collaborazione instaurata da alcuni decenni fra le due comunità scientifiche.
Dellai é partito stamane alla volta di Israele per partecipare alle cerimonie dedicate al quarantesimo anniversario della nascita dell'Università di Haifa.
Accompagnato dai professori Manfred Lahnstein, Oliviero Stock e Martin Golumbic, il presidente della Provincia autonoma di Trento ha ricordato come la collaborazione con Haifa parta da lontano, in tempi in cui tra l'altro molte accademie europee avevano deciso di chiudere la porta ad Israele.
«Noi abbiamo deciso la via della collaborazione - ha detto Dellai - e penso che abbiamo fatto bene. Ma dobbiamo proseguire su questa strada. Abbiamo tanti progetti da portare avanti assieme».
Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha ribadito poi la convinzione che la collaborazione scientifica aiuta le strategie per la pace e la convivenza tra i popoli, soprattutto in un' area delicata come il Medio Oriente.
«Inoltre, è proprio attraverso queste buone pratiche che attuiamo una concreta premessa allo sviluppo ed alla competitività del nostro tessuto imprenditoriale», ha aggiunto Dellai, ricordando che grazie a questa partnership poche settimane fa è stato siglato l'unico accordo che il Governo israeliano ha stretto con una regione italiana.
«Dedico questa laurea - ha concluso il presidente della Provincia autonoma di Trento - a tutti i giovani ricercatori che ogni giorno si impegnano in Trentino per tenere viva con passione la scommessa che tutti noi stiamo giocando».
Ed in questo filone rientra anche l'appuntamento in programma domattina a Tel Aviv quando Dellai incontrerà l'ambasciatore italiano in Israele per approfondire il quadro della collaborazione fra i due territori.

(l'Adigetto, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Roma, giornata di studio su 'Israele nell'antichita'' a Tor Vergata

Eck, direttore di repertori fondamentali come il 'Corpus Inscriptionum Iudaeae/Palestinae' (Ciip) e la' Prosopographia Imperii Romani' (Pir), nonche' autore di numerosi studi sul rapporto fra Atene e Roma, illustrera' appunto la prima delle due opere, grazie alla quale sara' presto finalmente disponibile una raccolta commentata di tutte le epigrafi della Giudea/Palestina dall'eta' di Alessandro Magno a quella di Maometto.
La professoressa Margherita Bonanno (Universita' di Tor Vergata) presentera' il volume 'Dal regno di Iudaea alla provincia di Syria et Palaestina. L'archeologia nella Terra Santa', che costituisce il primo frutto del progetto di catalogazione informatica dei beni archeologici della Custodia di Terra Santa diretto da padre Eugenio Alliata, docente di Archeologia Paleocristiana e di Storia Biblica all'Institutum Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, in collaborazione con l'Universita' del Molise nella persona della professoressa Fulvia Ciliberto, che e' anche la curatrice della pubblicazione.
Il medesimo progetto prevede anche lo studio e la riedizione degli intonaci dipinti, tra cui circa duecento recanti iscrizioni in lingua greca e semitica, rinvenuti nell'ambiente L1 della casa di Pietro a Cafarnao, portati alla luce dai padri Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda tra il 1968 e il 1969 ed editi nel 1972 a cura di padre Emmanuele Testa.

(Adnkronos, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Oggi la sinagoga di Saluzzo apre i suoi battenti alle visite guidate

L'occasione per ripercorrere la storia e la memoria di una comunità che ha fatto parte integrante di Saluzzo e ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo della città

Highslide JS
La sinagoga di Saluzzo
Dalle 15 alle 19 di oggi, domenica 3 giugno, la sinagoga di via Deportati Ebrei,10 apre i suoi battenti a quanti desiderino effettuare un visita guidata.
Al suo interno sono ammirabili i suggestivi affreschi ottocenteschi tornati alla luce dopo un paziente lavoro di restauro: una caratteristica che rende la Sinagoga pressoché unica in Italia. L'attuale tempio fu inaugurato nel 1833 o 1834, ma la prima notizia documentata sulla residenza degli ebrei nel saluzzese risale alla fine del 1400 e si ritiene che la sinagoga sia il frutto di più stratificazioni successive.
La visita sarà quindi l'occasione per ripercorrere la storia e la memoria di una comunità che ha fatto parte integrante di Saluzzo e ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo della città: una comunità brutalmente decimata dall'Olocausto nazifascista e di cui il tempio rappresenta una visibile testimonianza.
Le visite guidate - la cui durata media è di circa 45 minuti e per le quali non servono prenotazioni - sono a cura di Pierreci Codess Coopcultura in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino.
Costo della visita: 2 euro.

(targatocn. 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Imparare la lezione degli anni '30

di Manfred Gerstenfeld

Nell'attuale delegittimazione di Israele da parte degli odiatori europei vi sono molti elementi che ricordano quanto gli ebrei sperimentarono negli anni '30 e analizzarli a fondo richiede un forte impegno. Possiamo disporre di alcune idee guida, leggendo anche un solo libro che racconta quegli anni. Per esempio, l'autobiografia di Duff Cooper, "Old men forget" (New York, E.P.Dutton & Co. Inc. 1954).
   Già ministro conservatore del governo inglese, è stato anche Primo Lord Ammiraglio - titolo equivalente a Ministro della Marina - al tempo degli 'accordi di Monaco'.
   Il 29 settembre 1938, Inghilterra e Francia abbandonarono la Cecoslovacchia nelle mani di Hitler, consentendo che parte del suo territorio, i Sudeti, diventasse parte della Germania. Gli abitanti erano in gran parte di origine tedesca, e lì vi erano tutte le fortificazioni di difesa cecoslovacche. Questo consentì all'occupazione tedesca di impadronirsi dell'intero paese sei mesi dopo.
   Alla vigilia di Monaco, il Primo Ministro inglese Neville Chamberlain parlò alla radio. Cooper scrive che non usò parole di simpatia nei confronti della Cecoslovacchia, anticipando il successivo tradimento. "Espresse simpatia solo per Hitler, affermando che poteva capire molto bene il suo interesse per i Sudeti ".
   Cooper si dimise dal governo immediatamente dopo Monaco, un atto che richiese un grande coraggio, perché Chamberlain era al massimo della sua popolarità per aver sottoscritto un accordo che prometteva "pace per sempre".
   In realtà, non durò nemmeno un anno, quando scoppiò la guerra, il 1o settembre 1939 e la Germania invase la Polonia. Il 22 magio 1938, mentre si facevano sempre più violenti gli attacchi verbali dei tedeschi contro la Cecoslovacchia, Cooper scriveva nei suoi diari "la Cecoslovacchia sembrava essere il paese forte e brutale che minacciava la pacifica, debole Germania… decidemmo di mandare un telegramma alla Francia per avvertirla di essere molto cauta e di non basarsi su di noi, e uno ai cecoslovacchi di fare vaste concessioni".
   In un certo qual modo, ci ricorda oggi le critiche dell'Unione Europea verso Israele, mentre si esprime sottovoce quando il "pacifico mondo arabo" massacra migliaia dei propri cittadini.
   Nel settembre 1938, un altro membro del governo, il visconte Hailsham, disse a Cooper: "Tutto dipende da quanto possiamo fidarci di Hitler". Cooper gli rispose "Avere fiducia in lui su cosa? Ha fatto finora tutto quello che ha voluto e non ci ha dato nessuna promessa per il futuro".
   Possiamo fidarci degli Stati arabi o dei palestinesi oggi? La grande maggioranza degli egiziani vuole abolire il trattato di pace di Camp David, grazie al quale il loro paese ha avuto indietro in Sinai senza combattere. L'Autorità palestinese glorifica gli assassini dei civili israeliani e intesta a loro scuole, strade e campi per giovani. Il genocidio degli ebrei è scritto nello statuto di Hamas.
   Come credere che vogliano la pace?
   Cooper descrive così l'atmosfera in Gran Bretagna dopo Monaco: "Non ci sarà guerra, né oggi né in futuro… l'anziano Primo Ministro d'Inghilterra ha salvato il mondo".
   La positiva buona volontà dimostrata dalla maggioranza degli israeliani negli accordi di Oslo del 1993, non è arrivata a tanto. Oggi sappiamo che quegli accordi sono serviti ai palestinesi per mobilitare gran parte del mondo musulmano contro Israele. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, molti inglesi ritenevano che la Polonia era perduta comunque, perché allora l'Inghilterra doveva continuare a combattere contro la Germania? L'allora Primo Ministro, il liberale David Lloyd George, suggerì in Parlamento che il governo inglese avrebbe dovuto considerare ogni proposta di pace. Cooper reagì, affermando che Lloyd George stava suggerendo in realtà di arrendersi. Mentre i tedeschi investivano enormi quantità di denaro in propaganda, gli inglesi facevano la scelta opposta, non spendevano nemmeno una sterlina. Subito dopo lo scoppio della guerra, Cooper si recò negli Stati Uniti per una serie di conferenze. Prima della sua partenza, Chamberlain mandò un suo incaricato di alto rango a chiedergli di astenersi dal pronunciare qualsiasi frase che potesse apparire quale propaganda.
   Nella sua autobiografia, Cooper scrisse che, retrospettivamente, quella richiesta aveva dell'incredibile. "Un ex Ministro arriva dall'Inghilterra, che è appena entrata in una grande guerra, e si prepara a tenere conferenza in tutti gli Stati Uniti su argomenti che riguardano quello che sta succedendo. Cosa si aspettano da lui, se non informazioni sulla guerra, perché è scoppiata e quali sono le aspettative?
   Come può un inglese dare questa informazioni senza raccontare e difendere la causa del proprio paese? Quale miglior forma di propaganda può esserci?
   Da Oslo in poi, abbiamo avuto dei membri del governo che hanno imitato le folli posizioni di Chamberlain, sostenendo "se fai bene, non hai bisogno di propaganda". Il governo attuale non condivide queste assurde posizioni, ma lo spazio per migliorare l'immagine di Israele nel mondo c'è, ed è molto grande.

(Informazione Corretta, 03 giugno 2012 - trad. Angelo Pezzana)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Spiegel: Israele monta atomiche su sommergibili forniti dalla Germania

  
BERLINO, 3 giu. - Israele monta armi atomiche su sommergibili forniti dalla Germania. Lo rivela con un servizio di copertina dal titolo "Operazione segreta Sansone" il nuovo numero dello 'Spiegel', al quale il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak dichiara che "i tedeschi possono essere fieri di aver garantito per molti anni l'esistenza dello Stato di Israele". Fino ad oggi il governo tedesco ha sempre affermato di non essere a conoscenza della dislocazione di armi atomiche sugli U-Boot forniti al governo israeliano. L'ex sottosegretario alla Difesa, Lothar Ruehl, e l'ex responsabile dell'Ufficio di coordinamento, Hans Ruehle, hanno spiegato al settimanale di Amburgo di aver sempre ritenuto che Israele avrebbe montato armi nucleari sul sommergibili costruiti nei cantieri di Kiel. Finora dai cantieri "Howaldtswerke" sono usciti tre sommergibili gia' consegnati allo Stato ebraico, altri tre verranno forniti entro il 2017, mentre tre ulteriori U-Boot sono stati gia' ordinati da Israele. Secondo le informazioni raccolte dallo 'Spiegel', la Germania si e' fatta carico del costo di un terzo di ciascun sommergibile, pari a 135 milioni di euro, per i tre U-Boot gia' consegnati, mentre per quelli in costruzione verra' concessa a Israele una dilazione di pagamento fino al 2015. Il settimanale scrive che Angela Merkel ha posto come condizione per la fornitura dei sommergibili la rinuncia da parte di Israele all'estensione degli insediamenti nei territori occupati e la permissione della costruzione di un impianto di depurazione a Gaza, finanziato con denaro tedesco. Lo Spiegel precisa che nessuna di queste condizioni e' stata finora mantenuta dal governo israeliano.

(AGI, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Khamenei: fulmini su Israele se attacca

La guida suprema iraniana tuona contro i 'dirigenti sionisti'

TEHERAN, 3 giu - La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha tuonato contro Israele avvertendo che gli attacchi dello stato ebraico contro il programma nucleare iraniano ''ricadranno come un fulmine sulla sua testa''. ''Se i dirigenti sionisti parlano di azione militare (contro l'Iran) e' perche' sono terrificati e' piu' vulnerabili che mai. Tutte le cattive decisioni (...) ricadranno sulla loro testa come un fulmine'', ha detto l'ayatollah Khamenei in un discorso in occasione dell'imam Khomeini.

(ANSA, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

New York - La Quinta Strada in festa per Israele

Decine di migliaia di persone confluiscono oggi sulla Fifth Avenue per l'annuale Celebrate Israel Parade. Oltre duecento organizzazioni coinvolte, dalle scuole ebraiche dell'area a club motociclistici e atletici. "E' il più grande evento che celebra Israele, e quest'anno vogliamo mettere in luce i suoi contributi positivi al mondo" spiega il direttore della parata Michael Mittelman. E infatti sulla Quinta Strada i partecipanti sfileranno indossando costumi che si richiamano al tema di questa edizione (la quarantottesima, la parata nacque nel 1964) "Israel branches out": frutta, natura, agricoltura, tecnologia. A partecipare sarà anche il sindaco di New York Michael Bloomberg e il Ministro israeliano per gli Affari della Diaspora Yuli Edelstein.
La parata è stata preceduta dalla corsa Celebrate Israel Run, quattro miglia e seimila atleti vestiti di bianco e azzurro, come i palloncini che addobbano la Fifth Avenue. A chiudere la manifestazione sarà invece un concerto a Central Park.

(Notiziario Ucei, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"La Cabalà e i Quattro Mondi della Guariglione"

di Paolo Sergio

Highslide JS
Ritualità e sacralizzazione della vita per il mantenimento della salute: kasherut, mikvè e Shabat, le chiavi del benessere psicofisico nella tradizione ebraica.
Saranno questi gli argomenti al centro della conferenza sul tema "La Cabalà e i Quattro Mondi della Guarigione" in programma a Napoli il 3 giugno.
Ad introdurre i lavori, che si terranno nei locali della Comunità Ebraica di Napoli in via Cappella Vecchia 31, sarà la dott.ssa Daniela Abravanel.
Studiosa di Qabbala, terapeuta, psicologa, la Abravanel è discendente del leggendario Don Itzchak Abravanel - politico, finanziere, filosofo e poeta -, che nel 1492 usò tutto il suo potere per scongiurare l'espulsione degli ebrei di Spagna.
Oggi tiene corsi finalizzati a rendere accessibili le conoscenze dell'ebraismo a tutti coloro che sono desiderosi di avvicinarsi all'interpretazione del testo biblico, allo studio della Qabbala, della calligrafia ebraica, alla interpretazione dei Salmi in chiave psicologica, recitazione e canto dei versi associati alle varie sofferenze fisiche o psichiche. Tra i suoi libri "Guarire per curarsi", "Qabbala e trasformazione con le lettere ebraiche", ed il recentissimo "I quattro mondi della Cabala e la guarigione".

(radio CRC, 3 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Secondo genetisti israeliani: "Gli indios discendono dagli ebrei"

Scoperta la mutazione che prova la discendenza degli Indiani d'America da ebrei espulsi 600 anni fa dalla Spagna. E' quanto emerge da una ricerca condotta dallo Sheba Medical Center vicino Tel Aviv e pubblicata sulla rivista European Journal of Human Genetics. I genetisti israeliani hanno scoperto che un gruppo di indiani dello stato del Colorado reca nel proprio corredo genetico la cosiddetta "mutazione Ashkenazi", il gene BRCA1, che e' indicatore unico degli ebrei europei.
Lo ha riferito il quotidiano Haaretz. Mentre e' piuttosto conosciuta l'esistenza degli ebrei chiamati "Anusim" (appartenenti a quelle famiglie assimilate in alcune culture del nord e del sud Amerca centinaia di anni fa, dopo lo sbarco nel Nuovo mondo), questa e' la prima volta che una tribu' indiana ha mostrato il gene. Gli scienziati ritengono che questa popolazione discenda dagli ebrei che lasciarono l'Europa e si sistemarono in Sud America circa 600 anni fa, tra le centinaia di migliaia di ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492, e che probabilmente si mossero al seguito di Cristoforo Colombo.

(Affaritaliani.it, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sostituita con un sasso la pietra d'inciampo per Sperati

  
ROMA, 1 giu. - E' stata divelta e sostituita con un sasso anonimo la pietra d'inciampo dedicata ad Augusto Sperati. Il 'sanpietrino della memoria' in ottone dedicato al falegname trasteverino deportato a Mauthausen era stato fissato nel gennaio dello scorso anno al civico 38 di via Garibaldi.
"Gli atti vandalici compiuti contro le 'pietre di inciampo' offendono tutta la citta' oltre che la memoria di privati cittadini - ha immediatamente commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno - Sono atti vergognosi da condannare con la massima fermezza. Ogni pietra di inciampo, come quella dedicata ad Augusto Sperati, ci ricorda la morte di un giusto, la cui memoria merita di essere coltivata e salvaguardata dalla loro citta' natale, Medaglia d'Oro della Resistenza, insieme a quella di tanti innocenti che hanno perso la vita nei Lager tedeschi. Roma, citta' simbolo della lotta di Liberazione e dei valori di civilta', liberta' e democrazia, non merita di essere sfregiata in questo modo e non merita di subire l'oblio che gli autori di questi gesti inseguono per cinismo o tragica indifferenza ai destini dell'uomo".

(Adnkronos, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Napoli Teatro Festival 2012

A breve riparte il consueto appuntamento con il Napoli Teatro Festival che quest'anno giunge alla sua quinta edizione, firmata interamente dal Direttore Artistico Luca De Fusco.
Dal 7 al 24 giugno 2012 e, a seguire, dal 25 al 30 settembre, la città di Napoli per 24 giorni vedrà messe in scena più di 110 rappresentazioni ospitate in 17 luoghi-teatro, da quelli classici a quelli più inusuali.
Protagonista dell'anteprima dedicata alla musica napoletana (il 6 giugno al Teatro di San Carlo) sarà la cantante israeliana Noa, nel concerto Noapolis. Noa sings Napoli, che inaugurerà l'approfondimento su Israele. Questa quinta edizione infatti presenta due focus: il primo sul teatro argentino, con Claudio Tolcachir - protagonista del Festival d'Automne di Parigi del 2011 - regista di tre spettacoli tra cui La omisión de la familia Coleman che ne attesta il successo internazionale; Daniel Veronese con gli spettacoli Espía a una mujer que se mata e Los hijos se han dormido; Romina Paula che porta al Napoli Teatro Festival il suo primo spettacolo El tiempo todo entero.
Il secondo focus riguarda la danza israeliana. Qui, un mix di generi e tecniche dall'est europeo e dai paesi arabi travolge lo spettatore in una danza fisica, sensuale, antiretorica. In scena due spettacoli della Vertigo Dance Company (Null e Birth of the Phoenix), poi la Kibbutz Contemporary Dance Company con If at all e Bein Kodesh Le 'hol, infine Dafi Altabeb che porta in scena la performance Higher Expectation, commissionata dal Festival.

(AgoraVox, 2 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Festival della Luce a Gerusalemme dal 6 al 14 giugno 2012

Tra pochi giorni prenderà il via la terza edizione del Festival della Luce a Gerusalemme. L'evento che si terrà in Israele coinvolgerà artisti e addetti del settore provenienti da tutto il mondo, che porteranno installazioni luminose e molto altro ancora. Gerusalemme, definita "città delle luci" nell'Antico Testamento, tornerà a splendere grazie a questa iniziativa. Nel centro storico della città, tutte le sere dal tramonto in poi (20:00-24:00), sarà possibile ammirare le esposizioni di artisti provenienti da ogni Paese del mondo.
Ci saranno anche tantissimi eventi in strada, spettacoli e addirittura una fiera dedicata all'illuminazione presso l'Archeological Garden del Davidson Center di Gerusalemme. Il Festival delle Luci darà modo di vedere statue illuminate e altre installazioni di artisti del calibro di Richi Fererro o del gruppo TILT; il primo sarà ospitato alla Grotta di Zedekia con un'opera che si compone di maschere africane che si animano con la luce, mentre i secondi saranno di scena alla Porta di Giaffa con un giardino futuristico di luce.
Gerusalemme sarà illuminata e resa molto più vivace lungo El Wad Street, così come dalla Porta di Damasco al Muro del Pianto.

(ViaggiOK.net, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il ministro Cancellieri incontra il collega israeliano Aharonovitch

ROMA, 1 giu - Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha incontrato oggi al Viminale il ministro della pubblica sicurezza israeliano, Yitzhak Aharonovitch.
Il colloquio ha offerto l'opportunita', riferisce una nota del Viminale, di approfondire i gia' stretti rapporti di collaborazione bilaterale nei settori di specifico interesse.
Nel corso dell'incontro sono stati affrontati diversi temi tra i quali la cooperazione in materia di sicurezza ed in particolare nel settore della prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale e nella lotta alla criminalita' organizzata.
I due ministri hanno, inoltre, approfondito le questioni legate alla presenza di migranti, con particolare riferimento all'esperienza italiana di contrasto all'immigrazione irregolare e alla organizzazione e gestione dell'accoglienza dei migranti sul territorio.

(ASCA, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

A Piangipane ricordando gli eroi della Brigata Ebraica

Highslide JS
"So benissimo che c'è già un gran numero di ebrei nelle nostre forze armate e in quelle americane ma mi è sembrato opportuno che una unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha dovuto patire per colpa dei nazisti, fosse presente come formazione a sé stante fra tutte le forze che si sono riunite per sconfiggere la Germania". Con queste poche ma significative parole, il 29 settembre 1944, il primo ministro inglese Winston Churchill annunciava al Parlamento di Londra la nascita della Brigata Ebraica. Accolto dalla curiosità e dalla commozione di molti, il nutrito corpo di combattenti affidato alla guida del caporale Ernest Frank Benjamin (oltre 5mila effettivi) si sarebbe rivelato fondamentale per l'affrancamento dell'Italia dal nazifascismo grazie ad alcune operazioni di sfondamento della Linea Gotica e alla riconquista di città e postazioni strategiche. Un contributo decisivo, unito all'opera di assistenza di migliaia di profughi una volta cessato il conflitto, che è stato ricordato ieri mattina al Cimitero di Guerra Alleato di Piangipane con una cerimonia svoltasi alla presenza tra gli altri del sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, dell'addetto militare presso l'ambasciata di Israele Yehu Ofer, del rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro e di una rappresentanza della Comunità ebraica di Bologna. Presenti alla commemorazione anche gli alunni della scuola media Istituto Comprensivo Felice Foresti di Conselice che, nel cd "I ragazzi con la Stella di David", hanno ricostruito alcuni tra i passaggi più significativi delle vicende romagnole e nazionali della Brigata.

(Notiziario Ucei, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Rinuncia all'Everest per salvare l'amico, medaglia d'onore ad un israeliano

di Pamela Calufetti

L'alpinista israeliano Nadav Ben-Yehuda (a sin.)
e l'alpinista turco Aydin Irmak
GERUSALEMME - Rinunciare alla conquista dell'Everest a poche centinaia di metri dalla vetta per salvare un amico in difficoltà. Questo il gesto coraggioso compiuto da Nadav Ben-Yehuda, che è valso all'alpinista israeliano il conferimento di una medaglia d'onore da parte del presidente Shimon Peres.
Nelle scorse settimane l'Everest è diventato protagonista per le morti di alcuni alpinisti che ne stavano tentando l'ascesa. Nel novero di coloro che hanno perso la vita per inseguire un sogno, si è fortunatamente sottratto l'alpinista 46enne di origini turche, Aydin Irmak.
Il 19 maggio Irmak stava scendendo dalla vetta, mentre un altro alpinista di origini israeliane, Nadav Ben-Yehuda, stava salendo con uno sherpa per conquistare il record di più giovane scalatore del proprio paese ad aver salito la montagna più alta del mondo. I due avevano stretto amicizia al campo base ed è stato quindi naturale per il 24enne di Israele controllare che la discesa dell'altro procedesse nel migliore dei modi.
A circa 250 metri dalla vetta Ben-Yehuda si è reso conto che l'amico si era accasciato a terra e non riusciva più a proseguire. La decisione è stata immediata: tornare indietro e aiutare l'alpinista in difficoltà. Il giovane ha raggiunto l'uomo, che era collassato a causa della mancanza di ossigeno, ed è riuscito a portarlo a spalla al campo più vicino.
Entrambi hanno sofferto di ipotermia e rischiano l'amputazione di qualche dito, ma sono vivi e sono ritornati alle proprie case. L'atto eroico di Nadav Ben-Yehuda è stato molto lodato da Israele, Turchia, Nepal e India. Inoltre il presidente israeliano Shimon Peres ha comunicato che il prossimo mese conferirà al giovane una medaglia d'onore per il suo coraggio e il suo altruismo.

(montagna.tv, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Flame? Non batte bandiera israeliana

Il governo israeliano smentisce ufficialmente l'idea che dietro la creazione del nuovo, complesso malware spione ci sia Gerusalemme.

di Alfonso Maruccia

ROMA - Flame (o Flamer), la nuova cyber-minaccia che tanto sta facendo parlare di sé in questi giorni non è una creatura israeliana. La versione ufficiale del governo di Gerusalemme corregge il tiro delle parole diffuse dal vice-primo ministro Moshe Yaalon, mentre le società di sicurezza continuano ad analizzare il complesso malware.
Il coinvolgimento israeliano nella creazione al cyber-tool di spionaggio avanzato (cattura di password, screenshot periodico, audio e video dalla camera presente sul PC infetto e altro ancora) era stato indicato dagli esperti iraniani, e lo stesso Yaalon aveva dato adito a simili congetture con le sue dichiarazioni sulla faccenda.
Ma il vice-primo ministro è stato frainteso, sostengono ora i portavoce del governo israeliano, perché presupporre l'esistenza di governi occidentali con le capacità tecnico-economiche adeguate per finanziare Flame e lanciarlo contro le strutture informatiche dell'Iran - come Yaalon in effetti ha fatto - non significa in alcun modo attribuirsi la paternità dello sviluppo del malware. Intanto la discussione su Flame continua: Kaspersky procede nella sua analisi dei complessi meccanismi interni della cyber-minaccia con struttura a plug-in spiegando nei dettagli le funzionalità dei vari moduli attualmente individuati nelle infezioni, mentre la discussione in rete più generalista tende a ridimensionare l'allarme (o la sua esclusività) lanciato dalla security enterprise moscovita, descrivendo Flame come l'ennesimo malware che fa cose già viste e osservate altrove.

(PuntoInformatico, 1 giugno 2012)

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Notizie archiviate

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Le notizie riportate su queste pagine possono essere diffuse liberamente, citando la fonte.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~