Notizie su Israele 31 - 3 agosto 2001


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Ora, molte nazioni si sono adunate contro di te e dicono: «Sia profanata e i nostri occhi godano alla vista di Sion!» Ma esse non conoscono i pensieri del SIGNORE, non comprendono i suoi disegni: poiché egli le raduna come covoni sull'aia. «Figlia di Sion, àlzati, trebbia! perché io farò in modo che il tuo corno sia di ferro e le tue unghie siano di bronzo; tu triterai molti popoli; consacrerai i loro guadagni al SIGNORE, e le loro ricchezze al SIGNORE di tutta la terra».

(Michea 4.11-13)



Questo foglio di Notizie contiene un solo articolo. Per il suo contenuto varrebbe la pena di leggerlo con la Bibbia a portata di mano.

M.C.


QUELLO CHE ACCADE AD ISRAELE PONE OGNUNO DI NOI DAVANTI AD UNA SCELTA


Niente di nuovo sotto il sole articolo di Jim Gerrish

Nota dell'editore di Bridges for Peace . Vivendo oggi in Israele e sentendo e vedendo i sentimenti anti-Israeliani nel mondo davanti all'aggressione della Palestina, ho come un senso di "già visto". Così sono andato indietro di circa 10 anni e ho frugato negli archivi dei documenti provenienti da Gerusalemme per vedere se stavamo così anche allora.
     Stavamo così. Negli ultimi dieci anni troviamo Israele che fa ogni sforzo per ottenere pace e riconciliazione con i Palestinesi. Dal 1991 Israele si è imbarcato nella Conferenza di Madrid, poi nel processo di pace di Oslo, con i suoi numerosi summit "decisivi", e finalmente Camp David I e poi Camp David II, dove si è cercato un assetto permanente che avrebbe portato ad un Nuovo Medio Oriente. Al Camp David II, un anno fa, l'allora Primo Ministro Ehud Barak sostanzialmente ha offerto ai Palestinesi il 100% della Cisgiordania e di Gaza (considerando il baratto di terra con i blocchi degli insediamenti). Ma Arafat ha scelto la guerra.
     E adesso? Israele è sotto attacchi quotidiani, a dispetto del rapporto Mitchell, del piano Tenet e dei cessate-il-fuoco verbali a cui i Palestinesi non si sono mai neanche lontanamente attenuti. Le nazioni continuano a chiedere a Israele di controllarsi e nello stesso tempo gli chiedono di negoziare con Arafat mentre è sotto il fuoco. E che cosa deve offrire Israele, se il 100% del territorio non è stato abbastanza? Alcuni pensano che con quelle concessioni si era andati troppo in là e che dopo nove mesi di violenza non si tornerà più indietro.
     La fine delle violenze non è una concessione dei Palestinesi, ma il più fondamentale impegno che si era fatto negli accordi di Oslo. Se i Palestinesi non possono aderire a questo basilare impegno di pace, allora non c'è veramente più niente di cui parlare.
     Dunque, si tratta davvero di macchinazioni dei potenti di questo mondo che hanno i loro progetti sulla terra di Israele che sono spesso contrari ai destini biblici voluti da Dio per questo paese? Nonostante tutta la violenza contro Israele, le nazioni del mondo continuano ancora a presentare un programma di "terra in cambio di pace", mentre i Palestinesi chiedono la divisione di Gerusalemme e il totale controllo del Monte del Tempio e la Città Vecchia come capitale dello Stato di Palestina. E' questo il piano del Signore, Dio di Israele, il Dio della Bibbia?
     Ancora una volta si possono constatare i futili sforzi dell'uomo per cercare soluzioni senza avere conoscenza di  Dio.  Consideriamo che cosa scrisse nel 1991, sul piano di Dio per la terra di Israele, Jim Gerrish, da poco Direttore del nostro Centro Studi Galilea. Con tante voci che gridano le loro soluzioni, le sue parole ci spingono a considerare la prospettiva di Dio su questo argomento. E' un articolo tanto attuale che credevamo fosse stato scritto la settimana scorsa.

Clarence Wagner   



"Il re di Babilonia sta sul bivio, all'inizio delle due strade, per tirare presagi: scuote le frecce, consulta gli idoli, esamina il fegato"  (Ezechiele 21.26).

     Molto tempo fa uno dei più potenti re della storia antica stava nella valle del Giordano, di fronte alla porta posteriore di Israele. Chiese ai suoi stregoni di stabilire se doveva andare avanti e attaccare Gerusalemme o girare ad est e sottomettere gli Ammoniti. I suoi stregoni lo condussero diritto a Gerusalemme. A causa di questa sua decisione, il glorioso impero di Babilonia precipitò in rovina e così è rimasto per più di 2.000 anni. Secondo la Scrittura, resterà maledetto di eterna desolazione.
     L'odierna situazione del Medio Oriente ci ricorda qualcosa dell'esperienza di Nabucodonosor. Entrambe le situazioni non solo erano previste da Dio, ma sembra che fossero specificamente scelte da Lui per mettere alla prova le nazioni. In parole povere, il re Nabucodonosor abboccò all'amo. Cadde nella trappola che gli era stata posta dall'Onnipotente:

"Io ti ho teso un laccio, e tu, Babilonia, vi sei stata presa, senza che te ne accorgessi; sei stata trovata e fermata, perché ti sei messa in guerra contro il SIGNORE" (Ger. 50.24).

     Anche oggi i potenti e le nazioni guardano l'esca e non sembrano accorgersi che le loro azioni verso Gerusalemme sono una trappola posta da Dio. Consultano i loro saggi e i loro stregoni. Alcuni sono ancora nella valle della decisione, ma altri hanno già stabilito nei loro cuori di andare avanti contro Gerusalemme.
      Oh, se queste nazioni potessero solo udire le parole di Nabucodonosor, illuminato da Dio dopo essere stato umiliato. Egli ha questo da dire, riguardo al potente Dio di Israele:

"Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?»" (Dan. 4.35)

     Molti passi della Scrittura mostrano che Dio ha preparato le attuali difficoltà nel Medio Oriente per mettere alla prova e giudicare le nazioni, proprio come nel passato. Nel libro di Gioele il Signore parla di questo:

"Io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d'Israele, che esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di loro" (Gioele 3.2).  

     Dio dice inoltre:

"In quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti e tutte le nazioni della terra si aduneranno contro di lei" (Zac. 12.3)


La controversia di Dio con le nazioni

     Nella Scrittura è detto chiaramente che Dio ha una controversia con le nazioni. I profeti parlano di questo e del giorno in cui essa sarà definita. Isaia indica questo giorno come

"il giorno della vendetta del SIGNORE, l'anno della retribuzione per la causa [o controversia] di Sion" (Is. 34.8).

     Quali sono le ragioni di questa controversia?
     Anzitutto, l'antico maltrattamento del Suo popolo. La Scrittura dice che Dio ha scelto il popolo ebreo tra tutti gli altri popoli per i Suoi scopi speciali:

"Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra" (Deut. 7.6)
    
     Adesso possiamo vedere che gli Ebrei sono stati scelti per portare a tutte le nazioni la conoscenza dell'unico vero Dio. Gran parte di questo obiettivo certamente è stato raggiunto. Come cristiani, sappiamo che il nostro Messia e la nostra Bibbia ci sono stati dati dagli Ebrei. Purtroppo le forze contro Dio di questo mondo hanno brutalmente attaccato il popolo ebreo per secoli. Sono stati spinti di nazione in nazione per 2.500 anni e sono stati perseguitati da ogni parte. Negli ultimi 2.000 anni perfino dei veri cristiani, e altri che solo di nome si dicevano cristiani, hanno compiuto alcune tra le più violente azioni antisemitiche, in diretta trasgressione del capitolo 11 dei Romani, cioè le crociate, l'inquisizione, le leggi e i precetti ecclesiastici antiebraici, ecc. In questo secolo gli Ebrei sono stati massacrati dai nazisti, con il risultato che quasi un terzo della popolazione ebraica è stato annientato. Adesso le nazioni stanno stringendo il loro nodo intorno alla patria degli Ebrei, la terra di Israele.
     Dio è in causa con le nazioni anche per la loro grande ipocrisia nei confronti di Israele. Le nazioni, attraverso l'agenzia delle Nazioni Unite, hanno continuamente usato Israele come capro espiatorio. Hanno condannato Israele in 49 occasioni mentre hanno rifiutato di condannare gli stati Arabi per le loro flagranti atrocità. Fino allo scoppio della guerra del golfo non c'era stata neppure una singola condanna di uno stato arabo da parte delle Nazioni Unite. L'organizzazione, nella sua ipocrisia, ha anche votato quella vergognosa dichiarazione che equipara sionismo e razzismo. Le nazioni hanno di volta in volta riconosciuto le capitali di tutti i paesi della terra, ma rifiutano fino ad oggi di riconoscere la capitale di Israele, Gerusalemme.
     Le nazioni si sono spesso indignate per i più piccoli fatti in cui erano coinvolti gli Ebrei, ma hanno chiuso gli occhi davanti a fatti molto più gravi quando gli Ebrei non erano implicati. Per esempio, la stampa mondiale impazzisce di rabbia quando un Palestinese è espluso da Israele, anche se quella persona è stata giudicata dalla sentenza di un tribunale ed è stato dimostrato che si tratta di un criminale che ha compiuto atti violenti. Ora, ci sono più die 230.000 Palestinesi che recentemente sono stati espulsi dal Kuwait soltanto perché sono Palestinesi e nonostante il fatto che durante la guerra del golfo sono stati pro-Kuwait, e questo compare a malapena nelle pagine posteriori dei giornali.
     E' difficile evitare la conclusione che Dio sta usando Israele per mettere alla prova le nazioni e verificare quale comprensione hanno di Lui e della Sua volontà per il mondo oggi. E' quasi come se Dio stesse attirando all'amo le nazioni usando Israele come esca. I profeti sembrano aver capito che Dio avrebbe usato Israele in questo modo negli ultimi giorni.
     Il Signore dice di Israele attraverso Geremia:

"O Babilonia, tu sei stata per me un martello, uno strumento di guerra; con te ho schiacciato le nazioni, con te ho distrutto i regni" (Ger 51.20)

     Michea dice:

«Figlia di Sion, àlzati, trebbia! perché io farò in modo che il tuo corno sia di ferro e le tue unghie siano di bronzo; tu triterai molti popoli; consacrerai i loro guadagni al SIGNORE, e le loro ricchezze al SIGNORE di tutta la terra» (Mich. 4.13)
    
     E infine Zaccaria dice:

"In quel giorno, io renderò i capi di Giuda come un braciere ardente in mezzo alla legna, come una torcia accesa in mezzo ai covoni; essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli circostanti; Gerusalemme sarà ancora abitata nel suo proprio luogo, a Gerusalemme" (Zac. 12.6).


Israele sopravviverà

     Oggi vediamo ancora presidenti e nazioni prendere posizione contro il popolo del patto e contro il paese che Dio ha dato loro. Sembrerebbe che tutto si muova contro Israele. Israele, comunque, ha una cosa a suo favore: il Re dell'universo è dalla sua parte e vi rimarrà per sempre. Sarà Israele ad essere alla fine vincitore, sotto tutti gli aspetti. Le nazioni che si muovono contro di lui spariranno come un sogno:

"Sarai visitata dal SIGNORE degli eserciti con tuoni, terremoti e grandi rumori, con turbine, tempesta, con fiamma di fuoco divorante. La folla di tutte le nazioni che marciano contro Ariel, di tutti quelli che attaccano lei e la sua cittadella e la stringono da vicino, sarà come un sogno, come una visione notturna" (Is. 29.7-8).

     Dio stesso combatterà contro di loro (Is. 31.4-5) e contenderà con le nazioni che contendono con Israele (Is. 49.26). Sarà pronto a punire tutti quelli che la opprimono (Ger. 30.20). Viceversa, coloro che stanno con Israele saranno benedetti qui ed ora (Gen. 12.1-3).
     La Scrittura dichiara che alcune nazioni non sopravviveranno alla loro contesa con Israele. Ci sono già state delle vittime, per esempio l'antico Edom (Mal. 1.3-4). Sappiamo dalla Scrittura che l'eterno nemico di Israele, la Siria, non sopravviverà. La città di Damasco certamente cesserà di esistere:

"Oracolo contro Damasco. «Ecco, Damasco è tolto dal numero delle città e non sarà più che un ammasso di rovine" (Is. 17.1).

     Le nazioni che hanno perseguitato e disperso Israele potranno subire un destino simile. Il Signore dice attraverso il profeta Geremia:

"Infatti io sono con te", dice il SIGNORE, "per salvarti; io annienterò tutte le nazioni fra le quali ti ho disperso, ma non annienterò te; però, ti castigherò con giusta misura e non ti lascerò del tutto impunito" (Ger 30.11)

     Il profeta Zaccaria dipinge un quadro di come saranno in quei giorni le nazioni che avranno avuto la buona ventura di sopravvivere alla contesa con Israele:

"Tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme, saliranno di anno in anno a prostrarsi davanti al Re, al SIGNORE degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne" (Zac. 14.16)

     Alla fine Dio porrà un termine all'odio che ha infettato i paesi arabi nel Medio Oriente. I loro aspri attacchi contro Israele cesseranno. Il Signore dice attraverso Ezechiele che

"Non ci sarà più per la casa d'Israele né spina che punge, né rovo che lacera fra tutti i suoi vicini che la disprezzano; e si conoscerà che io sono DIO, il Signore" (Ezech. 28.24).

     E Isaia dice che

"I figli di quelli che ti avranno oppressa verranno da te, abbassandosi; tutti quelli che ti avranno disprezzata si prostreranno fino alla pianta dei tuoi piedi e ti chiameranno la città del SIGNORE, la Sion del Santo d'Israele" (Is. 60.14).


E' tempo di decisioni

     Se crediamo alla Bibbia, dobbiamo capire che questo è un tempo in cui dobbiamo prendere delle decisioni. Come reagiremo a quello che sta succedendo nel mondo, e come tratteremo noi stessi Israele? Dobbiamo decidere se la Parola di Dio è realmente vera storicamente e profeticamente, o se è soltanto valida nella sfera della salvezza personale.
      Noi crediamo che sia vera in ogni ambito, sia in quello della salvezza, sia in quello che concerne la natura spirituale dei fatti politici del mondo, sia nella storia, sia oggi. Avvertiamo che i tempi sono seri e che i credenti seri devono mettersi in azione contro le tendenze attuali.
     Chi, tra i timorati di Dio, non sarebbe stato con Giosuè quando entrò nella terra promessa con i figli di Israele, o con Davide quando vinse i Filistei e invase il paese che Dio aveva dato agli Israeliti? E se i media di oggi dovessero riportare quei fatti o altri avvenimenti biblici, sotto quale luce dipingerebbero Giosuè, i Giudici, Davide e altri? Abbiamo il sospetto che non agirebbero in modo diverso da come fanno adesso. I media e le nazioni si scagliano contro Israele perché la loro visione del mondo è secolare e contraria ai piani, agli scopi e ai giudizi di Dio.
     Il ristabilimento della nazione di Israele e il miracoloso ritorno dei suoi cittadini sparsi dispersi contro ogni aspettativa dimostra in modo sufficiente che Dio non ha cambiato opinione riguardo a questa nazione. Dio continua ad ammonire uomini e nazioni con queste parole che riguardano Israele:

"Non toccate i miei unti..." (1 Cron.16.22).

     Quelli che insisteranno a toccarli dovranno accorgersi che stanno toccando

"la pupilla dell'occhio di Dio" (Zac. 2.8).

     Veramente, per tutti noi è un tempo di urgente decisione nella valle della decisione, e tutti noi, come il re Nabucodonosor del passato, ci troviamo ora davanti a un bivio. Vedremo la mano di Dio negli avvenimenti di oggi che riguardano Israele a partire dalle Scritture, o soccomberemo davanti agli oracoli del mondo? La scelta è nostra.

(Bridges for Peace, luglio 2001)



LIBRI


Benjamin Berger, Ruben Berger, "Bereitet dem Herrn den Weg!",
Echad-Verlag, CH-8634 Hombrechtikon, 1993.


INDIRIZZI INTERNET


Zionism is the Only Peace Plan
http://www.geocities.com/Athens/Sparta/4219/peace_plan.htm