Notizie su Israele 172 - 5 maggio 2003


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Infatti io so i pensieri che medito per voi», dice il SIGNORE: «pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m'invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi», dice il SIGNORE; «vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati», dice il SIGNORE; «vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare».

(Geremia 29:11-14)



«MARCIA DEI VIVENTI» A AUSCHWITZ



Circa tremila ebrei da tutto il mondo hanno preso parte il 29 aprile all'annuale "Marcia dei viventi" che dal campo di sterminio di Auschwitz porta a Auschwitz-Birkenau. Tra i partecipanti c'erano duemila israeliani, sia giovani che sopravvissuti all'Olocausto, che in abiti bianco-azzurri e con bandiere israeliane hanno percorso in marcia silenziosa i tre chilometri del tragitto. Il Presidente Moshe Katzav, che insieme al Presidente polacco Alexander Kwasnieski apriva la marcia, nel suo discorso ha detto che, agli occhi degli ebrei, Auschwitz è il più spaventoso simbolo di crudeltà e disprezzo della vita.

(Stimme aus Jerusem, 30 aprile 2003)


NUOVI CARTELLONI PRESSO IL MURO DEL PIANTO


Diversi grandi cartelloni sono stati affissi vicino alle entrate della piazza del Muro del Pianto a Gerusalemme. Sui cartelloni, alti 3 metri, sta scritto:

«La tradizione ebraica insegna che il Monte del Tempio è il punto focale della creazione. Nel centro della  montagna si trova la 'Pietra di Fondazione' del mondo. Qui Adamo è venuto alla luce. Qui Abraamo, Isacco e Giacobbe hanno servito D-o. Il Primo e il Secondo Tempio sono stati costruiti su questa montagna. L'Arca del Patto è stata poggiata proprio sulla Pietra di Fondazione. Gerusalemme è stata scelta da D-o come luogo di dimora della Divina Presenza. Davide ha desiderato di costruire il Tempio, e Salomone, suo figlio, ha costruito qui il Primo Tempio circa 3.000 anni fa. L'attuale Muro del Pianto davanti a voi è il resto del muro di sostegno occidentale del Tempio. Per centinaia di anni gli Ebrei hanno pregato alla sua ombra, come espressione della loro fede nella ricostruzione del Tempio. Su questo i Saggi hanno detto: 'La Divina Presenza non si allontana mai dal Muro del Pianto'. Il Monte del Tempio continua ad essere il centro della preghiera per gli Ebrei di tutto il mondo.»

    I cartelloni sono stati posti dopo due anni e mezzo di violenza e terrorismo che in gran parte hanno avuto come tema centrale il Monte del Tempio. Gli Arabi hanno chiamato la loro sanguinosa guerra terroristica 'Al-Aqsa Intifada', riferendosi alla moschea Al-Aqsa che oggi si trova sulla sommità del Monte del Tempio. Il musulmano Waqf (l'autorità religiosa) negli ultimi anni si è impegnato in un sistematico sforzo di cancellare dal Monte del Tempio tutti i segni del primo e del secondo Tempio Ebraico. Molti dirigenti dell'Autorità Palestinese insistono a dire che non c'è nessun rapporto ebraico con questo sito.
    Per aggiungere insulti all'ingiuria, la visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio prima che diventasse Primo Ministro è stata usata dall'Autorità Palestinese per giustificare lo scoppio del terrorismo, dicendo che la visita di un leader ebreo a un luogo sacro ebraico era una "provocazione". Un dirigente dell'Autorità Palestinese, Imad Faluji, è stato tra quelli che più tardi ha rivelato la menzogna di questa affermazione, ammettendo, nel campo profughi Ein Hilwe in Libano, il 2 marzo 2001, che «[la violenza] era stata programmata fin dal ritorno di Arafat da Camp David».
    I nuovi cartelloni bilingui informano inoltre i fedeli che è vietato chiedere l'elemosina, mentre incoraggiano a dare offerte per il mantenimento del luogo. Vietano di fumare e di fotografare in giorno di Sabato, la festa ebraica del riposo; chiedono di spegnere i cellulari e di evitare di parlare ad alta voce nelle preghiere.
    «C'è la viva percezione che il Muro del Pianto è il luogo più sacro dell'Ebraismo», spiega Rabbi Shmuel Rabinovich, rabbino del Muro del Pianto e dei luoghi santi ebraici. «Ci è sembrato importante affiggere i nuovi cartelli per ricordare ai visitatori che la santità del Muro deriva esclusivamente dal fatto che è un resto del Tempio del Monte, che è veramente il luogo più sacro del popolo ebraico.»

(Arutz Sheva News Service, 2 maggio 2003)



I SOLDI INVESTITI E I SOLDI SPARITI


di Federico Steinhaus
 
    La Standard & Poor's ha stilato un rapporto di 345 pagine, commissionato dal ministro delle Finanze dell' Autorità Palestinese Salam Fayyad, nel quale analizza le forme di investimento realizzate dal governo palestinese.
    Si tratta di 600 milioni di dollari, investiti in tutto il mondo in 79 imprese di natura commerciale: 10 compagnie private e pubbliche, 6 del settore delle telecomunicazioni, ed altre diversificate fra biotecnologia, assicurazioni, gioco d' azzardo, cementifici (www.pa-inv-fund.com).
    Questo pacchetto di partecipazioni è detenuto dalla Palestine Investment Fund, un' entità legale separata che gestisce i fondi messile a disposizione allo scopo di promuovere la crescita economica e lo sviluppo delle infrastrutture in Palestina.
    Ma non sono soltanto questi i fondi di cui dispone l' Autorità Palestinese.
    Un rapporto del governo americano del 1990 stimava che la tassa del 5% che gravava sui guadagni di ogni singolo palestinese che lavorava in paesi arabi avesse generato un patrimonio fra gli 8 ed i 14 milioni di dollari. Nel 1993, poco prima che venissero firmati gli accordi di Oslo, il British National Criminal Intelligence Service in un suo rapporto stabilì che l' OLP realizzava una parte considerevole del suo bilancio attraverso "estorsioni, tangenti, traffico illegale di armi, traffico di droga, lavaggio di denaro sporco, frode" ed altro.   
    Subito dopo la firma degli accordi di Oslo gli Stati Uniti ed altri donatori fecero affluire nelle casse palestinesi altri 3 miliardi di dollari. Un anno dopo un rapporto dei servizi segreti inglesi indicava che Arafat controllava un patrimonio di 10 miliardi di dollari, e che il bilancio annuo dell' OLP era di 2 miliardi di dollari.

(Informazione Corretta, 02.05.2003)



CHI E' VERAMENTE ABU MAZEN?


La battaglia di Abus

di Micah D. Halpern

    Ora che l'operazione "Iraq Libero" è quasi agli sgoccioli, gli Stati Uniti sono pronti a mobilitarsi per portare pace e democrazia nel resto del Medio Oriente.
    Ancora una volta, gli Stati Uniti stanno rivolgendo la loro attenzione ai problemi fra Israele e i Palestinesi. Primo fra tutti, la questione del potere e del ruolo del Presidente Palestinese contro il potere ed il ruolo del nuovo Primo Ministro Palestinese.
    L'uomo che l'Occidente conosce come il Presidente Palestinese Arafat è affettuosamente noto fra i suoi connazionali come Abu Amar. Il suo primo ministro, noto in Occidente col nome di Abu Mazen, è conosciuto anche come Muhammad Abbas.
    Sono state poste molte speranze su Abu Mazen. Gli Stati Uniti hanno detto chiaramente di considerarlo come l'unico candidato al posto di primo ministro. Israele, in segreto e senza dar troppo nell'occhio, ha tirato un sospiro di sollievo non appena quest'uomo ha assunto la sua posizione. L'unico a non essere molto contento della posizione di Abu Mazen è stato l'uomo che lo ha nominato - Abu Amar, alias Yasser Arafat.
    Seguendo il mandato del suo nuovo ruolo, Abu Mazen ha presentato una lista di candidati alle varie posizioni del nuovo Governo Palestinese. Arafat l'ha bocciata. Sono sorte delle tensioni. Abu Mazen ha minacciato di dare le dimissioni. E' in gioco però il futuro del popolo palestinese. Gli Stati Uniti considerano Abu Mazen l'unica persona in grado di avere il potere, la prospettiva e la visione per giungere ad accordi di pace con Israele, e per questo sono intervenuti silenziosamente in un questa zuffa interna fra palestinesi. Hanno chiesto ad altre nazioni di fare pressioni su Arafat, perché accettasse la lista di Abu Mazen.
    Arafat, attanagliato dalla pressione, ha accettato la lista - ma poi si è salvato la faccia chiedendo diverse modifiche alla lista. Alla fine, Abu Mazen e il suo governo sono stati accettati dal Consiglio Legislativo Palestinese, con 51 favorevoli, 18 sfavorevoli e 3 astenuti.
    Con tutta la tensione e gli imbrogli di questa posizione, verrebbe da pensare che Arafat e Abu Mazen siano veri antagonisti. Non lo sono. Questi due uomini sono stati insieme sin da quando hanno creato l'OLP nel 1964.
Sono stati commilitoni per quasi mezzo secolo.
    Ma allora, cosa sta succedendo qui?
    Questa è stata e continuerà ad essere una battaglia per il controllo e il potere.
    Ciò che sembra semplice ed ovvio all'osservatore esterno non è chiaro per niente all'interno. Arafat dovrebbe assumere un ruolo cerimoniale come Presidente dell'Autorità Palestinese. Una nuova leadeship, con il primo ministro al controllo, dovrà prendere forma e responsabilità. Non fa differenza chi ha quella posizione. Arafat semplicemente non vuole cedere, non vuole mollare il potere.
    
Arafat si considera sempre il vincitore.
    Cosa ancora più importante, è un mito che Abu Mazen rappresenti una nuova o persino diversa leadership. Non è stato eletto - è stato nominato. E da chi? Dal suo vecchio amico Abu Amar.
    La tensione che sta emergendo non riguarda tanto quello che avverrà ma chi comanderà in realtà.
    Nel mondo palestinese, il vero potere sta nelle mani delle forze di sicurezza. Abu Mazen sa che se non le allontana da Arafat, questo continuerà ad avere il controllo totale.
    Per questo Abu Mazen ha insistito tanto a nominare il suo fedele amico Mohamed Dahlan come Capo della Sicurezza Preventiva. Dahlan è un capo della sicurezza spietato ed esperto. Si è affilato i denti sotto Arafat, come suo capo della sicurezza a Gaza, ma nel 2002 si era dimesso in seguito ad un'aspra disputa.
    C'è la reale possibilità che con Dahlan come capo della sicurezza nel governo di Abu Mazen - se lo vorranno veramente e se impiegheranno tanti sforzi per ottenerlo - potranno controllare il terrorismo e la provocazione nell' Autorità Palestinese.
    A complicare la situazione c'è il ruolo che Arafat continua a svolgere - lui è ancora responsabile di molte altre agenzie di sicurezza, come la Tanzim e le brigate Al Aksa. Ma non vuole consegnarle né smantellarle. Non vuole che Abu Mazen ne prenda il controllo.
    Oltre a ciò, Arafat controlla ancora l'Organizzazione dell'Intelligence Generale, guidata da Tawfiq Tirawi. Controlla ancora la guardia uniformata Haj Ismail in Cisgiordania e la Abd a Razak Majaida, un vasto ed influente servizio di sicurezza nella striscia di Gaza.
    In cifre, Arafat controlla più persone armate del nuovo Capo della Sicurezza Preventiva, Mohamed Dahlan.
    Tutto questo fa supporre che Abu Mazen sia veramente qualcuno con cui parlare, la persona più adatta a questo lavoro. Gli Stati Uniti ed Israele concordano sul fatto che sia veramente così. O che, almeno, sia il migliore fra tutte le scelte possibili.
    Pubblicamente, ha dichiarato che la violenza ed il terrore non sono gli strumenti adatti per costruire una nazione. In un discorso pronunciato nel novembre del 2002, ha detto: "Non possiamo raggiungere il nostro obiettivo usando la forza". Ma poi ha precisato la sua dichiarazione dicendo: "Non abbiamo detto che fermeremo la lotta armata. Abbiamo detto che avremmo smesso la militarizzazione dell'Intifada". E nel marzo del 2003, in un'intervista in arabo, ha approvato l'uccisione degli ebrei che vivono ovunque nei confini dell'armistizio del 1949 - fra questi Gerusalemme, la Cisgiordania e le Alture del Golan.
    La dissertazione solenne di Abu Mazen, fatta a Mosca, è stata pubblicata in libro intitolato "L'Altra Faccia: Il Rapporto Segreto fra il Nazismo e il Movimento Sionista". Analizza il rapporto fra il Nazismo e il Sionismo durante l'Olocausto e fa delle affermazioni che potrebbero essere meglio interpretate come un'accusa agli ebrei per essersi auto-assassinati, con il solo scopo di scacciare i palestinesi dal loro territorio. Chi è questo uomo, in realtà? Sarà in grado di manovrare abilmente Yasser Arafat? Se sì, sarà il primo a riuscirci. Ma allora, che succederà?

(Israel's daily newsmagazine, 1 maggio 2003)



ABU MAZEN PAGO' PER IL MASSACRO ALLE OLIMPIADI DI MONACO


Abu Mazen non è esente dal terrorismo come si potrebbe pensare - e di fatto è collegato ad uno dei crimini più infami del ventesimo secolo: il massacro di 11 atleti israeliani, fra cui il cittadino americano David Berger - durante i Giochi Olimpici tenutisi a Monaco, in Germania, nel 1972.
    Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, a lungo tesoriere dell'OLP, fu l'uomo che finanziò quell'attacco, secondo le informazioni ottenute dal procuratore israeliano Nitsana Darshan-Leitner, direttore del Centro Legislativo Israeliano Shurat Hadin.
    Darshan-Leitner ha dichiarato alla Arutz-7 che fonti della stessa Autorità Palestinese le hanno riferito che sarebbe ridicolo affermare che Abu Mazen non sia mai stato coinvolto nel terrorismo. Inoltre Abu Daoud, colui che supervisionò l'attacco di Monaco, ha detto che fu Abu Mazen a provvedere i fondi perché tutto ciò avvenisse. Queste accuse sono state esposte nella sua autobiografia, "Palestina: da Gerusalemme a Monaco" (pubblicata in francese nel 1999) ed ancora in un'intervista dello scorso agosto nella rivista "Sports Illustrated". Abu Daoud ha definito Abu Mazen "il finanziatore della nostra operazione" - sebbene in seguito sembra giustificarlo, dicendo che Abu Mazen non sapeva a cosa sarebbe servito quel denaro. Darshan-Leitner nega questa sua affermazione, dicendo: "Vi pare logico che il tesoriere di Fatah non sapesse a cosa sarebbero serviti i soldi che stava sborsando? Tutti sapevano che i Black September [il gruppo che eseguì il massacro di Monaco] era il fronte terroristico di Fatah!"
    Darshan-Leitner ha scritto al presidente Bush e al cancelliere tedesco Schroeder, invocando un'inchiesta sul ruolo di Abu Mazen nell'attacco alle Olimpiadi di Monaco. La scorsa settimana Bush ha lodato Abu Mazen, definendolo "un uomo dedito alla pace" ed annunciando che presto lo inviterà alla Casa Bianca per un colloquio. La lettera dell'avvocato fa notare che Bush aveva detto di non voler condurre trattati diplomatici con persone macchiate dal terrorismo - ma "sembra che anche il nuovo leader palestinese su cui gli Stati Uniti ed Israele stanno ora riponendo le proprie speranze, sia stato coinvolto negli attacchi omicidi perpetrati dal Black September dell'OLP".
    Abu Daoud, in un'intervista rilasciata a proposito di un film sul massacro di Monaco intitolato "Un giorno di settembre", ha ammesso che Black September era semplicemente un nome di copertura usato dai membri di Fatah quando volevano compiere attacchi terroristici. Il WorldNetDaily.com riferisce che il terrorista ricorda ancora che, quando si mise ad organizzare l'attacco di Monaco, sia Arafat che Abu Mazen gli augurarono buona fortuna e lo baciarono.

(Arutz Sheva News Service, 29 aprile 2003)



I VOLONTARI CHE ACCORRONO DOPO GLI ATTENTATI TERRORISTICI


Gli angeli in motorino

di Deborah Fait

     Sono 700 in tutta Israele,  hanno circa 60 motociclette, tanto coraggio e amore per gli altri da accettare una vita di sacrificio e tensione incredibili.  Per loro non esistono  feste e riposi, sono religiosi osservanti  ma non possono sempre rispettare il riposo di Shabat perche' ad ogni chiamata di soccorso, in qualsiasi momento arrivi, saltano sulle loro motociclette e corrono dove qualcuno ha bisogno di loro.
    Sono tutti muniti di beeper e telefonino pronti  a scattare al primo bip bip, nel giro di un minuto sono tutti rintracciabili e in quattro  minuti sono sul luogo del disastro. Spesso sono i primi ad arrivare.
    I loro occhi vedono fumo, sangue, corpi smembrati e poi quegli stessi occhi, stanchi, disperati e pieni di lacrime, devono sorridere ai loro bambini a casa, devono nascondere il dolore e la disperazione cercando di dare un'atmosfera serena alla loro famiglia.
    
    "E' difficile spiegare ai miei bambini - ci dice Isack  -  perche' di Shabat non spengo il cellulare e il beeper ed e' ancora piu' difficile spiegare loro perche' a volte devo scappare nel bel  mezzo della benedizione del sabato. Ma la cosa piu' terribile e' tornare a casa dopo aver visto e ricomposto corpi smembrati e bruciati di altri bambini, avere il cuore pesante come il piombo per non essere riuscito a salvarli dal terrorista di turno e prendere in braccio i miei figli. Questo e' terribile, i miei figli lo sanno e non mi chiedono piu':  "Aba, dove sei stato?"
    Stanno in silenzio e sanno tutto, sanno forse che potrebbe succedere anche a loro ma non lo dicono." E con una risatina sconsolata prosegue: "I bambini israeliani devono essere coraggiosi per forza".
    
    Efficienti, forti,  ottimi infermieri, paramedici, sfrecciano con i loro motorini neri che assomigliano a quelli delle pizzerie solo che al posto della pizza portano tutto quello che serve per il pronto soccorso.
    Sto parlando dei ragazzi del ZAKA, l'organizzazione di volontari israeliani premiata dalle Nazioni Unite  come migliore organizzazione di soccorso del 2001.
    Quali sono le loro motivazioni? Che ogni vita e' preziosa, che ogni essere umano ha diritto ad un funerale e che i familiari delle vittime devono avere una tomba dove andare a pregare per i loro cari.
    Li ho conosciuti, sono andata a visitare la loro sede a Gerusalemme, un ufficietto piccolo e povero in una specie di scantinato dove tengono il materiale per il soccorso e dove si riuniscono per prendere o consegnare divise e caschetti e valigette.
    I ragazzi di ZAKA servono Israele dal 1995, sono dislocati in 105 citta' da Kiriat Shmona, estremo nord, a Eilat sul Mar Rosso. Rispondono a 3000 chiamate di pronto soccorso e  sono sempre presenti ad ogni attacco terroristico.
    Quando e' successo l'attentato efferato al  Dolphinarium sono arrivati insieme alla polizia e prima delle ambulanze, spesso bloccate nel traffico, e mentre   una parte di essi  dava  i primi soccorsi ai feriti , un altro gruppo distribuiva  bevande calde ai sopravissuti sotto chock e un altro ancora raccoglieva i pezzi di carne strappati dai corpi martoriati delle povere giovani vittime innocenti.
    E poi Sbarro, Ben Yehuda, Netanya e  decine e decine di autobus, ancora sangue, ancora terrore, ancora corpi  smembrati. Un orrore senza fine.
    I nostri amici di ZAKA ci hanno raccontato che la cosa piu' difficile  e' raccogliere i resti del terrorista perche' e' questo che devono fare  dopo aver cercato di ricostruire i corpi degli innocenti straziati

prosegue ->
dall'esplosione e se il terrorista e' ancora vivo devono dargli il primo soccorso e portarlo all'ospedale.
    E' obbligatorio farlo anche se il criminale sopravissuto ha ammazzato decine di civili israeliani, ci dice Isack guardandoci con i suoi occhi sorridenti, un po' innocenti, un po' tristi,  un po' da simpatica canaglia perche' questi giovani angeli in motorino  sono ragazzi normali, sono giovani che ridono e amano e si divertono anche se hanno dedicato la loro vita agli altri e spesso passano il loro tempo in mezzo alla disperazione.
    Il loro coraggio e spirito di sacrificio pero' non sono dedicati soltanto al terrorismo ma a incidenti stradali, persone scomparse, suicidi, incendi e in tutti questi casi collaborano in  perfetta sintonia  con la polizia, i vigili del fuoco, e il Maghen David Adom.
    Tutto questo viene fatto gratis, nessuno e' pagato, nessuno riceve nient'altro che il sorriso di chi riesce a salvare e questo gli basta e gli riempie il cuore. Purtroppo spesso alcuni tra essi devono ricevere sostegno psicologico, non riescono piu' a dormire o a mangiare, allora altri li sostituiscono pronti a dare tutto di se' pur di aiutare chi ha bisogno e dare conforto a chi sopravvive spesso mutilato nel corpo e nell'anima.
    Perche' lo fate? Gli chiediamo ammirati e commossi.
    Perche', dice sempre il nostro Isack sorridendoci, lui sorride sempre anche quando ci racconta tragedie,  chi salva una vita salva il mondo intero.
    Beh, lo abbracciamo e ce ne torniamo a casa con la gola chiusa dall'emozione.  
     
(da Informazione Corretta)



IN GRAN BRETAGNA CINQUANTA ATTENTATORI SUICIDI PRONTI A COLPIRE ISRAELE


La polizia britannica ha arrestato sei persone in relazione all'attentato terrorista della scorsa settimana al Mike's Place di Tel Aviv realizzato da due terroristi di cittadinanza britannica (Asif Mohammed Hanif e Omar Khan Sharif, il primo morto suicida nell'esplosione, l'altro fuggito e tuttora ricercato). I due probabilmente erano entrati nella striscia di Gaza e in Israele sotto la copertura di gruppi di "pacifisti" stranieri filo-palestinesi affiliati all'International Solidarity Movement (ISM), e avevano anche presenziato a una cerimonia in memoria di Rachel Corrie (l'attivista filo-palestinese rimasta uccisa lo scorso 16 marzo nella parte sud della striscia di Gaza quando e' scivolata davanti a un bulldozer in manovra delle Forze di Difesa israeliane, rimanendo colpita dai detriti).
    Gia' alla fine dello scorso mese di marzo, durante un'operazione anti-terrorismo condotta dalle Forze di Difesa israeliane, negli uffici dell'International Solidarity Movement a Jenin era stato trovato e arrestato un importante membro del gruppo fondamentalista terrorista palestinese Jihad Islamica. Il terrorista, responsabile di vari attentati terroristici anti-israeliani sventati in tempo dalle forze di sicurezza, era ospitato e nascosto negli uffici del movimento "pacifista" filo-palestinese. Fino all'ultimo due donne affiliate al movimento, una britannica e una canadese, avevano tentato di nascondere il terrorista ricercato e armato, per sottrarlo all'arresto.
In questo quadro si va ora ad aggiungere la morte di James Miller, il fotoreporter freelance britannico di 35 anni mortalmente ferito venerdi' scorso durante uno scontro a fuoco fra soldati israeliani e terroristi palestinesi mentre, senza accredito-stampa, faceva riprese nella zona di Rafah (striscia di Gaza meridionale) per un documentario sui bambini palestinesi. Miller molto probabilmente e' stato colpito alla schiena da terroristi palestinesi.
    Tutti questi fatti danno fondamento al timore di Israele che i cosiddetti "pacifisti" internazionali vengano sempre piu' spesso usati, piu' o meno consapevolmente, come "scudi umani" dai terroristi palestinesi per coprire le loro attivita' omicide. Per questo il governo israeliano sta considerano la possibilita' di impedire l'ingresso nel paese e nei territori dei cosiddetti "pacifisti" filo-palestinesi.
    Il provvedimento si renderebbe ancora piu' necessario alla luce delle notizie che giungono dalla Gran Bretagna. Sabato Scotland Yard ha reso noto l'arresto in Inghilterra di sei persone (tre uomini e tre donne) in relazione alle indagini sul recente attentato a Tel Aviv. Domenica il Sunday Times riferisce che un importante esponente estremista islamico in Gran Bretagna, Hassan Butt, sostiene che si sono gia' cinquanta musulmani britannici pronti a fare attentati suicidi in Israele. "Hanno tra i 17 e i 40 anni - ha detto Butt - e mi contattano per questo scopo. Almeno venti di loro sono molto convinti. Per lo piu' si tratta di persone che vivono in Gran Bretagna e le cui famiglie hanno origini in Pakistan, India e Bangladesh. Aspettano solo l'occasione buona. Non sono cose che si fanno individualmente, ci vuole organizzazione. Bisogna selezionarli ed esaminarli. Ma credetemi - conclude Butt - al momento giusto verranno usati tutti".
    Sempre domenica, l'Observer riferisce che in Cisgiordania e nella striscia di Gaza circolano volantini che invitano i musulmani a compiere attentati suicidi e che sono stati stampati in Gran Bretagna da al-Sunnah, un gruppo estremista che fa base nel Centro Studi Islamici di Birmingham.

(israele.net, 4.05.03 - dalla stampa israeliana)



UN ALTRO 25 APRILE: I VOLONTARI DELLA BRIGATA EBRAICA


di Aldo Torchiaro

    Alla Liberazione dell'Italia hanno contribuito formazioni dalla natura e la composizione piu' diversa. Non molti conoscono la storia, pur di eroismo, della Brigata Ebraica: una brigata partigiana esclusivamente formata da cittadini ebrei che partecipò attivamente alla resistenza liberando, in piu' tappe ed affiancata dagli inglesi, metà dell'Emilia Romagna. Il venticinque aprile deve essere ricordato anche per loro. 
    Gli ebrei, tra cui molti italiani e tedeschi, che vivevano sotto il mandato britannico in Palestina chiesero allo scoppio della II Guerra Mondiale di partecipare ai combattimenti con proprie truppe e con un proprio corpo di ufficiali. Questa richiesta venne rimandata a lungo e soltanto nel 1944, per volontà personale di Winston Churchill,  vide finalmente la luce la Brigata Ebraica inquadrata all'interno dei "Buffs", reggimento britannico composto prevalentemente da truppe non inglesi. Si trattava  in realtà di  un battaglione di fanteria corazzata composto da 5000 effettivi. Dopo la costituzione e un periodo di addestramento in Egitto, l'unità fu fatta sbarcare a e risalì la penisola italiana lungo il versante adriatico.
    La Brigata Ebraica fu impegnata in furiosi combattimenti in Romagna lungo la zona operativa corrispondente allo sfondamento della Linea Gotica - e in particolare operò nella Valle del Senio, vicino a Imola, dove portò a termine uno dei pochi assalti frontali di tutto il fronte italiano con le baionette sguainate. Questa battaglia fu forse la più cruenta e sanguinosa di tutta la campagna d'Italia e a tutt'oggi non sono stati ancora identificati con certezza i luoghi dove si sono registrate le perdite più numerose. Per commemorare tutti i caduti di questa operazione, è stata posta un'unica lapide presso il cimitero militare di Piangipane. La Brigata Ebraica ha poi attivamente partecipato alla Liberazione di molte delle più importanti città della Romagna, tra le quali Ravenna, Faenza, Imola, Russi, Cotignola e Alfonsine. Una pagina importante della storia della Brigata Ebraica e' quella dei paracadutisti. Della Brigata facevano parte circa sessanta paracadutisti, che vennero lanciati oltre le linee nemiche dei rispettivi paesi d'origine, affinché organizzassero la resistenza, in particolare tra gli ebrei. Molti ebrei italiani e tedeschi si resero protagonisti di azioni di infiltrazione delle retrovie germaniche e fasciste, dando vita ad unita' commando per il sabotaggio interno e ad operazioni di dissuasione e controinformazione. Tra questi combattenti, si sono registrate numerose imprese di grande eroismo. Molti componenti di questo particolare reparto furono catturati, torturati e uccisi, come accadde ad Enzo Sereni, che era stato il fondatore del Kibbutz Givat Brenner, oggi uno dei più importanti in Israele.
    Con il termine delle operazioni militari la Brigata Ebraica si impegnò nell'opera di assistenza agli orfani e agli ebrei sopravvissuti all'Olocausto che volevano andare in Israele. Quest'opera fu svolta prevalentemente alle frontiere Nord-Est d'Italia, nella zona del valico del Tarvisio, dove venivano accolti i profughi e si organizzavano materialmente i trasporti verso lo Stato Ebraico. Nel dopoguerra sono state innumerevoli le storie di viaggi verso la Terra Promessa da parte degli ebrei (il più famoso tra i quali è forse quello della nave Exodus). Probabilmente però il primo viaggio di questo tipo fu quello della nave "Fede" a La Spezia, il 19 aprile 1946, con le truppe inglesi che cercarono strenuamente di evitare la partenza dell'imbarcazione per rimpatriare i superstiti in Germania. Gli uomini della Brigata Ebraica organizzarono la protesta attraverso uno sciopero della fame dei profughi ammassati sulla nave alla fonda nel porto. I cittadini stessi di La Spezia s'indignarono a tal punto per il divieto, da costringere le autorità Alleate a far partire la nave, che intanto era stata rinominata Dov Hos, per Israele.
    Senza mai aver ricevuto – ne' per la verita' richiesto – alcun riconoscimento pubblico, la Brigata Ebraica meriterebbe di essere ricordata, il 25 aprile,  per l'altruismo e la generosita' dei suoi volontari.

(Il Riformista - 24 aprile 2003)

    
A Milano, in occasione del 25 aprile, l'associazione "Amici di Israele" ha orga- nizzato un corteo per ricordare il contributo della Brigata Ebraica alla resistenza.


UNA LETTERA DI SADDAM HUSSEIN AL POPOLO IRACHENO E ALLA NAZIONE ARABA


Il quotidiano londinese in lingua araba Al-Quds Al-Arabi, noto per la sua affinità ideologica al regime del presidente iracheno Saddam Hussein, ha pubblicato una lettera inviata, a quanto asserisce, da Saddam al popolo iracheno e alla nazione araba in occasione del suo compleanno, il 28 aprile. Secondo il giornale, "fonti vicine a Saddam hanno confermato l'autenticità del manoscritto e della firma e hanno fatto notare che le condizioni del suo nascondiglio non gli consentono attualmente più di una lettera scritta, per ragioni di sicurezza. Il giornale ha anche pubblicato una foto delle prime righe della lettera, e della firma di Saddam Hussein su di essa. Nella lettera, Saddam sollecita il popolo iracheno a mettere da parte le differenze tra Sciiti e Sunniti e a concentrarsi sulla "lotta contro l'occupazione. Lui afferma che la sconfitta è stata provocata dal tradimento e sollecita il boicottaggio dell'amministrazione americana in Iraq. Ecco il testo completo della lettera (1):


In nome di Allah,
il compassionevole, il clemente:

In verità, [prima che la battaglia cominciasse], essi giurarono ad Allah che non si sarebbero rivolti indietro per fuggire, e un giuramento al volere di Allah dev'essere rispettato (2).
Da Saddam Hussein al Grande Popolo dell'Iraq, ai Figli della Nazione Araba e Islamica, e agli uomini d'onore ovunque: siano con voi la Pace, la pietà e la benedizione di Allah.


Questa non è una vittoria finché c'è resistenza nei vostri cuori

    Proprio come Hulagu entrò a Baghdad, così ha fatto il suo ingresso a Baghdad il criminale Bush, con l'aiuto del [traditore dall'interno] 'Alqami.
    Essi non vi hanno conquistato, voi che rifiutate di accettare l'occupazione e l'umiliazione, e voi che avete l'arabismo e l'islamismo nei vostri cuori e nelle vostre menti, [essi non vi hanno sconfitto] tranne che con il tradimento.
    Per Allah, questa non è una vittoria, finché c'è resistenza nei vostri cuori.
    Quel che dicevamo è ora diventato un fatto. Non vivremo in pace e in sicurezza finché la mostruosa entità sionista resta nella nostra terra araba, perciò non ci dovrebbe essere divisione nell'unità della lotta araba.
    Oh figli del nostro grande popolo, sollevatevi contro l'occupante e non riponete fiducia in quelli che parlano di Sunniti e Sciiti, perché il solo problema che la patria, il vostro grande Iraq, sta vivendo ora è l'occupazione.
    Non ci sono altre priorità [ora] tranne che l'espulsione del codardo, micidiale occupante infedele. Nessuna mano onorevole stringerebbe la sua, tranne quella dei traditori e dei collaborazionisti.
    Io vi dico che tutti i paesi intorno a voi sono contro la vostra resistenza, ma Allah è con voi, perché state combattendo l'infedeltà e difendendo i vostri diritti.
    I traditori si sono permessi di proclamare il loro tradimento, sebbene sia una cosa vergognosa. Voi dovreste ora proclamare il vostro rifiuto dell'occupante per amore del grande Iraq e della nazione, per l'Islam e per l'umanità.
    L'Iraq trionferà, e con esso i figli della nazione e gli uomini d'onore. Noi restaureremo i beni archeologici che essi hanno rubato, e ricostruiremo l'Iraq, che essi vogliono dividere in parti separate, che Allah li svergogni.


Palazzi non registrati a mio nome – Io mi ero spostato da tempo in una piccola casa

    Saddam non aveva nessuna proprietà registrata a suo nome e io sfido chiunque a dimostrare che non fossero registrate a nome dello stato iracheno. Io le ho lasciate tempo fa e sono andato a vivere in una piccola casa.
    Dimenticate tutto e resistete all'occupazione. L'errore peccaminoso comincia quando ci sono altre priorità che l'occupante e la sua espulsione. Rammentate che essi aspirano a presentare partiti in conflitto in modo che il vostro Iraq resti debole, per poterlo saccheggiare come stanno facendo.
    Il vostro partito, il partito arabo socialista Ba'ath, è orgoglioso di non aver steso la mano al nemico sionista e di non aver fatto concessioni al vile aggressore americano o inglese.
    Chi si erge contro l'Iraq e complotta contro di esso non godrà della pace basata sul supporto americano.
    Benedizioni a ogni uomo della resistenza, a ogni onorevole cittadino iracheno, e ad ogni donna, bambino e persona anziana del nostro grande Iraq.
    Unitevi e il nemico scapperà, assieme ai traditori che sono entrati con lui.
    Sappiate che chi è venuto con le forze d'invasione e quello i cui aerei hanno volato per uccidervi, non vi invieranno altro che veleno.
    Se Allah vuole, verrà il giorno della liberazione e della vittoria, per noi, per la nazione e per l'Islam soprattutto. Questa volta, come sempre quando il diritto trionfa, i giorni che verranno saranno migliori.
    Salvaguardate la vostra proprietà, i vostri dipartimenti, le vostre scuole, e boicottate l'occupante. Boicottatelo, perché questo è il vostro dovere verso l'Islam, la religione e la patria.
    Viva il Grande Iraq e il suo popolo
    Viva la Palestina, libera ed araba dal fiume al mare
    Allah è grande
    Disgrazia su chi merita disprezzo

Saddam Hussein

26 Safar, 1424
28 aprile 2003

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Note:
(1)Al-Quds Al-Arabi (Londra), 29 aprile 2003. Sottotitoli aggiunti da MEMRI.
(2) Corano 33 (Capitolo Al-Ahzab): 15
(3) Muhammad Al-Din ibn Al-'Alqami fu il visier dell'ultimo califfo abasside Al-Mu'tasim. Si ritiene che Ibn Al-'Alqami abbia aiutato l'esercito mongolo condotto da Hulago a prendere Baghdad nel 1258.

(The Middle East Media Research Institute, 02.05.2003)



NOTIZIE IN BREVE


Il «turismo alternativo» dei terroristi britannici - Gli autori dell'attentato di Tel Aviv, che dispongono di un passaporto britannico, nel periodo del loro soggiorno in Israele si sarebbero presentati come militanti pacifisti. Questo ha facilitato molto i loro spostamenti, e particolarmente il mattino stesso dell'attentato, quando hanno superato il check-point di Erez, tra la striscia di Gaza e Israele. Avevano tranquillamente spiegato ai militari di turno che viaggiavano con un'agenzia di turismo alternativo, nota per organizzare gli spostamenti dei gruppi pacifisti. Ecco perché le autorità israeliane adesso hanno vietato l'entrata nel paese alle «colombe» venute dall'estero. (2 maggio 2003)

Graffiti antisemiti sui muri della sinagoga di Losanna - Già due mesi fa erano stati rotti dei vetri ed erano state incise delle croci uncinate sui portoni. «Come in Francia - commenta il presidente della comunità israelitica di Losanna - si assiste alla recrudescenza di atti antisemiti. Negli ultimi mesi due persone che portavano la kippa sono state aggredite. Ogni volta sporgiamo denuncia. E' un antisemitismo latente che viene fuori». La comunità israelitica di Losanna ha deciso di dare un certo rilievo a quest'ultima "profanazione". Lascerà le iscrizioni sui muri fino al servizio religioso di venerdì sera. Tra queste si trova una croce uncinata che ricopre la piastra che ricorda i sei milioni di morti della seconda guerra mondiale e un "Morte agli ebrei" scritto sui muri della sinagoga. (30 aprile 2003)

Turchia senza veli - Per la prima volta dalla fondazione della Repubblica turca, il presidente e i capi dello Stato Maggiore hanno boicottato una cerimonia ufficiale a causa della presenza di donne che portavano il velo islamico. In Turchia la maggioranza delle donne porta il velo, ma lo Stato, risolutamente laico, non permette che sia portato negli edifici pubblici. (25 aprile 2003)

Netanyahu - Il Ministro israeliano delle Finanze ha dichiarato al quotidiano "Yediot Aharonot": «La mia opposizione alla creazione di uno Stato palestinese non fa che rinforzarsi. Creare un simile Stato sarebbe un errore altrettanto grave quanto gli accordi di Monaco del '38, perché uno Stato palestinese attizzerebbe l'odio verso Israele e produrrebbe battaglioni di terroristi-suicidi. Noi abbiamo i mezzi per convincere gli americani ad abbandonare un progetto così stupido... Non dobbiamo farci illusioni a proposito di Abu Mazen: non ha alcun futuro con Arafat!» (22 aprile 2003)

(Proche-Orient.info)



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