Notizie su Israele 48 - 11 ottobre 2001 <- precedente seguente -> indice Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; resti la mia lingua attaccata al palato, se io non mi ricordo di te, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. (Salmo 137.5-6) Dopo il Primo Ministro Ariel Sharon, anche il Sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert ha preso parte alla "Festa delle Capanne" cristiana organizzata dalla ICEJ (International Christian Embassy Jerusalem). Qui di seguito viene riportato il discorso del Sindaco. Dopo che per secoli gli Ebrei hanno dovuto difendersi da certi "cristiani", è confortante venire a sapere che persone autorevoli come il Primo Ministro di Israele e il Sindaco di Gerusalemme apprezzano, desiderano, richiedono la vicinanza di persone che apertamente confessano la loro fede in Gesù Cristo e il loro amore per il popolo di Israele. M.C. IL SALUTO DEL SINDACO DI GERUSALEMME ALLA "FESTA DELLE CAPANNE" CRISTIANA
Vi ringrazio molto. Buona sera a tutti. Grazie, Michael [Utterback]. Chairman Malcolm Hedding, cari amici, care sorelle e fratelli, signore e signori. Devo dirvi qualcosa. Sono stati giorni molto, molto difficili, con tante notizie penosissime che certamente voi avete sentito. Un terribile attentato in Afula, un attacco terroristico con tre Israeliani uccisi nella stazione degli autobus, e altri feriti, alcuni molto gravi. La caduta dell'aeroplano partito da Tel Aviv, sul Mar Nero, con 66 Israeliani annegati in mare - probabilmente per l'errore di un missile ucraino - è un altro colpo, un terribile colpo per ciascuno di noi. Questo ha fatto seguito all'attacco della scorsa notte sulla strada numero 9 nella zona Nord di Gerusalemme. Grazie a Dio il bambino non si è fatto male, ma i genitori sono rimasti gravemente feriti e adesso sono all'ospedale. E oggi pomeriggio, in mezzo a tutte queste difficoltà e pene, sapevo che sarebbe venuta l'ora in cui avrei avuto un momento, un importante momento di gioia quando sarei venuto qui ad incontrarvi. Non capisco perché per la prima volta tenete tutta la sala al buio. Io voglio vedervi. Voglio vedervi tutti. Per favore, accendete le luci! Ci sono persone così meravigliose che siedono qui! Le voglio vedere. Le voglio sentire. Bene! Siete meravigliosi! Anzitutto voglio ringraziarvi, a nome di tutti i cittadini di Gerusalemme, per il commovente e grazioso gesto che avete compiuto mettendo oggi 1500 fiori vicino alla pizzeria Sbarro nel centro di Gerusalemme, in memoria delle vittime del brutale attentato di due mesi fa. E' stato così commovente e, credetemi, tutti sono venuti a saperlo e vi ringraziano per aver fatto questo piccolo ma molto importante gesto. E ancora una volta, grazie per essere venuti a Gerusalemme in questo tempo difficile. Non ci facciamo illusioni. Ci sono molti ospiti che pensavano di venire quest'anno e poi hanno disdetto. E hanno disdetto perché non hanno la dedizione e l'amore che voi avete per la città di Gerusalemme. Forse hanno bisogno di più incoraggiamento e di una maggiore fede per capire che niente, niente al mondo, può mettersi tra voi e Gerusalemme ... tra i veri amatori della città di Gerusalemme e la città. L'ho capito quando oggi vi ho visto mentre stavo seduto e vi guardavo camminare in corteo per le strade di Gerusalemme. Guardavo il gruppo dall'Indonesia. Dove siete, voi dell'Indonesia? E vedevo tanti altri da diversi paesi: dalle Filippine, dal Brasile, dalla Danimarca, dall'Australia, dalla Nuova Zelanda, dall'Olanda, dalla Germania, dagli Stati Uniti d'America, dal Canadà, dalla Gran Bretagna. Ed ero così fiero di voi. E sento che tra noi e voi c'è qualcosa che è più forte e più potente di ogni altra cosa che si possa esprimere in parole. Ed è il grande amore che voi avete per il destino della città di Gerusalemme. C'è qualcosa che va indietro di migliaia di anni e dal profondo del cuore vi lega all'ispirazione che proviene dalla città di Gerusalemme e percorre il mondo intero. E quando penso a voi so che abbiamo, grazie a Dio, dei veri amici e dei veri alleati. E so che, quali che siano le difficoltà, con amici come voi, con l'amore, la devozione, la cura e la simpatia che irradiate, niente può spezzare lo spirito del popolo di Israele quando vi abbiamo con noi. Ieri sera ho letto nel notiziario il discorso che vi ha rivolto il Primo Ministro [Ariel Sharon]. E so che ha suonato un po' amaro. Credo di dovervi spiegare perché le cose stanno così, anche se so che molti di voi capiscono facilmente. Adesso sempre più persone nel mondo e sempre più nazioni nel mondo capiscono la necessità di combattere i terroristi. Sempre più persone capiscono quanto è importante combattere le forze del male. Ora, sempre più persone devono capire che cosa abbiamo dovuto sopportare noi per tanti anni combattendo queste forze del male in Gerusalemme, sul Monte del Tempio, nella Città Vecchia e in varie parti di Israele, la terra santa che vi è tanto familiare, che voi amate così tanto e che è l'oggetto di queste forze brutali da così tanto tempo. E quello che sto per dirvi è quello che voleva dirvi l'altra sera il Primo Ministro di Israele. Non si può fare distinzione tra un tipo di terrorismo e l'altro. Ci può essere soltanto una guerra contro il terrorismo, e questa è la guerra che noi combattiamo. Questa è la guerra a cui tutti noi partecipiamo, e non ci può essere divisione tra quelli che combattono il terrorismo... Quello che il Primo Ministro sostanzialmente voleva dirvi l'altra sera è che la nostra nazione simpatizza al 100% con gli Stati Uniti d'America nella loro guerra contro il terrorismo. Il nostro cuore è interamente con l'America. Nel nostro paese con c'è mai stata una dimostrazione contro gli Stati Uniti d'America. Mai! In questo paese la bandiera degli Stati Uniti d'America non è mai stata bruciata da nessuno. Mai! E adesso noi ci rivolgiamo agli Stati Uniti e diciamo all'America: "Quando combattete il terrorismo, non dimenticateci. Noi siamo parte di questa guerra. Noi siamo stati parte di questa guerra. E non fate l'errore di scambiare le regole tra quelli che collaborano con i terroristi e quelli che meritano di essere partner nel combattere questi collaboratori e questi terroristi. E' una guerra che dobbiamo combattere insieme e uniti per poterla vincere." Voglio ringraziarvi per averci dato questa forza e un senso di vicinanza e di cooperazione che è così importante. Vi prometto che andremo avanti e che niente, niente al mondo spezzerà il nostro spirito; che il nostro amore per Dio è illimitato; che la nostra ubbidienza alla volontà di Dio nel mantenere unita questa città è illimitata; che la nostra volonta di collaborare con voi per proteggere l'unità della città di Gerusalemme continuerà per sempre. E noi vi vogliamo qui. Vi amiamo qui. Abbiamo bisogno di voi qui. Quando voi venite qui, voi venite a casa, perché questa è la casa di tutti quelli che amano questa grande città, questa città unita, questa capitale unita dello Stato di Israele e del popolo ebreo. Grazie. Grazie, e tornate ancora. (ICEJ - News service from Jerusalem 04.10.01) CRISTIANI AL MURO DEL PIANTO Su richiesta del governo israeliano migliaia di cristiani partecipanti alla "Festa delle capanne" cristiana hanno pregato per Israele davanti al muro del pianto e hanno benedetto Israele nel nome di Gesù. E' la prima volta che a dei cristiani viene concesso ufficialmente di pregare nel nome di Gesù davanti al muro del pianto. Tutto si è svolto senza incidenti e da molti Ebrei viene considerato un fatto storico. (NAI - Nachrichten aus Israel, 08.10.01) ABILITA' LINGUISTICHE NELL'USO E NEL NON USO DELLA PAROLA "TERRORISMO" Quando il terrorismo non è terrorismo
Articolo di Alex Safian INDIRIZZI INTERNET A Jewish Christian Look |