Notizie su Israele 180 - 16 giugno 2003


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Infatti ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò dall'esilio quelli di Giuda e di Gerusalemme, io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d'Israele, che esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di loro.

(Gioele 3:1-2)



«LA ROAD MAP E' L'INIZIO DELLA FINE PER ISRAELE»


Pat Robertson, ll noto americano religioso, politico e mediatico, ha recentemente criticato il Presidente Bush a causa della Road Map: "Il progetto di creare uno Stato palestinese sarà l'inizio della fine dello Stato d'Israele così come ora lo conosciamo."
   Attraverso la sua emittente televisiva "Christian Broadcasting Network" (CBS), Robertson ha inoltre dichiarato: "Credo che il Presidente degli Stati Uniti metta in pericolo la nazione israeliana. Non solo egli si mette contro il chiaro mandato della Bibbia, il che è molto grave, ma crea anche una situazione in cui Israele non avrà più confini sicuri."
   Ha indicato la concessione di terra ai palestinesi come "pazzia" e ha citato il profeta Giole che "molto duramente condanna coloro che dividono il mio paese". Con questo il profeta si riferisce alla terra d'Israele promessa da Dio agli ebrei.
   Robertson ha aggiunto che Israele non potrà difendersi dal flusso di palestinesi che arriveranno nel paese come conseguenza del piano di pace, e che inoltre non ci sarà nessuna garanzia di un arresto del terrorismo dei palestinesi contro lo stato ebraico.
   Come fondatore della "Coalizione Cristiana" e ex candidato repubblicano alla presidenza, Robertson è considerato uno dei più influenti cristiani negli Stati Uniti.

(JCEJ Nachrichten, 04.06.2003)



I MISTERIOSI EFFETTI DELLA CARICA DI PRIMO MINISTRO D'ISRAELE


Permettere agli squali di assaporare il gusto del sangue

di Naomi Ragen

Che cosa c'è che non va nell'ufficio di Primo Ministro d'Israele, che trasforma impavidi generali in meduse prive di spina dorsale? Persone che sanno leggere complicate mappe strategiche e hanno saputo attraversare il Canale di Suez sotto il fuoco nemico, improvvisamente non sanno nemmeno attraversare la strada senza farsi mettere sotto?
     Non possiamo qui criticare tutti i particolari aspetti politici della disastrosa gestione di Israele negli ultimi dieci anni - che ha indebolito il popolo, rovinato l'economia, sfibrato la statura politica del paese. Ma resta il fatto che i Primi Ministri Rabin, Barak e Sharon – sebbene su diversi fronti del raggio di azione politico – sono comunque caduti nello stesso incomprensibile modello di governo auto-distruttivo. Tutti hanno contribuito all'attuale disastro della gestione del nostro preziosissimo paese, lo Stato d'Israele.
     È stato il Primo Ministro Rabin a coniare il termine orwelliano "sacrificio per la pace", parlando degli attacchi terroristici. È stato Barak a continuare ad assorbire gli attacchi terroristici con un sospiro di rassegnazione, dicendo che "non gli avrebbero comunque impedito di perseguire la pace". Ed ora il Primo Ministro Sharon ci dice che la mancanza di reciprocità negli accordi con i palestinesi, di qualunque genere essi siano, "non lo dissuaderanno" dal bloccare ciecamente gli insediamenti, in cambio di nulla. E lo dice come se stesse dicendo qualcosa di buono, come se stesse facendo una bravata, al posto di una stupidaggine enorme. Pensavo che semmai avessimo dovuto imparare qualcosa dall'ondata di terrorismo che ha seguito gli accordi di Oslo, sarebbe stata la semplice idea che quando si firma un accordo e si mantiene la propria parola, ci si deve almeno aspettare che la controparte faccia lo stesso, e la si ritenga responsabile delle eventuali violazioni. Altrimenti si ha la capitolazione e la sconfitta, e si abbandona il proprio popolo ad un eccidio di massa.
     Penso che parte dei motivi del fallimento degli ultimi tre governi israeliani (sì, considero anche Sharon un fallimento. Il primo israeliano ucciso in un attacco terroristico dopo gli incontri della Road Map in Giordania, che seguirono senza una risposta governativa, ha condannato questo governo a far parte del mondo dei lemming - quei roditori incoscienti che scelgono il suicidio di massa, N.d.T. – come i suoi predecessori. Da allora, abbiamo avuto due residenti in Gerusalemme assassinati vicino Hadassah, quattro soldati uccisi dai terroristi a Gaza, ed un uomo morto nei pressi della tomba di Abrahamo ad Hebron. Tutto questo in un solo giorno!) si trovi nel popolo israeliano, che semplicemente rifiuta di vedere quello che è scritto sul muro. Indagini recenti mostrano che circa il 58 percento degli israeliani è favorevole all'abbandono degli insediamenti.
     La stessa indagine mostra che il 53 percento crede che la Road Map non potrà aver successo. Il signor Sharon recentemente è stato schernito in pubblico durante una conferenza del suo stesso partito, un partito che soltanto qualche mese fa lo sosteneva con fervore fanatico nonostante la sua politica spudoratamente contraria a quella finora sostenuta dal Likud.
     Quando si tratta di politica, gli israeliani non sono scienziati spaziali. Forse la dicotomia di un popolo disposto a dare qualcosa in cambio di nulla, mostra che gli israeliani hanno avuto un lavaggio di cervello dai politici, che li hanno costretti a credere nella propaganda palestinese che si ostina a presentare gli insediamenti come il nodo cruciale del conflitto arabo-israeliano. Quelli che conoscono un po' di storia naturalmente sanno che gli attacchi, gli eccidi e la delegittimazione dello stato ebraico sono iniziati prima degli stanziamenti in Cisgiordania. Anche se agli israeliani non importasse nulla di questi avamposti pionieristici, chi governa dovrebbe far capire loro che togliere gli insediamenti in questo momento è come uno che nuota in acque infestate da squali e volontariamente si procura una ferita al dito.
     Impedire anche ad un adolescente di sventolare la bandiera su una collina di Samaria, mentre la controparte continua a perseguire la tattica terroristica, equivale a far assaporare agli squali il gusto del sangue.
     Come gli accordi di Oslo, la Road Map è un disastro che ci viene imposto da quelli che non hanno a cuore i nostri interessi, e che vengono aiutati e supportati dai leader che abbiamo votato i quali, ancora una volta, ci hanno traditi. L'unica questione ora è quanti dovranno ancora morire prima di accantonare la Road Map, per sostituirla con un altro "piano di pace" che non funzionerà perché – ovviamente – per i palestinesi il terrorismo continua a ripagare.

(Newsletter di Naomi Ragen, 09.06.2003



PALESTINESE SI CONVERTE AL CRISTIANESIMO E DIVENTA AMICO DI ISRAELE


Da una newsletter di Naomi Ragen

Cari amici,
     non è la prima volta che vi mando articoli riguardanti musulmani convertiti al cristianesimo, che improvvisamente ritrovano la loro umanità. Credo che se rimuovessimo il fondamentalismo islamico dai cosiddetti palestinesi, potremmo avere dei veri partner di pace.
     Leggete e sorridete.

Naomi Ragen


Un sionista palestinese?

Può sembrare un ossimoro [il contrasto logico sionista-palestinese, N.d.R. ], ma è la descrizione vera e propria di Walid Shoebat, un palestinese che voleva diventare un terrorista e ora vive nella Bay Area.
     In una recente apparizione al Berkeley Bridges davanti ad un gruppo di israeliani, Shoebat ha indossato una kippah ed ha proclamato con orgoglio: "Ani Tzioni" ("Sono un sionista") in ebraico.
     Il discorso di Shoebat ad un gruppo di circa 40 persone, è avvenuto negli uffici della congregazione Netivot Shalom di Berkeley. Il "Bridges to Israel", un istituto fondato da Seymour e Hilda Kessler, non è affiliato alla sinagoga, ma alcuni dei suoi membri lo sono.
     Shoebat, 42 anni, è stato convocato da Beit Sahour, nei pressi di Betlemme. E' figlio di un musulmano palestinese e di una cristiana americana. Il nonno materno è stato sindaco di Eureka nella contea di Humboldt, dove il nonno paterno era amico del Gran Muftì di Gerusalemme Haj Amin al-Husseni, che si schierò apertamente dalla parte di Adolf Hitler.
     I genitori di Shoebat si sono conosciuti negli Stati Uniti, si sono sposati e trasferiti in Cisgiordania. Una volta lì, il padre ha sequestrato il passaporto della moglie. Sebbene lei abbia cercato più volte di scappare, non ci è mai riuscita.
     Da ragazzo, Shoebat ha partecipato ad alcune attività politiche – fra cui mettere la bandiera palestinese in cima ad una moschea e tirare sassi agli ebrei che pregavano davanti al Muro del Pianto. Questi fatti lo portarono in prigione, dove incontrò alcuni militanti che scelsero il sedicenne per una missione speciale: consegnare una pagnotta di pane con dentro dell'esplosivo nella filiale della Banca Leumi, a Betlemme.
     "All'ultimo minuto, ebbi paura di morire", disse. "Sapevo che non volevo farlo, e lo gettai sul tetto. Fortunatamente nessuno si fece male".
     In un'altra occasione, "quasi linciò un soldato israeliano". Il soldato stava cercando di acchiappare un bambino che gli aveva lanciato una pietra, e Shoebat ed altre persone lo presero, lo picchiarono e lo ferirono prima che potesse scappare.
     A 18 anni Shoebat si recò negli Stati Uniti, dove divenne attivista nella città di Chicago, con l'occupazione di procurare fondi per l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
     Oggi però Shoebat è una persona completamente diversa. Se potesse, vorrebbe incontrare di nuovo quel soldato. Dice infatti: "Vorrei chiedere perdono per quanto ho fatto. E' qualcosa che ho in mente da tanto tempo, e non so come risolvere".
     Il cambiamento è iniziato dopo il matrimonio di Shoebat con una donna cristiana quando – nel tentativo di convincerla che l'Islam era la strada giusta – iniziò a leggere la Bibbia per dimostrarle che era nel torto.
     "Nel 1993 iniziai a leggere il libro del mio nemico -- la Tanach", ha detto al gruppo Bridges to Israel, "e giunsi alla conclusione che gli ebrei sono il popolo più pacifico della terra".
     Ora è un cristiano, e il suo amore per Israele e per il popolo ebreo è genuino.
     "Vengo a voi perché amo il vostro popolo e la vostra Bibbia, perché voglio dire alla mia gente che sta sbagliando. Gli arabi e i musulmani stanno sbagliando. Gli ebrei hanno il diritto di ritornare nella loro terra. Tutto questo mi rende forse un fanatico? Va bene!"
     Le sue convinzioni hanno irrigidito i rapporti con la famiglia. "Mio padre vorrebbe uccidermi", ha detto. Diversi anni prima, in una riunione di famiglia gli fu detto che gli ebrei gli avevano fatto il lavaggio del cervello. I musulmani fondamentalisti hanno detto che deve morire perché ha abbandonato l'Islam, ha aggiunto. Ma a lui non interessa.
     Nonostante lavori come programmatore informatico, il suo vero scopo – ha confessato – è quello di diffondere ciò che considera la verità.
     "Questa è la mia missione adesso – andare nelle chiese, in America e ovunque posso, a spiegare il piano di Dio per lo stato di Israele, dimostrando come Israele sia stato creato per essere una luce nelle nazioni, e che tutto il nostro odio verso Israele è veramente un male".
     Quando gli abbiamo chiesto come mai non ha più simpatia per le lotte patriottiche del suo popolo, Shoebat ha detto che se altri palestinesi capissero le rivendicazioni ebree del territorio, come descritte nella Bibbia, anche loro si convincerebbero.
     "Quando ho esaminato i fatti documentati, sono giunto alla conclusione che stavo lanciando pietre senza nemmeno ascoltare la causa degli ebrei", ha detto. "Avevo tratto le mie conclusioni sugli ebrei senza neanche imparare la storia di Israele. Perché lanciavo pietre per colpire i soldati in testa? Perché ero stato indottrinato in moschea e a scuola. Non ho mai imparato nulla sul legame fra gli ebrei e la loro terra", ha concluso. "Ma la realtà è che è semplicemente un popolo che desidera ritornare nella sua patria".

(Newsletter di Naomi Ragen, 09.06.2003)



AMERICANI COINVOLTI NELL'ATTENTATO TERRORISTICO A GERUSALEMME


Con le lacrime agli occhi l'ambasciatore americano in Israele, Dan Kurtzer, ha comunicato al Primo Ministro israeliano Ariel Sharon che sua cugina Anna Orgel (55 anni) è rimasta vittima del terrorismo nell'ultimo attentato all'autobus in Gerusalemme. Anna era la figlia

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di un sopravvissuto dell'Olocausto. Dan Kurtzer (53 anni) è il più "israeliano" ambasciatore che Israele ha mai avuto: è un ebreo religioso, parla ebraico e i suoi figli sono stati allevati in Israele. L'attentato all'autobus N.14 ha trasformato questo legame in un "legame di sangue".

(NAI-Stimme aus Jerusalem, 15.06.2003)

*

Robert Singer, senatore americano del New Jersey, la cui figlia è stata leggermente ferita nell'attentato suicida perpetrato mercoledì a Gerusalemme, ha dichiarato oggi [14 giugno] che tenterà di ottenere un incontro con il presidente Bush, al suo ritorno da Israele, per farlo partecipe delle sue impressioni. In effetti ha intrapreso questo viaggio dopo che ha appreso che sua figlia è rimasta ferita. E ha precisato: "Ho visto l'autobus colpito e ho avuto difficoltà a credere che qualcuno sia potuto uscirne vivo. Ho passato dei momenti terribili prima di sapere che mia figlia era in vita".

(Journal d'Information per e-mail, 14.06.2003)



IL DISCORSO DI ARAFAT PER IL GIORNO DELLA NAKBA


Quello che segue è il testo integrale del discorso riguardante il giorno della Nakba pronunciato dal Presidente dell'Autorità Palestinese Yasser Arafat. [1]


'A quelli che credono nel ritorno'

"Noi volevamo mostrare il nostro favore a quelli considerati deboli in terra, farne delle guide ed eredi delle nostre ricompense e farli stabilire sulla terra...'" [2]

"Il nostro eroico popolo palestinese, nella patria e nella diaspora, i nostri amati fratelli nella nobile patria araba, i nostri amici, gli uomini liberi e onorevoli del mondo, i nostri abitanti che stanno resistendo nei campi profughi [che credono nella] resistenza e nel ritorno, i nostri figli e sangue del nostro sangue nelle prigioni e nelle carceri, le nostre generazioni che aumentano in coraggio ed onore."


'Il maledetto giorno del 15 Maggio 1948, in cui lo Stato d'Israele fu fondato'

"La grande cospirazione imperialista sionista contro il nostro popolo arabo e contro la nostra patria Palestina, che cominciò al Congresso Sionista del 1897 a Basilea, in Svizzera, raggiunse il suo dannato apice il 15 Maggio 1948. In quel giorno maledetto, lo Stato d'Israele sorse, per mezzo delle armi [come conseguenza della] cospirazione imperialista, sulle rovine della nostra patria Palestina. Il nostro popolo fu espulso dalla nostra patria, in esilio, nella diaspora, e nei campi profughi attraverso lo sterminio. Il mondo ha dimenticato, e il nostro popolo [ha] dimenticato, il massacro di Deir Yassin e Qibiya e Nahalin e gli altri massacri nel 1947, 1948 e tutti gli altri?"

"Nel 1947, le forze imperialistiche che controllavano le Nazioni Unite a quel tempo imposero la partizione della nostra patria, la Palestina, in due stati: uno arabo palestinese e uno israeliano ebraico. Ma lo Stato Palestinese non sorse e non vide mai la luce [del giorno] e [nessuno prese neppure in] considerazione la decisione della legge internazionale [le Nazioni Unite] riguardo al nostro popolo [e al suo diritto ad] uno Stato indipendente sulla storica terra di Palestina."

"Il nostro popolo palestinese deve scegliere fra due strade: scomparire e venire sradicato e la resistenza, il conflitto e l'attaccamento al nostro diritto sulla nostra eterna patria Palestina. Il nostro popolo palestinese, un popolo coraggioso, non ha esitato a scegliere la strada di stare in prima linea nella battaglia per la terra, in prima linea nella battaglia benedetta da Allah, la prima direzione per le preghiere e il terzo luogo più santo, il luogo in cui Maometto giunse durante il suo viaggio notturno e il luogo della nascita di Gesù."

"Il nostro popolo non accetta l'umiliazione, il disonore, la sottomissione, l'ubbidienza, la schiavitù e l'imperialismo nei luoghi santi alla cristianità e all'Islam... perché è un popolo credente e nobile e nelle sue vene scorre il sangue della fede e dell'onore, dell'amore per la patria e amore per la nazione, amore [che aumenta] con l'estendersi della cospirazione."


'La Palestina è la terra dello scontro frontale' 

"La Palestina è la nostra patria, la terra dello scontro frontale e la terra santa, la nostra patria e la patria dei nostri padri e dei nostri nonni, la patria dei nostri nipoti e delle generazioni a venire. La Palestina è la nostra patria. Niente può sostituirla e non abbiamo un'altra patria. Ogni profugo palestinese attende il giorno in cui abbraccerà la patria e cercherà di riprendersi la propria identità e l'onore di cittadino nella sua patria Palestina."

"'Loro sono quelli che sono stati portati via dalle proprie case ingiustamente, solo perché hanno affermato: il nostro signore è Allah." [3]

"Il nostro popolo palestinese, che sta resistendo nella terra dello scontro frontale, il nostro meritevole popolo arabo, noi siamo il popolo del coraggio, una nazione [come] la fenice. [Il popolo palestinese] è il gruppo più forte nel confronto di guerra e pace del Medio Oriente oggi, Questa è la situazione e la nostra verità in questa continua lotta che stiamo combattendo in nome del nostro diritto alla nostra patria Palestina."

"All'inizio, alcuni si chiedevano dove [fosse] il popolo palestinese. Hanno il coraggio di chiedere oggi dove [sia]? C'è qualcuno che oggi direbbe del nostro popolo che i vecchi sono morti e i giovani sono stati dimenticati? E cosa devono dire del cavaliere palestinese [4] Fares, Fares 'Ouda, il ragazzo che ha sfidato un carro armato con una pietra ed è caduto come un martire per il bene dei luoghi sacri, della patria e della libertà?"

"La verità palestinese oggi urla forte. E' chiara come il sole in tutto il mondo e nessuno continuerà ad allontanarsene e ad ignorarla - perché Fares 'Ouda ha pronunciato le parole che ogni palestinese [dovrebbe dire] prima di cadere come martire sotto il fuoco di un carro armato israeliano: 'O [otterremo] una patria, la libertà e l'indipendenza, o [prenderemo la strada] del martirio nel nome di Allah, della patria e dell'onore!"

"Negli ultimi 55 anni, i martiri e i feriti sono caduti in nome della libertà della patria e del ritorno dei suoi figli. Oggi, migliaia di palestinesi, uomini e donne, sono rinchiusi nelle prigioni dell'occupazione e nelle carceri, perché non accettano l'occupazione e la persecuzione e sono determinati [ad ottenere] la libertà e l'indipendenza. Essi hanno la benedizione e hanno la speranza e la promessa che la loro libertà e la loro salvezza sono il nostro più grande interesse e il nostro obiettivo supremo. La loro libertà è la libertà della patria."


'I martiri valorizzano la terra con il loro sangue'

"Nelle città della Palestina, nei suoi campi profughi, nei suoi insediamenti e villaggi, le sue pianure, le sue montagne, i suoi boschi di alberi e le sue coste, oltre 70.000 martiri e feriti sono caduti difendendo la libertà della patria e l'indipendenza dei luoghi sacri all'Islam e alla cristianità. Essi hanno benedizione e gloria. Essi sono fra i martiri e i santi, che sono i migliori amici [dei martiri] che valorizzano [la terra] con il loro sangue in nome dell'indipendenza e libertà e la fondazione di uno Stato palestinese indipendente la cui capitale è Gerusalemme, se Allah lo vorrà, essi 'entreranno nella moschea come vi entrarono la prima volta; [5] Allah non manca mai alle Sue promesse.'" [6]

"Attraverso le nostre lotte, i nostri sacrifici, la nostra unità nazionale e la nostra determinazione, la nostra nazione ha imposto se stessa e la propria causa nell'equilibrio del Medio Oriente e davanti a tutti i tentativi di eliminarla, di farla scomparire, o di trasformarla in un popolo sparso nella diaspora, in esilio e nei campi profughi. La verità politica con la quale nessuno può non essere d'accordo oggi è che la guerra scoppierà in Palestina e la pace comincerà dalla Palestina, lo Stato Palestinese indipendente la cui capitale è Gerusalemme."


'Chiunque pensi che una falsa pace possa ingannare il nostro popolo soffre di allucinazioni'

"Abbiamo dichiarato in passato che la possibilità di pace, la pace dei coraggiosi, che abbiamo firmato con il nostro partner Yitzhak Rabin di benedetta memoria, è la nostra possibilità strategica. Ma un potere tirannico ed enormi cospirazioni la hanno respinta e stanno ancora respingendo la nostra opzione in nome di una pace giusta, eterna e completa in Palestina, Siria e Libano e nell'intera regione in conformità con la legge internazionale e le sue risoluzioni: 242, 338, 425, 194, 1397 e le altre risoluzioni ed accordi, il più recente dei quali è la road map."

"Chiunque pensi che una falsa pace possa ingannare il nostro popolo soffre di allucinazioni. Non ci sarà pace senza un completo ritiro dai territori palestinesi e arabi, fino alla linea del 4 Giugno [1967]. Allo stesso modo, gli insediamenti illegali, che saccheggiano la nostra terra, la nostra nazione e la nostra libertà, devono cessare di esistere. I coloni devono lasciare la nostra terra palestinese. La pace non può avvenire e la sicurezza non può essere mantenuta all'ombra dell'occupazione e degli insediamenti."

"Noi sosteniamo una pace giusta, eterna e completa, una pace dei coraggiosi in cambio di un ritiro completo dalla nostra terra palestinese e araba. Questo è il principio approvato dagli arabi secondo l'iniziativa del principe ereditario saudita Abdullah. Questa è la base per il principio della conferenza di pace di Madrid, [della conferenza] di Washington e [della conferenza] del Cairo e [delle conferenze] di Sharm Al-Sheikh, Taba, Wye River e Parigi e delle altre [conferenze]. [Questo principio è] terra in cambio di pace."


'Invito il nostro popolo e la nostra nobile nazione araba a serrare le fila'

"Nel momento in cui la cospirazione si sta espandendo e i cospiratori contro di noi e contro l'intera regione prolificano, invito il nostro popolo e la nostra nobile nazione araba a serrare le fila per il ritorno dei nostri territori occupati, in nome della nostra libertà e della nostra difesa dei luoghi sacri alla cristianità e all'Islam nella terra benedetta. [Invito il nostro popolo e la nostra nazione] ad opporsi a questa tempesta che sta passando su di noi nella regione. Noi trionferemo, con l'aiuto di Allah."

"Miei eroici sorelle e fratelli, vi invito, tutti, a [sottomettervi alla] disciplina nazionale, a rispettare il regime generale e la solidarietà sociale [secondo la quale] i benestanti offriranno aiuto ai bisognosi. Siamo [sulla] nave della libertà, stretti nella solidarietà ed uniti. Questa è la fonte di forza e nobiltà del nostro popolo, di fronte ai più arroganti cospiratori e alla macchina di guerra e distruzione in loro possesso."

"Vi benedico tutti e stringo la mano di ognuno di voi, di ogni donna, anziano, ragazzo o ragazza e dico loro: questa patria, questo luogo sacro alla cristianità e all'Islam, Gerusalemme e le altre città sante, i nostri villaggi e campi profughi, sono tutti nostra [responsabilità]. Vi chiedo di proteggere questa [responsabilità] e di difenderla con la vostra anima e il vostro sangue."

"'Resisterai con forza, e potrai farlo solo con l'aiuto di Allah; e non ti affliggere per loro e non farti angosciare dalle loro trame." [7]

Note:
[1] Al-Hayat Al-Jadida (Autorità Palestinese), 16 Maggio 2003. Tutte le note sono state aggiunte da MEMRI.
[2] Corano 28:5
[3] Corano 22:40
[4] E' un gioco di parole - "cavaliere" è fares in Arabo.
[5] Corano 17:7
[6] Corano 22:47
[7] Corano 16:127

(Middle East Media Research Institute, 9 giugno 2003)


INDIRIZZI INTERNET


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