Notizie su Israele 95 - 7 maggio 2002
<- precedente seguente -> indice | |
Se il SIGNORE non fosse stato il mio aiuto, a quest'ora l'anima mia abiterebbe il luogo del silenzio. Quand'ho detto: «Il mio piede vacilla», la tua bontà, o SIGNORE, m'ha sostenuto. Quand'ero turbato da grandi preoccupazioni, il tuo conforto ha alleviato l'anima mia. Il trono dell'ingiustizia ti avrà forse come complice? Esso, che trama oppressioni in nome della legge? Si avventano insieme contro l'anima del giusto e condannano il sangue innocente. Ma il SIGNORE è il mio riparo, e il mio Dio è la ròcca in cui mi rifugio. Egli farà ricadere su di essi la loro malvagità e li distruggerà per la loro malizia; il SIGNORE, il nostro Dio, li distruggerà. (Salmo 94:17-23) INGIUSTIZIA CONTRO VERITA' Gli israeliani hanno portato documenti che provano quello che già da tempo si sapeva: Arafat ha finanziato il terrorismo anche con i soldi dell'UE. La cosa viene affermata a chiare lettere, e non succede nulla. Arafat risponde che è soltanto propaganda israeliana, e tutto finisce lì. Non ha nemmeno bisogno di cercare di dimostrare la falsità delle prove israeliane. E' sufficiente che il capo palestinese rifiuti di prenderle in considerazione, e questo basta per tutti: Nazioni Unite, Unione Europea, Stati Uniti, Lega Araba, Vaticano e tutti i pacifisti internazionali. Colin Powell è stato chiaro: quello che dicono gli israeliani non ha importanza. Arafat deve restare il rappresentante dei palestinesi, delegato a dialogare con Israele. Conclusioni:
Marcello Cicchese IL RAPPORTO ISRAELIANO SUI FINANZIAMENTI DI ARAFAT Arafat comandava e finanziava i terroristi. Anche con i soldi della UE Il ministro israeliano Danny Naveh ha presentato domenica alla stampa un dettagliato rapporto di 103 pagine contenete le prove che legano Yasser Arafat al finanziamento di attentati terroristici. Secondo Israele il "Dossier Arafat", approntato da una commissione guidata dallo stesso Naveh, dimostra che Arafat e altri dirigenti dell'Autorita' Palestinese erano direttamente implicati nel finanziamento del terrorismo. Il rapporto si basa soprattutto su documenti rinvenuti dalle Forze di Difesa israeliane negli uffici palestinesi durante l'operazione Scudo Difensivo e su informazioni raccolte dai palestinesi arrestati. Il rapporto cita anche Marwan Barghouti, capo della milizia armata Tanzim, e Tawfiq Tirawi, capo dei servizi di intelligence palestinesi, come direttamente coinvolti negli attentati terroristici contro Israele. Secondo il rapporto, il "comandante supremo" delle Brigate Al Aqsa - che hanno rivendicato numerosi attentati, anche suicidi - altri non sarebbe che lo stesso Yasser Arafat. Nel dossier e' documentato inoltre il tentativo da parte dell'ufficio di Arafat di reclutare arabi israeliani per attentati all'interno di Israele, nonche' l'utilizzo a scopi terroristici di fondi donati all'Autorita' Palestinese da paesi terzi, compresa l'Unione Europea. Arafat ha infatti pagato centinaia di miliziani del movimento Fatah, compresi membri delle organizzazioni armate illegali Tanzim e Brigate Al Aqsa dedite ad attivita' terroristiche, attingendo ai 9 milioni di dollari che riceve mensilmente dall'Unione Europea, una cifra che da sola copre circa il 10% del budget corrente dell'Autorita' Palestinese. Si tratta di miliziani formalmente impiegati dai vari servizi di sicurezza palestinesi (gia' allargati oltre i limiti previsti dagli accordi firmati), ma che in realta' operano al servizio dei gruppi terroristici Tanzim e Al Aqsa. "In questo modo, Arafat ha usato i soldi della UE per finanziare indirettamente attivita' puramente terroristiche", ha spiegato Naveh. La commissione guidata da Naveh ha documentato anche gli abusi subiti dalla popolazione cristiana nella citta' di Betlemme sotto amministrazione palestinese: estorsioni, confische e violenze fisiche perpetrate con il pieno appoggio dei dirigenti dell'Autorita' Palestinese. Il rapporto contiene inoltre documenti con elenchi di armi da guerra, compresi missili anti-carro, immagazzinate dall'Autorita' Palestinese in violazione di tutti gli accordi firmati. Secondo Naveh, la documentazione presentata nel rapporto dimostra che Arafat non puo' essere considerato un interlocutore di pace. Il rapporto si occupa anche del coinvolgimento nel terrorismo anti-israeliano di alcuni stati arabi come Arabia Saudita, Iraq, Iran e Siria. L'Arabia Saudita ha trasferito sistematicamente denaro alle famiglie degli attentatori suicidi e a gruppi estremisti islamici come Hamas e Jihad Islamica. L'anno scorso, attraverso la Arab Bank, l'Arabia Saudita ha versato un totale di 545.000 dollari a 102 famiglie i terroristi palestinesi, compresa una dozzina di attentatori suicidi morti nel 2001. La Siria ha riversato ingenti fondi che sono stati utilizzati, fra l'altro, per creare le strutture terroristiche nel campo di Jenin. Il rapporto riporta anche lettere di ringraziamento indirizzate al presidente iracheno Saddan Hussein per l'aiuto finanziario dato dal suo paese all'Autorita' Palestinese. (Ha'aretz, Jerusalem Post, 06.05.02) I NOMI DEI TERRORISTI CHE FORSE ARRIVERANNO IN ITALIA BETLEMME - Ecco la lista dei terroristi amici di Arafat trovati nella Chiesa della Natività di Betlemme, che devono essere spediti in Italia [ma sembra che l'Italia non li voglia]. Erano trincerati lì dal 2 aprile e hanno preso in ostaggio giovani e monaci. Jihad Jaara (31 anni), brigate Fatah/Al-Aksa. Secondo informazioni israeliane ha partecipato ad attentati contro soldati e civili israeliani e alle sparatorie da Gilo. Abdullah Daoud (41 anni), capo del servizio segreto palestinese a Betlemme. Secondo informazioni israeliane Daoud ha fabbricato e contrabbandato armi e dato alloggio a terroristi. Ibrahim Moussa Salem Abayat (28 anni), uno dei capi della brigate Al-Aksa a Betlemme. A lui viene attribuito l'omicidio di un soldato israeliano e di un civile, uccisi durante un attentato. Inoltre Abayat è responsabile dell'omicidio del cittadino americano Avi Boaz. Il settantaduenne Boaz è stato ucciso nel gennaio scorso nella località palestinese Beit Sahur, vicino a Betlemme. Ibrahim Mahmoud Salem Abayat (40 anni), attivista del gruppo terroristico Hamas. Lontano parente di Ibrahim Moussa. Ha partecipato a numerosi attacchi contro israeliani nei dintorni di Betlemme. Aziz Abayat (30 anni), membro di Hamas. Ha partecipato alla produzione di armi. Secondo i dati israeliani Abayat ha rifornito di esplosivo almeno due terroristi che all'inizio dell'anno volevano compiere un attentato suicida a Betlemme. Le forze di sicurezza israeliane avevano sventato l'attentato. Mohammed Said (22 anni), membro delle brigate Al-Aksa. Ha partecipato alla preparazione di attentati suicidi. Negli attentati compiuti nel quartiere Beit Israel di Gerusalemme e in un supermercato del centro della città sono stati uccisi in marzo undici israeliani. Seguono nella lista altri palestinesi su cui per ora non ci sono altre informazioni: Ahmed Hamamreh (brigate Al-Aksa), Rami al-Kamel (brigate Al-Aksa), Khalil Abdullah (membro di Hamas), Anan Khamis (brigate Al-Aksa), Mamdouh Nawawreh (brigate Al-Aksa), Mohammed al-Hanna (brigate Al-Aksa), Khaled Abu Nijmeh (brigate Al-Aksa). (Israelnetz Nachrichten, 07.05.02) I MOTIVI DELLA RADICATA DIFFIDENZA ISRAELIANA VERSO L'ONU Perché mai l'Israele non si fida dell'Onu? di Claudio Carpentieri Per ben spiegare le motivazioni alla base della radicata diffidenza israeliana verso l'ONU ed il modus operandi dei suoi vari organismi, è opportuno partire dall'ultimo episodio: lo scorso 15 aprile la Commissione per i Diritti Umani (che ha sede a Ginevra) ha, a larga maggioranza (40 voti su 53) approvato un documento di dura condanna per il (del tutto presunto) "massacro" di Jenin. La Commissione ha espresso "grave preoccupazione" per "le uccisioni di massa perpetrate dalle autorità israeliane contro il |
popolo palestinese": tutto ciò senza neppure attendere che i lavori del comitato internazionale di inchiesta sui fatti di Jenin iniziassero, nè tantomeno permettendo ad Israele di spiegare preventivamente la sua posizione e le sue ragioni. Non solo: il massimo consesso mondiale posto a tutela dei diritti dell'uomo, si è prodotto nella spudorata legittimazione morale del sanguinario terrorismo suicida anti-ebraico, invitando esplicitamente i Palestinesi a "liberarsi dall'occupazione straniera con ogni mezzo, compresa la lotta armata ad oltranza". Tra i membri della Commissione figurano i rappresentanti dei più feroci regimi dittatoriali al mondo, dall'Iran khomeynista alla Siria della "dinastia tirannica" degli Assad (che può addirittura vantare, come membro non permanente, di un seggio al Consiglio di Sicurezza dell'ONU), sino alla Libia del "colonnello" Muhammar Gheddafi (che è solito ordinare ai suoi agenti segreti di mettere bombe sugli aerei di linea carichi di passeggeri: si pensi a Lockerbie), mentre mancano gli Stati Uniti, e proprio i delegati delle nazioni democratiche occidentali (Germania, Gran Bretagna, Canada...) hanno votato contro. Quanto alla costituenda commissione di indagine sui fatti di Jenin essa può vantare, tra i suoi 3 membri (tutti scelti personalmente da Kofi Annan), Cornelio Sommaruga, ovvero colui che, da presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, rifiutò (1999) l'ingresso nell'organizzazione della Magen David Adom ("Stella di David Rossa"), equivalente israeliano della Red Cross, adducendo la seguente, sconcertante motivazione: "Se accettassi il simbolo della Stella di David, perché non dovrei fare altrettanto con la Svastica"? (A voler evidentemente sottintendere che Israele, lo Stato che ha dato rifugio agli scampati dall'Olocausto nazista, in quanto novello Terzo Reich del Medio Oriente, è indegno di essere rappresentato in qualsivoglia organismo internazionale). Nello stesso periodo, egli accettò la candidatura della Mezza Luna Rossa (l'equivalente della Red Cross nei Paesi arabi). Non si ha notizia di reazioni "indignate", riguardo ai due fatti - la votazione di Ginevra e la composizione della "squadra investigativa" su Jenin - da parte del novello Premio Nobel per la Pace (Kofi Annan), e men che meno da quel Presidente della Commissione Europea (Romano Prodi), che pure si era proclamato "amico di Israele" in occasione del recente Israele-day a Roma. Questo comportamento, improntato alla più spudorata faziosità, persiste all'incirca da quarant'anni, cioè da quando - inizio anni Sessanta - la maggior parte dei Paesi del Terzo Mondo si liberò dal giogo coloniale delle nazioni occidentali e, dando vita alla Organizzazione dei Paesi non-allineati (conferenza di Bandung, aprile '55), "svoltò" in senso nettamente anti-americano (tanto è vero che i leader carismatici di quel movimento, l'egiziano Nasser e l'indiano Nehru, furono alleati fedeli dell'Impero Sovietico). In questo periodo, si formò una "santa alleanza" tra regimi arabi, marxisti e terzomondisti che assunsero la preponderanza numerica in seno all'Assemblea Generale dell'ONU (le cui risoluzioni, contrariamente a quelle votate dal Consiglio di Sicurezza,non hanno carattere giuridico vincolante per i governi "interessati"). Giova ricordare, ad esempio, che tutti i campi profughi sono gestiti da personale dell'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati: i suoi impiegati,arabi e non, svolgono le funzioni di medici, insegnanti, tecnici in quegli agglomerati divenuti le fucine del sanguinario terrorismo suicida anti-ebraico. Un breve excursus storico basterà per trovare le "prove" inequivocabili di quanto detto. 1) Nel 1974, l'OLP fece il suo ingresso nell'Assemblea Generale come "osservatore speciale" (un gradino più sotto del titolo di membro a tutti gli effetti). Doveva trattarsi, con ogni probabilità, di un "premio" per le sanguinose azioni terroristiche da essa pianificate e realizzate: come il sequestro e l'eccidio della squadra olimpica israeliana a Monaco di Baviera (5 settembre 1972), oppure la carneficina all'aeroporto internazionale di Fiumicino, nel dicembre del '73 (quando un commando palestinese armato di lanciamissili a spalla fece saltare in aria, alla vigilia di Natale, due Boeing della Pan-Am, trucidando in tutto 32 inermi civili). 2) L'anno successivo (10 novembre 1975), l'Assemblea Generale dell'ONU votò a maggioranza la "Risoluzione 3379", che equiparava il Sionismo, cioè la dottrina del patriottismo laico ebraico su cui si è fondata la lotta per la costruzione di un "focolare nazionale giudaico" in Medio Oriente, ad una ideologia razzista e militarista. Nel caso qualcheduno non lo ricordasse, faccio notare come il segretario generale dell'ONU dell'epoca, il diplomatico austriaco Kurt Waldheim, fu in seguito costretto a dimettersi, perché una campagna di stampa aveva rivelato il suo passato, durante gli anni Trenta e Quaranta, di ufficiale delle SS (la milizia del partito nazista di Hitler che attuò anche l'immane carneficina della Shoà). Una delle ultime "perle" risale a pochi mesi fà. I fatti sono questi: nell'ottobre 2000,a pochi giorni dall'inizio della cosiddetta "IIº Intifada", una pattuglia di riservisti israeliani in perlustrazione presso un tratto della frontiera col Libano viene catturata in un'imboscata dai guerriglieri sciiti dello "Hizbullah" (da notare che 5 mesi prima l'esercito israeliano si era completamente ed unilateralmente ritirato dal Libano del sud, per la cui liberazione lo Hizbullah proclama di lottare). Il fatto viene ripreso dalla videocamera di un soldato indiano dell'UNIFIL, la forza multinazionale di pace che, sotto l'egida dell'ONU, dall'85 "vigila" appunto nella regione: ma l'ONU, nella persona del funzionario danese Terje Larsen - lo stesso che, riguardo al (del tutto presunto) "massacro" di Jenin ha lanciato ad Israele accuse infamanti - prima ha negato ostinatamente l'esistenza del video, poi si è categoricamente rifiutato di consegnarlo al governo di Gerusalemme. (Da notare che esso potrebbe aiutare a trovare il luogo in cui i tre giovani riservisti sono tenuti in ostaggio da 18 mesi dai guerriglieri fondamentalisti libanesi armati e finanziati dall'Iran teocratico). A questo punto, (mi) domando: la radicata diffidenza israeliana verso l'ONU ed il suo "modus operandi", risulta davvero così infondata e pretestuosa? (da "Informazione corretta") SOLIDARIETA' DI CRISTIANI TEDESCHI CON ISRAELE 170 cristiani dell'opera missionaria "Weg zur Freude" (Karlsruhe), sotto la guida del Pastore Siegfried Müller, stanno visitando in questo momento Israele e vogliono così mostrare a Israele il loro amore in questo tempo difficile. Verranno ricevuti anche dal Presidente dello Stato Katzav. (Stimme aus Jerusalem, 05.05.02) - - - - Il 10 maggio 2002 si terrà a Frankfurt am Main, alle ore 15, in Paulsplatz una manifestazione di solidarietà con Israele sotto il motto "ISRAELE, NON SEI SOLO" "Come Cristiani in Germania vogliamo accettare la sfida. L'amore per Dio e per il Suo popolo eletto ci spinge - e il passato colpevole della nostra nazione ci obbliga." Per informazioni: info@cfri.de - - - - Un'altra manifestazione dello stesso tipo e con lo stesso titolo "ISRAELE, NON SEI SOLO" si terrà ad Hannover l'11 maggio 2002, alle ore 14, in Opernplatz. Gli organizzatori propongono di portare cartelli e striscioni con scritte come queste: Israele, non sei solo Gli Ebrei devono poter abitare tra noi in sicurezza Nessuna ripetizione del passato I cristiani sono dalla parte d'Israele Israele deve vivere Israele ha bisogno di amici Chi tocca Israele, tocca la pupilla dell'occhio di Dio Consolate, consolate il mio popolo (Stimme aus Jerusalem, ICEJ-Nachrichten, 06.05.02) HUMAN RIGHT WATCH: "NESSUN MASSACRO A JENIN" Le Forze di Difesa israeliane non hanno fatto nessun massacro nel campo profughi di Jenin. Lo afferma l'organizzazione umanitaria internazionale Human Right Watch dopo aver condotto una propria indagine indipendente. Secondo il rapporto di Human Right Watch, reso noto il 3 maggio, i miliziani palestinesi hanno messo a repentaglio la vita degli abitanti del campo di Jenin preparando e piazzando cariche esplosive all'interno del campo. Inoltre, continua il rapporto, i miliziani palestinesi hanno utilizzato il campo (un quartiere densamente popolato) per preparare e lanciare attentati terroristici. Nel corso delle interviste fatte dai ricercatori di Human Right Watch, nessun abitante palestinese del campo di Jenin ha sostenuto che le Forze di Difesa israeliane vi abbiamo compiuto un massacro. Il rapporto di Human Right Watch cita comunque una serie di casi che implicherebbero violazioni dei diritti umani da parte di soldati israeliani nel corso dei combattimenti a Jenin, e chiede che questi casi vengano indagati da parte delle autorita' israeliane. Il capo dei ricercatori di Human Right Watch ha dichiarato a Israel Radio che la sua organizzazione intende pubblicare, a parte, un rapporto sugli attentati suicidi palestinesi contro obiettivi civili israeliani, un fenomeno che secondo Human Right Watch rientra nella definizione di "crimine contro l'umanita'." Questo rapporto indaghera' anche sull'eventuale coinvolgimento di stati sovrani nella preparazione e nella realizzazione degli attentati suicidi palestinesi. (Jerusalem Post, 3.05.02) SOLIDARIETA' DEGLI AMERICANI CON ISRAELE Il Senato americano e la Camera dei Rappresentanti hanno votato entrambi una dichiarazione di solidarietà con Israele nella sua battaglia contro il terrorismo e di condanna del terrorismo di Arafat. Al Senato la votazione è stata di 94 voti a favore e 2 contro; e alla Camera di 352 voti a favore e 21 contro. (Stimme aus Jerusalem, 05.05.02) INDIRIZZI INTERNET Israel Resource Review |