Notizie su Israele 122 - 2 settembre 2002


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Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli. Ci sia pace all'interno delle tue mura e tranquillità nei tuoi palazzi! Per amore dei miei fratelli e dei miei amici, io dirò: «La pace sia dentro di te!» Per amore della casa del SIGNORE, del nostro Dio, io cercherò il tuo bene.

(Salmo 122.6-9)



INIZIATO L'ANNO SCOLASTICO IN ISRAELE

   
Ariel Sharon inaugura l'anno scolastico in una scuola elementare di Ramle

L'anno scolastico ufficiale si è aperto oggi [1 settembre] in modo parziale e confuso a causa dello sciopero indetto da una delle due associazioni dei maestri in Israele. Circa un milione di bambini della scuola materna e della scuola elementare hanno iniziato questa mattina, ma circa 550.000 ragazzi delle scuole medie e superiori hanno subito la protesta di diverse centinaia di insegnanti. Nelle scuole medie superiori di Gerusalemme, Tel Aviv e Haifa lo sciopero non si è effettuato. Poiché in molte scuole ci sono insegnanti di entrambe le associazioni, alcune classi sono rimaste intatte, altre cancellate, lasciando confusi studenti e insegnanti. Il Ministro dell'Educazione sta considerando la proposta di chiudere tutte le scuole medie superiori fino a che dura lo sciopero. Ufficialmente il Ministro delle Finanze dice che fino a questo momento non ci sono progetti di trattative con gli insegnanti, e avverte che lo sciopero potrebbe durare a lungo.
    La polizia e le altre forze di sicurezza sono in stato d'allerta per assicurare che le scuole non siano prese di mira dai terroristi.
    Nonostante il pasticcio esistente, il Primo Ministro Ariel Sharon e
 
   
   Il Presidente Moshe Katzav in visita alla scuola arabo-iraeliana di Abu Gosh
il Ministro dell'Educazione Limor Livnat hanno visitato la scuola Ben-Tsvi a Ramle, mentre il Presidente Moshe Katzav è stato ospite della scuola elementare nella città arabo-israeliana di Abu Gosh, tra Mevaseret Tzion e Telz-Stone. Sharon ha espresso compiacimento e fierezza nel sentire i bambini che cantavano inneggiando alla pace. "Questo è il solo posto della regione, e forse del mondo, in cui la prima parola che i bambini imparano è 'pace'", ha detto. Katzav, da parte sua, ha detto che "prova pena" ogni volta che viene uccisa una persona innocente. Si è pensato che questa osservazione si riferisse a incidenti come quelli in cui le forze dell'IDF hanno ucciso quattro arabi nei dintorni di Hebron.

(Arutz Sheva News Service, 01.09.02)


LA FALSA EQUIDISTANZA DI ROED-LARSEN


L'ottusità morale di Roed-Larsen, inviato dell'Onu in Medio Oriente

da un articolo di Shlomo Avineri
direttore Istituto Studi Europei all'Universita' di Gerusalemme

    In occasione del nono anniversario della conclusione delle trattative di Oslo fra Israele e Olp del 1993, Terje Roed-Larsen, un diplomatico norvegese che svolse un ruolo determinante in quella trattativa, ha firmato un articolo sull'International Herald Tribune (20.08.02) nel quale rievoca quei fatti e auspica che si possa creare un contesto internazionale che porti alla continuazione del processo di Oslo.
    Roed-Larsen e' un diplomatico esperto, cresciuto nella tradizione umanitaria della socialdemocrazia norvegese. Oggi ricopre la carica di inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente e come tale e' stato anche protagonista di alcune controversie scaturite attorno a quanto accaduto durante le operazioni militari israeliane nel campo palestinese di Jenin.
    Da un diplomatico e delegato dell'Onu come Roed-Larsen ci si aspetterebbe un uso delle parole misurato e attento. Invece il suo articolo a nove anni da Oslo costituisce un esempio illuminate di quella ipocrisia, ottusita' morale e falsa equidistanza che ha finora pregiudicato tutti gli sforzi dell'Onu e della UE per la costruzione della pace in Medio Oriente.
    Roed-Larsen rievoca, con un po' di comprensibile nostalgia, l'atmosfera di speranza e addirittura di euforia che circondo' la felice conclusione dei colloqui di Oslo. All'epoca, in effetti, sembrava che il Medio Oriente fosse sulla soglia di una nuova era. Ma Roed-Larsen non cerca minimamente di analizzare la cause che hanno determinato il fallimento e il collasso di quello che oggi appare evidentemente come un tentativo di riconciliazione molto nobile ma al contempo pieno di limiti. In nessun punto del suo articolo Roed-Larsen ricorda che, in ultima analisi, cio' che ha decretato la fine del processo di Oslo e' stato il rifiuto da parte di Arafat di accettare le proposte Clinton-Barak a Camp David [luglio 2000] e poi a Taba [gennaio 2001]. Per coloro che non ricordano: se Arafat avesse accattato quelle proposte, sarebbe tornato a casa come presidente di uno stato palestinese internazionalmente riconosciuto, con circa il 95% dei territori restituiti al controllo palestinese, decine di insediamenti israeliani smantellati e la parte araba di Gerusalemme ridivisa come capitale di uno stato di Palestina indipendente.
    Roed-Larsen non dice nulla di tutto questo. Un marziano che leggesse oggi il suo articolo non verrebbe mai a sapere che si sono effettivamente tenuti dei negoziati per una composizione definitiva del conflitto israelo-palestinese e che i palestinesi hanno deciso, ancora una volta, di opporre il loro "no".
    Viceversa, tutto cio' che Roed-Larsen ha da dire circa le cause del fallimento di Oslo e' che "entrambe le parti hanno deviato" dai suoi principi: "Israele allargando l'occupazione e costruendo nuovi insediamenti, alcuni gruppi palestinesi facendo ricorso al terrorismo". Questo linguaggio ipocrita non solo costituisce una falsificazione dei fatti storici, ma pone persino sullo stesso piano morale i nuovi insediamenti e gli attentati suicidi. E' lo stesso linguaggio della propaganda araba, che evidentemente Roed-Larsen avalla volentieri.
    Chiariamo bene: sono personalmente contrario agli insediamenti ebraici nei territori, sono profondamente convinto che crearli sia stato un grave errore e sono pronto ad accettarne lo smantellamento nel quadro di un vero accordo di pace. Ma chiunque metta sullo stesso piano l'attivita' degli insediamenti e gli attentati suicidi contro la popolazione civile e' moralmente un ottuso.
    Si puo' capire la sensibilita' morale di una persona della statura di Roed-Larsen verso le sofferenze dei palestinesi, e ci sono molte questioni su cui Israele puo' essere criticato. Ma quando indulge in questi paralleli, Roed-Larsen mi ricorda quei pacifisti modelli di moralismo che, nel 1938, invocavano comprensione per le mire della Germania sui Sudeti sulla base del fatto che Hitler, in fondo, stava solo chiedendo il diritto all'autodeterminazione per i tedeschi dei Sudeti.
    L'ottusita' morale di Roed-Larsen puo' solo deprimere coloro in Israele che sono pronti ad accettare autentici compromessi con i palestinesi e che sono disposti a pagarne il prezzo necessario in termini politici e strategici. Affermazioni come queste, fatte da un alto rappresentane ufficiale delle Nazioni Unite, spiegano bene come mai l'Onu finora non ha potuto ottenere nessun risultato significativo in Medio Oriente e continuera' a non riuscirci se persone come Roed-Larsen continueranno a essere i suoi portavoce nella regione.
    Spero che un giorno anche Roed-Larsen capira' che le sue dichiarazioni rendono solo piu' difficili gli sforzi per la pace. E forse un giorno arrivera' pure a vergognarsi per cio' che oggi ha scritto.

(israele.net, 28.08.02 - dalla stampa israeliana)



IL TESTO DI UN DISCORSO DI NETANYAHU NEGLI STATI UNITI


La cartina al tornasole dei veri "combattenti per la libertà"

di Benjamin Netanyahu

Discorso preparato in occasione della manifestazione filoisraeliana di Washington del 5 aprile 2002

    In questo momento, l'intero Stato di Israele e' in silenzio. Lo Stato Ebraico sta commemorando i 20.000 soldati che diedero la vita per difendere lo Stato di Israele e i migliaia di civili massacrati dalle forze del terrore durante la nostra lunga battaglia per la liberta'. Solo pochi mesi fa, anche l'America ha perso migliaia dei suoi cittadini a causa della crudelta' del terrorismo. E noi siamo qui oggi per rendere omaggio a questi figli e figlie della liberta' caduti.
    Ma sono venuto qui, miei cari amici, anche per ringraziare, per ringraziare tutti voi per essere dalla parte di Israele quando cosi' tanti, a parte l'America, rimangono in silenzio -- per ringraziare il popolo americano e il suo Governo per essere in grado di ricordare la differenza fra liberta' e tirannia, fra giusto e sbagliato, fra buono e malvagio, per ringraziare il Presidente Bush per aver dichiarato con decisione che il terrorismo, l'attacco deliberato contro i civili, non e' mai giustificato; e' sempre immorale -- e per aver coraggiosamente imboccato la strada che portera' il mondo libero alla vittoria.
    Mai piu'grande amico di Israele si e' trovato nella Casa Bianca, e nessun Presidente si e' mai battuto per una causa piu' giusta. Israele e gli Stati Uniti oggi stanno combattendo la stessa battaglia, intraprendendo la stessa guerra, confrontandosi con lo stesso male. Come gli Stati Uniti, Israele non ha cercato questa guerra. Ci e' stata imposta da un nemico crudele che esalta la cultura della morte, una cultura in cui gli assassini vengono chiamati martiri e dove il suicidio viene santificato.
    Amici miei, un nemico che manda i bambini a morire e ad uccidere altri bambini e' un nemico che non puo' essere placato. Un nemico che propugna apertamente la distruzione del nostro Stato non e' un partner per la pace. Di fronte a questa malvagita', non ci possono essere negoziati o concessioni, perche' l'unico modo di affrontare, di combattere questa malvagita' -- e' fronteggiarla. L'unico modo per sconfiggerla e' distruggerla. E quando il terrorismo sara' sconfitto, credo che gli altri palestinesi eleggeranno chi sara' in grado di costruire una pace vera e duratura.
    Ora, non voglio che siate ingannati dai sostenitori del terrorismo. Ci dicono che il modo per porre fine al terrorismo e' soddisfarlo, andando incontro o arrendendosi alle richieste dei terroristi -- perche', ci dicono, la causa del terrorismo -- avete mai sentito niente di simile? -- la causa del terrorismo e' la privazione dei diritti nazionali e civili.
    Bene, esaminiamo questa affermazione. Se fosse cosi', allora in migliaia di conflitti e lotte per i diritti nazionali e civili del nostro tempo, dovremmo trovare infiniti esempi di terrorismo. Ma indovinate un po': non e' cosi'.
    Mahatma Gandhi non uso' il terrorismo per la lotta per l'indipendenza dell'India. I popoli dell'Europa dell'est non fecero ricorso al terrorismo per abbattere il muro di Berlino. Ma un altro esempio; un altro esempio. Martin Luther King non ricorse al terrorismo nella sua lotta per ottenere uguali diritti per tutti gli americani. Infatti, parlando in questa citta', proprio in questo luogo, 40 anni fa, Martin Luther King predicava una dottrina che era l'esatto opposto del terrorismo -- la non violenza; esattamente l'opposto.
    Per questo dobbiamo chiederci: come mai tutte queste persone hanno portato avanti la propria causa senza ricorrere al terrorismo? Perche' credevano nella sacralita' di ogni singola vita umana, perche' credevano negli ideali di liberta', perche' si battevano per i valori della democrazia; semplicemente, perche' erano democratici, non terroristi. Ecco perche'.
    Ma, vedete, chi pratica il terrorismo non crede in questi ideali. Di fatto, crede nell'esatto opposto. Crede che la causa che porta avanti sia cosi' importante, cosi' totale, da giustificare qualsiasi cosa. Crede che gli conferisca il diritto di infrangere qualsiasi legge, di abbandonare ogni codice morale, di gettare ogni diritto umano nel fango. Crede che la sua causa permetta di assassinare e mutilare indiscriminatamente uomini e donne innocenti. Crede che consenta di far saltare in aria autobus pieni di bambini.
    Amici, c'e' un nome per la tendenza che produce questa malvagita'. Si chiama totalitarismo. In realta', questa e' la causa del terrorismo. La causa del terrorismo e' la tendenza totalitaria, una tirannia che sottopone ad un lavaggio del cervello i propri sudditi, per cancellare ogni regola morale nell'interesse di una causa malata. Ed ecco perche', da sempre, il totalitarismo si accompagna col terrorismo, da Lenin a Stalin, da Hitler agli ayatollah, da Saddam Hussein a Osama Bin Laden a Yasser Arafat.
    Amici, voglio che mi ascoltiate attentamente, perche' c'e' un'altra cosa che vi voglio dire. Il fatto non e' solo che gli obiettivi dei terroristi non giustificano i mezzi che usano. Il fatto e' che i mezzi che scelgono fanno capire quali siano i loro reali obiettivi, perche' chi ha come obiettivo degli innocenti non proteggera' mai la liberta' e i diritti umani.
    E come possiamo saperlo? Lo vediamo chiaramente ogni volta che

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dei terroristi salgono al potere. Chi combatte da terrorista governa daterrorista, istituendo losche dittature, sia in Iraq che in Iran, sia in Afghanistan che in Arafatistan.
    E in verita', Yasser Arafat e' la quintessenza del terrorista. Sia i mezzi che usa che i suoi obiettivi sono illegittimi. Arafat persegue l'obiettivo di distruggere uno Stato, utilizzando i mezzi del suicidio, suicidio e terrorismo di massa. Arafat non vuole uno Stato Palestinese al fianco di Israele. Vuole uno Stato Palestinese al posto di Israele.
    Ma, amici, ogni volta che Israele ha avuto a che fare con un leader arabo che era sinceramente interessato alla pace e parlava di pace al proprio popolo in arabo, ogni volta che ci siamo trovati di fronte a questo tipo di leader, abbiamo ottenuto la pace.
    Menachem Begin firmo' la pace con l'egiziano Anwar Sadat, e Yitzhak Rabin firmo' la pace con il re di Giordania Hussein. Ma cinque Primi Ministri israeliani non sono stati in grado di firmare la pace con Arafat. Sapete perche'? Perche' Arafat non vuole la pace.
    Ora, lasciate che vi mostri la differenza fra questi leader. Finche' vivro', non potro' dimenticare il giorno in cui re Hussein venne con me a visitare le famiglie di sette giovani studentesse israeliane, di 12 anni, uccise da colpi di arma da fuoco da un soldato giordano impazzito. Si inginocchio' davanti alle famiglie, davanti alle madri e ai padri. Stava piangendo. Le lascime scorrevano sul suo viso, e disse: "Per favore, per favore, perdonatemi. Per favore, perdonatemi"
    Ora, confrontatelo con Yasser Arafat. Sapete cosa fa? Glorifica questi assassini di massa. Dedica loro pubbliche piazze. Da' il loro nome a edifici e strade, in loro onore. Dedica asili ai suicidi. Dedica Universita' ai suicidi. Dedica musei ai suicidi. Per l'amor di D*o, questo e' l'uomo che paga i conti. Firma gli assegni per l'esplosivo dei suicidi. E' un terrorista, se mai ce n'e' stato uno.
    Ora, forse ricorderete che molte persone proprio qui, in questa città, e molti in Israele, molti a Washington e molti a Gerusalemme, avevano sperato, all'inizio degli accordi di Oslo, che Arafat avrebbe dato prova di essere un vero uomo di stato, il re Hussein palestinese. Invece, ha dimostrato di essere il Saddam Hussein palestinese.
    E vi chiedo: come vi comportate con Saddam Hussein? Negoziate con lui? Gli fate concessioni? Cercate di accontentarlo? No, esatto. Fate quello che gli Stati Uniti hanno appena fatto con i talebani. Lo sconfiggete.
    L'America giustamente ha sconfitto i talebani. E oggi, con una storica missione che merita il supporto dei popoli e delle nazioni civilizzati di tutto il mondo, il Presidente Bush sta coraggiosamente portando il mondo libero a demolire il regime di Saddam prima che si procuri armi atomiche.
    Bene, se dobbiamo porre fine al terrorismo e cominciare la pace nella nostra parte del mondo, anche Israele adesso deve distruggere il regime di Arafat, e anche questa missione merita il supporto di tutti i nemici del terrore e di tutti gli amici della liberta'.
    Penso che raccogliere questo supporto sia piu' facile oggi rispetto a un anno fa. Penso che il vero volto del terrorismo palestinese sia stato finalmente smascherato. Il popolo di questa grande nazione non si lascia ingannare da Yasser Arafat e dai suoi sostenitori sulle TV americane. Gli americani sanno che Yasser Arafat non e' nient'altro che Osama Bin Laden con un buon PR. Gli americani sanno che anche se sembra un papero, cammina come un papero, e parla come un papero, e' un terrorista.
    Oggi, riuniti nella capitale della liberta', lanciamo un forte messaggio al mondo intero. A chi in Europa 60 anni fa non fece nulla per impedire il massacro di milioni di ebrei e oggi e' schierato con gli assassini di massa che cercano di distruggere lo Stato Ebraico, lanciamo questo messaggio: la vergogna della storia ricadra' nuovamente su di voi.
    Agli antisemiti del mondo, lanciamo un messaggio di disprezzo. Il popolo ebraico non ha paura. Non fuggiremo di fronte ai feroci attacchi, gli attacchi che lanciate contro di noi. Resisteremo coraggiosamente a voi e a tutti gli altri nemici. E ai terroristi e ai regimi terroristici che li supportano, lanciamo un avvertimento: il mondo libero, guidato dal Presidente Bush, si e' reso conto della vostra malvagita'. Al terrorismo non sara' data tregua, finche' non sara' spazzato via dal nostro mondo.
    Amici, voglio congratularmi con voi per la piu' grande manifestazione di supporto ad Israele della storia di Israele stesso. Vi assicuro che rimanendo uniti e fieri, vinceremo questa guerra. Difenderemo i nostri stati e proteggeremo la nostra liberta'. E difendendo lo Stato Ebraico, voi tutti, oggi qui a Washington, ebrei e non ebrei, state difendendo la causa della liberta', una causa che ancora una volta rende l'America, Israele e i difensori della liberta', l'ultima e la migliore speranza sulla terra.
    Vinceremo.

("Amici di Israele", 28/08.02)



MISURE PRECAUZIONALI CONTRO IL POSSIBILE ATTACCO DI SADDAM HUSSEIN


Dibattito in Israele sulla vaccinazione anti-vaiolosa
e la distribuzione di pillole contro la contaminazione radiottiva

di Ellen Shmueloff,
Dipartimento di Comunicazioni e Marketing,21 agosto 2002

Mentre continuano le speculazioni su un imminente attacco americano all'Irak, la possibilità che un' operazione del genere possa scatenare un contrattacco iracheno contro Israele è considerata molto probabile. Non solo, ma dal momento che
 
   
Operazione di vaccinazione contro il vaiolo nell'ospedale Haschomer di Tel Aviv
viene generalmente ritenuto che Saddam Hussein stia ammassando un arsenale di armamenti non convenzionali, Israele deve essere preparato alla possibilità concreta che queste armi letali vengano usate contro i suoi abitanti, proprio come Saddam non esitò ad usarle in passato contro i curdi iracheni.
    Saddam Hussein accresce in continuazione il sostegno finanaziario destinato ai palestinesi, pagando fino a 10.000 USD alle famiglie di coloro che sono stati uccisi in combattimento contro l'esercito israeliano, e fino a 25.000 USD a quelli che hanno avuto la casa demolita dall'esercito. Le attività irachene all'interno della popolazione palestinese vengono portate avanti nell'ambito di un preciso contesto: Saddam è perfettamente conscio della possibilità di un attacco americano che incombe sull'Irak e vuole fomentare nella nostra regione un'instabilità, che possa prevenirlo o quanto meno ritardarlo.
    Il Washington Times  del 19 agosto riferisce che, la scorsa settimana, i Servizi di intelligence americani hanno individuato in una fabbrica irachena delle attività che hanno accresciuto il timore che il programma di armamento biologico di Saddam Hussein stia progredendo. Quest'ultimo rapporto dei Servizi si aggiunge ad altri recenti rapporti, indicanti che l'Irak sta lavorando ad armi biologiche, comprese unità biologiche mobili autotrasportate.
    Per il momento, il principale pericolo di bio-terrorismo è rappresentato dal contagiosissimo virus del vaiolo. In Israele, la vaccinazione anti-vaiolosa fu sospesa nel 1980, pochi anni dopo che Organizzazione Mondiale della Sanità aveva dichiarato sradicata la malattia.
    Oggi il Gabinetto per la Sicurezza ha deciso di vaccinare i 15.000 addetti al pronto intervento, incaricati di evacuare, diagnosticare e curare le possibili vittime del contagio. La decisione di vaccinare il personale medico e le squadre di soccorso, di sicurezza e di emerganza è il preludio ad una possibile fase successiva, in cui potrebbe essere vaccinata l'intera popolazione, in caso le circostanze della sicurezza ne imponessero la necessità.
    In questo momento in Israele si è scatento un acceso dibattito riguardante la necessità di vaccinare tutti gli abitanti del paese, nella calcolata probabilità che Saddam sia in grado di produrre e spargere il virus del vaiolo.
    Yehoshua Shemer, ex-Direttore Generale del Ministero della Sanità e membro dell'Intendenza all'Ospitalizzazione di Emergenza ha affermato che : "con la comparsa del primo caso di vaiolo in una qualsiasi parte del mondo, sarà necessario vaccinare tutti gli abitanti di Israele nel giro di quattro giorni".(Jerusalem Post, 14 agosto 2002).
    Il Prof. Aryeh Eldar, capo dell'équipe del Ministero della Sanità preposta alla prevenzione delle epidemie, è uno dei principali sostenitori della vaccinazione totale, sostenendo che: "non vaccinare tutta la popolazione potrebbe trasformarsi in una catastrofe nazionale, poiché non vi sono cure per la malattia, che è altamente contagiosa e nel 30% dei casi termina con la morte del contagiato". (Yediot Aharonot, 15 agosto 2002).
    Il Dott. Meir Steiglitz, uno studioso di terrorismo internazionale, è il principale oppositore alla vaccinazione di tutta la popolazione ed afferma che: "Si tratta di un grosso rischio per la salute. I casi di morte come conseguenza diretta della vaccinazione sono stimati uno su un milione, ma si calcola che i casi di meningite o di altre complicazioni siano uno su 200.000. Inoltre la vaccinazione di tutta la popolazione rappresenterebbe un peggioramento significativo della situazione dell'economia e del turismo in Israele".(Yediot Aharonot, 15 agosto 2002).
    Il Ministero della Sanità ha già vaccinato circa 600 lavoratori del settore.  Nel corso delle prossime settimane o dei prossimi mesi, essi doneranno il proprio sangue, affinché da esso possano essere preparati gli anti-corpi da somministrarsi ai circa 20.000 israeliani soggetti a deficienze immunitarie ed alle donne incinte, più propensi a sviluppare complicazioni con l'inoculazione del normale vaccino.
    Il vaccino viene prodotto in Israele ed il Ministero della Sanità ha dichiarato che entro breve tempo ve ne sarà abbastanza per tutti gli abitanti.
 
   
   Un ragazzo etiopico segnala alla soldatessa israeliana che tutto è a posto in una distribuzione di maschere antigas
    Un'altra precauzione che viene discussa ora in Israele è la distribuzione di capsule di iodio, per contrastare gli effetti della radioattività. Tali pillole potrebbero rivelarsi necessarie, in caso i reattori nucleari israeliani venissero colpiti da missili convenzionali o in caso di guasto agli impianti nucleari, o se fossero colpiti dei battelli americani a propulsione nucleare, all'ancora nei porti di Haifa e di Ashdod.
    E' stato deciso che le pillole saranno distribuite alle popolazioni residenti nelle vicinanze dei reattori o dei porti e non a tutta la popolazione.  Nelle prossime settimane, tali abitanti a rischio verranno invitati a presentarsi ai già esistenti centri di distribuzione delle maschere anti-gas per ricevere le capsule.
    Le pillole di ioduro di potassio, che costano circa un dollaro l'una, sono l'unica difesa contro l'esposizione interna alle radiazioni nucleari, poiché sono in grado di prevenire il cancro alla tiroide, schermando la ghiandola contro radioattività.
    Le capsule di ioduro di potassio si trovano già nei magazzini del Comando del Fronte Interno, così che, in caso di fuoriuscita di materiale radiottivo, possano essere prese le necessarie misure di protezione della popolazione nelle aree contaminate.

(Keren Hayesod, 29.08.02)


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