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Ben Abraham, una voce instancabile

Nel nord-est del Brasile, nella città di Fortaleza, il pastore evangelico Josè Nogueira organizza ogni anno la "Settimana Israele-Brasile" per gli amici di Israele. Nell'ultimo incontro del 2011 è stato invitato un sopravvissuto all'Olocausto di rilievo, il dr. Ben Abraham con sua moglie Miriam. La missione evangelica internazionale "Mitternachtsrufe", presente all'incontro con due suoi operatori, ha intervistato la coppia e ne ha tratto un articolo comparso sull'ultimo numero di "Nachrichten aus Israel". Pubblichiamo qui la traduzione dell'articolo in occasione della "Giornata della Memoria".

Ben Abraham
Ben Abraham è nato nel 1924 nella città polacca di Lodz, in una distinta famiglia ebrea. Il suo corso di studi è stato interrotto dalla seconda guerra mondiale. Nell'invasione dei tedeschi fu uno dei primi ad essere rinchiuso in un ghetto e costretto poi ai lavori forzati nelle fabbriche tedesche. Fino al momento della sua liberazione, avvenuta l'1 e il 2 maggio 1945, è riuscito a sopravvivere ai campi di concentramento di Braunschweig, Wattenstadt, Ravensbrück e Auschwitz. Dei suoi 200 parenti ne sono sopravvissuti soltanto due: lui e una sua cugina. Per due anni è stato curato nelle cliniche americane. All'inizio pesava soltanto 28 kg (!), aveva la tubercolosi in entrambi i lobi polmonari, lo scorbuto e la dissenteria. Dopo di che è andato in Israele e nel 1948 ha partecipato come conducente di camion alla guerra d'indipendenza. Nel 1955 è emigrato in Brasile e ha sposato la sopravvissuta all'Olocausto Miriam. Nella sua funzione di uno dei più importanti sopravvissuti all'Olocausto in Brasile e in tutto il mondo, ha pubblicato 15 libri e visitato 70 paesi. Ancora oggi, instancabilmente, coglie ogni occasione che gli si presenta per riferire sulle crudeltà dei nazisti durante l'Olocausto e mettere in guardia sul pericolo dell'antisemitismo. E' stato insignito di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. E' cittadino onorario di molte regioni e capoluoghi brasiliani.

- Dr. Abraham, in che cosa consiste il suo compito oggi?
  Mi sono imposto come incarico di vita di scrivere sul tempo del nazismo e di parlare su questo argomento ovunque sia invitato: in scuole, università, chiese, alla radio e alla televisione. Questo è il mio incarico contro la dimenticanza.

- Adesso lei è già in un'età avanzata. Perché lo fa, e che cosa fa?
  
A questa domanda c'è una sola risposta: io debbo e voglio dire al mondo che cosa è stato l'Olocausto. Vorrei avvertire secondo il motto: «Olocausto, mai più!» I sei milioni di morti non possono più parlare, quindi parliamo noi al loro posto.

- Lei ha già scritto 15 libri e fa parte dell'Unione dei Sopravvissuti all'Olocausto sia in Brasile che nel mondo e ha visitato 70 paesi portando il suo messaggio. Ne è valsa la pena?
  
Certamente! L'uomo ha bisogno di un incarico nella vita, e nel campo di concentramento io ho trovato il mio preciso incarico di vita: cioè dire continuamente a un mondo dimentichevole quello che uomini possono fare ad altri uomini.

- Che età aveva quando è entrato in campo di concentramento?
  
Sono stato arrestato a 14 anni e liberato a 20 anni. I ricordi sono molto tristi. Impiccagioni di massa, fucilazioni, torture - anch'io sono stato torturato. E' quasi impossibile descrivere quello che allora si faceva. Uomini e donne in fila davanti alle camere a gas, senza vestiti, privati totalmente della loro umana dignità.... Dai camini di Auschwitz saliva al cielo fumo nero e fuoco. Il puzzo di carne bruciata mi rimaneva costantemente nel naso... Ho vissuto tutto questo come prigioniero, rinchiuso e circondato da filo di metallo elettrizzato. Abbiamo visto molte persone che di notte si toglievano la vita correndo contro fili elettrici del recinto per il semplice fatto che non riuscivano più a sopportare la vita nel lager. Oggi io vivo per raccontare quello che è successo e per imprimerlo nella memoria delle nuove generazioni.

- Aveva la speranza di sopravvivere?
  
Sono sopravvissuto soltanto perché avevo il fermo desiderio di raccontare tutto dopo la guerra. Soltanto per questa speranza sono sopravvissuto. Chi nel campo di concentramento perdeva la speranza era perduto!

- Nel 1945 lei pesava 28 kg, aveva la tubercolosi a entrambi i polmoni, lo scorbuto e la dissenteria (infezione della pelle), che a quel tempo equivaleva a una condanna a morte. E' stato un miracolo che nonostante tutto questo lei sia sopravvissuto?
  
Quando nel campo di concentramento vacillavo, giuravo a Dio che se fossi davvero sopravvissuto, avrei raccontato alle future generazioni quello che avevo sperimentato e visto.

- Come ha continuato a elaborare le spaventosi immagini dell'Olocausto?
  
La signora Abraham: Non è semplice. Ogni volta che parlo di questo le spaventose immagini prendono di nuovo vita davanti ai miei occhi. Ma prendiamo su di noi questo peso per avvertire altri. Svolgiamo questo compito di chiarificazione affinché l'Olocausto non abbia mai più a ripetersi. Avevo soltanto 9 anni e ho dovuto vedere come la mia famiglia è stata fucilata in una fossa nel bosco che avevamo preso come nostra «casa». Io sono scampata perché mi trovavo a pochi metri di distanza e ho potuto nascondermi tra i cespugli. Ripensare a questo, ancora oggi mi fa male.

- Avete ricevuto dalla Germania qualche forma di risarcimento?
  
Sì. Ma è stato il pagamento per gli anni di lavoro forzato che ho fatto nelle fabbriche tedesche.
  La signora Abraham: All'inzio io ho rifiutato, ma mi è stato consigliato di accettarlo e di darlo a dei bisognosi. E' quello che abbiamo fatto: con il risarcimento abbiamo sostenuto istituzioni di beneficenza.

- Come mai gli ebrei non si sono difesi contro la violenza dei tedeschi?
  
Perché tutto l'ambiente intorno era contro gli ebrei. E' cominciato tutto molto lentamente e all'improvviso quasi tutti si sono messi contro gli ebrei. Buoni vicini hanno denunciato i loro amici, la pressione aumentava sempre di più. Hitler e i suoi collaboratori hanno costruito una vera e propria industria della morte davanti alla quale non c'era più quasi nessuna possibilità di fuga. Ci sono state eccezioni, ma ogni sollevazione o resistenza avrebbe portato immediatamente alla morte. Quindi si cercava di fuggire o di nascondersi. Bisogna dire però che i tedeschi uccidevano e assassinavano perché aveva ricevuto l'ordine di farlo, gli ucraini invece usavano crudeltà per puro sadismo.

- Com'era la situazione degli ebrei prima e dopo la fondazione dello Stato d'Israele?
  
Se l'Olocausto ha prodotto qualche cosa di buono, questa è stata la fondazione dello Stato d'Israele. Adesso gli ebrei hanno una loro patria, cosa che prima non avevano. Nell'anno 70 della nostra era gli ebrei sono stati cacciati dal loro paese dai romani Tito e suo figlio Vespasiano. Nei diversi paesi in cui sono fuggiti, in tempi di crisi sono sempre stati bollati dai signori del momento come capri espiatori, senza che avessero una protezione o un luogo in cui rifugiarsi. Questo è finito. Adesso c'è Israele che accoglie e integra ogni ebreo, indipendentemente da dove arriva.

- Come mai gli ebrei nel corso della storia si sono dimostrati così raffinati nel fare soldi?
  
Perché spesso gli ebrei soltanto con i soldi hanno potuto riscattare la loro vita e salvarsi quando i signori del momento ordinavano di ucciderli o di cacciarli.

     
- Perché i cristiani in Germania non si sono opposti a Hitler?
  
Il dominio di Hitler era quello di un tiranno senza scrupoli. Si era arrivati al punto che un padre aveva paura di dire qualcosa contro il governo davanti a suo figlio. Tutti avevano paura, ed erano così impauriti che la resistenza quasi non esisteva. Si aveva paura di essere denunciati e di finire in campo di concentramento. Certamente in quel periodo molti cristiani in Germania hanno dimenticato quello che in realtà devono agli ebrei: non soltanto la loro Bibbia, gli apostoli e gli evangelisti, ma perfino il loro Cristo. Questo avrebbe dovuto essere sufficiente per restarci vicini! A questo si aggiunge la questione umanitaria, perché non sono stati soltanto gli ebrei ad essere uccisi nelle camere a gas e poi bruciati nei crematori, ma anche i minorati, gli zingari e altre minoranze che sono state rigettate perché potesse sorgere una «razza superiore».

- I tedeschi erano uno dei popoli più civilizzati prima che Hitler andasse al potere...
  
Con il terrore all'interno e con la manipolazione Hitler ha trasformato il popolo tedesco in un gregge di pecore cieco e ubbidiente. Hitler è venuto fuori dal nulla e ha provocato un danno disastroso. Questo può accadere ancora oggi a ogni popolo che vuole seguire ciecamente un «Führer». Spero soltanto che quello che hanno dovuto subire gli ebrei non debba capitare a nessun altro popolo. Per questo dobbiamo tutti vigilare!

- Che cosa possiamo imparare dalla storia e dalla seconda guerra mondiale? Che cosa vede nel futuro?
  
Temo che l'umanità non abbia imparato niente. Dopo la seconda guerra mondiale si diceva: «Mai più guerre!» E invece sono venute altre guerre con molta sofferenza, e ancora una volta con massacri di molti innocenti. Una prova che l'umanità non ha imparato niente dal passato.

- Gli antisemiti sostengono che oggi i soldati israeliani fanno ai palestinesi quello una volta hanno fatto i nazisti agli ebrei.
  
Per quanto riguarda la fondazione dello Stato d'Israele e gli anni successivi, è sufficiente informarsi su quello è veramente accaduto. Si dovrebbe sapere chi è che ha cominciato le guerre e chi ha giurato di buttare a mare gli ebrei... C'è un'enorme ignoranza della storia, non soltanto tra i palestinesi, ma anche tra i politici e tra i gestori dei media. Quello che mi sconcerta è il fatto che molti che si dicono cristiani non hanno alcuna idea di quello che è veramente successo al tempo del nazismo. Ogni paragone a questo riguardo è fuori posto. E' sconcertante vedere che spesso perfino leader cristiani invitano al boicottaggio di prodotti israeliani e si dichiarano favorevoli a sanzioni contro Israele e alla condanna di Israele all'ONU.

- A chi appartiene secondo lei la terra d'Israele?
  Per rispondere a questo basta leggere la Bibbia!

- Come vede il sostegno a Israele da parte di cristiani sionisti?
  
Sono molto impressionato dal loro amore e impegno per Israele. Israele e tutto il popolo ebraico hanno urgentemente bisogno del vostro aiuto e sostegno! Il fatto che l'America sostenga Israele non dipende da qualche potente lobby ma dai 20 milioni di cristiani evangelici che amano Israele e prendono posizione per il popolo ebraico, perfino in opposizione al proprio governo secolare.

- Il 27 gennaio è l'ufficiale Giorno della Memoria, lo "Yom Ha-Shoah". Che ne pensa?
  
Un giorno come questo è importante per ricordarsi di quello che è successo. Affinché impariamo dalla storia e dal passato al fine di vivere meglio nel presente, affinché simili crudeltà e ingiustizie non abbiano più a ripetersi e non accada più che ci siano persone che a causa della loro origine, religione o appartenenza a un popolo siano discriminati e uccisi.

(Nachrichten aus Israel, gennaio 2012 - trad. www.ilvangelo-israele.it)