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Israele: dall'isolamento alla sparizione?

di Deborah Fait

Prendete la lente di ingrandimento e guardate bene dove si trova Israele, in mezzo all'immensità del mondo arabo che lo vorrebbe eliminare da ormai 63 anni.


Hamas e Fatah hanno su Israele un pensiero condiviso, come sta scritto sulle loro Carte costituzionali, e come hanno gridato al mondo il 15 Maggio 2011: "I palestinesi nutrono grandi speranze di porre termine al progetto sionista".
  Dopo l'invasione di Israele, sei ore dopo la sua fondazione nel 1948, e la sua vittoria su sette eserciti arabi, passarono alcuni anni di guerra di attrito da parte dei Paesi arabi come Egitto, Giordania, Siria.
Nel 1965 nasce l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), con due soli obiettivi: rovesciare in Giordania il regime di re Hussein e arrivare con tutti i mezzi del terrorismo alla distruzione dello stato di Israele. Il primo capo dell'OLP fu Ahmed Shukeiri, un violento subito defenestrato da un altro elemento violento ma politicizzato a Mosca, Yasser Arafat e da quel momento ebbe inizio per il Medio Oriente un periodo da incubo, un infernale periodo in cui attentati e morti si susseguirono senza sosta.
  Il genio malefico di Arafat si rivelò alla grande nella capacità di spostare le simpatie dell'Europa da Israele ai palestinesi, con una propaganda battente e attentati sanguinosi dentro e fuori i confini di Israele. Prima Israele doveva combattere solo contro i Paesi arabi tutti insieme, uniti nel tentativo di distruggerlo, e le simpatie europee erano per Israele; poi la Lega Araba, con l'OLP in testa, decise di dare ad Arafat il compito di destabilizzare questa situazione, trasformando, nell'opinione pubblica occidentale, il piccolo Israele in uno Stato potente e aggressivo contrapposto a un mondo arabo umiliato, per le guerre perse e soprattutto a un popolo palestinese inventato ad hoc, e l'obiettivo fu raggiunto. Da quel momento per Israele non vi fu più speranza, e ogni tentativo di difesa veniva trasformato in aggressione verso i poveri palestinesi.
Scriveva Abba Eban:
    "La sostituzione dell'immagine del palestinese a quella dell'arabo ebbe l'effetto di creare confusione in quei settori della pubblica opinione. …Da un giorno all'altro Israele si era trasformato da Davide in Golia: aveva commesso il nero peccato della sopravvivenza".
Tra il 1967 e il 1973 il terrorismo palestinese colpisce non solo Israele ma si sposta anche in Europa, colpendo soprattutto gli aeroporti e inventando, per la prima volta nella storia, le esplosioni di aerei in volo. Nel 1968 un aereo israeliano viene attaccato all'aeroporto di Atene, molti morti e feriti. Nel 1969 un altro aereo israeliano viene attaccato a Zurigo, mentre a Gerusalemme esplode una bomba in un supermercato e fa molte vittime. Nel 1970 esplode in volo un aereo del Swissair mentre volava da Zurigo verso Israele, 38 morti tra i passeggeri e 9 tra i membri dell'equipaggio. Un aereo della Sabena viene attaccato, sempre all'aeroporto Ben Gurion, e solo una perfetta operazione lampo israeliana salva i 150 passeggeri. Ancora all'aeroporto Ben Gurion in Israele, nel 1970, un commando di tre giapponesi arruolati dall'OLP semina morte tra turisti appena arrivati in Israele, 26 morti e 80 feriti. Nel 1972, a Monaco, nel corso delle Olimpiadi, undici atleti israeliani furono trucidati dai palestinesi. L'attentato fu organizzato da un sottoposto di Arafat, Abu Mazen … vi ricorda qualcuno?
  Ancora nel 1972 un mangiadischi pieno di esplosivo viene consegnato a Roma a due ignare turiste inglesi da terroristi palestinesi con i quali avevano fatto amicizia. Fortunatamente il mangiadischi viene bloccato al controllo dell'aeroporto. Doveva esplodere su un aereo EL AL diretto a Tel Aviv con 148 passeggeri a bordo. Silenzio delle autorità italiane. I due terroristi, Ahem Zahid e Alì Ashen, saranno prosciolti da ogni accusa dal giudice di turno e liberati. Nel 1973, a Roma, furono trovati 5 palestinesi con una grande quantità di armi e lanciamissili di fabbricazione sovietica destinati ad abbattere un aereo della EL AL. Anche a questi cinque fu concessa la libertà e fatti uscire dal Paese. Nel 1973 due terroristi palestinesi, a Vienna, prendono in ostaggio due ebrei sovietici chiedendo, in cambio della loro salvezza, che l'Austria non accolga più ebrei fuggitivi provenienti dall'URSS. Bruno Kreiski, il Presidente austriaco, ebreo, ma filopalestinese, accetta.
Poi ci fu l'Europa punita e costretta ad andare a piedi, sempre nel 1973, a causa dell'embargo del petrolio da parte degli arabi, per convincere gli europei che Israele non andava difeso, né capito, né aiutato.
  Il totale isolamento di Israele era incominciato.
  E il totale isolamento di Israele continua ancora dopo 63 anni dalla fondazione.
  Obama chiede oggi a Israele di ritirarsi dietro i confini del 1967, in realtà si tratta delle linee armistiziali del 1949, che significherebbe l'impossibilità di Israele a difendersi da ogni tipo di aggressione riducendo la larghezza del suo territorio, dal mare al 'confine', a 16 km.
  Bibi Netaniahu ha risposto "No, non ci sto".
  Quello che mi chiedo è come facciano i grandi del mondo a ragionare così. I palestinesi vogliono fare di Israele un puntino minuscolo nella mappa mediorientale, pretendono di far tornare in Israele 4 o 5 milioni di profughi, seconda, terza, quarta, quinta generazione, ed ecco fatto il miracolo: l'odiato Israele scompare, non più isolamento ma sparizione, cioè esaudire ogni desiderio arabo da 63 anni a questa parte.
  Facciamo una carrellata con frammenti di questi anni:
  • "L'odio che insegnamo ai nostri figli è sacro" (Ministro dell'Educazione nazionale in Siria).
  • "Gli israeliani sono la feccia delle Nazioni, non hanno niente in comune con gli altri uomini" (Ministro dell'educazione egiziano).
  • "Noi seguiremo la parola del Profeta e libereremo la Santa Palestina dalla loro presenza sacrilega" (Storia dell'Islam, pubblicata dall'Unione Socialista Araba).
  • "Gli arabi non cesseranno di agire per sterminare Israele" (1963, Ministero dell'educazione de Il Cairo).
  • "Gli ebrei hanno quel che si chiama la festa di Pasqua o festa del pane azzimo che celebrano col sangue di un non ebreo. In seguito prendono un pezzo di carne umana e la mischiano alle mazzot. Il rabbino pratica la carneficina. Questo è il nostro nemico, questa la sua natura" (Il Cairo Al Akhbar 1972).
  • "I servizi di informazione ebraici rapiscono i neonati arabi dalla striscia di gaza, li dissanguano e gettasno i loro corpi".
  • "I residenti dei quartieri Saad et Sa'id a Gerusalemme impediscono ai loro figli di uscire di casa perche gli ebrei li rapiscono e utilizzano il loro sangue per fare le azzime".
  • "…Per inciso devo dire che fu una fortuna che la guerra dei 6 giorni sia finita con la vittoria di Israele, perché se un esercito arabo fosse entrato a Tel Aviv sarebbe stato un massacro. E lo dico perché so di che cosa si parla. Ho assistito ai pogrom antiebraici in Libia" (Valentino Parlato de 'Il Manifesto').
  • "Gli interessi e le aspirazioni storiche degli ebrei e degli arabi non si escludono tra loro, essi sono complementari. Ciascuno dei due popoli ha in abbondanza ciò di cui l'altro ha necessità. La cooperazione tra ebrei e arabi si rivelerà una benedizione per le due Nazioni" (Ben Gurion all'ONU per la Palestina -4 luglio 1947).
  • "Non abbiamo mai nascosto di essere stati noi a incominciare a combattere" (Jamal Husseini, facente funzioni dell'Alto comitato per la palestina, 28 aprile 1948).
  • "Bande arabe armate provenienti dagli stati vicini, si sono infiltrate nel territorio palestinese e, d'accordo con le forze arabe locali, hanno messo in sacco gli obiettivi della risoluzione con violenza e assassini" (Commissione delle Nazioni Unite per la Palestina 10 aprile 1948)
  • "Inizieremo una guerra a morte, una guerra di sterminio e di massacro di importanza capitale, della quale si parlerà come dei massacri dei Momgoli e delle crociate" (Azzam Pasciàè, segretario Generale della Lega Araba 15 maggio 1948).
  • "Si combatte su tutte le nuove frontiere. Cinque eserciti arabi attaccano lo Stato di Israele" (L'Unita' 16 maggio 1948).
Ditemi, amici, alla luce di tutto questo, con che animo si può chiedere a una Nazione sovrana di suicidarsi?

(L’Indro, 24 maggio 2011)