Notizie su Israele 84 - 10 aprile 2002
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Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con grida di gioia. «Io raccoglierò quelli che sono nel dolore lontano dalle feste solenni; sono tuoi; su di loro pesa la vergogna! In quel tempo, io agirò contro tutti quelli che ti opprimono; salverò la pecora che zoppica, raccoglierò quella che è stata cacciata via, e li renderò gloriosi e famosi, in tutti i paesi dove sono stati nella vergogna. In quel tempo, io vi ricondurrò; in quel tempo, vi raccoglierò; perché vi renderò famosi e gloriosi fra tutti i popoli della terra, quando farò tornare, sotto i vostri occhi, quelli che sono in esilio», dice il SIGNORE. (Sofonia 3.17-20) L'ETERNO PROBLEMA DELL'UOVO E LA GALLINA Cosa è nato prima? il terrorismo o l'occupazione? di David Greco, Gerusalemme. La propaganda palestinese sostiene, da ormai molto tempo, che il terrorismo è il risultato di anni di occupazione militare da parte degli israeliani e che se Israele si ritirerà dai territori occupati il terrorismo non avrà più ragione di esistere. Come è risaputo organizzazioni palestinesi dell'opposizione, come Hamas e Jihad Islamica e altre organizzazioni come i Hisbollah in Libano, non sono d'accordo con questa teoria in quanto non riconoscono il diritto dello Stato d'Israele di esistere. L'affermazione che il terrorismo è il risultato dell'occupazione risulta uno slogan propagandistico che gli arabi usano con l'unico scopo di dare una ragione plausibile ad un tipo di strategia che il mondo generalmente non condivide. Israele conosce questa strategia araba ben prima dell'occupazione dei territori della Cisgiordania e Gaza. L'uso del terrorismo arabo contro Israele e contro gli ebrei sparsi nel mondo come strategia di lotta ha le sue radici nel 1920-21 con i pogrom che gli arabi compirono a Jaffo, seguirono il famoso pogrom contro la numerosa comunità ebraica che viveva a Hebron nel 1929 e durante la sommossa araba degli anni 1936-1939 (e questi sono solo gli esempi più importanti). Da tenere presente che allora lo Stato di Israele non esisteva ancora! Dopo la dichiarazione dello Stato di Israele con l'approvazione da parte dell'ONU e la guerra d'indipendenza che scoppiò immediatamente causa il rifiuto dei paesi arabi di accettare la nascita di uno stato ebraico nel mezzo del mondo arabo, aumentò il terrorismo come arma contro civili e soldati con lo scopo di demoralizzare la popolazione ebraica. Dal 1952 si possono contare più di 3000 atti terroristici compiuti dai famosi "fedayeen": da atti di delinquenza comune come furti o danni dolosi sino ad arrivare ad uccisioni a sangue freddo di civili. Gli atti terroristici colpirono sia città all'interno del paese che villaggi ai confini con l'unico scopo di creare tensione e destabilizzare. In conclusione - la continua propaganda palestinese che definisce il terrorismo come risultato naturale dell'occupazione è semplicemente uno slogan vuoto di contenuto e l'unica spiegazione che si può dare è che i palestinesi cercano di vendere all'opinione pubblica mondiale una strategia che dopo l'11 settembre viene vista con rigetto da tutti i paesi civili al mondo. Vi presentiamo un elenco dei principali atti terroristici compiuti dai palestinesi all'interno di Israele dal 1952 sino al 1966 e che precedettero la guerra dei Sei Giorni (guerra che portò all'occupazione della Cisgiordania e striscia di Gaza). Non sono elencati i numerosi atti terroristici compiuti verso ebrei e israeliani in Europa e in altre regioni al mondo. Ecco la lista parziale degli atti terroristici compiuti fino ad ottobre del 1966: (nota bene che compare spesso la parola kibbutz o moshav che rappresentano villaggi con uno specifico stile di vita più o meno comunitario. Questi villaggi allora avevano carattere prettamente agricolo) 1.1.1952 - Una ragazza di 19 anni del quartiere Bet Israel nella Gerusalemme ovest viene assassinata da sette fedayeen penetrati nella sua casa. 7.6.1953 - Una ragazza muore e tre persone vengono ferite in un quartiere a sud di Gerusalemme. 9.6.1953 - Terroristi provenienti dalla Giordania attaccano un moshav vicino a Lod uccidendo una persona. Questo un giorno dopo la firma di un accordo con i Giordani stipulato con l'aiuto dell'ONU in cui i giordani si impegnavano a non permettere ai feedayim palestinesi il passaggio verso Israele. 11.6.1953 - Un gruppo di terroristi entrano nel villaggio Hess nel shomron e rapiscono una coppia uccidendoli in seguito barbaramente. 17.3.1654 - Un autobus di linea da Tel Aviv ad Eilat presso Maale Akrabim viene attaccato da terroristi che uccidono il conducente, salgono sull'autobus e uccidono a sangue freddo altre 11 persone. Un sopravvissuto racconta di aver visto un terrorista sputare sui corpi delle vittime. 2.1.1955 - Due turisti vengono uccisi nel deserto del Yehudà a sud di Gerusalemme. 24.3.1955 - Una giovane donna viene assassinata e 18 persone vengono ferite durante un matrimonio nel moshav Patish nel Negev. 7.4.1956 - Una donna di Ashkelon viene uccisa in casa sua causa lo scoppio di tre bombe a mano lanciate da terroristi dentro il suo appartamento. Due membri del kibbutz Ghivat Haim vengono uccisi in macchina sulla strada dall'incrocio di Plugot verso Mishmar ha Neghev. E ancora nello stesso giorno viene ucciso un operaio e tre vengono feriti dal lancio di bombe a mano a Nizzanim. 11.4.1956 - Un gruppo di terroristi entra nel moshav Saphrir vicino a Ramle. Due entrano nel tempio dove in quel momento si trovavano bambini dai 9-16 anni. Quattro giovani muoiono sul colpo altri cinque vengono feriti di cui tre in maniera grave. 12.9.1956 - Tre guardiani drusi vengono uccisi a Hein Ofarim 23.9.1956 - Quattro archeologi sono uccisi e 16 vengono feriti da colpi di arma da fuoco vicino al kibbutz Ramat Rachel 24.9.1956 - Una bambina viene assassinata vicino al moshav Haminadav 4.10.1956 - Cinque operai vengono uccisi a Sdom 9.10.1956 - Due operai vengono uccisi a Neeve Hadassa nel shomron 8.11.1956 - Terroristi sabotano tubi dell'acquedotto, sparano a macchine in passaggio e ad un treno. Sei israeliani feriti. 8.3.1957 - Un pastore del kibbutz Bit Guvrin viene ucciso nei campi. 16.4.1957 - Due guardie del kibbutz Messilot vengono uccise da terroristi provenienti dalla Giordania. 23.6.1957 - Due israeliani feriti nei campi non lontano dal confine Egiziano presso Gaza (che faceva parte dell'Egitto!) 21.12.1957 - Un membro del kibbutz Gadot viene ucciso nei campi del kibbutz 11.2.1958 - Un membro del moshav Yanov viene assassinato a colpi di arma da fuoco da terroristi mentre viaggiava verso Kfar Yona. 5.4.1958 - Due civili israeliani vengono uccisi vicino Tel Lachish. 22.4.1958 - Due pescatori vengono uccisi nel golfo di Hakaba e Eilat. 26.5.1958 - Quattro poliziotti vengono uccisi da colpi di arma da fuoco presso l'università di Har Hazofim 17.11.1958 - Dopo il bombardamento da parte dei siriani sui villaggi della valle del Hula a nord di Israele, un gruppo di terroristi uccidono la moglie di un ufficiale dell'aviazione inglese che si trovava in vacanza presso i preti italiani del monte Haosher 23.1.1959 - Viene ucciso un pastore del kibbutz Lehavot Habashan 14.4.1959 - Una guardia viene uccisa all'entrata del kibbutz Ramat Rachel vicino a Gerusalemme. 27.4.1959 - Due turisti vengono assassinati durante una gita a Masada. 3.10.1959 - Un altro pastore viene assassinato vicino al kibbutz Yad Hana. 26. 4. 1960 - Un abitante di Ashkelon viene ucciso da un terrorista a sud della città. 12.4.1962 - Ancora spari verso un autobus diretto ad Eilat. Un ferito. 3.1.1965 - Il movimento "Fatah" cerca di sabotare il canale che trasporta l'acqua dal lago di Tiberiade al sud di Israele. L'attacco viene sventato. 31.5.1965 - Due civili del quartiere Musrara a Gerusalemme vengono uccisi altri quattro feriti gravemente da un attentato terroristico. 5.7.1965 - Gruppi terroristici di "Fatah" cercano di sabotare la ferrovia, e fanno scoppiare ordigni dinamitardi a Mizpè Messuà, vicino Beit Giubrin; vicino Kfar Batir. 26.8.1965 - Sabotaggio vicino a Manara a nord di Israele. Vengono fatte scoppiare le condutture dell'acqua. 29.9.1965 - Un terrorista viene ucciso durante il tentativo di atto terroristico dentro il moshav Amazia. 7.11.1965 - Terroristi di "Fatah" fanno esplodere un intera casa nel moshav Ghivat Yeshaiau. La famiglia che viveva nella costruzione si salva per miracolo. 25.4.1966 - Due civili feriti e tre costruzioni distrutte da un attacco dinamitardo compiuto da terroristi nel moshav Beit Yosef nella valle di Beit Shean. 16.5.1966 - Due morti causa una mina posta su una strada sconnessa a Almagor a sud del lago di Tiberiade. 14.7.1966 - Terroristi colpiscono una casa nel villaggio di Kfar Yuval. 19.7.1966 - Un gruppo di terroristi penetra dal confine libanese a Margaliot posando nel kibbutz nove ordigni dinamitardi. Nessun ferito. 27.10.1966 - Un ordigno viene fatto esplodere al passaggio del treno che viaggiava da Tel Aviv a Gerusalemme. Un ferito. Questi sono solo alcuni esempi di atti terroristici che confrontati con quelli di oggi sembrano essere meno gravi, bisogna ricordare che la preparazione dei terroristi di allora era diversa ... quello che non cambia è la strategia del terrore come arma politica che va condannata ovunque!! (Gruppo Rimon, 08.04.02) ARAFAT PAGA I TERRORISTI E FIRMA DI PERSONA I PAGAMENTI Il presidente dell'Autorita' Palestinese Yasser Arafat ha personalmente firmato ordini di pagamento a favore di pericolosi terroristi ricercati per gravi attentati contro la popolazione israeliana. Due documenti con la firma autografa di Arafat rinvenuti negli uffici dell'Autorita' Palestinese a Ramallah sono stati mostrati giovedi' alla stampa dalle Forze di Difesa israeliane. Il primo e' una lettera datata 19 settembre 2001, scritta dal segretario generale di Fatah in Cisgiordania Hussein al-Sheikh e indirizzata ad Arafat. Su carta intestata dell'Assemblea Nazionale Palestinese, Hussein al-Sheikh chiede ad Arafat di stanziare fondi per aiutare tre "fratelli", e cioe' il capo Tanzim Raed Karmi, il capo di un commando terrorista Tanzim a Tulkarem, Ziad Muhammad Daas, coinvolto nell'attentato a Hadera contro la festa di maggiorita' religiosa di una bambina israeliana, e Amar Kadan, importante esponente di Forza 17 a Ramallah. In una nota scritta a mano in calce alla lettera, Arafat autorizza personalmente lo stanziamento di fondi. Il secondo documento e' un fax che attesta una richiesta di finanziamento simile alla precedente, a favore di 12 terroristi di Fatah, fatta dallo stesso Raed Karmi. Karmi invio' la sua richiesta al capo Tanzim Marwan Barghouti, il quale la inoltro' via fax ad Arafat aggiungendo la nota: "Ti chiedo di ordinare il finanziamento di mille dollari per ognuno di questi fratelli combattenti". Il 7 gennaio Arafat aggiungeva di suo pugno sul fax l'ordine alla tesoreria di Ramallah di versare 350 dollari ad ognuno dei terroristi citati. Il fax veniva quindi inoltrato il 20 gennaio. Tutti i quindici palestinesi citati nei due documenti figurano sulla lista dei terroristi ricercati da Israele per gravi attentati, terroristi che l'Autorita' Palestinese sarebbe tenuta ad arrestare secondo tutti gli accordi di pace firmati e secondo i piani di cessate il fuoco Mitchel e Tenet. Proseguono intanto le indagini dei servizi di intelligence militare israeliani sulle centinaia di documenti sequestrati negli edifici dell'Autorita' Palestinese, soprattutto negli uffici del capo della tesoreria Fuad Shubaki e del capo dell'intelligence palestinese in Cisgiordania Tawfik Tirawi. Secondo gli israeliani, al momento dell'irruzione nel complesso di Ramallah gli uomini di Arafat hanno tentato freneticamente di distruggere i documenti compromettenti, ma l'operazione israeliana e' stata molto rapida permettendo la confisca di materiale prezioso. "Mentre annunciava a tutto il mondo di voler smantellare le Brigate Al Aqsa, Arafat passava loro il denaro dell'Autorita' Palestinese - ha detto il ministro israeliano Dan Meridor - Questi sono veri e propri pagamenti per gli attentati terroristici che massacrano la popolazione israeliana". (Jerusalem Post, 5.04.02) IL DISCORSO DI SHARON ALLA LEADERSHIP EBRAICA INTERNAZIONALE "Questa è una battaglia per le nostre case, i nostri valori e il nostro modo di vivere" Meno di 24 ore dopo il suo discorso al popolo israeliano, il Primo Ministro Ariel Sharon ha informato oggi [1° aprile 2002] la Leadership ebraica internazionale degli sviluppi della situazione in Israele, nel corso di una conferenza telefonica. Il Primo Ministro ha fatto a tutti gli auguri di Pesach ed ha iniziato ricordando gli attacchi terroristici, che quest'anno hanno oscurato le festività. Qui di seguito il testo della sua relazione: "La sera di Pesach, Israele ha sofferto il brutale attacco omicida all'Hotel Park di Natania, poi l'assassinio della famiglia di Elon Moreh, poi quello di due uomini che si recavano alla sinagoga a Netzarim, poi l'attentato suicida a Haifa. Tutto ciò è accaduto mentre stavamo facendo enormi sforzi e i passi necessari per arrivare ad una tregua. Avevo rinunciato alla mia richiesta di sette giorni di tranquillità, avevamo ritirato le nostre forze dalle città palestinesi e stavamo lavorando con il vice-presidente Cheney e l'inviato americano gen. Zinni per arrivare al cessate-il-fuoco. Tutto ciò che ci è stato dato in cambio è stato terrorismo, terrorismo ed ancora terrorismo. Dopo avere esaurito tutti gli sforzi per raggiungere una tregua con l'Autorità Palestinese, non ci è rimasta scelta se non combattere il terrore da soli. Per ridare sicurezza ai nostri cittadini, il governo israeliano ha |
lanciato una campagna contro il terrorismo palestinese, il cui obiettivo principale è di sradicare le infrastrutture del terrorimo, le organizazioni terroristiche e le loro attività. Questa è una battaglia per le nostre case, i nostri valori ed il nostro modo di vivere. La lotta sarà lunga, dura e complessa. Richiede unità, determinazione e fede nella giustizia della nostra causa. Porteremo avanti questa campagna finché avremo la meglio. Soltanto debellando il terrorismo e vincendo queste battaglie potremo arrivare alla cessazione delle ostilità ed alla fin fine, a quella pace e sicurezza tanto auspicate da generazioni e che tutti noi vogliamo. In questi giorni si ha l'impressione che tutti siano preoccupati per Arafat se abbia a disposizione due o tre stanze, con o senza elettricità. Non mi sono accorto che vi sia stato lo stesso grado di preoccupazione per le due piccole, la cui madre incinta è stata assassinata con il marito da un terrorista suicida all'entrata di un negozio di giocattoli. Siamo consci che il terrorismo diretto contro il nostro paese è diretto anche contro gli ebrei della Diaspora. Siamo preoccupati per le manifestazioni antisemite in tutto il mondo e siamo con voi in questa lotta. L'unità del popolo ebraico è importante ora più che mai. Consideriamo i rapporti fra gli ebrei d'Israele e quelli della Diaspora un patrimonio strategico di primaria importanza. Ad ogni ebreo e ad ogni comunità ebraica nel mondo è ora richiesto di fare uno sforzo supremo per controbattere le tesi di coloro che mettono in questione il nostro diritto sulla Terra di Israele. In questo periodo abbiamo più che mai bisogno di voi. Abbiamo bisogno che esprimiate il vostro pubblico appoggio ad Israele, agiate all'interno delle vostre comunità e fra coloro che influenzano l'opinione pubblica nei vostri paesi. Unitevi a noi, qui, dimostrate il vostro affetto ed il vostro sostegno. Mercoledì sera, abbiamo letto nella Haggadà, che in ogni generazione qualcuno è sorto contro di noi, per annientarci, ma il Signore Benedetto ci ha sempre liberato dalle loro mani. Credo che, come abbiamo avuto la meglio sui nostri nemici del passato, supereremo tutti gli ostacoli di fronte a cui ci troviamo oggi. Come in passato, sono sicuro che, uniti, determinati e fiduciosi nella giustizia della nostra causa, riusciremo a prevalere e a vincere queste lotte, ottenendo pace e sicurezza per noi, per i nostri vicini e per le generazioni future. E' una situazione difficile, ma il popolo ebraico ha visto tempi più duri di quelli di fronte ai quali ci troviamo. Dopo 4.000 anni di vita ebraica e di continuità nella nostra patria storica, sono convinto che Israele supererà tutto. Dopo tutte le miserie e le persecuzioni che il nostro popolo ha sopportato, non si può arrivare che a una conclusione: il popolo ebraico è indistruttibile. Abbiamo bisogno di voi, ora più che mai. Ho sempre pensato che Israele non fosse un progetto [esclusivamente] israeliano, Israele è un progetto di tutti gli ebrei del mondo. Proprio come noi ci sentiamo responsabili nei confronti delle comunità ebraiche nel mondo, sono sicuro che voi ci sostenete e siete con noi. E sono sicuro che se voi continuerete a dimostrare la vostra solidarietà ed il vostro appoggio, supereremo la prova che ci aspetta. E quando arriveremo alla pace, credo che saremo in grado di dimostrare tutte le nostre capacità e le nostre doti. Da molti anni oltre cento reggiamo con una mano la spada e con l'altra costruiamo. E, nonostante ciò, abbiamo avuto enormi successi in tutti i campi. Mi auguro che venga il giorno in cui saremo in grado di concentrarci sullo svilupppo in ogni campo, dall'high-tech alle industrie sofisticate, ai centri di ricerca scientifica, alla musica più sublime. Siamo riusciti a costruire nel paese delle possenti infrastrutture università, l'esercito, che ora sta affrontando una dura lotta contro il terrorismo, centinaia e centinaia di città e villaggi sempre reggendo la spada in una mano. E siamo riusciti a costruire un paese meraviglioso, piccolo, ma con tanti talenti forse l'unico posto al mondo, dove gli ebrei hanno la possibilità di difendersi da soli, e questo è il nostro dovere. Quando avremo raggiunto la pace e la raggiungeremo, questo è il mio obiettivo saremo in grado di mostrare le nostre capacità in ogni ambito e realizzare qui tutte le speranze ed i sogni del popolo ebraico. Tante grazie e Chag Sameach a tutti voi." (Keren Hayesod, 08.04.02) DOVE LA PENA DI MORTE NON FA PROBLEMA Domenica scorsa (7 aprile), nella città di Gaza, in una sessione segreta il Tribunale Militare palestinese ha sentenziato la condanna a morte di sei persone per collaborazionismo con Israele. Per uno degli accusati, un ragazzo di 15 anni, la sentenza è stata commutata, a causa della sua età, nella condanna a 15 anni di lavori forzati, hanno riferito dei funzionari palestinesi sotto condizione di anonimità. La corte ha deliberato che gli altri cinque adulti arrestati negli ultimi sei mesi siano condannati a morte per aver dato informazioni a Israele su installazioni delle forze di sicurezza palestinesi e particolari su uomini palestinesi che in seguito sono stati uccisi da Israele. Prima che possano essere eseguite, le sentenze di morte devono ottenere l'approvazione del leader palestinese Yasser Arafat. E' possibile che il ragazzo di 15 anni sia comunque ucciso dai vigili che lo hanno preso e condotto alla giustizia. L'uccisione di sospetti collaboratori è diventata quasi un evento quotidiano nelle ultime settimane. La settimana scorsa dei miliziani palestinesi hanno ucciso in un giorno solo 10 palestinesi sospettati di collaborare con Israele. Due collaboratori sono stati trascinati fuori dalla prigione in Betlemme, giustiziati pubblicamente e trascinati per la città. In Jenin otto persone sono state tirate fuori dalla prigione e uccise in pubblico. Il mese scorso a Ramallah il cadavere di un uomo accusato di collaborazionismo è stato appeso a un monumento nel centro della città. Qualche settimana fa dei palestinesi armati hanno fatto irruzione nella sala del tribunale in Jenin quando hanno udito che tre imputati di collaborazionismo, a causa della loro giovane età erano stati condannati ai lavori forzati invece di essere condannati a morte. Gli uomini armati hanno picchiato e ucciso i sospettati nella tolette e poi hanno trascinato i loro corpi per le strade. "E' un modo per tenere alto il morale dei palestinesi... mostrare alla gente che l'Autorità Palestinese continua a resistere a Israele portando in giudizio e condannando persone accusate di collaborazionismo con Israele", ha detto una fonte dell'Autorità Palestinese. (ICEJ - News Service from Jerusalem, 08.04.02) GLI EBREI E GLI ALTRI Consiglio di un ebreo saggio ad un altro ebreo che si inquieta molto per le manifestazioni di odio antiebraiche: "Non ti agitare troppo per le parole che la gente spreca al vento, e sii certo di due cose: 1) non ci vorranno mai molto bene prima di un nuovo eccidio di massa di ebrei; 2) stando così le cose, è meglio che non trovino il motivo per volerci bene." * * * Risposta al mondo che continua a mettere in evidenza la cattiveria degli ebrei: "Sì, è vero, gli ebrei ormai sono tutti cattivi. Gli ultimi ebrei buoni sono morti nelle camere a gas dell'Europa". SCAMBIO DI MESSAGGI TRA LA SICILIA E LA GALILEA "Antonio 80" scrive da Catania Penso che sia giustissimo non dimenticare la storia, ma altrettanto giusto sia vivere il presente con gli occhi aperti a attenti per quello che succede quotidianamente Rimango sgomento per come ci possa essere poca sensibilità da parte di alcuni giovani Israeliani, che preferiscono fare finta di niente e andersene a suonare i bonghi in riva al mare piuttosto che pensare alla sofferenza e alla guerra che hanno a pochi chilometri da casa, e magari gli stessi sono i primi a rimprovarare a chiunque di non conoscere l'olocausto. Si ho simpatie per i Palestinesi, principalmente perchè sono convinto che gli sforzi maggiori, anche nel sopportare vittime ed attentati debba venire dal Paese più democratico, ricco e civile, le risposte che state dando sono soltanto da paese più ricco, e soprattutto un cattivo esempio per tutti, per favore smettete, e iniziate a fare un po' di autocritica, e poi vorrei dire ad Angelica Calò che proprio perchè siamo fortunati abbiamo il dovere morale e civile di esseri più attenti verso chi lo è meno. Ricordo qualche anno fa, con i miei genitori andai ad un matrimonio, come capitava spesso, e fra gli amici dei miei genitori vi era una coppia con un bimbo di un paio d'anni più piccolo di me, con alcuni problemi motori, era insopportabile di una violenza per me inaudita, logicamente, dopo un primo approccio, dovuto ai nostri genitori, ho subito iniziato ad evitarlo, forse si sarà avvicinato altre volte, ma io continuavo ad evitarlo Col senno di poi quella violenza era dovuta al fatto che tutti i ragazzi che incontrava lo evitavano, perchè infastidiva, e più veniva evitato ed emarginato più diventava violento, forse sarebbe bastato trovare qualche ragazzino maturo e sensibile che sopportava per un po' lo sfortunato, che anche se con qualche problema motorio sarebbe diventato uno di noi Saluti Antonio 80 Catania * * * Angelica risponde da Sassa Caro Antonio, dall'80 che figura vicino alla firma vedo che sei poco piu' grande di mio figlio. Mi sembri un ragazzo sensibile e accorto, aperto verso le sofferenze degli altri per questo voglio provare a parlarti. Immagino che studi, forse vai all'universita', ascolti la musica, leggi, hai una ragazza..... sai, i ragazzi della tua eta' qui in Israele, tutti i ragazzi della tua eta', in questo momento sono impegnati a difendere 6 milioni di persone, ebrei e arabi cristiani e musulmani che vivono in Israele, che fino a qualche giorno fa ogni volta che andavano al cinema o al supermercato o a bersi un caffe' avevano 99 probabilita' su cento di finire disintegrati per via di altri ragazzi della loro eta' che erano stati educati da gente senza scrupoli ad odiare loro e tutto il popolo d'Israele. Ti assicuro, caro Antonio, che e' una grande fortuna e una grande benedizione che di tanto in tanto questi giovani israeliani abbiano la forza di "staccare la spina" e di andarsene in riva al mare per dimenticare le loro disgrazie. Noi genitori, educatori e psicologi, uomini di pensiero, dedichiamo ore e ore di energie per fare in modo che i nostri ragazzi crescano senza odio per chi li ha lasciati senza padre, senza fratello, senza l'amico piu' caro Credimi, se chiedessi a ognuno di questi ragazzi della tua eta' dove vorrebbero essere in questo momento, nessuno ti direbbe: in un carrarmato, in una postazione, in una via di Ramallah....tutti, indistintamente, vorrebbero stare al posto tuo, nel senso, tranquillo, nel senso che puoi scegliere e decidere della tua vita...e invece sanno che non hanno altra scelta oltre che difendere i propri cari, le loro famiglie, i loro nonni, la gente che amano...puoi capirmi? Sai caro Antonio, so quello che dico, nel corso della settimana insegno in cinque scuole diverse tra cui una scuola araba e una scuola per ragazzi emarginati per violenza e droga e in altre scuole dove studiano insieme ragazzi drusi, ebrei, cristiani e mussulmani tutti insieme in tutto 250 alunni .... insegno arte e animazione e sai qual'e' la parola piu' ricorrente nelle loro recite, nelle loro poesie, nelle loro espressioni? PACE, LA PAROLA PACE....e questa e' una cosa che non so se chi e' cresciuto come te sa apprezzare finche' non conosce gli orrori della guerra come e' successo a me dopo essere arrivata in Israele! Quanto al comportarsi da paese democratico...sai, i media italiani non dicono tutto cio che si dovrebbe raccontare per creare un giudizio obiettivo tra il pubblico dei lettori. Non si racconta per esempio che ieri una donna araba di Gerusalemme est ha ricevuto il rene di un uomo che era morto in un attentato due giorni prima. Non raccontano i media italiani che i 200 ricercati terroristi che si sono rifugiati nella santa Chiesa della Nativita' per entrare hanno sparato sui lucchetti del portone e fino a questo momento tengono in ostaggio 60 persone tra suore, frati e bambini. Non raccontano che ieri notte 10 soldati israeliani, padri di famiglia, richiamati alle riserve per l'operazione contro il terrorismo, hanno chiesto a una famiglia araba che abita vicino alla Chiesa della Nativita' di poter dormire la' la notte dopo interminabili notti insonni e al mattino prima di andarsene hanno lasciato davanti ai loro sguardi attoniti 1500 shekel, pari a 300 $ per il disturbo recato e dopo aver curato una delle figlie (un medico che era tra loro) che soffriva per un'unghia incarnita che richiedeva un'operazione. Pensi che questi padri di famiglia sparerebbero in testa a un ragazzo che potrebbe avere l'eta' di un loro figlio come ha detto uno sfrontato "pacifista" a Sciuscia? No, proprio no, assolutamente no, te lo garantisco!!!!! Stiamo cercando di combattere contro i terroristi... non contro i palestinesi!!! Caro Antonio... ascolta la voce di una mamma... non schierarti da questa o quella parte ma augurati che al piu' presto, giovani ebrei e giovani arabi siedano insieme sulla spiaggia e cantino insieme.. Questo e' il nostro sogno qui!!!! Angelica Calò-Livne Galilea del Nord - Israele (Gruppo Rimon, 08.04.02) INDIRIZZI INTERNET Yeshua Connection is a Jewish choice |