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Notizie settembre 2008

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La maggioranza non prega a Capodanno

GERUSALEMME - La maggioranza degli israeliani non prende parte alle preghiere nelle sinagoghe durante il Capodanno ebraico "Rosh ha-Shanà". Pranzi di festa insieme alla famiglia stanno invece al primo posto.
Come ha mostrato un'inchiesta fatta su incarico del quotidiano "Yediot Aharonot", il 54 per cento degli intervistati non prende parte alle preghiere di Capodanno, mentre il 32 percento dichiara di pregare in sinagoghe ortodosse. Il 10 per cento prega in sinagoghe riformate.
Secondo l'inchiesta, il numero di coloro che pregano diminuisce con l'età. Nell'età tra i 18 e i 20 anni il 59 per cento degli interrogati ha dichiarato di pregare; tra i 21 e i 40 anni il 48 per cento; tra i 41 e i 50 il 44 per cento.
Alla domanda su come festeggiano "Rosh ha-Shanà", l'86 per cento ha risposto che organizza pranzi di festa con la famiglia e i parenti. Il 62 per cento ha detto di mangiare spicchi di mela col miele, tradizione con cui si vuole esprimere la speranza di avere un "dolce anno". Il 37 per cento degli interrogati vuole sentire il suolo dello shofar, che nella festa di Capodanno invita alla riflessione. Circa il 17 per cento progetta gite nel paese.
Per questa inchiesta sono stati interrogati 500 israeliani adulti.

(israelnetz.de, 30 settembre 2008 - trad. www.ilvangelo-israele.it)

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Padre di Gilad Shalit protesta davanti alla residenza di Olmert

ROMA, 30 set. (Apcom) - Noam Shalit, il padre di Gilad Shalit, il soldato israeliano ostaggio dei miliziani palestinesi dal giugno 2006, ha chiesto scusa al figlio per non essere stato in grado di riportarlo a casa in tempo per la festività di Rosh Hashanahm, il Capodanno ebraico. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Haaretz.
"Perdonaci per non averti salvato da questa orribile prigionia", ha detto Noam Shalit ieri sera, durante una manifestazione di protesta davanti la residenza del primo ministro israeliano a Gerusalemme. Shalit ha chiesto nuovamente al premier dimissionario Ehud Olmert di fare il possibile per ottenere la liberazione del figlio prima di lasciare il suo incarico.
Gilad Shalit è stato sequestrato il 25 giugno 2006 da miliziani palestinesi legati ad Hamas, in un'azione al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Israele è Hamas stanno portando avanti una complicata trattativa con la mediazione dell'Egitto per giungere alla liberazione del caporale in cambio della scarcerazione di un certo numero di detenuti palestinesi.

(tendenzeonline.it, 30 settembre 2008)

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Siria - Per i siti libanesi l'attentato era contro i servizi segreti

Ignota sorte alto ufficiale, per governo i morti sono civili

GERUSALEMME, 27 set. (Apcom) - Sarebbe stata una sede dei servizi di sicurezza siriani e non il quartiere di Sayida Zeinab, popolato di sciiti iracheni e turisti iraniani, l'obiettivo dell'attentato di questa mattina a Damasco in cui sono morte 17 persone, in apparenza tutte civili. Lo affermano i principali siti di informazione libanesi.
L'autobomba, carica con almeno 200 kg di esplosivo, riferisce il giornale on line Now Lebanon, e' saltata in aria in via al Mahlak, non lontano da Sayida Zeinab, sulla strada verso l'aeroporto internazionale, ed intendeva colpire una sede dei servizi segreti e in particolare un alto ufficiale siriano di cui al momento si ignora la sorte. Il sito Naharnet da parte sua precisa che e' stato preso di mira l'edificio dei servizi segreti di Sidi Qaddad.
Andrew Tabler, un esperto di Siria ed un editorialista del Syria Today Magazine, ha detto a Now Lebanon che l'attentato e' il piu' grave in Siria dal 1980 e lo ha interpretato come un segnale inviato al presidente Bashar Assad che ha il controllo dei servizi di sicurezza.

(Virgilio Notizie, 30 settembre 2008)

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Olmert si confessa: «In passato ho sbagliato anch'io»

Fa discutere l'intervista al premier dimissionario di un quotidiano israeliano

TEL AVIV - La pace con i palestinesi e con i siriani dipende in buona parte dagli israeliani stessi e dalla loro disponibilità o meno a rinunciare a quasi tutti i territori occupati, in Cisgiordania e sulle alture del Golan. Per decenni gli israeliani hanno tergiversato: «Ma adesso è giunto il momento di mettere le carte in tavola» e di prendere decisioni. Lo afferma il premier dimissionario Ehud Olmert in un'intervista al quotidiano Yediot Ahronot. Se avesse tempo, provvederebbe egli stesso. «Sono un uomo senza paure», testimonia di se stesso. Invece ormai sta per uscire di scena sospinto da una serie di inchieste giudiziarie.
Dal testo (a cui il giornale dedica molte pagine) traspare che se in futuro Israele dovesse essere coinvolto in un conflitto regionale, parte della responsabilità ricadrebbe anche su quegli elementi nella polizia e nella magistratura che lo «ricercavano» fin dal 2006, quando subentrò ad Ariel Sharon (colpito da un ictus). Sono stati loro «a investigare a ritroso perfino di 18-20 anni» e a sospingerlo infine fuori dall'ufficio del premier, proprio quando storici accordi di pace erano in vista. «Il momento decisivo è vicino. Sarebbe molto triste se lo lasciassimo sfuggire». Nel mondo politico lo stupore per l'intervista (che Yediot Ahronot presenta come "drammatica") è forte. Per decenni Olmert è stato schierato con la destra nazionalista: adesso, allo scadere del mandato, fa sue le posizioni che la sinistra sionista sbandierava dal 1967, all'indomani della Guerra dei sei giorni. L'intervista è stata rilasciata in occasione del Capodanno ebraico. Fra dieci giorni gli ebrei osservano il digiuno penitenziale del Kippur. Olmert, primo fra tutti, "si batte adesso il pugno sul petto" in un atto pubblico di costrizione. Sulla unificazione forzata di Gerusalemme (di cui è stato sindaco) dice: «Non posso giustificare a posteriori quanto ho fatto per 35 anni. Gran parte di quel periodo non ero disposto a guardare la realtà nella sua profondità». Ma nemmeno questa intervista, in cui si presenta come un ardente fautore della pace, fuga ombre inquietanti, anzi Olmert è riuscito a scontentare un po' tutti. Da destra gli viene rimproverato che «abbia perso la bussola». Da sinistra viene espresso sbigottimento per il periodo in cui il suo governo è stato condizionato da un partito di destra radicale.

(Corriere Canadese, 30 settembre 2008)

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Capodanno ebraico

- Gli auguri di Zingaretti

ROMA, 29 set.- "Voglio rivolgere all'intera Comunita' ebraica di Roma i migliori auguri per il 'Rosh ha Shana'' il capodanno ebraico. Una festivita' importante e significativa per una Comunita' che ormai e' parte integrante e grande risorsa del nostro territorio. Roma e' da sempre faro della civilta' e luogo di dialogo tra le diverse culture pronta ad accogliere e a far incontrare popoli e religioni di tutto il mondo". E' quanto dichiara il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, in un messaggio di auguri al presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche, Renzo Gattegna, in occasione del Capodanno ebraico. "Da questa sera per la vostra comunita' ha inizio una solenne ricorrenza - conclude Zingaretti - Un momento di riflessione e di analisi, ma anche di nuovi buoni propositi per un futuro migliore e per questo motivo credo sia importante dimostrarvi tutta la nostra vicinanza".

(Adnkronos, 29 settembre 2008)

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- Gli auguri di Veltroni

ROMA, 29 set - ''Caro Presidente, questa sera per gli ebrei iniziera' una delle festivita' piu' importanti: 'Rosh Hashana' o Capodanno, considerato un giorno di riflessione, d'introspezione, di aiuto, esame e di rinnovamento spirituale. Auguro percio' a tutti gli ebrei di trascorrere la festivita' all'insegna della pace e della serenita'. L'auspicio per questo anno 5769 che sta per iniziare e' che, pur conservando le proprie convinzioni ideali, religiose e morali, le persone possano continuare a confrontarsi, in uno spirito di fraterna convivenza''.
E' il testo del messaggio inviato dal segretario del Pd, Walter Veltroni, al presidente dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, in occasione del Capodanno ebraico.

(ASCA, 29 settembre 2008)

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“Abbattiamo gli ostacoli alla reciproca comprensione”

Il giorno di Rosh ha-Shanà, il Capodanno ebraico, celebra, secondo la tradizione, il principio dell’esistenza di tutto il creato e l’inizio della storia dell’umanità.
E’ quindi una solennità non solo ebraica, ma universale, destinata a ricordare che tutto è stato creato dal D.o unico e che tutto il genere umano discende dal primo uomo al quale D.o volle infondere, con un unico gesto, la vita, l’afflato spirituale e la capacità di distinguere il bene dal male....

(moked, 29 settembre 2008)

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Nuovo (tentato) lancio di Qassam su Israele

I palestinesi della striscia di Gaza hanno lanciato oggi un nuovo missile Qassam verso Israele. La notizia è stata diffusa dalla radio militare israeliana, precisando il fatto che il Qassam non è riuscito a raggiungere lo stato di Israele. Lo scorso 19 giugno Israele e Hamas avevano raggiunto un cessate il fuoco, che però è già stato interrotto più volte dal lancio di razzi e colpi di mortaio contro Israele. L'ultimo, secondo il sito internet del quotidiano Yedioth Ahronoth, due settimane fa, quando il Quassam è caduto in una zona aperta della città di Sderot.

(The Instablog, 29 settembre 2008)

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Netanyahu, 'Se fossi premier autorizzerei nuove costruzioni in Cisgiordania'

Benjamin Netanyahu, leader del partito conservatore Likud in Israele, ha fatto sapere che se fosse eletto premier autorizzerebbe la costruzione di abitazioni negli insediamenti della Cisgiordania. Secondo Netanyahu, al momento non c'è possibilità di scendere a un accordo di pace con l'Autorità nazionale palestinese. Il leader dell'opposizione, le cui dichiarazioni sono state pubblicate sul 'The Jerusalem Post', crede tuttavia che si possa trovare un'intesa di stampo economico. Netanyahu ha ribadito che il Likud non entrerà nel blocco di governo della neo-presidente Tzipi Livni, "Quando la popolazione deciderà che devo salire al potere, allora creerò un governo stabile" ha osservato.

(The Instablog, 29 settembre 2008)

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Inflazione in crescita dello 0,8 p.c. in Israele

Secondo quanto riporta l‘Istituto nazionale di Statistica, l‘inflazione israeliana è cresciuta dello 0,8 p.c.durante il mese di agosto, e l‘indice relativo sarebbe così arrivato a 107 punti. Su base annua, invece, il tasso di variazione dell‘indice dei prezzi è salito al 5 p.c.
Stando alle statistiche dell‘Istituto, è il più alto rialzo dei prezzi mai avvenuto ad agosto dal 1995 ad oggi.

(Portalino, 29 settembre 2008)

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Gerusalemme: neutralizzato attentatore nella città vecchia

Un giovane palestinese armato di un pugnale è stato neutralizzato oggi nella Città vecchia di Gerusalemme da agenti israeliani mentre, a quanto riferito da fonti della polizia, si accingeva ad aggredire passanti ebrei. Secondo le fonti il giovane aveva addosso un messaggio in cui affermava di essere pronto ad immolarsi per l'Islam. L'episodio è avvenuto mentre Gerusalemme è oggi congestionata per la imminente fine del digiuno del Ramadan e per l'imminenza del Capodanno ebraico. Oggi intanto in un cimitero musulmano di Gerusalemme è stato sepolto Qassem al-Mughrabi, il 19.enne palestinese che una settimana fa ha travolto (forse intenzionalmente) un gruppo di soldati israeliani ferendone una ventina. Al-Mughrabi è stato ucciso sul posto da un ufficiale dell'esercito israeliano. Ai funerali sono stati ammessi solo i suoi congiunti più vicini.

(L'Unione Sarda, 29 settembre 2008)

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Olmert: pace comporta ritiro da Cisgiordania e Gerusalemme

Per distensione con Siria, serve anche disimpegno da Golan

GERUSALEMME, 29 set. (Ap) - Israele dovrà cedere la maggior parte di Gerusalemme est e garantire ai palestinesi uno stato in un'area delle stesse dimensioni dell'intera Cisgiordania e di Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano uscente, Ehud Olmert.
Si tratta delle affermazioni fino a oggi più eloquenti sulla volontà di Olmert di soddisfare le richieste cruciali dei palestinesi nei negoziati di pace. In un'intervista rilasciata al quotidiano Yediot Ahronot, Olmert ha inoltre sottolineato che la pace con la Siria richiede un ritiro dalle Alture del Golan. Per decenni è stato un politico poco incline ai compromessi e per questo il premier ha detto di "non essere pronto a guardare alla realtà in tutta la sua profondità".
Olmert è stato costretto a rassegnare le dimissioni per le varie vicende di corruzione in cui è invischiato e lascerà ufficialmente non appena il suo successore formerà un nuovo governo o subito dopo lo svolgimento di elezioni.

(Virgilio Notizie, 29 settembre 2008)

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Vistose polemiche per l'intervista di Olmert sul negoziato di pace

Polemiche all'intervista del premier dimissionario Ehud Olmert.
Sono state di forte irritazione, sia da destra che da sinistra, le reazioni all'intervista di Ehud Olmert, premier dimissionario, al quotidiano "Yediot Ahronot", secondo il qualeIsraele, in cambio della pace, si dovrà ritirare dalle alture del Golan, cedere gran parte della Cisgiordania e di Gerusalemme.
Secondo Zevulun Orlev, leader del Partito Nazional-Religioso, ''Olmert dimostra di aver perso completamente la bussola'' ed e' dunque ''una vera fortuna'' che sia adesso dimissionario.
Da sinistra la ''colomba'' Yossi Beilin (ex leader del partito Meretz) si indigna per il fatto che ''solo adesso Olmert rivela i suoi veri pensieri. E' un peccato imperdonabile -ha aggiuntoBeilin - che la rivelazione avvenga solo adesso, dopo una guerra superflua in Libano e dopo mesi trascorsi al governo con Avigdor Lieberman (leader del partito radicale di destra Israel Beitenu) impegnati nel tentativo di bloccare ogni spiraglio di pace''.

(l'Occidentale, 29 settembre 2008)

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Scelto vice presidente Anp, ma da ufficio Abu Mazen negano

Hamas osserva e si prepara a nominare presidente ad interim

GERUSALEMME, 28 set. (Apcom) - I palestinesi da qualche giorno avrebbero un vice presidente. Lo afferma il sito arabo israeliano arabs48.com ma dall'ufficio del presidente Abu Mazen smentiscono. Secondo il sito, considerato una fonte attendibile, Abu Mazen, allo scopo di rafforzare l'Autorita' nazionale palestinese, in vista della scadenza del suo mandato (gennaio 2009), avrebbe nominato suo vice un alto dirigente di Fatah, Mohammed Ghanem, noto anche come Abu Maher. "Questa notizia e' infondata", ha detto il consigliere di Abu Mazen, Nemer Hammad, "in questo momento siamo concentrati su altre questioni, come il negoziato (di pace), e la vice presidenza non viene presa in considerazione".
Fonti di Fatah interpellate da Apcom, tuttavia non hanno smentito completamente la notizia. Mohammed Ghanem non sarebbe stato nominato ufficialmente vice presidente, dicono le fonti, ma e' considerato il successore piu' accreditato di Abu Mazen alla guida dell'Anp. Poco noto nei Territori palestinesi perche' residente a Tunisi, Ghanem e' stato un fondatore del partito Fatah di cui oggi dirige, sia pure dall'estero, la sua organizzazione di base (Tandhim). E' noto come un sostenitore della linea della "fermezza" verso Israele e nel 1993, assieme ad un altro dirigente storico di Fatah, Farouk Qaddumi, respinse gli accordi di Oslo raggiunti dallo scomparso presidente palestinese Yasser Arafat e il premier israeliano assassinato Yitzhak Rabin.
L'ingresso sulla scena di Mohammed Ghanem e' legato in gran parte alle polemiche sul presidenza dell'Anp tra Fatah e Hamas, il movimento islamico che controlla dallo scorso anno la Striscia di Gaza. Le due parti rivali da alcune settimane sono impegnate in una battaglia politica e legale. Abu Mazen e il suo entourage vorrebbero allungare il mandato presidenziale di almeno un anno, in modo da far coincidere - questa e' la spiegazione ufficiale - la nomina del nuovo leader dell'Anp con le votazioni politiche previste nel gennaio 2010. A novembre il Consiglio nazionale palestinese probabilmente emendera' lo Statuto dell'Anp in modo da permettere ad Abu Mazen di rimanere al potere o di cedere la sua poltrona ad un vice presidente, appunto Mohammed Ghanem. Da parte sua Hamas chiede che le elezioni si svolgano regolarmente e ha gia' fatto sapere che da gennaio in poi riconoscera' Abu Mazen solo come "segretario generale di Fatah". "Nel 2009 i palestinesi potrebbero avere un presidente a Ramallah (Cisgiordania) e un presidente scelto da Hamas, ovvero lo speaker del Parlamento, Aziz Dweik. Quest'ultimo pero' e' in prigione (in Israele) e l'incarico passera' al suo vice Ahmed Bahar a Gaza", ha avvertito Hani Masri, editorialista del quotidiano al-Ayyam.
Confermando i timori di Masri, Bahar in una intervista al sito web paltimes.net ha detto di essere pronto ad assumere ad interim la presidenza palestinese nel caso in cui Abu Mazen decidesse di emendare lo Statuto e di rimanere al potere. L'articolo 63 dello Statuto dell'Anp prevede, al termine del mandato presidenziale o di incapacita' del presidente, che la carica istituzionale piu' importante dell'Anp passi allo speaker del Parlamento, o al suo vice, il quale avra' 60 giorni per convocare elezioni presidenziali.

(Virgilio Notizie, 28 settembre 2008)

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Gli Stati Uniti hanno installato un radar anti-missile iraniano in Israele

GERUSALEMME - Gli Stati Uniti hanno installato recentemente in Israele un radar anti-missile, destinato principalmente a individuare i lanci dei missili iraniani.
Lo ha reso noto oggi la radio pubblica israeliana. Il radar, che ha una portata di oltre 2.000 chilometri, e' stato installato in modo permanente nel sud di Israele - ha precisato la radio - ed e' gestito da 120 tecnici dell'esercito americano.
Il nuovo radar e' stato trasportato in Israele la settimana scorsa con circa 120 membri dell'equipaggio statunitensi; e' stato allestito alla base aerea di Nevatim nel deserto del Negev.
Il sistema e' in grado di segnalare un missile balistico poco dopo il lancio. Questo ridurra' il tempo di reazione del sistema israeliano Arrow, progettato per intercettare i missili in arrivo.

(RaiNews24, 28 settembre 2008)

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Quel binario per Auschwitz

di Marina Gersony

Liliana Segre
MILANO - «Ogni volta che mi trovo alla Stazione Centrale vengo travolta dai ricordi, certo, ma anche da un sentimento che mi porto dietro riguardo all’indifferenza: indifferenza di quei questori zelanti che hanno fornito l’elenco degli ebrei da deportare; di coloro che ci hanno così potuto stanare; l’indifferenza di chi abitava intorno a Birkenau e di chi voltava la faccia. E poi un lungo silenzio; il fastidio di ascoltare le nostre storie. Ci sono voluti anni prima che le case editrici, le scuole e i giornali affrontassero il tema della Shoah, fino all’eccesso, tanto che addirittura oggi qualcuno dice che barba. Ma noi sopravvissuti continueremo a parlare finché avremo fiato in gola». Le parole di Liliana Segre pesano come macigni e commuovono. Parole che questa donna schiva ed elegante, sopravvissuta miracolosamente ai lager, non si stanca di ripetere in ogni occasione, in modo sobrio e incisivo.
Liliana Segre fa parte di quei 605 deportati il 30 gennaio 1944 a Auschwitz-Birkenau, di cui 20 sopravvissuti, che riempiranno il «Memoriale della Shoah di Milano - Binario 21», un importante progetto per la nostra città presentato ieri alla presenza delle istituzioni - Regione, Comune, Provincia - nella Sala Reale della Stazione Centrale, proprio dove si trova il Binario 21, luogo simbolo da dove gli ebrei e altri perseguitati vennero deportati ai lager nel 1943-1944 dopo essere stati prelevati dal carcere di San Vittore e caricati su carri di bestiame. L’allestimento del Memoriale - fine lavori previsto nel 2010 - sarà realizzato nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione e situato su due livelli, dove sorgeranno un museo, un archivio, una biblioteca, spazi espositivi, un auditorium e un bookshop. «Sarà un centro di incontro e di confronto della società civile che ha convinto le istituzioni a collaborare - spiega Roberto Jarach, membro del Comitato dei promotori -. È un laboratorio per la convivenza dove dialogo e conoscenza possono porre le basi per la formazione dei giovani, che avranno la responsabilità di guidare una società sempre più multietnica e multiculturale». «Il Memoriale non è un Museo fine a se stesso bensì un luogo di meditazione - osserva a sua volta Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo di Milano -. I ricordi non devono rimanere cristallizzati nel passato, al contrario devono incidere sul presente. La memoria deve essere una memoria attiva e collettiva». E c’erano proprio tutti in quella che più di una conferenza stampa è stata un’occasione di riflessione; una riflessione sinergica tra istituzioni e non solo, seria, priva di retorica e soprattutto concreta. Si è parlato di valori che contano in riferimento alla società attuale, dell’importanza della memoria e della sua trasmissione soprattutto alle giovani generazioni, in quanto la Shoah, oltre a rappresentare la grande tragedia del popolo ebraico, deve valere come potente monito universale perché tutto questo non si ripeta mai più. La Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus, presieduta da Ferruccio De Bortoli, è stata costituita su iniziativa di nove fondatori: Comunità Ebraica di Milano, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea - CDEC Onlus, Associazione Figli della Shoah, Comunità di Sant’Egidio, Unione delle Comunità Ebraiche, Ferrovie dello Stato S.p.A. Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano.

(il Giornale, 27 settembre 2008)

binario 21

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Gaza: Hamas, no all'appello del Quartetto

La richiesta 'riflette preconcetti contro diritti dei palestinesi'

TEL AVIV, 27 set - Hamas ha respinto un appello del Quartetto internazionale (Usa, Ue, Russia e Onu) per raggiungere un accordo con Israele entro il 2008. In un comunicato diffuso a Gaza dalla direzione politica di Hamas e pubblicato sul proprio sito, i palestinesi della Striscia, che gia' hanno piu' volte respinto l'ipotesi di una soluzione negoziale, hanno ribadito che l'appello del Quartetto 'riflette una posizione preconcetta contro i diritti del popolo palestinese e a favore dell'occupante israeliano'.

(ANSA, 27 settembre 2008)

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Siria - Autobomba a Damasco, cronologia dei principali attentati

Quello di oggi è il più sanguinoso dagli anni Ottanta

DAMASCO, 27 set. (Apcom) - L'attentato in cui diciassette persone sono state uccise e quattordici sono rimaste ferite questa mattina a Damasco, nell'esplosione di un'autobomba, è il più sanguinoso in Siria dagli anni Ottanta. Di seguito i principali attentati commessi nel Paese:
- 29 novembre 1981: un'autobomba esplode nel quartiere di Ezbekieh a Damasco e provoca 175 morti, uno dei più grandi attentati che abbia conosciuto la Siria. E' rivendicato dai "Fratelli musulmani";
- 16 aprile 1986: numerosi attentati commessi a intervalli di alcune ore nella regione di Tartous (nord) e in molte altre città provocano 144 morti e 149 feriti.
- 9 settembre 1996: un palestinese è ucciso in occasione della Fiera internazionale di Damasco, nell'esplosione della sua stessa granata; una ventina di passanti restano feriti.
- 31 dicembre 1996: un attentato con esplosivi contro un autobus in un quartiere popolare di Damasco provoca tredici morti e quaranta feriti.
- 27 aprile 2004: un attentato con esplosivi a Mazzé, un quartiere di Damasco che ospita ambasciate occidentali e residenze ufficiali, è seguito da scontri tra poliziotti e ribelli, provocando secondo le autorità cinque morti (tre terroristi, un poliziotto e una passante). L'attacco è rivendicato da "Il gruppo del martire Adib al-Kilani".
- 26 settembre 2004: un attentato con un'autobomba costa la vita a un dirigente del movimento integralista palestinese Hamas e ferisce tre passanti a Zahira, un quartiere a sud di Damasco. La Siria e il movimento palestinese attribuiscono l'attentato a Israele;
- 12 settembre 2006: quattro uomini armati tentano di fare esplodere un'autobomba davanti all'ambasciata degli Stati Uniti a Damasco. Gli assalitori, un agente delle forze antiterrorismo siriane e un passante guida sono uccisi;
- 12 febbraio 2008: un uomo determinate per le operazioni militari di Hezbollah, Imad Mughniyeh, ricercato dall'Interpol e dagli Stati Uniti per una serie di attentati e sequestri, è assassinato a Damasco. Israele nega ogni coinvolgimento nell'omicidio;
- 1 agosto 2008: viene ucciso il generale Mohamed Sleimane, responsabile della sicurezza del centro studi e ricerche scientifiche siriano. Mass media arabi hanno riportato qu' agiva da agente di collegamento con Hezbollah, altri lo hanno descritto come il "braccio destro" del presidente Assad.

(Virgilio Notizie, 27 settembre 2008)

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Appello di Hamas a compiere attentati suicidi a Gerusalemme

Un responsabile di Hamas ha lanciato un appello ai gruppi armati palestinesi a riprendere gli attentati kamikaze a Gerusalemme, in occasione delle manifestazioni organizzate per la giornata di al-Qods (Gerusalemme).
"Rivolgiamo un appello a tutti i gruppi a fermare il nemico pianificando una serie di missioni con martiri simili a quelle lanciate lunedì contro alcuni soldati e (in marzo) contro una scuola Talmud", ha affermato Ahmad Abou Halbiya davanti a migliaia di persone.
La "giornata al-Qods" è stata istituita da Ruhollah Khomeiny, il fondatore della Repubblica islamica d'Iran nel 1979.
Lunedì scorso, un palestinese al volante di un veicolo ha investito un gruppo di soldati israeliani vicino alla vecchia città di Gerusalemme, provocando 13 feriti. In marzo, otto allievi di un seminario Talmud di Gerusalemme sono stati uccisi da un palestinese armato di fucile automatico.
Abu Halbiya ha anche chiesto al presidente palestinese, Abu Mazen, di interrompere i negoziati con Israele il cui scopo è quello di raggiungere un accordo per la creazione di uno Stato palestinese, che lo stesso responsabile di Hamas definisce "assurdo".
Da parte sua, il capo del governo di Hamas nella Striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, ha invitato gli arabi e i musulmani a mobilitarsi per difendere la moschea d'al-Aqsa a Gerusalemme, il terzo luogo santo dell'islam, in "pericolo a causa della continuazione degli scavi, della politica giudaica e della colonizzazione", ha aggiunto.

(l'Occidentale, 26 settembre 2008)

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Shoah: Formigoni, memoriale Milano ridà dignità ai deportati

MILANO, 26 set. - Nel 2010 la Stazione Centrale di Milano ospitera' il Memoriale della Shoah, nello spazio del 'Binario 21' dal quale vennero instradati versi i campi di sterminio nazisti numerose centinaia di ebrei detenuti nel carcere di San Vittore. "Se comprendere e' impossibile - ha commentato il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni - conoscere e' necessario. Da qui sono partite centinaia di persone per un viaggio senza ritorno. Vogliamo ricordarle con un progetto che ci ha coinvolti da subito, solo cosi' potremo restituire loro quella dignita' che si sono visti togliere ingiustamente". "Ricordare pagine terribili come quelle della Shoah - ha aggiunto Formigoni - vuol dire assumere impegni concreti per l'oggi e per il domani". "Il Memoriale - ha concluso Formigoni - sara' dunque l'occasione per riaffermare l'importanza della presenza della cultura ebraica come portatrice di valori universali: dalla centralita' della persona alla laicita', dalla tutela dei diritti fondamentali alla consapevolezza che la liberta' e' socialmente costitutiva".

(AGI, 26 settembre 2008)

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Gaza, ultimatum di un gruppo islamico a Hamas

L' "Esercito islamcio", una formazione armata salafita vicina ad al-Qaeda, ha lanciato oggi un ultimatum alle autorità palestinesi di Hamas, che controllano la Striscia di Gaza, per instaurare un emirato islamico. "Vi diamo tre giorni di tempo per instaurare l'emirato islamico a Gaza", recita il comunicato diffuso nei forum islamici su Internet. Nel messaggio, la formazione armata palestinese accusa gli uomini di Hamas di aver ucciso sei membri del loro gruppo durante l'attacco compiuto la scorsa settimana contro il covo del clan Dughmush nel quartiere di Sabra a Gaza. "Noi, in qualità di parenti dei martiri che avete ucciso, annunciamo che intendiamo processare secondo la Sharia i responsabili di questa strage in base al Corano e alla Sunna - si legge nel messaggio -, ma potremmo annunciare la grazia per gli assassini e per chi ha partecipato all'attacco e alla strage se Hamas annuncerà di voler applicare la Sharia islamica e rinnegherà la sua adesione alla costituzione palestinese. Deve annunciare la nascita dell'emirato islamico in modo che il sangue dei nostri martiri sia un faro della volontà di Allah".

(The Instablog, 26 settembre 2008)

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Comunita' ebraica da Schifani, pensiamo a Castelvolturno

"Stiamo pensando di andare a Castelvolturno a portare la nostra solidarieta' alla comunita' di immigrati". Lo riferisce all'Agi Riccardo Pacifici, presidente della Comunita' Ebraica di Roma. Oggi Pacifici, assieme al Rabbino Capo Riccardo Di Segni, ha fatto visita al presidente del Senato Renato Schifani. Un incontro estemporaneo, come ha spiegato Pacifici: ieri ha telefonato alla seconda carica dello Stato per esprimergli solidarieta' dopo le scritte ingiuriose comparse su alcuni muri della tangenziale est di Roma, nelle quali si leggeva "Schifani, l'ebreo sarai tu", seguito dalla firma "Militia". "Il presidente Schifani", ha riferito Pacifici all'Agi, "non si e' mostrato affatto preoccupato. Era anzi sereno. Insieme abbiamo discusso di quanto avvenuto. Soprattutto della strana rivendicazione: 'Militia' e' un gruppo o una formazione a noi del tutto sconosciuta". Ma sullo stesso muro, ieri, e' comparsa un'altra scritta: "Minime in Italia: Milano -1, Castelvolturno -6". Il riferimento e' al ragazzo di origine africana ucciso a bastonate a Milano e alla strage di immigrati a Castelvolturno. "Ci e' sembra giusto, dopo aver portato la nostra solidarieta' a presidente del Senato, farlo anche con le altre persone colpite da queste frasi". Ancora da definire tempi e modi del viaggio, anche perche' "la comunita' vive un momento particolare, con l'avvicinarsi del Capodanno ebraico le cui celebrazioni avranno inizio martedi' prossimo".

(la Repubblica, 26 settembre 2008)

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Ahmadinejad prega con i rabbini

Ebrei ultraortodossi, che non riconoscono Israele, visitano il presidente iraniano

di Christian Elia

''Il sionismo si è molto indebolito e, se Dio vorrà, sarà presto distrutto. Solo allora ebrei, musulmani e cristiani potranno finalmente vivere in pace''. Mahmud Ahmadinejad non si smentisce mai e, in ogni occasione pubblica, lancia i suoi strali contro il sionismo e lo Stato d'Israele, che per il presidente iraniano rappresenta il male assoluto.

- Ahmadinejad senza freni
Lo aveva ribadito, tanto per non perdere l'allenamento, il 24 settembre scorso dal podio dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, accusando Israele della ''carneficina dei palestinesi''.
Lo ha ripetuto ieri, ma questa volta Ahmadinejad ha parlato in un contesto piuttosto insolito. Nell'albergo di Manhattan che lo ospita, Ahmadinejad ha ricevuto una delegazione della Naturei Karta International, un'organizzazione anti-sionista che sostiene d'interpretare alla lettera la Torah, il libro sacro dell'ebraismo. Secondo loro, le sacre scritture proibiscono la creazione di uno stato ebraico prima della venuta del Messia. Quindi, secondo questa lettura, lo stato d'Israele è un'impostura e la sovranità sulla Terra santa è dei palestinesi. ''Siamo onorati di incontrare una personalità di questo calibro, qualcuno che capisce la differenza tra giudaismo e sionismo'', ha dichiarato il rabbino Moshe bel Beek, leader di Naturei. ''Ahmadinejad non è un anti-semita e non è un nemico del popolo ebraico'', ha raccontato alla stampa dopo l'incontro Yisroel Dovid Weiss, portavoce del gruppo, ''e ha sottolineato come tanti ebrei vivano felici in Iran. Weiss ha evitato di rispondere alle domande dei cronisti che chiedevano lumi sul negazionismo dell'Olocausto e sui tanti ebrei che, dopo la rivoluzione islamica del 1979, hanno abbandonato l'Iran.
Lo strano gruppo, infine, ha pregato congiuntamente. ''Chiedendo a Dio che il sionismo e la sua propaganda siano cancellati'', ha concluso Weiss.

- Preghiera poco ortodossa
Una situazione eccentrica, ma non inedita. Ahmadinejad aveva infatti invitato a Teheran, a dicembre del 2006, i rabbini ultraortodossi di Naturei per partecipare alla conferenza "Studi sull'Olocausto: una prospettiva mondiale''. Una due giorni dedicata a una 'rilettura' di una delle più grandi tragedie della storia. Negazionisti, critici, scettici e revisionisti erano accorsi in Iran, per un convegno che aveva irritato molti degli ayatollah, innervositi dalle esternazioni sempre più aggressive di Ahmadinejad verso Israele. Mentre è in ballo la questione del nucleare iraniano, le gerarchie della Rivoluzione islamica guardano con irritazione alle boutade di Ahmadinejad, temendo che vengano prese a pretesto per un attacco contro il Paese. Il presidente iraniano, lasciato solo alla conferenza, dove tanti esponenti della classe dirigente di Teheran non hanno partecipato, ha potuto contare su questi amici bizzarri, rabbini ultraortodossi che negano il diritto d'Israele a esistere. Non negano l'Olocausto, ma un vecchio detto insegna che 'il nemico del mio nemico è mio amico'. E i rabbini di Naturei l'hanno preso alla lettera.

(PeaceReporter, 26 settembre 2008)

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Iran. Rafsanjani: "Israele pagherà caro l'aggressione contro i palestinesi"

Non si allenta la tensione Iran-Israele.
L'ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani, in occasione di una manifestazione anti-israeliana organizzata come ogni anno a Teherannell'ultimo giorno del Ramadan, ha affermato che Israele pagherà a caro prezzo la sua politica di aggressione contro i palestinesi.
Nel corso della manifestazione sono state date alle fiamme le bandiere nazionali di Stati Uniti e Israele, e sono stati intonati slogan del tipo "Morte a Israele" e "Morte all'America".
La manifestazione chiamata "Al Qods" (Gerusalemme in arabo) fu istituita dall'ayatollah Ruhollah Khoemini, fondatore della Repubblica islamica iraniana, come segno di solidarietà con gli arabi palestinesi.
Rafsanjani ha anche condannato le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro Teheran per il suo programma nucleare, accusando le Nazioni Unite di essere tra i principali responsabili, con la Gran Bretagna e gli Usa, dell'attuale situazione del popolo palestinese.

(l'Occidentale, 26 settembre 2008)

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Iran: Guardian, Bush nego' appoggio a raid Israele su siti nucleari

LONDRA, 26 set - Israele ha seriamente preso in considerazione la scorsa primavera la possibilita' di un attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani. Un'ipotesi pero' che non ha ricevuto appoggio da parte del presidente americano George Bush, deciso - sembrerebbe - a non cambiare idea in proposito fino alla fine del suo mandato. A rivelarlo e' oggi il 'Guardian' citando alte fonti diplomatiche europee. L'allora premier israeliano Ehud Olmert - si legge sul quotidiano - colse l'occasione della visita di Bush per il 60mo anniversario della fondazione dello stato di Israele per sollevare la questione nel corso di un meeting riservato il 14 maggio scorso. La decisione di Bush di non offrire il proprio sostegno ad un simile raid si sarebbe basata su due fattori, stando alle fonti: il primo sarebbe stato il timore di una probabile rappresaglia iraniana, che avrebbe comportato un'ondata di attacchi contro il personale militare americano e non solo in Iraq e Afghanistan, il secondo il timore che Israele non sarebbe riuscito a neutralizzare gli impianti nucleari iraniani con un singolo attacco e che non avrebbe potuto lanciare una serie di attacchi per piu' giorni senza rischiare di scatenare una guerra vera e propria.

(Ses/Col/Adnkronos, 26 settembre 2008)

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Hamas respinge offerta Israele per scambio con Shalit

GERUSALEMME, 26 set - Hamas ha respinto la proposta di scambio di prigionieri avanzata da Israele e ha interrotto le trattative, mediate dall'Egitto, per la liberazione del caporale israeliano Ghilad Shalit, catturato due anni fa da un commando palestinese e da allora tenuto ostaggio a Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese "Maan". L' offerta e' stata giudicata insoddisfacente perche' la lista di detenuti politici palestinesi che Israele si e' detto disposto a scarcerare, non contiene meta' dei nomi di militanti islamici indicati nelle scorse settimane da Hamas. "Cio' che Israele ha approvato non puo' essere definito un progresso. Insistiamo affinche' vengano liberati i prigionieri condannati all'ergastolo o che hanno gia' scontato buona parte di una lunga detenzione. La lista di nomi che avevano prosentato non e' negoziabile", ha spiegato Fawzi Barhoum, un portavoce di Hamas. Ieri la stampa israeliana aveva riferito che la commissione guidata dal vice premier Haim Ramon aveva presentato al primo ministro israeliano dimissionario Ehud Olmert una lista con i nomi di 450 detenuti palestinesi che potrebbero essere rilasciati in cambio di Shalit. Secondo indiscrezioni la commissione avrebbe accolto solo la meta' dei nomi richiesti da Hamas ed escluso la scarcerazione di decine di militanti islamici condannati per attentati ed omicidi di cittadini israeliani.

(Apcom, 26 settembre 2008)

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