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Notizie su Israele 358 - 2 settembre 2006

1. La propaganda dei nemici d'Israele
2. Israele non cura l'immagine
3. Il Bel Paese
4. Israele, una grandissima seccatura
5. Lettera aperta di un israeliano a Kofi Annan
6. Un po' di ragionevole autocritica
7. Il mondo visto da Roma
8. Musica e immagini
9. Indirizzi internet
Isaia 2:11-12. Lo sguardo altero dell'uomo sarà umiliato, e l'orgoglio di ognuno sarà abbassato; il Signore solo sarà esaltato in quel giorno. Infatti il Signore degli eserciti ha un giorno contro tutto ciò che è orgoglioso e altero, e contro chiunque s'innalza, per abbassarlo.
1. LA PROPAGANDA DEI NEMICI D'ISRAELE




Così gli Hezbollah reclutano bambini

BEIRUT - Durante i combattimenti in Libano l'esercito israeliano ha scoperto, oltre ad armi ed esplosivi, anche del materiale che gli Hezbollah usavano per l'indottrinazione dei bambini. Il gruppo terroristico preparava opuscoli e giochi di quiz per diffondere i suoi messaggi tra i bambini e conquistarli come futuri terroristi.
    Come riferisce il quotidiano "Yediot Aharonot", i giochi enigmistici contenevano domande come: "Conosci il nome del più prestigioso prigioniero
Giovane Hezbollah
libanese che si trova nelle prigioni israeliane nemiche?", o "Dov'è che l'aviazione sionistica nemica ha ucciso lo Sceicco Abbas Mussawi (ex segretario generale di Hezbollah), sua moglie e il suo figlio piccolo?"
    Rispondendo bene alle domande si poteva guadagnare un premio. Dal tipo di quiz si capisce chiaramente che non si tratta di formazione generale dei ragazzi, ma di reclutamento di ragazzi ancora molto giovani, continua ancora "Yediot Aharonot". Evidentemente l'organizzazione aveva come obiettivo di diffondere i suoi valori nella giovane generazione. Dietro questa attività si trova soprattutto la cosiddetta "Autorità per la resistenza islamica", una delle istituzioni e degli enti di Hezbollah che svolgono diverse attività sociali tra la popolazione del sud del Libano con lo scopo di contribuire alla popolarità del gruppo terroristico.
    Nel sud del Libano i soldati israeliani hanno trovato inoltre documenti e volantini che trattano di offerte per gli Hezbollah e le loro campagne propagandistiche. In essi viene spiegato che l'"Autorità per la resistenza islamica" è un'importante istituzione degli Hezbollah che è stata creata nel 1989 per regolare l'acquisizione di fondi per l'organizzazione. Operando in case private e in posti pubblici come moschee, edifici scolastici, distributori di benzina, strade o centri commerciali con cosiddetti "box di beneficenza", l'istituzione ha raccolto in Libano grandi somme di denaro per gli Hezbollah. Sui volantini c'erano disegni con l'annuncio che le offerte servivano all'acquisto di armi per la distruzione dello Stato d'Israele.

(israelnetz.de, 2 settembre 2006)





2. ISRAELE NON CURA L'IMMAGINE




Foto contro parole

Provate a rispondere con numeri esatti alle seguenti domande:
- Quanti katjiusha sono caduti in territorio israeliano?
- Quanti israeliani sono rimasti feriti ed uccisi a causa dei razzi lanciati dagli hezbollah?
- Quanti edifici sono rimasti daneggiati e distrutti dai katjiusha?
- Quanti edifici pubblici come ospedali, sinagoghe, scuole ed altri centri educativi sono rimasti daneggiati o distrutti dal lancio dei razzi?
Non si sa', non e' chiaro. Ancora non si sono tirate le somme! Queste sono le risposte che si ricevono non da ignari cittadini ma da enti governativi israeliani.
Non al ministero degli esteri, non alla polizia e neanche al ministero della difesa sanno dare delle risposte precise. Mancano i dati precisi dei danni materiali causati dagli hezbollah. Non ci sono grafici e tabelle che diano e spieghino i danni psico-fisici inferti ai cittadini israeliani.
Gli enti propagandistici israeliani nel mondo vivono giornate tremende.
Essi non hanno materiale per replicare alle accuse di atrocita' rivolte ad Israele.
Non hanno ricevuto neanche semplici fotografie! Il centro d'informazione centrale non ha neanche pensato di distribuire le foto dei danni subiti dagli israeliani. Senza foto non si trasmette un messaggio diretto su cui appoggiare le spiegazioni. Perche' non hanno ricevuto le foto non solo dei danni provocati ma anche di com'era la vita nei rifugi, dei ventilatori che lavoravano ininterrottamente per cercare di rinfrescare l'aria nelle stanze affollate dove anche bambini e neonati dovevano sopportare tali tremende condizioni, delle circoncisioni e dei matrimoni svoltisi in tali ambienti, degli anziani isolati che resistevano per starci!?
Dove le foto degli edifici sventrati ed il mobilio andato in bricciole!?
Dove le foto degli israeliani feriti ed uccisi!?
Dove le immaggini delle citta' del nord abbandonate e che han subito danni rilevanti per l'attacco quasi ininterrotto dei terroristi!?
I libanesi, al contrario, in maniera rapida ed efficiente, anche falsificando notizie, foto e cifre, hanno bombardato il mondo a getto continuo giornaliero con immagini dimostranti le "atrocità" israeliane, anche la cifra finale dei morti data dai libanesi e' per lo meno da dimezzare!
Foto di scuole ed ospedali distrutti dall'aviazione israeliana, han fatto credere che Beirut fosse stata ridotta ad un mucchio di macerie fumanti dagli attacchi israeliani. Hanno fatto vedere la gente che piangeva vicino alle rovine delle loro case, la stessa persona ripresa anche piu' di una volta vicino a un edificio differente!, la gente che scappava.
Se all'inizio gli europei e gli americani capivano le ragioni israeliane tale propaganda continua e massiva degli arabi cui non rispondeva una valida contro-mossa israeliana li ha spinti a condannare l'azione difensiva israeliana come spropositata e sproporzionata (esattamente avviene con i palestinesi).
I governi israeliani hanno sempre pensato che basti agire a livello governativo, ma nei paesi democratici i governi sono influenzati dalla popolazione.
Bisogna incominciare a spiegare i termini. Ad esempio, quando si parla di coloni uccisi la gente pensa a persone armate e ben difese mentre si tratta di civili e la maggior parte delle vittime sono donne e bambini. Per far questo bisogna che Israele faccia ricorso a persone che siano comunicative e che abbiano ottima padronanza dell'inglese.
Per controbattere la propaganda araba bisogna mettere in mostra la sofferenza e il dolore israeliani, far vedere gli autobus distrutti ed i corpi ridotti in pezzi.
Israele non ama abbassarsi a questa "sporca" propaganda del "dolore" ma non ha scelta.
 
(A. Tiv, temunot mul milim, HAMODIAH, appendice del venerdi', 26/8/06, pp.32-34; liberamente tratto e tradotto dall'ebraico da Eleazar Ben Yair).  





3. IL BEL PAESE




Tutto il peggio del peggio che sarebbe potuto succedere durante questa estate. Ed è successo

Nefandezze estive in un mare di paradossi tra terroristi, pacifisti, e slogan "Forza Onu"

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Che l'Italia fosse un Paese straricco di paradossi lo avevamo già notato e anche scritto. Ma che i paradossi potessero raggiungere i livelli di concentrazione di nefandezza come quelli di cui abbiamo dovuto assistere quest'estate, non lo avremmo mai potuto immaginare. Parliamo di chi è riuscito ad associare gli Hezbollah, la cui -raison d'être- è l'annientamento dello stato d'Israele, ad un termine poco aggressivo come "resistenti". E come se non bastasse, chi riesce ad associare gli ebrei ai nazisti. E chi addirittura paga una pagina di pubblicità su un quotidiano italiano per meglio vendere il concetto. Parliamo di chi gioisce per la "licenza di uccidere" se vuol dire poter sparare sui soldati israeliani e chi non intristisce per il fatto che la missione in Libano non prevede il disarmo degli Hezbollah. Parliamo di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni di tutti gli italiani che all'estero andava a passeggio coi leader di Hezbollah e continua a predicare la sproporzionalità della reazione di un Paese sotto tiro di chi vorrebbe la sua estinzione. Parliamo dei guerrafondai, alias pacifisti, che durante la marcia per la pace Perugia-Assisi innalzavano immagini dell'uomo di guerra, Hassan Nasrallah, capo degli Hezbollah. Gli arcobalenati che camminavano con gli striscioni "Forza Onu", quella forza che per loro significa legare le mani a Israele. Parliamo di coloro che fanno finta di niente perché il giovane Angelo Frammartino non è stato ammazzato dagli israeliani come avrebbero preferito, ma da un palestinese, per sbaglio, avendolo scambiato per un ebreo.

Parliamo del padre di Angelo che ha perdonato l'aguzzino di suo figlio perché, appunto, aveva sbagliato, non voleva uccidere suo figlio, ma un ebreo.
E come padre, non lo troviamo meglio quindi, di un altro padre che ha preferito sgozzare sua figlia piuttosto che vederla felice e integrata nel nuovo mondo dove lui l'aveva portata a vivere. E come Anna Bono ci chiediamo dove sono finite tutte quelle femministe storiche che hanno letto "Dalla parte delle bambine", un libro che criticava aspramente i genitori che denigravano le loro figlie vestendole di rosa e commettendo altri atti di tortura simili. E vorremmo sapere dove sono finiti gli ambientalisti che ci hanno privato delle centrali nucleari che ci avrebbero reso meno dipendenti da altri Paesi per le loro fonti energetiche. Paesi, guarda caso, come l'Iran. E ci chiediamo come mai non si precipitano a Teheran a proclamare il loro "No, grazie" ad Ahmadinejad che sta già avviando i suoi progetti nucleari quando altre fonti d'energia a lui certo non mancano. E ci domandiamo se il loro disinteresse abbia a che fare col fatto che lui sia lo sponsor degli amici "resistenti" in Libano. Sono tante, sono troppe le nefandezze accumulate durante questa lunga estate. Perdonateci se l'indigestione ci ha fatto dimenticare, e quindi, omettere qualcuna.

(L'Opinione, 31 agosto 2006)





4. ISRAELE, UNA GRANDISSIMA SECCATURA




Il nuovo antisemitismo che si aggira per l´Europa

di Piero Citati

Quattro anni fa, scrissi un articolo su Repubblica, nel quale osservavo che, dopo cinquant´anni di sonno, l´antisemitismo europeo stava risvegliandosi. In giornali e libri, altri dissero la stessa cosa. Purtroppo, siamo stati eccellenti profeti. In questi quattro anni, l´antisemitismo europeo si è moltiplicato, allargato, approfondito. Ora è odio, che consciamente o inconsciamente desidera l´esplosione. Molti credono che i malvagi della terra non siano i russi, i cinesi, i terroristi arabi, e nemmeno gli americani «con le mani sporche di sangue», come dice Oliviero Diliberto. I malvagi sono soltanto loro: gli israeliani, gli ebrei.
    Basta ricordare la celata (o non celata) soddisfazione, con la quale cronisti e commentatori della televisione e di molti giornali italiani hanno seguito la recente guerra mediorientale.
    Che l´esercito israeliano non avanzasse con la velocità consueta, che cento soldati israeliani morissero, e soprattutto che i lucidi ed elegantissimi missili di Hezbollah colpissero Haifa, suscitava nelle prose dei nostri giornalisti un buon umore inconsueto.
    Senza parlare dell´età romana, in Europa sono esistiti quattro diversi antisemitismi. Il primo è quello cristiano: già presente nell´Apocalisse, e violentissimo nei secoli successivi. E il secondo è quello borghese, nato quando si aprirono i ghetti, e gli ebrei diventarono tedeschi, russi, francesi, italiani: avvocati, scienziati, banchieri, scrittori, giornalisti, psicologi, spesso più intelligenti dei rivali cattolici. Il terzo è l´antisemitismo di sinistra, patrocinato da Karl Marx, in un mediocre saggio sulla questione ebraica. Il quarto è quello nazista.
    Oggi, in Europa, i quattro antisemitismi sono vivi e vivaci. Per esempio, Umberto Bossi è un antisemita nazista. Anni fa, venne intervistato alla televisione padana da un giornalista piccolissimo, umilissimo e adorante, che lo contemplava come se fosse insieme Gesù, Buddha e Martin Heidegger. Quando il giornalista gli chiese quali fossero le cause delle sventure del mondo, Bossi rispose (come Hitler) che tutti i mali derivavano dai banchieri ebrei di New York, i quali cercavano di corrompere con le droghe e gli emigranti maghrebini il sano sangue del popolo lombardo. Quanto agli antisemiti di sinistra, sono talmente tanti che non oso nemmeno nominarli. Ricordo soltanto una giovane, non so se casariniana o carusiana o agnolettiana, che proclamava ad alta voce: «Quelli che non ha ucciso Hitler, li ammazzeremo noi».
    Anche coloro che non sono apertamente antisemiti considerano Israele una grandissima seccatura, che turba la tranquillità dei loro sonni. Se una notte, possibilmente di sabato, una misteriosa bomba atomica facesse scomparire tutto Israele, fino ai bambini di due giorni, sarebbe per loro una liberazione piacevolissima. Così gli europei potrebbero riprendere indisturbati le vacanze del fine-settimana. E la televisione italiana tornerebbe a parlare dei prediletti delitti famigliari (le madri che ammazzano i figli, e le figlie che ammazzano la madre, hanno grande successo), del clima estivo (state attenti: quando c´è sole, bevete molta acqua), della tragedia della Juventus, mostrando ogni sera il volto di Alfonso Pecoraro Scanio: visione, come ognuno sa, meravigliosa.
    Un´accusa, che gli europei rivolgono agli israeliani, è di credersi ancora il popolo eletto. Niente è più falso. Tranne un gruppo di estremisti, mai Israele è stato così incerto, perplesso ed inquieto. E non ha perduto la curiosità ed il piacere ebraici di osservare, comprendere, guardare gli altri e diventare gli altri, di trasformarsi, e contemplare il mondo con occhi sempre diversi. Vorrei ricordare due fatti, entrambi di carattere culturale: niente è più significativo di ciò che accade tra i libri, perché si diffonde lentamente o velocemente in un popolo.
    Nel 2001, Avraham Yehoshua pubblicò un romanzo, La sposa liberata (Einaudi), che esprimeva un affetto così profondo verso i palestinesi, come mai Chateaubriand, Stendhal e Henry James provarono per l´Italia e il paesaggio italiano. Dopo il 1930, un grande studioso, Gershom Sholem, ha ricostruito la storia della mistica ebraica dal secondo al diciottesimo secolo, interpretandola come l´anima nascosta di Israele. Ora, dopo la sua scomparsa, un altro eccellente studioso, Moshe Idel (i cui libri sono pubblicati da Adelphi), ha dimostrato quanto questa mistica dovesse a quella islamica. Nessuna ricerca di questo genere è avvenuta nei paesi musulmani, dove la mistica islamica è stata molto spesso dimenticata o cancellata.

* * *

    Come tutti sanno (o dovrebbero sapere), gli ebrei sefarditi vissero sotto il dominio islamico un´esistenza molto più lieta dei loro fratelli azkenaziti nell´Europa cristiana. Verso la metà del decimo secolo, il capo della comunità ebraica di Cordoba venne nominato "primo ministro" del Califfato: mentre un vescovo cristiano era "ministro degli esteri". Intorno al 1454, un rabbino di origine francese scrisse ai suoi correligionari una lettera che diventò famosa: «Io ve lo dico, la Turchia è un paese d´abbondanza dove, se volete, troverete riposo... Non è meglio vivere sotto il dominio dei musulmani piuttosto che sotto quello dei cristiani? Qui, ogni uomo può vivere un´esistenza pacifica all´ombra della sua vigna e del suo fico. Qui, nessuno vi impedirà di portare gli ornamenti più belli, mentre nei paesi cristiani non osate vestire i vostri bambini in rosso o in blu, colori che noi amiamo, per paura di esporli ai colpi e agli insulti, e siete obbligati ad andare e a venire miserabilmente vestiti di colori scuri...».
    Ci furono terribili persecuzioni, come in Spagna nel XII e nel XIII secolo. Poco tempo dopo, in Siria, Ahmad ibn Taymiyya sostenne che bisognava massacrare ebrei, cristiani, musulmani sciiti, e soprattutto i mistici sufi – il culmine luminoso dell´Islam. La saggia autorità politica araba lo fece morire, nel 1328, incatenato in un carcere di Damasco. Per il momento, non ebbe seguaci. Ma, siccome soltanto le idiozie sono immortali, quattro secoli più tardi Muhammad ibn Abd al-Wahhab riprese le idee di Ibn Taymiyya. Di lì, il Wahhabismo – giudicato fino a quaranta anni fa, nell´Islam, una setta miserabile – la casa reale dell´Arabia saudita, Osama bin Laden, e l´11 settembre 2001.
    Negli ultimi trent´anni, l´antisemitismo islamico tradizionale si è combinato mostruosamente con orrori di ogni fonte, specialmente nazista: I protocolli dei savi di Sion, i kamikaze giapponesi, attentati astutissimi, slogan, motti, calunnie, invenzioni. Come uno storico antico, Apione, la moglie di Arafat raccontava che, nelle sinagoghe, gli ebrei compivano sacrifici rituali di bambini, ingrassati come Pollicino. Non soltanto le idiozie ma anche le menzogne attraversavano immortali i secoli; ed è impossibile confutarle.
    Malgrado l´indifferenza e l´ostilità degli europei, non credo che Israele scomparirà mai dalla terra. Scompariranno molto prima Osama bin Laden, il presidente dell´Iran, gli allievi di un criminale come Khomeini, il capo di Hezbollah, e gli antisemiti d´Europa, a qualsiasi specie appartengano. Gli ebrei hanno un dono, che noi cattolici non possediamo, o possediamo in modi diversi. Con passione e avidità, amano il mondo: il "rosso" e il "blu", il "fico" e la "vigna", i viaggi, i libri da leggere e scrivere, i commerci, le ricchezze: eppure, non appartengono completamente alla terra. Con una parte di sé, vivono altrove, dove vaga esiliata la Shekinah, il volto femminile di Dio, ora emanando una pallida luce lunare, ora intonando una musica sempre più cristallina, squillante e trionfale. 

(Repubblica, 28 agosto 2006)





5. LETTERA APERTA DI UN ISRAELIANO A KOFI ANNAN




A Sua Eccellenza
Segretario generale dell'ONU
Mr. Kofi Annan
     
In quest'ultimo periodo Lei ha accusato ripetutamente Israele di non rispettare il cessate il fuoco con il Libano. Prima di parlare si dovrebbe ricordare di vari paragrafi della 1701 che era chiaro a tutti che non sarebbero

prosegue ->
mai stati rispettati dagli hezbollah!
    Nazrallah aveva urgenza di un cessate il fuoco per far riprendere fiato alle sue forze. Doveva ricostruire il suo arsenale distrutto dagli israeliani. Lui ha accettato di cessare il fuoco solo nel senso che gli israeliani si dovevano fermare e poi ritirare, tutte le altre clausole non le ha mai prese in considerazione!
    Gli hezbollah rispetteranno la 1701 esattamente come hanno rispettato la 1559! Nazrallah ha gia' chiaramente avvertito che ci sono clausole che sono solamente affari interni libanesi come la loro cessione delle armi e l'abbandono delle loro basi a sud del Litani. Come si pensa di ricostruire un paese con gente come quella!?
    Mi sia concesso, signor Segretario, ricordarLe che secondo la risoluzione dell'ONU a sud del Litani possono esserci solo soldati libanesi e dell'UNIFIL.
    Nazrallah ha concesso che i suoi uomini girino apparentemente disarmati, cio' vuol dire che appena riceveranno l'ordine ne faranno prontamente uso.
    E l'embargo di armi ai vari gruppi armati di fatto non esiste. Sotto l'occhio di tutti, gli hezbollah continuano a ricevere armi sempre piu' moderne dall'Iran e dalla Siria. Ci fu promesso una forza multinazionale con fermare e poi ritirare, tutte le altre clausole non le ha mai prese in considerazione!
    Gli hezbollah rispetteranno la 1701 esattamente come hanno rispettato la 1559! Nazrallah ha gia' chiaramente avvertito che ci sono clausole che sono solamente affari interni libanesi come la loro cessione delle armi e l'abbandono delle loro basi a sud del Litani. Come si pensa di ricostruire un paese con gente come quella!?
    Mi sia concesso, signor Segretario, ricordarLe che secondo la risoluzione dell'ONU a sud del Litani possono esserci solo soldati libanesi e dell'UNIFIL.
    Nazrallah ha concesso che i suoi uomini girino apparentemente disarmati, cio' vuol dire che appena riceveranno l'ordine ne faranno prontamente uso.
    E l'embargo di armi ai vari gruppi armati di fatto non esiste. Sotto l'occhio di tutti, gli hezbollah continuano a ricevere armi sempre piu' moderne dall'Iran e dalla Siria. Ci fu promesso una forza multinazionale con un forte contingente francese, 8.000 uomini, per addestrare i soldati libanesi. Ma la Francia, dove il fondamentalismo islamico minaccia la sua coesistenza socio-culturale, si e' rimangiata la parola data. Cio' e' un duro colpo alla sicurezza d'Israele ma lo e' ancor di piu' per la Francia e per l'Europa Occidentale. Nazrallah ha dichiarato che non si aspettava che Israele avesse una popolazione ed un esercito cosi' valorosi, l'avesse pensato non avrebbe rapito i soldati israeliani. Mentre gli arabi ridono per la vigliaccheria e la codardia dimostrate dai governi europei. I paesi europei temono giustamente a mandare i loro figli in Libano perche' conoscono il pericolo in cui li spediscono. Persino l'Arabia Saudita ha chiuso la sua ambasciata a Beirut perche' sa che gli hezbollah non rispettano gli accordi.
    I paesi che manderanno i loro soldati non hanno partecipato a dei veri combattimenti dalla seconda guerra mondiale. I soldati ucraini, olandesi, polacchi, italiani e finlandesi conoscono i campi di battaglia solo da film di archivio e dai diari di guerra. Inoltre vari paesi partecipanti non hanno relazioni diplomatiche con Israele ed in caso di contrasti e' chiaro con chi si schiereranno tali soldati "obiettivi". Inoltre non conoscono i luoghi. Che cosa possono fare di fronte ad un piccolo e ben addestrato esercito (no, non stiamo parlando di quello israeliano!). Se Israele non e' riuscita a stanarli, come lo potra' fare una tale "forza multinazionale", e dovrebbero essere costoro a garantire il cessate il fuoco nella zona piu' pericolosa del pianeta!?
    Gli hezbollah non hanno rispettato vari paragrafi dell'accordo ma Lei non sembra averci fatto caso! Il Suo comportamento ci fa ricordare le condanne degli attacchi terroristici da parte del portavoce di Arafat, Dott. Ahmed Tibi, quando era stato Arafat stesso ad autorizzare tali azioni criminose. Anche Lei Annan sta facendo da cassa di risonanza del Libano-hezbollah. Parla del dolore dei bimbi libanesi e di milioni di profughi nel paese dei cedri. Ha dimenticato, o forse non voluto ricordare, che due milioni d'israeliani hanno dovuto lasciare le loro citta' o hanno dovuto vivere in rifugi!? Ha dimenticato come il continuo lancio dei katjiusha abbia "rallegrato" la vita a migliaia di famiglie israeliane!?
    Signor Segretario dell'ONU, quando la guerra era ancora in corso ha accusato Israele di "sproporzionalita' " e di bombardamenti massivi come risposta per soli due soldati presi in ostaggio, ha, forse, scordato tutto il resto!?
    Invece l'IDF a causa delle forti pressioni internazionali non ha bombardato abbastanza, nella lista della Sua aviazione sono rimaste varie postazioni di lancio che gli hezbollah stanno gia' rinforzando per il prossimo conflitto con missili ancor piu' sofisticati ed a piu' lunga gittata iraniani, siriani e russi.
    Se gia' parliamo di proporzioni chiedo una volta per tutte: perche' sempre, e sottolineo la parola sempre, per ogni soldato israeliano, vivo o morto, che e' caduto prigioniero, Israele debba rimettere in circolazione centinaia o migliaia di terroristi? Lei, come Segretario di un'organizzazione che dovrebbe essere obiettiva, dovrebbe richiedere proporzionalita': prigioniero contro prigioniero.
    Sia coerente, si faccia portavoce anche qui della "proporzionalità"!?
    (Non ha inoltre fatto niente per far conoscere ad Israele le condizioni di salute dei due soldati rapiti cosi' com'e' sancito dal diritto dei prigionieri di guerra di Ginevra!).
    La risposta a perche' Israele liberi cosi' tanti delinquenti e' molto semplice.
    Anche Lei, come Nazrallah, come Nasser, Sadat, Assad padre e figlio, come tutti i leaders della zona sa quanto per noi sia sacra la vita di ogni individuo, molto di piu' del valore che gli altri riservano ai loro cittadini: per restituire un ebreo, vivo o morto, l'intera popolazione si mobilita, chiamiamo cio' "riscatto dei prigionieri. " Questo gesto umanitario voi lo sfruttate per i vostri sporchi fini: sapete che Israele e' disposto  a liberare un numero astronomico di terroristi per liberare uno o due soldati o cittadini. Anche per dare informazioni sulla sorte dei rapiti Nazrallah pretende la liberazione di terroristi: per loro gli esseri umani sono solo oggetto di scambio!? Ai loro giovani inculcano l'amore per la morte in battaglia. Israele, al contrario, manda i Suoi figli sperando che ritornino e che riescano ad ottenere condizioni di vita migliore per tutti.
    Lei, Mr. Annan, che gira tra i governi e le capitali del globo, dovrebbe sapere da tempo che il Libano non e' un paese indipendente: e' tenuto in ostaggio dalle dittature siriana ed iraniana. Non per niente il Presidente americano Bush le ha definite "l'alleanza del terrore". Uno dei loro scopi principali, di cui non fanno per niente mistero, e' la distruzione d'Israele, e sono applauditi per questo da vari milioni di musulmani, ed essi fanno di tutto per attuarla. Alle Nazioni Unite si dibatte sulla questione della produzione di energia nucleare in Iran. L'Europa Occidentale ha capito che l'Iran come potenza nucleare diventerebbe una minaccia non solo per il Medio Oriente ma anche per l'Europa. Tutti concordano sul pericolo iraniano ma non vogliono capire la simbiosi Iran-hezbollah!?
    Affermano che gli hezbollah sono un problema interno libanese!?
    Non vogliono capire che quando Nazrallah spartisce 150 milioni di dollari ai profughi del sud del Libano e di Beirut che hanno perso le loro case non li tira fuori dalle sue tasche ma ha uno sponsor che si chiama Ahmadinejad, ed e' costui il vero responsabile dell'instabilita' della zona e molti responsabili dei servizi segreti occidentali hanno detto che non si e' combattuta la seconda guerra israelo-libanese ma la prima israelo-iraniana.
    Lei passa per un amante della Pace, forse un giorno ricevera' il premio nobel della pace, si ricordi pero' che la storia insegna che i premi nobel ricevuti per il Medio Oriente vanno appesi al muro vicino alle foto delle vittime che causano, come potra' farsi spiegare da Shimon Peres. Il Popolo d'Israele piange ancora per la "pace" da costui firmata da oltre un decennio: oltre un migliaio di persone hanno pagato con la loro vita il prezzo per tale "pace". Forse in guerra sarebbero rimaste uccise meno persone! Anche Shimon Peres ha detto che abbiamo combattuto una guerra giusta e necessaria per gl'interessi d'Israele e del Mondo Libero: ha forse finalmente capito che e' meglio una guerra giusta di una cattiva pace!
    Un'ultima cosa Mr. Annan: l'ONU dovrebbe combattere il razzismo. L'unica cosa ad essere condannata fu il Sionismo!? Niente al mondo e' piu' razzista del mondo islamico. Il Mein Kampf di Hitler ed i Protocolli dei Savi Anziani di Sion della Polizia segreta zarista sono tra i best sellers in tutti i paesi arabi.
    Come mai - non pretendo mai che sia una dura condanna! - neanche parole di rimprovero sono venute da Lei o dall'organizzazione di cui e' Segretario Generale!?
    Mi auguro che Lei e vari governanti del mondo non abbiate per noi parole buone solo nel caso che, D. o non voglia!, fossimo sterminati ed allora verremmo commemorati e versereste per noi "lacrime di coccodrillo"!? 
     
(Yanon Polak, mictav le mazca"l hau"m, HASHAVUAH BEYERUSHALAIM, 24/8/06, PP. 8-9; liberamente tratto e tradotto dall'ebraico da Eleazar Ben Yair).





6. UN PO' DI RAGIONEVOLE AUTOCRITICA




Portavoce palestinese: I palestinesi riconoscano le loro responsabilità a Gaza

"Dopo il ritiro da Gaza speravamo in un luminoso futuro e pensavamo che quest'anno avremmo raccolto i frutti dei nostri sacrifici. Ma oggi mi chiedo: perché l'occupazione è tornata a Gaza?". Se lo domanda Ghazi Hamad, portavoce del governo palestinese (Hamas), in un editoriale pubblicato domenica scorsa in cui muove dure critiche ai palestinesi, incolpandoli d'aver trasformato la striscia di Gaza in un luogo violento e senza legge.
"E' tutta colpa dell'occupazione, dicono i saggi e gli opinionisti– continua Ghazi Hamad – Ora, io non è che difenda l'occupazione. Ma vorrei che cessassero i nostri errori, per i quali siamo soliti incolpare sempre altri".
"Anarchia, uccisioni arbitrarie, furto di terre, teppismo… è l'occupazione che è responsabile per tutto questo?", si domanda ancora il portavoce governativo palestinese, aggiungendo che i palestinesi dovrebbero smetterla di abbracciare teorie cospirative che "limitano la nostra capacità di pensiero".
    In effetti, le speranze di pace e benessere nella striscia di Gaza all'indomani del ritiro di civili e militari israeliani (agosto 2005) sono state sistematicamente infrante, con un'Autorità Palestinese totalmente incapace di far rispettare la legge, garantire l'ordine e offrire a 1,3 milioni di palestinesi i servizi minimi essenziali per il funzionamento della società. Ci si attendeva che le centinaia di dunam di terra agricola sgomberati dai civili israeliani creassero lavoro per almeno 4.000 persone, generando redditi per milioni di dollari. Ma la corruzione imperante nella ditta incaricata di gestire la terra ha rapidamente mandato in rovina l'agricoltura di Gush Katif, fiorente solo un anno fa, e molti di quei terreni sono oggi usati come campi d'addestramento per gruppi armati palestinesi.
    "La realtà oggi a Gaza – continua l'editoriale di Ghazi Hamad – è una realtà di fallimento, depressione, abbandono. Quando qualcuno sbaglia, abbiamo paura di criticarlo per non essere accusati di essere contro la resistenza. Quando vengono fatti sforzi per riaprire il valico di Rafah [fra Egitto e striscia di Gaza] per alleviare la crisi umanitaria, c'è sempre qualcuno che lancia razzi sul valico stesso. Quando parliamo di tregua, c'è sempre qualcuno che lancia altri razzi".
    Ghazi Hamad lancia un appello ai leader delle fazioni palestinesi, dicendo che la resistenza contro Israele non ha valore se "la terra è piena di anarchia, corruzione, teppismo, bande omicide. Costruire la patria non fa forse parte della resistenza?". Ghazi Hamad denuncia anche il fenomeno del sequestro di stranieri dicendo che è diventato "un business redditizio", e accusando i sequestratori di essere del tutto indifferenti ai danni che i loro atti procurano alla causa palestinese.
    "Ammettiamo i nostri errori – conclude l'esponente palestinese – facciamo un po' di ragionevole autocritica, mettiamo davanti a noi l'interesse del nostro popolo e diciamoci onestamente dove abbiamo fatto bene e dove abbiamo sbagliato. Solo allora vedremo cambiare il volto di Gaza e della nostra patria".

(YnetNews, 28 agosto 2006 - ripreso da israele.net)





7. IL MONDO VISTO DA ROMA




Le Chiese di Gerusalemme si oppongono al sionismo cristiano

Dichiarazione congiunta del Patriarca Sabbah e di altri leader cristiani

GERUSALEMME - Il Patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah, insieme ai leader di altre Chiese cristiane locali hanno firmato, lo scorso 22 agosto, una dichiarazione sul moderno sionismo cristiano, una corrente che si è andata affermando fra le confessioni cristiane degli Stati Uniti.

"Rifiutiamo categoricamente le dottrine del sionismo cristiano come falso un insegnamento che corrompe oggi il messaggio biblico di amore e giustizia", affermano.

Gli altri leader che hanno firmato la dichiarazione sono: l'Arcivescovo Swerios Malki Mourad, del Patriarcato Siro-Ortodosso di Gerusalemme; il Vescovo Riah Abu El-Assal, della Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente; e il Vescovo Munib Younan, della Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa.
La dichiarazione si apre con una citazione dal Vangelo: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Matteo 5,9).
Secondo i leader cristiani che hanno firmato la dichiarazione, "il sionismo cristiano è un moderno movimento teologico e politico che adotta le più estreme posizioni ideologiche del sionismo, a scapito della giusta pace fra palestinesi e Israele".
Allo stesso modo, indicano che "il programma sionista ha una visione del mondo per cui il Vangelo è identificato con l'ideologia dell'impero, il colonialismo e il militarismo. Nella sua forma estrema, pone enfasi negli avvenimenti apocalittici che conducono alla fine della storia più che a vivere l'amore di Cristo e la giustizia oggi".
I leader cristiani affermano, inoltre, di rifiutare "l'alleanza contemporanea tra leader sionisti cristiani e organizzazioni con elementi nei governi di Israele e Stati Uniti, che attualmente stanno imponendo le loro frontiere preventive e la loro dominazione sulla Palestina".

"Questo inevitabilmente – aggiungono – è legato a cicli di violenza che minano la sicurezza di tutti i popoli del Medio Oriente e la pace del mondo".

Allo stesso modo, i firmatari della dichiarazione rifiutano "gli insegnamenti del sionismo cristiano che facilita e sostiene queste politiche in quanto favoriscono l'esclusivismo razziale e la guerra perpetua invece del Vangelo dell'amore universale, della redenzione e della riconciliazione insegnato da Gesù Cristo". E lanciano un appello a tutti "a liberarsi delle ideologie del militarismo e dell'occupazione".
Inoltre, rivolgono un appello ai cristiani delle Chiese di ciascun continente "a pregare per le popolazioni palestinese e israeliano, che soffrono come vittime di occupazione e militarismo", e "a tutte le Chiese che rimangono in silenzio, a rompere il loro silenzio e a parlare in favore della riconciliazione attraverso la giustizia in Terra Santa".
I leader delle Chiese cristiane si impegnano poi a seguire una serie di principi come via alternativa:

-- "Affermiamo che tutti sono stati creati a immagine di Dio. In cambio sono stati chiamati a onorare la dignità di ciascun essere umano e a rispettare i suoi diritti inalienabili".
-- "Affermiamo che israeliani e palestinesi sono capaci di vivere insieme in pace, giustizia e sicurezza".
-- "Affermiamo che i palestinesi sono un popolo allo stesso tempo musulmano e cristiano. Rifiutiamo tutti gli intenti di sovvertire e frammentare la sua unità".
-- "Facciamo appello a tutti a rifiutare la limitata visione del mondo del sionismo cristiano e di altre ideologie che privilegiano un popolo a spese di altri".
-- "Siamo impegnati ad una resistenza non violenta come il mezzo più efficace per porre fine alla occupazione illegale e giungere ad una pace giusta e duratura".
-- "Con urgenza avvertiamo che il sionismo cristiano e i suoi alleati stanno giustificando la colonizzazione e l'apartheid' e l'imperialismo".
---"Dio chiede che si realizzi la giustizia. Nessuna pace duratura, sicurezza o riconciliazione è possibile senza il fondamento della giustizia".
-- "La lotta per la giustizia deve proseguire con diligenza e persistenza però senza violenza".

I leader cristiani concludono la loro dichiarazione affermando: "Solo la giustizia garantisce una pace che conduca alla riconciliazione con una vita di sicurezza e prosperità per tutti i popoli della nostra Terra. Rimanendo al fianco della giustizia, ci apriamo al lavoro per la pace e a lavorare per la pace che ci rende figli di Dio".

(Zenit - Il mondo visto da Roma, 1 settembre 2006)

COMMENTO - Che nel «mondo visto da Roma» con gli occhi di un prelato palestinese il sionismo cristiano appaia come un falso insegnamento è un fatto tranquillizzante per tutti i veri cristiani che amano Israele. L'istituzione ecclesiastica cattolico-romana che ha sede nello Stato del Vaticano a Roma è strutturalmente in contrasto vitale con lo Stato d'Israele, e non potrebbe essere che così, quale che sia l'atteggiamento del suo massimo rappresentante del momento. Quanto al sionismo cristiano, sarebbe bene ricordare che non è un'invenzione dei neocon americani, ma è un atteggiamento che ha il suo fondamento nella Bibbia ed è ben più antico del sionismo laico di Theodor Herzl. M.C.

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